Confermato l’aumento delle pensioni da gennaio 2026.
Grazie al meccanismo di perequazione automatica, infatti, gli importi verranno adeguati al nuovo indice dei prezzi rilevato dall’ISTAT.
La percentuale di adeguamento è già stata fissata ed è pari all’1,4%, ma è provvisoria e non viene applicata a tutti nello stesso modo.
Vediamo allora nel dettaglio come funziona, come cambiano gli importi e come si calcola l’aumento.
A QUANTO CORRISPONDE L’AUMENTO DELLE PENSIONI DA GENNAIO 2026
Per il 2026, l’aumento delle pensioni per adeguarli all’inflazione sarà inizialmente dell’1,4%. Questo aumento però non è uguale per tutti, ma viene riconosciuto in maniera diversa a seconda dell’ammontare della pensione. Nel dettaglio, le pensioni più basse ricevono l’aumento per intero (il 100%), mentre quelle più alte ricevono una percentuale ridotta dell’aumento. Ad esempio, potrebbero ricevere solo il 90% o il 75% dell’1,4% man mano che l’importo del cedolino sale.
Di seguito, una tabella riassuntiva delle aliquote:
| Importi | Percentuale di rivalutazione (dell’1,4%) | Aliquota reale applicata |
| Fino a 4 volte il trattamento minimo | spetta il 100% | 1,40% |
| Oltre 4 e fino a 5 volte il minimo | spetta il 90% di 1,40% | 1,26% |
| Oltre 5 volte il minimo | spetta 75% di 1,40% | 1,05% |
Nota: Il trattamento minimo INPS per il 2025 è stimato intorno ai 616,67 euro. I valori esatti per il 2026 saranno definitivi più avanti con un’apposita circolare INPS. Per restare informati, vi consigliamo di iscrivervi alla nostra newsletter gratuita per ricevere tutti gli aggiornamenti, al canale Whatsapp e al canale Telegram.
COME FUNZIONA LA PEREQUAZIONE DELLE PENSIONI
La perequazione delle pensioni è disciplinata dalla normativa italiana e prevede l’adeguamento annuale degli importi all’andamento dell’inflazione, misurato dall’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) rilevato dall’ISTAT. L’aumento che scatterà dal 1° gennaio 2026 si basa sul tasso di inflazione registrato nell’anno precedente. Quello dell’1,4%, al momento, è un dato provvisorio (visto che il 2025 non si è ancora concluso), ma necessario per procedere con la rivalutazione già a gennaio.
Non è quello definitivo però. Quindi, più avanti, quando si verrà comunicata la percentuale esatta dall’ISTAT, che tiene conto dell’intero anno, ci sarà un conguaglio. Se l’inflazione reale risulta maggiore dell’1,4%, lo Stato verserà la differenza. Se l’inflazione reale sarà minore dell’1,4%, lo Stato effettuerà delle trattenute, recuperando gli importi.
Appena ci saranno novità al riguardo vi faremo sapere. Per restare informati, vi consigliamo di iscrivervi alla nostra newsletter gratuita per ricevere tutti gli aggiornamenti, al canale Whatsapp e al canale Telegram.
SIMULAZIONI: L’IMPATTO SUGLI ASSEGNI
Di seguito, alcune simulazioni basate sull’aliquota provvisoria dell’1,4% e sul trattamento minimo attuale.
| Importo Lordo Mensile (stimato 2026) | Fascia di Rivalutazione (in multipli del TM) | Aliquota Applicata | Aumento Lordo Mensile (stimato) | Nuovo Importo Lordo (stimato) |
| Pensione Minima (ca. 616,67 €) | Fino a 4 volte | 1,40% | ca. 8,63 € | ca. 625,30 € |
| 1.000 € | Fino a 4 volte | 1,40% | 14,00 € | 1.014,00 € |
| 2.500 € | Oltre 4 e fino a 5 volte | 1,26% | 31,50 € | 2.531,50 € |
| 3.500 € | Oltre 5 volte | 1,05% | 36,75 € | 3.536,75 € |
Anche in questo caso, però, si tratta di cifre provvisorie. La tabella serve per dare un’idea sugli aumenti, ma per conoscere quelli effettivi bisognerà attendere la circolare INPS che fissa l’esatto ammontare del trattamento minimo e della rivalutazione nel 2026.
GUIDA AL CEDOLINO PENSIONE DI GENNAIO 2026
Intanto, mettiamo a vostra disposizione il cedolino pensione di gennaio 2026. Sono state comunicate già le date di pagamento che, viste le feste, slittano. Nell’articolo facciamo il punto anche sui conguagli e le trattenute attese.
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