Dati UPB su Assegno Unico figli 2022: chi ci perde e chi guadagna

Disponibili i dati dell’Ufficio parlamentare di bilancio sull’Assegno unico figli. Ecco quali sono gli importi medi riconosciuti e quali sono le famiglie più e meno avvantaggiate

L’UPB, l’Ufficio parlamentare di bilancio, ha pubblicato i dati sull’assegno unico disegnando un quadro dettagliato della misura appena entrata in vigore.

Tra gli altri aspetti rilevanti dell’analisi emerge che circa il 77% delle famiglie beneficiarie risulta avvantaggiata dal nuovo assegno, rispetto ai sussidi precedenti, e ciò si traduce in un incremento medio del reddito disponibile familiare di circa il 3%.

Andiamo quindi a vedere cosa emerge dallo studio UPB sull’Assegno unico e, basandoci sui dati raccolti, scopriamo chi ha ottenuto i maggiori benefici da questo strumento, chi ci perde e chi ci guadagna.

I DATI UPB SULL’ASSEGNO UNICO

Dal 1° marzo 2022 è diventato operativo l’Assegno Unico Universale per il sostegno delle famiglie con figli, che va a sostituirsi ai vecchi Assegni familiari, le detrazioni per figli a carico e altri interventi minori. È “universale” perché spetta a tutte le famiglie con figli indipendentemente dal tipo e dal livello di reddito e non è più limitato ai soli lavoratori dipendenti.

A un mese dalle prime erogazioni del beneficio, l’Ufficio parlamentare di bilancio ha analizzato la sua incidenza e diffusione media. Del resto, l’Assegno Unico non è uniforme e l’importo varia in funzione della condizione economica della famiglia, a differenza degli istituti soppressi, per cui l’ammontare cambiava in funzione del reddito familiare (gli Assegni familiari) o individuale (le detrazioni fiscali). L’Assegno Unico è solo “modulato” in funzione dell’ISEE, l’indicatore utilizzato in Italia per accedere alle prestazioni sociali, che non costituisce però nessuna soglia di accesso.

Ora vediamo nel dettaglio il quadro attuale relativo all’Assegno Unico in base ai dati raccolti dall’UPB, con tutti i numeri e gli esempi a confronto per capire l’impatto reale di questa misura.

TUTTI I NUMERI DELL’ASSEGNO UNICO

Innanzitutto, iniziamo subito dai dati più importanti riportati dall’UPB. Nello specifico, i numeri relativi all’Assegno unico, che sono:

  • 18,2 miliardi di euro di costo complessivo della misura;

  • 2.518 euro di assegno medio per famiglia;

  • 1.642 euro di assegno medio per figlio;

  • +672 euro di vantaggio medio per figlio;

  • 7,3 milioni di famiglie beneficiarie;

  • 11,2 milioni di figli coinvolti;

  • 8,6 milioni di figli avvantaggiati, con un vantaggio superiore allo 0,5% del reddito familiare;

  • 5,4 milioni di figli precedentemente esclusi da Assegni familiari o da detrazioni fiscali.

Dati UPB, numeri Assegno Unico figli

UPB, L’ASSEGNO UNICO AUMENTA IL REDDITO DELLE FAMIGLIE

Il primo dato che salta all’occhio è quello che vede un aumento netto dei “trasferimenti” (somme riconosciute a titolo di sussidio) per circa il 77% dei figli che hanno diritto al benefit. L’assegno, infatti, ammonta in media a 672 euro e ciò si traduce in un incremento medio del reddito disponibile familiare dei beneficiari di circa il 3%. La misura, del valore lordo di 18,2 miliardi, al netto della soppressione degli assegni familiari (ANF), delle detrazioni per figli a carico (DF) e di altri istituti di importo minore la riforma distribuisce circa 6,8 miliardi di risorse aggiuntive alle famiglie con figli a carico. Se non avete ancora presentato domanda e volete sapere il valore dell’assegno unico per la vostra famiglia, vi consigliamo di consultare il simulatore di calcolo accessibile da questo approfondimento.

CHI HA AVUTO MAGGIORI VANTAGGI CON L’ASSEGNO UNICO

L’Assegno unico è uno strumento universale che ha apportato ovviamente maggior vantaggio alle famiglie che nel regime previgente non potevano fruire né degli assegni familiari (ANF) né detrazioni per figli a carico (DF), pensiamo ad esempio agli autonomi e agli incapienti.

Inoltre dai dati UPB si nota anche che la riforma comporta vantaggi più elevati per le famiglie numerose. Questo perché, in buona sostanza, l’Assegno unico si riduce più lentamente al crescere del reddito rispetto agli assegni familiari. Il beneficio medio, per figlio, è infatti di 1.200 euro – di guadagno in più rispetto a prima – e maggiori benefici per i lavoratori dipendenti si manifestano per livelli di ISEE superiori a 12.000 euro.

CONFRONTO TRA ASSEGNO UNICO, ASSEGNI FAMILIARI E DETRAZIONI FISCALI PER DIPENDENTI E AUTONOMI

Analizziamo con un grafico cosa cambia con l’introduzione dell’assegno unico partendo dall’esempio di una famiglia con un figlio minore, monoreddito e senza patrimonio ISEE, considerando il caso del lavoratore autonomo e del lavoratore dipendente.

Confronto tra assegno unico, assegni familiari e detrazioni fiscali per dipendenti e autonomi

Per una famiglia monoreddito con un figlio a carico senza patrimonio rilevante ai fini ISEE, se il capofamiglia è un lavoratore autonomo, il vantaggio è la differenza tra la riga rossa e quella grigia. Per le famiglie incapienti (reddito imponibile fino a 4.800 euro) è ovviamente pari all’Assegno unico (2.100 euro). Per le altre è massimo (1.400 euro circa) in corrispondenza di 15.000 euro di ISEE (reddito imponibile 23.500 euro).

Se invece il capofamiglia è un lavoratore dipendente il vantaggio è la differenza tra la riga rossa e l’area in blu (somma di Assegni familiari e detrazioni). Il vantaggio massimo è di circa 930 euro, sempre a 15.000 euro di ISEE (reddito imponibile 33.600 euro*). Questo dipende dalla minore selettività dell’Assegno unico rispetto ai precedenti strumenti di sostegno. L’Assegno unico infatti è pari al suo livello massimo fino a 15.000 euro di ISEE, mentre gli Assegni familiari sono già ridotti a circa un terzo del loro valore massimo, e le detrazioni a circa due terzi. La clausola di salvaguardia integra, pienamente nel 2022 e parzialmente nel biennio 2023 – 2024 l’importo dell’Assegno unico se è inferiore ai benefici precedenti.

* Le soglie di reddito per dipendente e autonomi sono differenti perché nell’ISEE il reddito da dipendente è considerato al netto di una franchigia e il reddito da autonomo al lordo dei contributi previdenziali

IMPORTO MEDIO ED ESEMPI PER CAPIRE VANTAGGI E SVANTAGGI

L’importo medio dell’assegno per famiglia, contando tutti i componenti e le loro caratteristiche, è pari a 2.518 euro con 1.642 euro di assegno medio per figlio. Come accennato, poi, la misura comporta vantaggi più elevati per le famiglie numerose ed infatti:

  • un nucleo monoreddito con capofamiglia lavoratore dipendente con quattro figli e 15.000 euro di ISEE riceve circa 1.700 euro in più a figlio rispetto alla situazione previgente;

  • il vantaggio per figlio scende rispettivamente a 1.250, 1.100 e 1.000 euro per famiglie con tre, due e un figlio;

  • le famiglie che non beneficiavano (o beneficiavano solo in parte) degli istituti pre-esistenti poi, godono in media di un vantaggio per figlio più che doppio (+1.237 euro) rispetto ai nuclei già titolari (+ 598 euro). Nel complesso circa il 20% delle risorse distribuite è in sostegno ai nuclei che non beneficiavano di alcuna forma di sostegno, circa l’11% delle famiglie totali;

  • il vantaggio medio per figlio più alto si riscontra per le famiglie con più di tre figli, ed è pari a circa 1.190 euro. Solo il 5% delle famiglie di questo gruppo non ricevono benefici positivi dalla riforma;

  • il vantaggio medio per figlio diminuisce per le famiglie meno numerose, fino a raggiungere il livello minimo di 535 euro per i nuclei con un solo figlio. Si tratta del gruppo di famiglie con la più bassa incidenza di avvantaggiati (65,8 %). Questi rappresentano il 34,4 % dei nuclei coinvolti e ricevono il 26,4 % delle risorse complessive.

  • oltre la metà delle risorse è assorbita dai nuclei con due figli, che ricevono un beneficio medio di 690 euro circa. Se volete conoscere tutte le detrazioni previste con l’assegno unico, vi consigliamo di leggere questo articolo.
Dati UPB Assegno Unico figli, vantaggio medio per numero di figli
Esempio di famiglie monoreddito da lavoro dipendente e senza patrimonio ISEE, con figli da 1 a 4

GLI SVANTAGGI PER LE FAMIGLIE CON PATRIMONIO ALTO

Trova conferma anche l’importanza del ruolo del patrimonio familiare (patrimonio finanziario e patrimonio immobiliare) nella determinazione dei benefici di questa tipologia. Per l’Assegno Unico i nuclei familiari con patrimonio rilevante ai fini ISEE rappresentano il gruppo di famiglie con il minor vantaggio medio per figlio seppur costituiscono oltre il 70% della platea coinvolta dalla riforma e assorbono circa il 60% del totale delle maggiori risorse distribuite. Coloro che detengono un patrimonio rilevante ricevono circa 615 euro, contro i 762 euro delle famiglie in locazione e gli 846 euro delle altre famiglie senza alcun bene patrimoniale. Quindi le famiglie che possiedono una casa e hanno un patrimonio alto sono sicuramente svantaggiate per quanto riguarda l’importo dell’assegno unico rispetto alle famiglie in affitto o prive di patrimonio rilevante.

Vediamo nel grafico l’esempio si famiglie con un figlio, monoreddito da lavoro dipendente, con differente patrimonio ai fini ISEE.

Dati Assegno Unico e Patrimonio familiare
RIGA BLU: Patrimonio nullo, RIGA ROSSA: rendita catastale abitazione principale di 1.000 euro e 20.000 euro di patrimonio finanziario

A parità di altre condizioni l’Assegno unico universale si riduce al crescere del patrimonio familiare eccedente le franchigie previste nell’ISEE. Considerando il caso di una famiglia monoreddito da lavoro dipendente e un figlio a carico, con rendita catastale di 1.000 euro dell’abitazione principale e 20.000 euro di attività finanziarie, l’Assegno unico comincia a scendere in corrispondenza di un reddito familiare (16.200 euro) inferiore rispetto al caso in cui il patrimonio ai fini ISEE è nullo (33.600 euro) . In questo caso la presenza di patrimonio comporterebbe una riduzione dell’Assegno unico fino a circa 500 euro.

QUANTO INCIDE SUL REDDITO L’ASSEGNO UNICO

Nel 2022 oltre alla riforma che ha portato l’introduzione dell’assegno unico familiare, è entrata in vigore la riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). Questo intervento ridisegna il profilo della progressività del prelievo attraverso la revisione delle aliquote, degli scaglioni e delle detrazioni d’imposta specifiche per tipologie di reddito. L’UPB ha effettuato una valutazione dell’impatto redistributivo congiunto delle due riforme.

Dati Assegno Unico e Irpef
Assegno unico e IRPEF, beneficio medio assoluto e in rapporto al reddito

I maggiori benefici per i decili di reddito più bassi derivanti dall’estensione dell’Assegno Unico ad autonomi e incapienti sono superati dalla somma degli effetti della riforma Irpef (maggiore sui decili più elevati) e dalla rimodulazione degli assegni per i titolari di Assegni familiari e detrazioni (maggiore sui decili centrali). Da notare però che per il 10% più ricco delle famiglie solo il 5% del beneficio complessivo è imputabile all’Assegno Unico. La riforma Irpef sostanzialmente non coinvolge i primi due decili, generalmente incapienti.

In termini di incidenza sul reddito, il complesso degli interventi appare nettamente progressivo. Tale effetto è quasi esclusivamente legato all’estensione dei trasferimenti per figli a coloro che non beneficiavano di ANF e DF, dato che l’impatto della revisione dell’IRPEF risulta tendenzialmente neutrale.

I LIMITI DEL SISTEMA DI CALCOLO DELL’ASSEGNO UNICO

Un altro elemento di non poco conto che ha influenzato i dati registrati dall’UPB è il metodo di calcolo dei benefici per figli a carico che, infatti, è passato dal reddito (familiare per gli ANF e individuale per le DF) all’ISEE. Tra gli effetti principali si segnala, come anticipato, l’influenza del patrimonio familiare nella determinazione del livello della misura. A parità di altre condizioni, infatti, l’Assegno Unico si riduce – fino al suo livello minimo – all’aumentare del patrimonio familiare, se eccedente le franchigie previste nel calcolo dell’ISEE. Il peso relativamente elevato della componente patrimoniale nell’ISEE potrebbe non riflettere le effettive differenze nella condizione economica della famiglia.

Il calcolo potrebbe far emergere anche nuove problematiche legate, ad esempio, non solo ai possibili disincentivi al risparmio, ma soprattutto alle ampie distorsioni presenti nell’attuale struttura delle rendite catastali. Si può stimare che a parità di tutte le altre condizioni, due famiglie che si differenziano per un solo euro di rendita catastale percepirebbero assegni unici che differiscono di 65 centesimi l’uno dall’altro.

LA METODOLOGIA DEL REPORT UPB

L’analisi dell’UDP è stata fatta con l’ausilio del modello di microsimulazione tax-benefit in modo da estende lo studio all’intera popolazione. Nel focus, che potete leggere in questa pagina in versione integrale, si illustrano gli effetti redistributivi derivanti dall’introduzione dell’Assegno unico in modo dettagliato. L’UPB mette anche a disposizione un’infografica che potete consultare per conoscere nel dettaglio la misura.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Se volete conoscere tutti i dettagli sull’assegno unico figli, vi consigliamo di leggere la nostra guida e se vi resta ancora qualche dubbio potete leggere le risposte alle domande principali sull’assegno unico in questo articolo. Per conoscere altri aiuti e agevolazioni disponibili per famiglie e lavoratori potete visitare la nostra sezione dedicata agli aiuti alle persone. Se volete restare aggiornati è possibile iscriversi gratis alla nostra newsletter e al nostro canale Telegram, per avere le notizie in anteprima.

di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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