Permesso di soggiorno smart working: le regole per i nomadi digitali

Con il Decreto Sostegni ter arriva il permesso di soggiorno per lo smart working. Ecco le regole sui nomadi digitali di Paesi extraUE che scelgono di lavorare da remoto in Italia

smart working nomade

Arriva il permesso di soggiorno per lo smart working dei “nomadi digitali” o remote worker extraUE che provengono da paesi esteri e scelgono l’Italia come luogo in cui lavorare da remoto.

È stato un emendamento al Decreto Sostegni ter convertito a introdurre per la prima volta nel nostro ordinamento questa tipologia di lavoratori che possono ottenere un permesso di soggiorno della durata di un anno, a condizione di avere un’assicurazione sanitaria che copra ogni eventuale rischio.

Scopriamo insieme come viene definito nel Decreto Sostegni Ter  il nomade digitale o remote worker e quali sono, quindi, le regole sul permesso di soggiorno per chi opera in smart working sul nostro territorio nazionale.

PERMESSO DI SOGGIORNO E SMART WORKING: CHI SONO I NOMADI DIGITALI

Sono considerati nomadi digitali i cittadini di Paesi extraeuropei che lavorano in smart working (o remote working) in Italia, svolgendo un’attività lavorativa altamente qualificata, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici che consentono di lavorare da remoto alternativamente:

  • in via autonoma (come libero professionista, per esempio);

  • come lavoratore dipendente di un’impresa anche con sede al di fuori dello Stato italiano (nuovo comma 1-sexies dell’articolo 27 del Decreto Legislativo 286 del 1998).

PERMESSO DI SOGGIORNO PER I NOMADI DIGITALI: LE NUOVE REGOLE

L’articolo 6-quinquies del Decreto Sostegni Ter convertito in Legge – introdotto nel corso dell’esame al Senato – inserisce i nomadi digitali e lavoratori da remoto dei Paesi non europei tra le categorie di lavoratori stranieri a cui può essere rilasciato il permesso di soggiorno in modo semplificato, ossia al di fuori delle quote previste ogni anno dal decreto flussi. A beneficiare di questa corsia preferenziale sono infatti alcune tipologie di lavoratori altamente specializzati o peculiari per il loro tipo di attività. Il loro ingresso è comunque subordinato al rilascio di un nulla osta al lavoro che deve essere richiesto dal datore di lavoro ai sensi del Regolamento di attuazione del Testo unico immigrazione, Decreto Legislativo n. 286 del 1998.

L’emendamento al Decreto Sostegni ter inserisce all’interno di questa categoria – ed è questa la novità – anche i lavoratori cittadini extraeuropei che svolgano in Italia la propria attività in smart working, i nomadi digitali o remote worker, per l’appunto. Per loro, tuttavia, le regole sono ancora meno stringenti:

  • non è richiesto il nulla osta al lavoro;

  • il permesso di soggiorno, previa acquisizione del visto d’ingresso, è rilasciato per un periodo di un anno, a condizione che il titolare abbia la disponibilità di un’assicurazione sanitaria. Tale assicurazione è per la copertura di tutti i rischi nel territorio nazionale. Il lavoratore deve comunque rispettare le disposizioni di carattere fiscale e contributivo vigenti nell’ordinamento nazionale.

PERMESSO DI SOGGIORNO PER NOMADI DIGITALI: COME OTTENERLO

Il Decreto Sostegni ter convertito in Legge demanda ad apposito Decreto del Ministro dell’interno, da adottare di concerto con il Ministro degli Esteri, con quello del Turismo e con quello del Lavoro la definizione delle modalità e dei requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno ai nomadi digitali. Il provvedimento dovrà essere adottato entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Sostegni Ter.

Il testo definirà le categorie di lavoratori altamente qualificati che possono beneficiare del permesso per lo smart working, i limiti minimi di reddito del richiedente, nonché le modalità dell’attività lavorativa da svolgere.

Alcune note stampa di gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione hanno anche anticipato che probabilmente, in alcuni casi, il permesso di soggiorno per i nomadi digitali o remote workers potrà essere prorogato per un massimo totale di 2 anni. Il permesso, secondo queste indiscrezioni, sarà estendibile a tutta la famiglia. In ogni caso, bisognerà attendere il testo per averne la certezza e sul punto vi terremo aggiornati.

NOMADI DIGITALI, GLI SCENARI FUTURI

Alla regolamentazione della figura del nomade digitale nell’ordinamento italiano, si affiancherà presto un intervento generale di più ampio respiro: la riforma strutturale dello smart working. Basti pensare alla Proposta di legge C. 2908, presentata il 24 febbraio 2021 e ora in esame alla Camera di iniziativa parlamentare, che intende interamente riformare la disciplina: dal riconoscimento del diritto di precedenza al lavoro agile per determinate categorie di lavoratori, alla semplificazione dell’accordo tra lavoratore e datore di lavoro, fino al diritto alla disconnessione. A riguardo vi terremo aggiornati.

IL TESTO DEL DECRETO SOSTEGNI TER IN FASE DI CONVERSIONE IN LEGGE

Per maggiori delucidazioni, vi consigliamo di leggere il testo coordinato (720 kb) del Decreto Sostegni Ter pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 73 del 28 marzo 2022.

AGGIORNAMENTI

Se siete interessati all’argomento smart working vi consigliamo di leggere il nostro approfondimento sulle regole attualmente in vigore. Vi consigliamo anche l’articolo dedicato alle regole e i limiti per chi lavora in Italia con un permesso di soggiorno studio. Per scoprire altre interessanti novità, legislative e non, legate al Covid e al mondo del lavoro vi invitiamo a visitare questa pagina. Se volete restare aggiornati è possibile iscriversi gratis alla nostra newsletter e al nostro canale Telegram, per avere le notizie in anteprima.

di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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