Il Decreto blocca cessioni pubblicato il 16 febbraio 2023 è già a rischio riforma. il Parlamento è a lavoro con una serie di emendamenti, oltre 300, tutti in fase di proposta nell’iter di conversione in legge del provvedimento.
Una delle priorità è trovare una soluzione che possa consentire la cessione dei crediti edilizi maturati nel 2022, ma attualmente bloccati nell’iter di approvazione in banca e con la scadenza del 31 marzo 2023. Questi crediti sono a rischio decadenza.
In questo articolo vi spieghiamo quali soluzioni si stanno valutando rispetto a quanto previsto dal Decreto blocca cessioni Superbonus e quali misure sono a ora al vaglio per salvare il comparto edilizio dall’attuale impasse.
I NODI ANCORA APERTI DEL DECRETO BLOCCA CESSIONI
Il Decreto Legge 16 febbraio 2023, n. 11, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.40 del 16-2-2023 e in vigore dal 17 febbraio, ha sancito lo stop alla cessione del credito per tutti i nuovi interventi legati al bonus edilizi. In sostanza, il provvedimento inibisce lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi – successivi al 17 febbraio – in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e Superbonus, misure antisismiche, bonus facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica. Inclusi nelle novità anche il Bonus ristrutturazione, il Bonus condizionatori, il Bonus tende da sole e il Bonus zanzariere.
Tra l’altro, come vi abbiamo illustrato in questo focus il provvedimento ha portato con sé molte polemiche e ha messo in allarme le associazioni del comparto edilizia. In particolare, una volta inibita la procedura, resta il nodo dei crediti “incagliati” nel sistema di cessione con conseguente blocco di circa 6.000 cantieri, tra unifamiliari e condomini (sono a rischio fallimento almeno 1.700 imprese di costruzioni e circa 9.000 occupati). Il Parlamento, quindi, è corso ai ripari. Vediamo quali sono le soluzioni del Legislatore per risolvere queste problematiche.
LE POSSIBILI SOLUZIONI “SALVA CREDITI”
Nell’iter di conversione in legge del Decreto, i parlamentari di maggioranza e opposizione hanno proposto circa 300 emendamenti “salva crediti” per scongiurare la crisi del comparto edilizia. In particolare, si punta sui seguenti interventi:
- prorogare i termini delle scadenze del Superbonus nel 2023;
- prevedere la possibilità per Enti locali o previdenziali di acquistare i crediti;
- derogare il sequestro preventivo per chi ha acquistato la cessione dei crediti;
- prevedere modifiche al sistema di eccezioni per l’utilizzo del meccanismo di cessione dei crediti.
Analizziamo insieme i dettagli delle proposte di modifica al Decreto stop cessioni, attualmente al vaglio del Parlamento.
PROROGA SCADENZE
Spulciando gli emendamenti al Decreto stop cessioni, risultano numerose proposte che mirano a prorogare le attuali scadenze del Superbonus. Le principali proposte che riguardano i termini temporali, sono le seguenti:
- proroga dal 31 marzo 2023 al 30 giugno 2023 (se non fino al 31 dicembre 2023) per le abitazioni unifamiliari, modificando contemporaneamente la data di attestazione del SAL 30% dal 30 settembre 2022 al 31 dicembre 2022;
- possibilità di utilizzare il Superbonus 110% fino al 30 giugno 2024 per gli interventi per i quali, alla data del 25 novembre 2022, risulta presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata per il Superbonus (CILAS);
- l’eliminazione del vincolo del 60% previsto per gli IACP, spostando contemporaneamente la scadenza al 31 dicembre 2024;
- la possibilità di fruire del Superbonus al 110% per tutte le spese di ultimazione lavori sostenute entro il 30 giugno 2024, a condizione che alla data del 31 dicembre 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 70% dell’intervento complessivo, nel cui computo possono essere compresi anche i lavori non agevolati.
Ovviamente, si tratta di proposte in corso di analisi, non approvate e su cui vi aggiorneremo.
ACQUISTO CREDITI DA PARTE DEGLI ENTI LOCALI
Un altro emendamento al Decreto stop cessioni propone di dare la possibilità alle Pubbliche Amministrazioni, Enti locali in particolare, di essere cessionarie dei crediti d’imposta, nel limite della capacità fiscale della specifica PA. La proposta è stata estesa anche agli Enti di previdenza pubblici e privati.
DEROGA AL SEQUESTRO PREVENTIVO
Tra le proposte di emendamento vi è anche la deroga al sequestro preventivo per chi ha acquistato la cessione dei crediti. Si prevede, cioè, lo stop al profilo penale e al sequestro preventivo del credito nel caso in cui chi lo riceve sia in “buona fede”.
In sostanza, viene proposto che “ferme le ipotesi di dolo e il concorso nella violazione che determina la responsabilità in solido del fornitore che ha applicato lo sconto e dei cessionari”, è in ogni caso escluso con riguardo, ai cessionari, il sequestro preventivo a chi ha acquistato la cessione dei crediti. Dunque, si richiede una deroga esplicita all’articolo 321 del Codice di Procedura Penale, prevedendo l’esclusiva responsabilità in capo al soggetto originariamente beneficiario del credito d’imposta, senza coinvolgimento del terzo.
In questo modo, i cessionari in buona fede, estranei a ogni reato, non potranno essere destinatari di provvedimenti di sequestro preventivo, qualora dimostrino di aver acquisito il credito d’imposta e che siano in possesso della relativa documentazione.
Vi faremo sapere se questa proposta sarà approvata.
SISTEMA DI ECCEZIONI ALLO STOP CESSIONI
Relativamente alle disposizioni del Decreto blocca cessioni, ovvero il Decreto Legge 16 febbraio 2023, n. 11, viene proposta l’applicazione dello stop a partire dal 30 aprile 2023 (e non dalla data di entrata in vigore del Decreto, cioè il 17 febbraio 2023).
Alcuni emendamenti prevedono anche che il divieto di cessione non si applichi per gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, quelli relativi ai territori terremotati, al terzo settore e alla rigenerazione urbana.
Per sapere, però, se le proposte saranno approvate, bisognerà attendere la conversione in legge del Decreto, su cui vi aggiorneremo.
LE PROPOSTE PER SBLOCCARE I CREDITI 2022
Il Parlamento ha proposto di sbloccare i crediti d’imposta dei bonus edilizi “incagliati” attraverso le compensazioni e stabilendo limiti di tempo alle banche. Queste le principali misure proposte:
- dare la possibilità alle banche e a Poste Italiane di compensare le somme relative agli F24 della clientela con crediti di imposta originatisi a seguito del sostenimento, nelle annualità 2021 e 2022, delle spese per gli interventi agevolati con bonus edilizi, non ancora ceduti da imprese e contribuenti;
- prevedere che il meccanismo di compensazione indicato sia previsto anche per i crediti d’imposta relativi agli interventi già avviati alla data di entrata in vigore del Decreto (17 febbraio 2023);
- prevedere che le banche e gli intermediari finanziari siano tenuti a fornire una certificazione che attesta i tempi di istruttoria, con delle tempistiche di limite al massimo di un mese, entro le quali si dovranno concludere le operazioni di primo acquisto del credito e di accettazione dei documenti contrattuali e della documentazione delle società di certificazione.
Secondo gli esperti però, la soluzione F24 da sola non basta. In attesa che banche e assicurazioni ricomincino ad acquistare i crediti maturati dai bonus edilizi, per scongiurare la decadenza al 31 marzo 2023 (cioè la data entro cui la cessione va comunicata all’Agenzia delle Entrate), servirebbe una proroga.
Il Governo, invece, vorrebbe intervenire con un comunicato legge che consentirà di iscrivere il credito sulla piattaforma dell’Agenzia fin dal momento in cui viene preso in carica dalla banca. Vi aggiorneremo se e quando questo provvedimento arriverà.
L’ITER DEL DECRETO BLOCCO CESSIONI IN PARLAMENTO
Dopo la pubblicazione del Decreto Legge 16 febbraio 2023, n. 11 sulla Gazzetta Ufficiale n.40 del 16-2-2023, il 23 febbraio 2023 è iniziato l’esame del testo in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati. Entro fine marzo, il provvedimento dovrà essere approvato a Montecitorio e poi passare al Senato.
Tuttavia solo dopo l’ok al Senato e la sua pubblicazione come “legge di conversione” in Gazzetta Ufficiale, le disposizioni della norma entreranno in vigore. Per adesso, si tratta solo di ipotesi su cui Parlamento e Governo devono trovare intesa. Vi aggiorneremo sulle novità.
ULTERIORI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Per tutti i dettagli su come funziona il Superbonus nel 2023 e sul Superbonus al 90% vi consigliamo di leggere questa guida. In questa pagina, invece, trovate tutti i dettagli sui bonus casa attivi nel 2023. Per i dettagli sullo stop alle cessioni del credito e lo sconto in fattura, potete leggere questo approfondimento
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