“Sunny car in a sunny region” è il nome del piano illustrato da Simone Cimino, presidente del fondo Cape, volto alla creazione di un’industria per la produzione di auto elettriche che avrà sede proprio nel polo industriale dove la Fiat ha deciso di sospendere l’attività. 400 milioni di euro di investimento iniziale che potrebbero poi lievitare fino a 935 milioni, 3.500 posti di lavoro divisi tra Termini Imerese e Catania e 2000 stazioni di ricarica per le auto ecologiche in tutta la Sicilia: questi i numeri più rilevanti del progetto.
Secondo il piano di Cimino, presso sede di Termini Imerese saranno impegnati 1000 lavoratori per svolgere attività di ricerca, sviluppo, ingegneria, produzione, vendita e assistenza post vendita di mezzi di trasporto elettrici. Altre 400 unità saranno inserite sempre a Termini nella struttura dedicata alla produzione e vendita di sistemi di raccolta ed erogazione di energia solare e ibrida rinnovabile. E infine, presso una nuova sede a Catania, opereranno circa 2000 addetti per lo sviluppo e la gestione di una rete di stazioni a pannelli solari.
Questo piano è da considerarsi una proposta che non ha avuto ancora approvazione. Le posizioni delle persone coinvolte sono infatti contrastanti. Alessandro Albanese, presidente dell’Area di sviluppo industriale, ha dichiarato di essere «disponibile ad assegnare già da subito i terreni per fare nascere la struttura di produzione», ma è necessario «superare le pastoie burocratiche per avere rilasciati i permessi. il sindaco di Ternini Imerese, Salvatore Burrafato è disposto a prendere in considerazione il progetto ma in fondo spera che la Fiat non se ne vada via. Di posizione contraria sono i sindacati ai quali non piace proprio il progetto di Cimino. «Il sindaco ha sbagliato a concedere il municipio per la presentazione di una iniziativa che non rappresenta sicuramente la soluzione per lo stabilimento della Fiat di Termini Imerese», ha affermato il segretario territoriale della Fiom, Roberto Mastrosimone. E ha aggiunto: «Contro Cimino non abbiamo nulla ma non è un nostro interlocutore, se vuole investire a Termini lo faccia pure, ma non pensi di potere rappresentare l’alternativa alla Fiat». Staremo a vedere.
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