Si sta parlando molto in questi giorni dell’insegnante sospeso per 3 mesi con una decurtazione del 50% dello stipendio, per via di alcune sui critiche nei confronti del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
La vicenda ha suscitato per ovvi motivi forti reazioni e critiche, tanto che la FLC CGIL ha deciso di lanciare una petizione per cambiare il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, contestando le norme che limitano la libertà di espressione dei lavoratori.
In questo articolo facciamo il punto su quello che è successo, riassumiamo il caso e i suoi risvolti e vediamo nel dettaglio cosa prevede la petizione lanciata.
IL CASO DELL’INSEGNANTE SOSPESO PER 3 MESI CON DECURTAZIONE DELLO STIPENDIO
Christian Raimo, insegnante e scrittore, è stato sospeso per 3 mesi dall’insegnamento con una decurtazione del 50% dello stipendio, a seguito di alcune sue critiche nei confronti del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, emerse durante un dibattito pubblico, partecipando alla festa nazionale di Avs.
Per questo motivo, nei confronti di Raimo è stato adottato un provvedimento disciplinare, emesso dall’Ufficio Scolastico Regionale (USR) del Lazio. In particolare, la sua affermazione, in cui paragonava Valditara alla “Morte Nera” di Star Wars e lo definiva un “bersaglio debole da colpire”, è stata ritenuta una violazione del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (il DPR n. 62 del 16 aprile 2013 così come modificato dal DPR 81/2023, che vieta agli impiegati pubblici di danneggiare l’immagine delle istituzioni.
Il provvedimento disciplinare non è passato inosservato. Gli studenti del liceo Archimede, dove Raimo insegna, hanno immediatamente mobilitato la scuola in suo sostegno, affiggendo uno striscione all’ingresso dell’istituto con scritto: “Tre mesi di sospensione per un’opinione”. Inoltre, gli stessi hanno convocato un’assemblea per discutere con i dirigenti scolastici della situazione, mostrando così il proprio dissenso nei confronti di quella che ritengono essere una restrizione alla libertà di espressione.
COSA PREVEDE LA PETIZIONE FLC CGIL
Il caso di Raimo ha suscitato reazioni anche nel mondo sindacale, per questo motivo la Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL (FLC CGIL) ha lanciato una petizione per cambiare il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, criticando le disposizioni dell’articolo 11 ter del DPR 81/2023, ovvero:
art. 11 -ter – (Utilizzo dei mezzi di informazione e dei social media): Nell’utilizzo dei propri account di social media, il dipendente utilizza ogni cautela affinchè le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza.
Secondo il sindacato, questa norma limita gravemente la libertà di espressione dei dipendenti pubblici, esponendoli a rischi di interpretazioni arbitrarie da parte delle autorità preposte al controllo.
La FLC CGIL ha dichiarato che l’applicazione di tale norma mina i principi fondamentali di una democrazia solida e invita a rivedere il Codice per garantire una piena libertà di manifestare il proprio pensiero senza rischiare sanzioni disciplinari ingiustificate.
Per questo motivo, la petizione lanciata dalla FLC CGIL, accessibile online da questa pagina, ha l’obiettivo di sensibilizzare cittadini, lavoratori e professionisti sulla necessità di garantire un ambiente di lavoro pubblico dove il dissenso possa essere espresso liberamente, senza timore di rappresaglie.
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