Dirigenti senza concorso pubblico: la proposta del ministro Zangrillo

Arriva la proposta del Ministro Zangrillo di assumere i dirigenti senza concorso nella Pubblica Amministrazione, già dal 2025

Governo, concorsi pubblici, PA
Photo credit: MC Mediastudio / Shutterstock

Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha proposto ancora una volta una riforma che permetterebbe di diventare dirigenti statali senza passare per i concorsi pubblici.

Ma la proposta, che punta all’assunzione nelle PA di queste figure basandosi su valutazioni di competenze e performance, solleva dubbi sulla sua costituzionalità e sta già incontrando qualche resistenza.

In questo articolo spieghiamo cosa prevede la proposta del Ministro Zangrillo di assumere nelle PA dirigenti senza concorso e quali eventuali problematiche comporta.

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DIRIGENTI SENZA CONCORSO, COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI ZANGRILLO

La proposta del Ministro Paolo Zangrillo prevede l’assunzione diretta di dirigenti nelle PA senza concorso.

Ossia, il rappresentante del Governo preme per l’introduzione di un sistema parallelo ai concorsi pubblici, dove l’avanzamento ai ruoli dirigenziali sarebbe basato su valutazioni delle competenze e risultati ottenuti dai dipendenti pubblici.

Questo sistema, secondo il Ministro, mira a premiare il merito e a rendere più flessibile la carriera nella PA, poiché i concorsi pubblici possono “distrarre” gli aspiranti dirigenti, che finiscono per essere più occupati a studiare, che a portare a termine gli obiettivi delle PA che li impiega.

La proposta, che nasce con lo scopo di incentivare maggiormente il raggiungimento dei risultati, potrebbe essere introdotta nella NADEF 2024 2025, ossia nell’aggiornamento del Piano strutturale di bilancio previsto nel Consiglio dei Ministri del 27 Settembre 2024.

Resta da capire, però, come potrà conciliarsi con l’articolo 97 della Costituzione, che stabilisce che:

“Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.

In attesa che i “nodi costituzionali” siano sciolti, scopriamo cosa cambierebbe nelle PA con lo stop ai concorsi pubblici per i dirigenti.

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STOP AI CONCORSI PER DIRIGENTI, COSA POTREBBE CAMBIARE NELLE PA

Se la riforma venisse approvata, in sostanza, i concorsi non sarebbero più l’unica via per diventare dirigenti nella Pubblica Amministrazione.

Il nuovo sistema cioè favorirebbe la mobilità interna e l’assegnazione di incarichi dirigenziali a chi ha dimostrato competenze specifiche e capacità gestionali, incentivando la motivazione e migliorando i servizi pubblici. Almeno, questo secondo l’opinione del Ministro Zangrillo.

Ricordiamo che a oggi, il Decreto Legislativo n. 165 del 2001, l’accesso alla dirigenza pubblica è concesso con due procedure distinte:

  • il concorso pubblico, indetto dalle singole Amministrazioni;

  • il corso – concorso selettivo di formazione bandito e regolato dalla Scuola Superiore della pubblica amministrazione (SNA).

Norme particolari sono previste per il reclutamento dei dirigenti scolastici e per la dirigenza del Servizio Sanitario Nazionale.

Se la riforma di Zangrillo dovesse andare in porto, invece, i dirigenti potrebbero essere assunti anche senza concorso pubblico ma per “chiamata” diretta o mediante mobilità, seppure con specifici criteri che saranno poi determinati con Decreti e regole ad hoc.

Questo cambiamento epocale, però, si scontra con quanto previsto dalla Costituzione Italiana.

IL “NODO” SULL’INCOSTITUZIONALITÀ

Un ostacolo importante alla proposta di assumere dirigenti PA senza concorsi pubblici riguarda l’articolo 97 della Costituzione, che prevede l’accesso agli impieghi pubblici tramite concorso.

Ma, forse una “via d’uscita” c’è. Infatti, l’articolo ammette eccezioni nei casi stabiliti dalla legge, come accade per prefetti e diplomatici, il che potrebbe giustificare l’introduzione del nuovo sistema anche per i dirigenti. La sfida del Governo sarà, quindi, trovare un equilibrio che permetta di estendere questo modello senza violare i principi costituzionali. Vi aggiorneremo su cosa accadrà, per non perdere le notizie iscrivervi alla nostra newsletter gratuita e/o al nostro canale Telegram.

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QUANDO ENTRA IN VIGORE LA PROPOSTA

La proposta è ancora in fase di elaborazione e sarà dettagliata nell’aggiornamento del prossimo Piano strutturale di bilancio, previsto dal Consiglio dei Ministri del 27 Settembre 2024.

Dopo l’eventuale varo del documento, sarà necessaria una legge per renderla effettiva, il che implica che l’entrata in vigore potrebbe avvenire dal 2025, non senza possibili ritardi dovuti a dibattiti politici e costituzionali.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

A proposito di iniziative legislative e proposte al vaglio del Governo, in attesa dalla Legge di Bilancio 2025, vi consigliamo di leggere la nostra guida al DDL Lavoro 2024.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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