Oggi 15 Novembre 2024 è in corso lo sciopero del personale della scuola.
Docenti, personale ATA ed educativo di tutta Italia hanno potuto scegliere di aderire allo sciopero per protestare contro la precarietà nel mondo della scuola e i tagli al personale previsti dalla Legge di Bilancio 2025.
La manifestazione è stata indetta da ANIEF, l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori.
In questo articolo vi spieghiamo quali sono i motivi dello sciopero della scuola del 15 Novembre 2024, chi partecipa e perché.
SCIOPERO 15 NOVEMBRE 2024
Lo sciopero della scuola di venerdì 15 Novembre 2024 è previsto per l’intera giornata.
La protesta indetta da ANIEF coinvolge docenti, personale ATA ed educativo di tutta Italia.
In seconda battuta, come annunciato da numerosi collettivi e associazioni, anche gli studenti si sono uniti allo sciopero con il contestuale “No Meloni Day“.
PERCHÉ IL PERSONALE DELLA SCUOLA SI FERMA IL 15 NOVEMBRE 2024
Lo scopo dello sciopero del mondo della scuola è quello di richiamare l’attenzione del Governo su delle proposte di modifica alla Legge di Bilancio 2025. In particolare, quello che viene richiesto è di rivedere i punti inseriti in Manovra e relativi a:
- il taglio di circa 8.000 posti di personale ATA;
- il blocco del turn-over previsto dalla Manovra, illustrato in questo articolo, che colpisce il 70% del personale ATA, incrementa il divario generazionale e penalizza il sistema pensionistico, aggravando le problematiche del settore.
Inoltre, il sindacato protesta contro l’abuso dei contratti a termine nel settore scolastico e richiama al rispetto della Direttiva europea 70/99 che impone invece la stabilizzazione dei precari dopo 36 mesi di supplenze.
Il persistere di un alto tasso di precarietà nel personale scolastico, infatti, sta anche causando discriminazione giuridica ed economica per i lavoratori precari, rispetto a quelli di ruolo.
Dunque, alla luce delle denunce fatte, cosa chiede ANIEF al Governo? Scopriamolo insieme.
LE RICHIESTE DI ANIEF
ANIEF con lo sciopero di oggi pone sul tavolo delle trattative con il Governo diverse richieste, spiegate in questa nota stampa. Le principali sono:
- lo stop all’abuso dei contratti a termine e l’assunzione stabile dei precari dopo 36 mesi di supplenze, come previsto dalla Direttiva europea 70/99, ignorata dallo Stato italiano;
- la revisione del sistema di reclutamento, con il conseguente inserimento in ruolo su tutti i posti disponibili, eliminando la pratica di lasciare molti posti in sospeso;
- la stabilizzazione degli idonei dei concorsi. Ovvero, l’assunzione degli idonei del concorso ordinario docenti 2020 e il personale ATA. Ma anche l’assunzione dei candidati che hanno superato altri concorsi, compreso quello del PNRR;
- il trasferimento dei posti nell’organico di diritto. Cioè, ANIEF chiede di trasformare i posti temporanei e aggiuntivi (ossia quelli dell’organico di fatto o in deroga) in posti stabili (organico di diritto). Così facendo, si garantirebbe stabilità al personale che ricopre questi ruoli, eliminando la necessità di rinnovare ogni anno le supplenze, migliorando la continuità didattica;
- l’attuazione del doppio canale di reclutamento. Ovvero, la stabilizzazione dei precari nelle GaE e GPS, valorizzando l’esperienza accumulata nel tempo;
- la parità di trattamento tra precari e personale di ruolo. Cioè, si chiede l’eliminazione della discriminazione economica e giuridica tra i lavoratori a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato.
Queste richieste mirano a ridurre la precarietà e a garantire continuità didattica nelle scuole. Inoltre, puntano alla stabilizzazione dei lavoratori che da anni occupano posizioni non stabili nel settore scolastico.
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