Riforma IRPEF 2025: quali sono le aliquote, quanto si risparmia e quando entra in vigore

Ecco i dettagli della riforma IRPEF 2025, con la conferma dei 3 scaglioni di reddito e tutte novità confermate

IRPEF

Con la riforma IRPEF 2025, il Governo ha convalidato dal 1° Gennaio le aliquote e gli scaglioni di reddito IRPEF già in vigore nel 2024.

Quello che cambia, però, è la rivelazione del reddito imponibile ai fini fiscali per il calcolo dell’imposta, perché è stato introdotto un nuovo quoziente familiare, ovvero un nuovo metodo fiscale per far pagare meno tasse alle famiglie con figli.

L’Esecutivo il 3 Dicembre 2024 ha anche approvato una complessiva revisione del regime impositivo dei redditi (IRPEF e IRES), caratterizzata da una sostanziale semplificazione, valida nel 2025.

In questo articolo vi spieghiamo nel dettaglio quali sono le aliquote confermate nella riforma IRPEF 2025, quanto si risparmia e qual è la data di entrata in vigore.

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COSA PREVEDE LA RIFORMA IRPEF 2025

La riforma IRPEF inclusa nella Legge di Bilancio 2025collegata alla riforma fiscale 2025, prevede:



  • la semplificare del sistema di tassazione per i contribuenti e delle regole del regime impositivo dei redditi (IRPEF e IRES), grazie al Decreto Legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri del 3 Dicembre 2024, illustrati in questa nota;

Vediamo insieme i dettagli su quali sono le aliquote dell’Imposta Reddito Persone Fisiche nel 2025.

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LE ALIQUOTE IRPEF NEL 2025

Le aliquote IRPEF nel 2025 restano invariate rispetto all’anno precedente, quindi saranno uguali a quelle del 2024, previste dalla riforma Irpef 2024. Cioè dal 1° Gennaio 2025, si applicano quindi le seguenti aliquote:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;

  • 35% per i redditi oltre 28.001 e fino a 50.000 euro;

  • 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.
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COSA CAMBIA CON IL QUOZIENTE FAMILIARE

Con la Riforma IRPEF, dal 2025, nel determinare l’ammontare delle tasse si ricorre al cosiddetto quoziente familiare, un nuovo sistema di calcolo fiscale, che prevede meno tasse per chi ha figli nel 2025 e punta quindi ad alleggerire il carico fiscale delle famiglie, soprattutto quelle numerose e con redditi bassi.

Il funzionamento del quoziente familiare si basa su un principio semplice: più alto è il numero dei membri della famiglia, più bassa sarà la tassazione complessiva. A differenza del sistema di tassazione individuale attualmente in vigore, che considera il reddito di ciascun contribuente singolarmente, questo quoziente somma tutti i redditi dei membri del nucleo familiare (come il contribuente, il coniuge, i figli e le persone invalide conviventi) e li divide per un coefficiente proporzionato al numero di persone.

Nel dettaglio, la Legge di bilancio 2025 ha stabilito che il quoziente familiare è pari a:

  • 0,70 per le famiglie con un figlio o un parente a carico;
  • 0,85 per le famiglie con due figli/parenti a carico;
  • 1,00 con più di due figli/parenti a carico o almeno un figlio con disabilità.

Con questo metodo, il reddito complessivo della famiglia viene diviso per il numero corrispondente alla composizione del nucleo familiare. Ciò porta a una riduzione dell’imposizione fiscale, in quanto la tassazione è meno progressiva per le famiglie più numerose.

Per capire meglio come funziona, vi consigliamo di leggere la nostra guida sul quoziente familiare, completa di esempi di calcolo. Mentre se volete conoscere nel dettaglio a quanto ammonterà l’IRPEF nel 2025, vi invitiamo ad approfondire leggendo il nostro articolo sugli scaglioni IRPEF 2025, con le simulazioni dell’imposta per ogni fascia di reddito.

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QUANTO SI RISPARMIA, ESEMPIO DI CALCOLO

Per capire meglio cosa cambia con il quoziente familiare e quanto si risparmia grazie alla novità introdotta dalla riforma IRPEF, facciamo un esempio pratico.

Supponiamo che una famiglia sia composta da due genitori e un figlio minorenne e che i redditi annuali dei genitori siano i seguenti:

  • Reddito del genitore 1: 30.000 euro;
  • Reddito del genitore 2: 30.000 euro

Il reddito dei due genitori, senza il ricorso al quoziente familiare, rientrerebbe nella seconda fascia di reddito IRPEF (secondo scaglione, per redditi da 28.001 e fino a 50.000 euro) e verrebbe tassato con aliquota del 23% fino a 28.000 euro e del 35% per i restanti 2.000 euro. Quindi, ogni genitore, pagherebbe un IRPEF di 7.140 euro (28.000 × 23% = 6.440 euro e 2.000 × 35% = 700 euro), per un totale di 14.280 euro.

Con il quoziente familiare previsto dalla riforma IRPEF, invece, così come disciplinato dalla Legge di Bilancio 2025, le regole di calcolo cambiano. E si procede così:

1. Si individua il quoziente familiare 

Poiché il coefficiente di quota per ogni componente è stabilito in 1 per ogni genitore e in 0,70 per ogni figlio a carico. In questo caso, avremo:
– Quota genitore 1: 1
– Quota genitore 2: 1
– la Quota figlio: 0,70.

Per cui il quoziente di questa famiglia è di 2,70 (1 + 1 + 0,70).

2. Si calcola il reddito medio

Il reddito medio è uguale alla somma dei redditi di tutti i componenti della famiglia (in questo caso 60.000 euro), diviso per il quoziente familiare. Per cui il calcolo da fare è 60.000 / 2,70 = 22.222,22 euro.

3. Si applica l’aliquota corrispondente al reddito medio 

Con un reddito medio di 22.222,22 euro, la famiglia rientra in una fascia di reddito più bassa rispetto a quanto sarebbe accaduto con un reddito totale di 60.000 euro. In particolare, i redditi dei genitori verranno tassati con aliquota al 23% (rientrano nello primo scaglione) e l’importo dell’IRPEF che dovranno pagare sarà di 5.111,11 euro (10.222,22 euro in totale) contro i 7.140 euro (14.280 euro) senza applicazione del quoziente.

Il risparmio totale per una famiglia con reddito medio sarebbe di 4.057,78 euro in un anno. 

SEMPLIFICAZIONE DEL REGIME IMPOSITIVO DEI REDDITI

Il Consiglio dei Ministri del 3 Dicembre 2024 ha approvato in via definitiva il Decreto legislativo “Revisione del regime impositivo dei redditi (IRPEF e IRES), composto da 19 articoli, cui regole sono valide anche nel 2025 e disciplinano i redditi dei terreni, quella del lavoro dipendente, nonché del lavoro autonomo e diversi.

Il testo, inoltre, interviene anche sui redditi d’impresa, razionalizzando e semplificando tutti i tipi di regimi fiscali. Vediamo i dettagli.

1) REDDITI DA LAVORO DIPENDENTE

Per quanto riguarda i redditi da lavoro dipendente e assimilati, in particolare, il Decreto legislativo prevede:

  • la revisione e semplificazione delle disposizioni sulle somme e i valori esclusi dalla formazione del reddito;

  • nuovi limiti di non concorrenza al reddito per i compensi in natura, favorendo mobilità sostenibile, previdenza complementare, efficientamento energetico, assistenza sanitaria, solidarietà sociale e contribuzione agli enti bilaterali.

2) REDDITI DA LAVORO AUTONOMO

Sui redditi da lavoro autonomo, invece, il testo del provvedimento approvato nel Consiglio dei Ministri del 3 Dicembre 2024 e valido nel 2025 prevede:

  • la riduzione degli oneri documentali per il versamento dell’IRPEF, miglior distribuzione del carico fiscale, eventuale introduzione della periodicità mensile dei versamenti e riduzione della ritenuta d’acconto;

  • la semplificazione e la razionalizzazione dei criteri di determinazione del reddito da arti e professioni;

  • l’inclusione di tutte le somme e i valori nel reddito, esclusi i rimborsi spese non deducibili;

  • l’eliminazione della disparità di trattamento tra l’acquisto in proprietà e il leasing di immobili strumentali e ad uso promiscuo;

  • la riduzione delle ritenute sui compensi per chi si avvale di dipendenti o collaboratori per evitare problemi di liquidità;

  • la neutralità fiscale delle operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi professionali, includendo il passaggio da associazioni professionali a società tra professionisti.

3) REDDITI AGRARI

Poi, per i redditi agrari, il Decreto stabilisce anche:

  • l’introduzione di nuove classi e qualità di coltura per le attività agricole di coltivazione, considerando i sistemi di coltivazione più evoluti, riorganizzando il regime di imposizione su base catastale e stabilendo il limite oltre il quale l’attività è produttiva di reddito d’impresa;

  • la riconduzione dei redditi derivanti dalle attività di coltivazione e allevamento che contribuiscono alla tutela dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici, entro limiti determinati, ai redditi agricoli, con eventuale imposizione semplificata;

  • l’introduzione di procedimenti digitali per aggiornare annualmente le qualità e le classi di coltura in catasto senza costi aggiuntivi per i proprietari e conduttori dei terreni agricoli;

  • la revisione e semplificazione del regime fiscale dei terreni agricoli per i pensionati e i soggetti con reddito complessivo modesto che svolgono attività agricole.

4) REDDITI D’IMPRESA

Inoltre, con riferimento ai redditi di impresa, il Decreto legislativo “Revisione del regime impositivo dei redditi (IRPEF e IRES), prevede:

  • l’introduzione di un regime opzionale di tassazione per le imprese in contabilità ordinaria, favorendo la neutralità tra i diversi sistemi di tassazione e allineandolo all’aliquota IRES del 24%;

  • la partecipazione degli utili prelevati dall’imprenditore e distribuiti ai soci alla formazione del reddito complessivo, con scomputo dell’imposta proporzionale dall’imposta personale;

  • che per chi esercita l’opzione, il reddito d’impresa non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini IRPEF ma è soggetto a un’imposta ad aliquota proporzionale. Il reddito concorre successivamente al reddito complessivo quando viene prelevato o distribuito, con scomputo dell’imposta proporzionale;

  • l’imposizione diretta che grava sulle attività di impresa dipende dalla natura del soggetto passivo e dall’organizzazione (persone fisiche, società di persone o di capitali).

5) NOVITÀ PER ALTRI REGIMI FISCALI

Infine, il Decreto legislativo introduce anche delle altre novità su altri tipi di regimi fiscali. Ossia:

  • nel caso del regime forfettario per imprese individuali e lavoratori autonomi con ricavi fino a 85.000 euro annui, viene confermata l’aliquota agevolata del 15%;

  • confermato il regime di contabilità semplificata per imprese minori con ricavi inferiori a 400.000 euro (servizi) o 700.000 euro (beni). Resta, invece, la contabilità ordinaria per imprese sopra specifiche soglie di fatturato o con particolari forme giuridiche, applicando scaglioni e aliquote Irpef o aliquota IRES del 24%;

  • il testo stabilisce che gli utili delle società di persone sono soggetti a IRPEF, mentre quelli delle società di capitali subiscono una tassazione del 43,76% combinata tra IRES e ritenuta sostitutiva;

  • viene confermato che i redditi da attività finanziarie devono essere sottoposti ad un’aliquota del 26%.

DA QUANDO ENTRA IN VIGORE LA NUOVA IRPEF

La riforma IRPEF entra ufficialmente in vigore dal 1° Gennaio 2025, come confermato dalla Legge di Bilancio 2025.

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GUIDA ALLA LEGGE DI BILANCIO E ALLA RIFORMA FISCALE

Mettiamo a vostra disposizione la nostra guida alla riforma fiscale 2025, dove vi spieghiamo cosa prevede e quali sono le novità. Invece, i dettagli sulle prime misure annunciate dal Governo in ambito fiscale li trovate nella nostra guida sulla Legge di Bilancio 2025.

Se volete conoscere l’iter nel dettaglio, vi consigliamo di leggere la guida che spiega che cos’è la Legge di Bilancio, come funziona e a cosa serve.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Per approfondire l’argomento, vi invitiamo a consultare la guida sul Taglio Cuneo fiscale nel 2025 e quella sul Decreto Fiscale 2025.

Potrebbe interessarvi approfondire anche il piano del Governo sul taglio delle tasse per il ceto medio per ora al vaglio.

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Scritto da Federica Petrucci - Coordinatrice editoriale, redattrice, consulente del lavoro ed esperta di previdenza.
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