Aumenti stipendi Dirigenti pubblici del 3,78%, nuovo contratto

Firmata l’intesa sull’ipotesi di accordo CCNL per i dirigenti pubblici. Previsti aumenti sugli stipendi e nuove tutele

lavoro pubblico, assunzioni, pubblica amministrazione, dipendenti

Arrivano aumenti sugli stipendi dei dirigenti pubblici, grazie alla nuova ipotesi di accordo sul CCNL area funzioni centrali siglato da ARAN, Governo e parti sociali.

Il contratto prevede un rialzo medio del 3,78%, parte del quale è destinato a retribuzione di risultato, nonché la possibilità per le PA di riconoscere ulteriori incrementi fino allo 0,22%. Gli aumenti potranno arrivare fino a circa 390 euro lordi mensili.

In questo articolo vi spieghiamo cosa prevede la nuova ipotesi di accordo sul CCNL area funzioni centrali circa gli aumenti stipendi per i dirigenti pubblici e le nuove tutele per i lavoratori.

AUMENTI STIPENDI DIRIGENTI PUBBLICI NEL NUOVO CCNL

In arrivo nuovi aumenti sugli stipendi dei dirigenti pubblici. ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e Organizzazioni e Confederazioni sindacali rappresentative hanno firmato, in data 25 maggio 2023, l’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area dirigenziale delle Funzioni Centrali, per il triennio 2019-2021. A illustrare i contenuti del testo è questa nota stampa del Ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. Vediamo nel dettaglio quali sono le novità del nuovo CCNL, ma in particolare, a chi si rivolgono, a quanto ammontano e come funzionano gli aumenti previsti.

A CHI SI RIVOLGONO

L’accordo riguarda circa 6.200 tra dirigenti pubblici e professionisti delle Amministrazioni centrali (ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici), che vedono rinnovato così il proprio contratto collettivo di lavoro. Nel campo di applicazione sono compresi anche i dirigenti sanitari del Ministero della Salute, dell’AIFA e i professionisti medici degli enti previdenziali.

A QUANTO AMMONTANO GLI AUMENTI STIPENDI

Il nuovo contratto consente di riconoscere aumenti medi del 3,78%, parte dei quali sono stati destinati a retribuzione di risultato. Le Amministrazioni potranno inoltre, riconoscere ulteriori incrementi fino allo 0,22% del monte salari con destinazione vincolata a retribuzione di risultato.

L’ipotesi d’intesa CCNL prevede incrementi che potranno arrivare fino a 390 euro lordi mensili (per i dirigenti dell’ENAC), a 340 euro per i dirigenti di prima fascia dei ministeri, delle agenzie fiscali e dell’INPS o fino ai 195 euro lordi mensili, per i dirigenti di 2° fascia.

A questi soldi si somma la remunerazione di risultato. Ossia, chi raggiunge gli obiettivi del PNRR dovrebbe prendere il 30% in più della media degli altri.

Secondo i dati ARAN, nel 2021 la retribuzione complessiva media annua lorda degli impiegati della PA (ministeri, agenzie fiscali, funzioni locali) è stata pari a 31.766 euro, contro una media nazionale per la stessa categoria nel privato pari a 30.836 euro.

COME FUNZIONANO GLI AUMENTI STIPENDI DIRIGENTI PUBBLICI

Gli aumenti agli stipendi dei dirigenti PA si basano sulla graduazione della retribuzione accessoria, che dovrà considerare non soltanto i risultati conseguiti, ma anche la natura più o meno sfidante degli obiettivi fissati. L’ipotesi di CCNL differenzia, inoltre, la retribuzione di risultato riconoscendo in modo selettivo retribuzioni significativamente più elevate. Lo scopo è imprimere una forte accelerazione al percorso di valorizzazione dei risultati raggiunti da dirigenti e professionisti, perché una organizzazione che funziona, deve essere attrattiva verso i talenti, non può rinunciare a riconoscere e a premiare il merito.

QUANDO ARRIVERANNO GLI AUMENTI

L’accordo firmato il 25 maggio 2023 diventerà efficace dopo la sua sottoscrizione definitiva, a conclusione dell’iter di verifica e controllo della sua compatibilità economica e finanziaria, come previsto dalla normativa vigente. Potrebbero volerci circa due anni per ricevere gli aumenti in busta paga.

ALTRE NOVITÀ DEL NUOVO CCNL

Oltre all’aumento stipendi per i dirigenti pubblici, l’ipotesi di CCNL prevede anche altre novità per i lavoratori del comparto PA interessati. Ovvero:

  • dal punto di vista delle regole sul rapporto di lavoro, le parti hanno disciplinato anche per il personale dirigente e per i professionisti l’istituto del lavoro agile (o smart working) che vi spieghiamo in questo focus, adeguando di conseguenza anche il sistema delle relazioni sindacali;

  • viene introdotta anche la figura del mentor, un dirigente o professionista esperto che viene chiamato, su base volontaria, ad affiancare il personale neoassunto durante i primi mesi di servizio;

  • sono stati rivisitati alcuni istituti normo-economici previsti dal precedente CCNL come, ad esempio, la tutela nei confronti del personale affetto da gravi patologie che richiedono terapie salvavita.

IL TESTO DELL’IPOTESI CCNL AREA DIRIGENZIALE FUNZIONI CENTRALI

Per maggiori dettagli mettiamo a vostra disposizione anche il testo dell’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area dirigenziale delle Funzioni Centrali, per il triennio 2019-2021 (Pdf 783 Kb). Vi aggiorneremo non appena sarà siglato il testo definitivo.

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi invitiamo a leggere anche altre novità sulla PA per l’accesso ai concorsi pubblici introdotte dal Decreto PA 2023 convertito in legge, illustrate in questo focus.

Per tutte le informazioni sulle assunzioni nelle Pubbliche Amministrazioni potete visitare la nostra sezione dedicata ai concorsi pubblici aperti. È disponibile anche la nostra pagina riservata ai prossimi concorsi in uscita che offre anticipazioni sui bandi che usciranno nei prossimi mesi.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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