Molte più persone di quanto si possa immaginare vivono l’esperienza frustrante di vincere un concorso pubblico e attendere per anni prima di essere assunte.
Questo problema, purtroppo, è più comune di quanto si pensi e interessa tutti i settori della Pubblica Amministrazione. Dalle scuole agli ospedali, dagli enti locali ai ministeri, sono tanti i vincitori di concorsi pubblici che rimangono bloccati in un limbo burocratico, senza sapere quando – o se – saranno effettivamente assunti.
Vincere un concorso dovrebbe rappresentare l’inizio di una nuova fase della propria vita lavorativa, un momento di soddisfazione e di crescita personale e professionale.
La questione è spesso sottovalutata o minimizzata, ma per chi la vive rappresenta un ostacolo concreto al proprio futuro lavorativo e personale.
In questo articolo analizziamo la problematica, vediamo quali sono le cause, spieghiamo i diritti dei vincitori di concorso e cosa si può fare per tutelarsi e anche per essere risarciti.
UN’ATTESA CHE PUO’ DURARE ANNI, QUALI SONO LE CAUSE?
Non è raro che i vincitori di concorsi pubblici attendano mesi o persino anni per essere convocati dall’amministrazione che ha bandito la procedura.
In molti casi, le graduatorie ufficiali vengono pubblicate regolarmente, ma le assunzioni tardano ad arrivare. Alcuni candidati raccontano di aver atteso uno, due, perfino dieci anni prima di ottenere un contratto di lavoro.
Le cause di questi ritardi sono molteplici.
Da un lato, ci sono i vincoli di bilancio che limitano la capacità delle amministrazioni di procedere con le assunzioni. La mancanza di risorse finanziarie porta spesso a posticipare le convocazioni, anche quando i fondi necessari sono stati teoricamente stanziati.
Dall’altro lato, ci sono problemi organizzativi e gestionali: lentezze burocratiche, mancanza di programmazione e, in alcuni casi, una scarsa attenzione verso le esigenze dei vincitori di concorso.
In aggiunta a questi fattori, può entrare in gioco anche una certa mancanza di volontà politica, con ritardi strategici che favoriscono altre priorità amministrative.
Il risultato è che migliaia di persone rimangono sospese in un limbo, senza certezze sul proprio futuro. Per molti, questa situazione significa rinunciare a opportunità lavorative alternative, attendere invano una stabilità economica e affrontare un senso di frustrazione crescente.
I DIRITTI DEI VINCITORI DI CONCORSO
La legge italiana è chiara sul punto: l’assunzione dei vincitori di concorso pubblico è un atto dovuto da parte dell’amministrazione che ha bandito la procedura. Una volta pubblicata la graduatoria, l’ente pubblico è obbligato a procedere con le assunzioni in tempi ragionevoli.
Qualsiasi clausola contenuta nel bando che consenta all’amministrazione di non procedere all’assunzione è considerata nulla ai sensi dell’articolo 1355 del Codice Civile.
Questo significa che i vincitori di concorso hanno il diritto di essere assunti e, in caso di ritardi ingiustificati, possono agire per ottenere non solo l’assunzione immediata, ma anche un risarcimento per i danni subiti.
La giurisprudenza ha riconosciuto che i vincitori di concorso hanno diritto a ricevere le retribuzioni e i benefici che avrebbero percepito se fossero stati assunti tempestivamente. Questo include non solo gli stipendi arretrati, ma anche eventuali danni non patrimoniali, come il disagio e lo stress causati dall’attesa.
UN CASO EMBLEMATICO: IL RITARDO DI 10 ANNI NELL’ASSUNZIONE
Un esempio significativo è rappresentato dalla sentenza n. 8304 del 16 ottobre 2024 del Consiglio di Stato. Il caso riguardava una candidata vincitrice di un concorso pubblico bandito nel 1983, la cui assunzione è avvenuta solo nel 1993, con un ritardo di oltre 10 anni.
L’Amministrazione aveva negato il diritto agli stipendi arretrati, sostenendo che il contratto non avesse effetti retroattivi. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha stabilito che il ritardo era illegittimo, riconoscendo alla vincitrice il risarcimento per tutte le retribuzioni non percepite durante il periodo di attesa.
La sentenza del Consiglio di Stato ha sancito alcuni principi fondamentali:
- l’obbligo dell’amministrazione di assumere i vincitori di concorso entro i termini previsti: l’assunzione è considerata un atto dovuto;
- il diritto al risarcimento del danno in caso di ritardo: il risarcimento comprende le retribuzioni mai percepite, detratto l’aliunde perceptum (cioè quanto eventualmente guadagnato in altro modo dal candidato);
- la nullità di clausole che consentano di non procedere all’assunzione: eventuali riserve contenute nei bandi di concorso sono contrarie alla legge, ai sensi dell’art. 1355 del Codice Civile.
LE CONSEGUENZE DEI RITARDI
I ritardi nell’assunzione non si limitano a causare danni economici, ma hanno anche un impatto significativo sulla vita personale e professionale dei vincitori di concorso.
Per molti, questa situazione rappresenta una perdita di opportunità: bloccati nell’attesa di essere assunti, i candidati rinunciano ad altre offerte di lavoro, sperando che l’amministrazione proceda con la convocazione.
Pianificare il futuro diventa difficile quando non si hanno certezze sul proprio lavoro e sul proprio reddito. Questo può avere un impatto negativo non solo sulla vita personale, ma anche sulla carriera: ritardare l’assunzione significa perdere anni preziosi di esperienza lavorativa, avanzamenti di carriera e contributi pensionistici.
Dal punto di vista professionale, il danno è ancora più evidente. In un mondo del lavoro sempre più competitivo, ogni anno di esperienza conta. Ritardare l’ingresso nel mondo del lavoro pubblico può significare rimanere indietro rispetto ai colleghi e perdere opportunità di crescita e sviluppo.
COME TUTELARSI E FARE RICORSO
In caso di ritardi ingiustificati, è possibile presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).
Questo strumento permette di chiedere l’assunzione immediata e il risarcimento per i danni subiti.
Per intraprendere questa strada, è fondamentale rivolgersi a un avvocato esperto in diritto amministrativo, che possa analizzare la situazione e individuare la strategia più efficace.
Affidarsi a professionisti con un dipartimento specializzato in concorsi pubblici, come lo Studio Legale Leone – Fell & C., non solo aumenta le possibilità di successo, ma garantisce anche una gestione corretta e tempestiva del procedimento.
Per chiedere una prima valutazione della propria situazione, senza impegno, basterà rispondere alle domande presenti in questa pagina.
Si verrà ricontattati telefonicamente e ognuno potrà poi scegliere liberamente se procedere con il ricorso o se non fare nulla.
ALTRE GUIDE E APPROFONDIMENTI
Vi consigliam di leggere la guida su quando è possibile fare ricorso per un concorso pubblico con i motivi più comuni e l’approfondimento su quando è possibile fare ricorso per esclusione dalle prove psico-fisiche nei concorsi militari.
Tutti gli annunci di lavoro pubblicati sono rivolti indistintamente a candidati di entrambi i sessi, nel pieno rispetto della Legge 903/1977.
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