Nell’ambito della programmazione degli organici docenti per l’anno scolastico 2025 – 2026, il Ministero dell’istruzione ha presentato alle organizzazioni sindacali la bozza del Decreto per le classi in deroga.
In totale sono 6.566 i posti previsti.
Vediamo nel dettaglio tutte le novità del nuovo Decreto presentato dal Ministero e qual è stata la reazione dei sindacati.
COSA PREVEDE IL DECRETO SUGLI ORGANICI DOCENTI 2025 2026 PER LE CLASSI IN DEROGA
Nella giornata di martedì 28 aprile il Ministero ha incontrato i sindacati della scuola per illustrare la bozza di Decreto interministeriale che stabilisce il limite massimo dell’organico del personale docente da destinare alle classi costituite in deroga.
Per l’anno scolastico 2025/2026, il numero totale di posti destinati alle classi in deroga è pari a 6.566, ovvero 161 in meno rispetto all’anno scolastico 2024/2025 (quando erano 6.727). Questo numero corrisponde, se rapportato alla scuola secondaria di secondo grado, a circa 3.397 classi, a fronte delle 3.478 classi previste nell’anno precedente.
Il provvedimento si basa sull’applicazione della Legge di Bilancio 2022, che consente la formazione di gruppi – classe con un numero contenuto di studenti in istituti situati in territori con particolari criticità.
Le deroghe previste dal decreto rispondono all’esigenza di garantire un accesso equo all’istruzione nelle scuole che presentano elevati tassi di dispersione scolastica, spopolamento o disagio sociale ed economico.
CRITERI DI ASSEGNAZIONE E DESTINAZIONE DELLE DEROGHE
Le classi in deroga possono essere istituite nei seguenti contesti:
- Comuni montani o piccole isole;
- Aree caratterizzate da difficili condizioni orografiche;
- Scuole con elevati indici di disagio sociale, economico e culturale;
- Situazioni emergenziali specifiche.
Il contingente viene calcolato annualmente sulla base dei dati ISTAT e delle rilevazioni INVALSI. La dotazione organica è assegnata agli Uffici Scolastici Regionali (USR), i quali provvedono alla distribuzione tra le scuole primarie e secondarie di I e II grado, sulla base di almeno uno dei quattro indicatori di disagio individuati.
Inoltre, il Decreto illustrato dal Ministero prevede espressamente la possibilità di istituire classi in deroga anche nella scuola secondaria di secondo grado per le classi prime dei nuovi percorsi liceali e per le sperimentazioni dell’offerta formativa tecnologico-professionale.
DISTRIBUZIONE REGIONALE DEI POSTI
I posti per gli organici dei docenti 2025/2026 per le classi in deroga sono così distribuiti a livello regionale:
- Abruzzo: 223 posti;
- Basilicata: 74 posti;
- Calabria: 198 posti;
- Campania: 471 posti;
- Emilia Romagna: 719 posti;
- Friuli Venezia Giulia: 124 posti;
- Lazio: 446 posti;
- Liguria: 595 posti;
- Lombardia: 520 posti;
- Marche: 570 posti;
- Molise: 124 posti;
- Piemonte: 322 posti;
- Puglia: 421 posti;
- Sardegna: 25 posti;
- Sicilia: 297 posti;
- Toscana: 471 posti;
- Umbria: 322 posti;
- Veneto: 644 posti.
Totale: 6.566 posti.
LA POSIZIONE DEI SINDACATI
Le organizzazioni sindacali hanno espresso forti perplessità in merito alla bozza di Decreto sulle classi in deroga, sottolineando la necessità di un cambio di prospettiva nel modo in cui viene gestita la questione dell’organico docente.
La UIL Scuola RUA ha ricordato come, rispetto al primo anno di attuazione della misura (2022/2023), si sia verificata una riduzione di oltre 2.000 posti, ribadendo che non si tratta di un incremento di risorse, ma di una riallocazione interna di quelle già disponibili, che non risponde alle esigenze reali dei territori maggiormente segnati dalla presenza di alunni in condizione di svantaggio.
Secondo il sindacato, l’attuale sistema favorisce invece le aree caratterizzate da un calo demografico, senza offrire una soluzione strutturale al problema del sovraffollamento delle classi, denunciando la presenza di quasi 6.000 classi nella secondaria di secondo grado con 28 o più alunni. La proposta è quella di trasformare la denatalità in un’opportunità per una didattica più personalizzata e un rafforzamento del tempo scuola, soprattutto nella primaria.
Anche la Flc Cgil ha evidenziato come, nel corso degli anni, la finalità originaria dei posti in deroga si sia progressivamente diluita, inglobando molteplici obiettivi (come Agenda Sud, il sostegno alle aree interne e alle minoranze linguistiche), ma senza un reale incremento di risorse. L’impressione, secondo il sindacato, è quella di un’operazione politica a costo zero, che maschera l’assenza di investimenti significativi nel sistema scolastico, contribuendo così al suo progressivo impoverimento.
Dal canto suo il sindacato Anief ha sollevato interrogativi sull’effettiva efficacia della norma nell’arginare la dispersione scolastica, in particolare alla luce degli ingenti investimenti PNRR destinati a tale scopo. Il sindacato ha chiesto una revisione legislativa complessiva dei parametri per la formazione delle classi, proponendo un tetto massimo di 20 alunni per classe, misura che garantirebbe maggiore sicurezza, qualità dell’insegnamento e una più efficace prevenzione della dispersione scolastica.
Si attende ora l’emanazione del Decreto Interministeriale con la definizione degli organici dei docenti per le classi in deroga. Su questo noi vi aggiorneremo.
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