Il Ministero dell’Istruzione ha presentato ai sindacati la bozza del Decreto ministeriale che attua la norma sulla possibilità di conferma dei docenti di sostegno su richiesta delle famiglie.
Vediamo nel dettaglio di seguito cosa prevede lo schema di Decreto presentato dal Ministero e quali sono le novità in arrivo.
IN ARRIVO IL DECRETO PER LA CONFERMA DEI DOCENTI DI SOSTEGNO SU RICHIESTA DELLE FAMIGLIE
Nella giornata del 30 Gennaio scorso si è svolta l’informativa del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ai sindacati di settore in merito al Decreto in arrivo che attua la norma sulla possibilità di confermare i docenti di sostegno su richiesta dei familiari introdotta dal Decreto Scuola 2024 convertito in Legge.
Nel dettaglio, il nuovo Decreto ministeriale, applicativo del Decreto-Legge 71/2024 (c.d. Decreto Scuola 2024), consente alle famiglie di richiedere la conferma del docente di sostegno che ha seguito il loro figlio nell’anno scolastico precedente.
Tuttavia, la bozza del DM illustrata dal MIM alle organizzazioni sindacali impone alcune condizioni per l’applicazione della misura, tra cui:
- richiesta delle famiglie entro il 31 Maggio 2025;
- disponibilità del docente a essere riconfermato;
- verifica dell’Ufficio Scolastico Provinciale, che dovrà controllare la disponibilità del posto e procedere alla conferma con precedenza assoluta rispetto ad altri docenti a tempo determinato;
- limite temporale per la conferma, che sarà valida solo per i posti disponibili entro il 31 Agosto 2025, escludendo quindi le numerose cattedre attivate in deroga da settembre in poi.
Ricordiamo che l’applicazione della misura che prevede la possibilità per i supplenti di sostegno di essere confermati su richiesta delle famiglie degli alunni disabili, introdotta dal Decreto Scuola a partire dal 2024, è stata rimandata al 2025 dalla Legge di conversione, come vi spieghiamo nel dettaglio in questo approfondimento.
QUALI DOCENTI POSSONO ESSERE CONFERMATI
In base a quanto emerso nel corso dell’incontro tra il Ministero e le OO.SS., il provvedimento si applica a tre categorie di docenti:
- docenti specializzati per l’insegnamento agli alunni con disabilità.
- docenti non specializzati inseriti nella seconda fascia delle graduatorie GPS per il sostegno.
- docenti non specializzati con esperienza su posti di sostegno.
Chi rientra in queste categorie e ha avuto una supplenza annuale fino al 30 giugno o al 31 agosto 2025 potrà essere riconfermato con precedenza assoluta, prima dell’assegnazione delle nuove supplenze.
La misura, che punta a garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità, ha scatenato un’ondata di critiche da parte delle principali sigle sindacali, tra cui Anief, FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola, che ne denunciano le criticità. Vediamole di seguito.
LA POSIZIONE DEI SINDACATI DELLA SCUOLA
Il sindacato Anief si oppone fermamente al provvedimento, considerandolo incostituzionale e lesivo dei principi di trasparenza e meritocrazia, dato il rischio di confermare in servizio docenti non specializzati a discapito di quelli abilitati.
Pur accogliendo positivamente le restrizioni imposte dal Decreto rispetto alla norma originaria, il sindacato ritiene che il provvedimento resti ingiusto e inefficace, perché non risolve il problema della precarietà del personale di sostegno.
Anche la FLC CGIL attacca duramente il provvedimento, definendolo grave e lesivo della trasparenza nelle procedure di reclutamento. Il sindacato denuncia il rischio di trasformare la scuola in un servizio a domanda individuale, in cui le scelte non vengono più fatte in base a criteri oggettivi, ma sul gradimento delle famiglie e dei dirigenti scolastici.
Il vero problema, sottolinea il sindacato, è l’instabilità del personale di sostegno, che può essere risolta solo trasformando i posti in deroga in posti stabili, dando maggiore accesso ai percorsi di specializzazione e garantendo condizioni di lavoro dignitose agli insegnanti di sostegno.
La CISL Scuola si unisce al totale dissenso verso il Decreto, sottolineando il rischio di incostituzionalità. Secondo il sindacato, la norma introduce un principio pericoloso, inserendo il gradimento della famiglia nella gestione del rapporto di lavoro che dovrebbe essere invece regolato da criteri pubblici e imparziali.
L’articolo 97 della Costituzione italiana, ricorda il sindacato, impone alla Pubblica Amministrazione di operare con imparzialità, principio che verrebbe meno se la conferma di un docente dipendesse dalla volontà delle famiglie e dal placet del dirigente scolastico.
Dal canto suo la UIL Scuola chiede il ritiro immediato del provvedimento, che non solo penalizza i docenti specializzati, che potrebbero restare senza cattedra perché il posto è stato confermato a un docente non specializzato, ma, secondo il sindacato, crea un sistema clientelare, dove il posto di lavoro diventa subordinato al consenso delle famiglie, e la possibilità di numerosi contenziosi legali, perché il provvedimento altera le regole delle graduatorie.
Si attende ora la pubblicazione del Decreto ministeriale. Su questo noi vi aggiorneremo.
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