Come diventare mediatore familiare

Oggi vi spieghiamo chi è e cosa fa il mediatore familiare e come è possibile diventare mediatore familiare.

Il mediatore familiare è un esperto nella gestione dei conflitti all’interno della famiglia, rispetto alla quale è un osservatore esterno, imparziale e che non dà giudizi. Si tratta di un professionista altamente qualificato, con competenze nell’ambito giuridico e psicologico e con particolari abilità di negoziazione. Non si tratta di una professione nuovissima: pensate che i primi mediatori iniziano ad operare negli Stati Uniti negli anni ’60 e in Europa negli anni ’80, a fronte del crescente numero di separazioni e divorzi anche nel vecchio continente.

CHE COSA FA
Il mediatore familiare lavora in contesti in cui la comunicazione fra le parti (solitamente marito e moglie, o comunque una coppia) si è interrotta. Si pone prima di tutto in una posizione di ascolto, facendo spazio alle esigenze di tutti e valorizzando i componenti della famiglia e le loro risorse. Il suo ruolo consiste nell’aiutare la coppia a riaprire i canali di comunicazione in maniera efficace e rispettosa, ponendosi in una posizione neutrale e astenendosi dal giudicare le situazioni. Il mediatore cerca di incanalare l’energia che le parti mettono nei conflitti nella ricerca di un accordo soddisfacente per tutti e in grado di tutelare l’interesse degli eventuali figli, senza fornire soluzioni già pronte, ma invitando la coppia a trovare un accordo personalizzato.

CHE COSA NON DEVE FARE
Il mediatore familiare non è né un legale né un terapeuta, per cui non fa terapia di coppia né spinge i coniugi a riconciliarsi o a separarsi. Tenta invece di aiutare la coppia a capire ciò che davvero è meglio per tutti i componenti della famiglia, tenendo aperto un dialogo costante e consapevole. Il mediatore quindi non lavora sul passato della famiglia, che non si può più modificare, ma si concentra sul presente e sul futuro, alla ricerca di una soluzione che poi può essere rivista e modificata nel momento in cui cambiano le esigenze. Non deve mai schierarsi per l’uno o per l’altro né esprimere valutazioni personali, ma cercare di individuare la soluzione migliore per tutti attraverso la risoluzione pacifica del conflitto.

COME DIVENTARLO
Come diventare mediatore familiare? A differenza di altri Paesi europei, l’Italia non si è ancora dotata di una legislazione sulla mediazione familiare. Questo significa che non esiste un albo nazionale e che nessun provvedimento ha definito con chiarezza il percorso formativo che si deve intraprendere, col risultato che spesso i mediatori vengono confusi con altre figure che intervengono nelle problematiche familiari, come gli assistenti sociali o gli educatori. Sono nate però singole associazioni di categoria, come Aimef e Simef, che hanno degli albi privati e indicano costantemente i criteri per la formazione. Un altro punto di riferimento per chi vuole intraprendere la carriera di mediatore è il  Centro Italiano di Mediazione

In base alle indicazioni correnti il percorso formativo prevede:
1. il conseguimento di una laurea specialistica in Psicologia, Giurisprudenza, Servizi sociali, SociologiaScienze della formazione  e/o dell’educazione;
2. la frequenza di un corso di formazione in mediazione familiare, in genere di durata non inferiore ai dodici mesi e di almeno 250 ore, che comprenda lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche. I corsi si tengono in tutte le Regioni e hanno costi molto variabili, da 1200 a 5000 euro circa, così come è variabile anche la durata. Durante i corsi vengono date nozioni di psicologia, sociologia e giurisprudenza e si effettuano molte simulazioni. Potete trovare maggiori informazioni sui corsi e sugli enti che li organizzano nelle pagine dedicate del sito di Aimef e di Simef;
3. l’aggiornamento costante e la formazione continua tramite master, seminari, convegni e corsi specialistici.

COME TROVARE LAVORO
Dopo aver scoperto come diventare mediatore familiare vediamo che tipo di impiego può trovare questa figura. Un possibile sbocco lavorativo è il lavoro presso le Pubbliche Amministrazioni, per cui consigliamo di tenere monitorati i concorsi per l’assunzione di mediatori familiari (seguite la Gazzetta Ufficiale – serie concorsi). I mediatori possono lavorare inoltre per strutture private o in proprio, inserendosi magari in un network di altri professionisti (psicologi, educatori) e aprendo una Partita Iva. Non esiste un tariffario, ma i guadagni possono aggirarsi dai 50 ai 100 euro a seduta. Sicuramente il vuoto normativo non giova alla definizione della figura professionale, ma se avete un percorso di studio adeguato e vi piace la job description potrete inserirvi in un ambito che ha ancora numerose richieste di personale.

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