Secondo un nuovo report di Goldman Sachs Research, a causa dell’utilizzo sempre più diffuso dell’intelligenza artificiale ci sono dei lavori più a rischio di altri, nel breve termine.
Tuttavia, a dire degli esperti, quello che ci attende è una fase di transizione caratterizzata da rischi concreti, ma anche da opportunità di lungo periodo.
Gli economisti Joseph Briggs e Sarah Dong, autori dello studio, prevedono che l’adozione su larga scala dell’AI possa aumentare la produttività del lavoro del 15%, ma al prezzo di una temporanea crescita della disoccupazione di circa 0,5 punti percentuali.
Vediamo nel dettaglio quali sono le figure professionali più esposte.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LAVORI PIÙ A RISCHIO
Il dato forse più interessante del report pubblicato l’8 agosto 2025 da Goldman Sachs Research riguarda la mappa delle professioni più esposte. Non sono i lavori manuali o a bassa qualifica a trovarsi in prima linea, bensì ruoli impiegatizi e professioni intellettuali ripetitive, tradizionalmente considerate al riparo dall’automazione.
Tra le categorie più vulnerabili figurano:
-
Programmatori informatici;
-
Contabili e revisori dei conti;
-
Assistenti legali e amministrativi;
-
Operatori del customer service;
-
Telemarketer;
-
Correttori di bozze e copy editor;
-
Analisti del credito.
Si tratta di attività in cui l’AI è già oggi in grado di replicare con efficacia buona parte delle mansioni, riducendo tempi e costi.
Il rischio di sostituzione tecnologica viene quantificato tra il 6 e il 7% della forza lavoro, ma se consideriamo solo gli utilizzi attuali dell’AI – ancora limitati – la quota scende al 2,5% dei posti di lavoro. In altre parole, nel breve termine l’impatto sarà significativo ma non devastante.
Questa “disoccupazione frizionale” – come viene definita – dovrebbe durare circa due anni: il tempo necessario ai lavoratori per riconvertirsi, formarsi e adattarsi alle nuove esigenze del mercato.
I LAVORI MENO ESPOSTI
Dall’altro lato della bilancia, Goldman Sachs individua una serie di professioni dove il contributo umano rimane cruciale, sia per l’alto livello di responsabilità, sia per la componente empatica o creativa difficilmente replicabile da un algoritmo.
Ecco alcune delle categorie considerate a basso rischio:
-
Controllori del traffico aereo;
-
Amministratori delegati (CEO);
-
Radiologi;
-
Farmacisti;
-
Fotografi.
In questi casi, più che una sostituzione, l’AI potrà giocare un ruolo di supporto, riducendo gli errori, velocizzando alcune fasi operative o offrendo nuovi strumenti, senza però eliminare la necessità del giudizio umano.
Il messaggio del report è chiaro: non si prospetta un futuro senza lavoro, ma un futuro con lavori diversi. La sfida sarà quella di gestire la fase di transizione, investendo nelle competenze richieste dai nuovi ruoli.
ALTRI INTERESSANTI APPROFONDIMENTI
Mettiamo a vostra disposizione l’approfondimento sui lavori che spariranno a causa dell’intelligenza artificiale.
Potrebbe interessarvi sapere anche quali sono i professionisti in intelligenza artificiale e i profili ricercati nelle PA. Ecco invece la classifica con i lavori del futuro, ossia i più richiesti nei prossimi anni, dal 2025 fino al 2030.
In questa sezione trovate le novità sul mondo del lavoro.
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Secondo un nuovo report di Goldman Sachs Research, a causa dell’utilizzo sempre più diffuso dell’intelligenza artificiale ci sono dei lavori più a rischio di altri, nel breve termine.
Tuttavia, a dire degli esperti, quello che ci attende è una fase di transizione caratterizzata da rischi concreti, ma anche da opportunità di lungo periodo.
Gli economisti Joseph Briggs e Sarah Dong, autori dello studio, prevedono che l’adozione su larga scala dell’AI possa aumentare la produttività del lavoro del 15%, ma al prezzo di una temporanea crescita della disoccupazione di circa 0,5 punti percentuali.
Vediamo nel dettaglio quali sono le figure professionali più esposte.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LAVORI PIÙ A RISCHIO
Il dato forse più interessante del report pubblicato l’8 agosto 2025 da Goldman Sachs Research riguarda la mappa delle professioni più esposte. Non sono i lavori manuali o a bassa qualifica a trovarsi in prima linea, bensì ruoli impiegatizi e professioni intellettuali ripetitive, tradizionalmente considerate al riparo dall’automazione.
Tra le categorie più vulnerabili figurano:
-
Programmatori informatici;
-
Contabili e revisori dei conti;
-
Assistenti legali e amministrativi;
-
Operatori del customer service;
-
Telemarketer;
-
Correttori di bozze e copy editor;
-
Analisti del credito.
Si tratta di attività in cui l’AI è già oggi in grado di replicare con efficacia buona parte delle mansioni, riducendo tempi e costi.
Il rischio di sostituzione tecnologica viene quantificato tra il 6 e il 7% della forza lavoro, ma se consideriamo solo gli utilizzi attuali dell’AI – ancora limitati – la quota scende al 2,5% dei posti di lavoro. In altre parole, nel breve termine l’impatto sarà significativo ma non devastante.
Questa “disoccupazione frizionale” – come viene definita – dovrebbe durare circa due anni: il tempo necessario ai lavoratori per riconvertirsi, formarsi e adattarsi alle nuove esigenze del mercato.
I LAVORI MENO ESPOSTI
Dall’altro lato della bilancia, Goldman Sachs individua una serie di professioni dove il contributo umano rimane cruciale, sia per l’alto livello di responsabilità, sia per la componente empatica o creativa difficilmente replicabile da un algoritmo.
Ecco alcune delle categorie considerate a basso rischio:
-
Controllori del traffico aereo;
-
Amministratori delegati (CEO);
-
Radiologi;
-
Farmacisti;
-
Fotografi.
In questi casi, più che una sostituzione, l’AI potrà giocare un ruolo di supporto, riducendo gli errori, velocizzando alcune fasi operative o offrendo nuovi strumenti, senza però eliminare la necessità del giudizio umano.
Il messaggio del report è chiaro: non si prospetta un futuro senza lavoro, ma un futuro con lavori diversi. La sfida sarà quella di gestire la fase di transizione, investendo nelle competenze richieste dai nuovi ruoli.
ALTRI INTERESSANTI APPROFONDIMENTI
Mettiamo a vostra disposizione l’approfondimento sui lavori che spariranno a causa dell’intelligenza artificiale.
Potrebbe interessarvi sapere anche quali sono i professionisti in intelligenza artificiale e i profili ricercati nelle PA. Ecco invece la classifica con i lavori del futuro, ossia i più richiesti nei prossimi anni, dal 2025 fino al 2030.
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