Global minimum tax in Italia 2025: cos’è, come funziona, Decreto attuativo

Tutti i dettagli sulla Global Minimum Tax. Ecco cos’è, cosa prevede, come funziona e quali sono le novità valide in Italia nel 2025

Global minimum tax

La Global Minimum Tax è unimposta minima al 15% promossa dai Paesi dell’OCSE, G20 e dell’Unione Europea.

Sono tenuti a pagarla i gruppi multinazionali o nazionali operanti in questi territori e che abbiano generato ricavi consolidati pari o superiori a 750 milioni di euro, in almeno due dei quattro esercizi precedenti.

In questo articolo vi spieghiamo nel dettaglio quali sono le regole e quali sono le novità valide in Italia per le imprese soggette a questa imposta.

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COS’È LA GLOBAL MINIMUM TAX

La Global Minimum Tax è una tassa minima globale per le aziende in possesso di specifici requisiti e che operano nei Paesi dell’OCSE, G20 e dell’Unione Europea.

Si tratta cioè di un’imposta minima del 15% applicata a livello globale sugli utili delle multinazionali con un fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro. È stata introdotta per contrastare l’evasione fiscale e la concorrenza sleale tra Paesi che offrono regimi fiscali vantaggiosi alle grandi aziende.

COME FUNZIONA

In base a quanto previsto dalla Direttiva (UE) 2022/2523, che segue le linee guida dell’OCSE, se una multinazionale paga meno del 15% di tasse in un Paese a bassa imposizione fiscale, lo Stato in cui ha la sede principale può imporre Global Minimum Tax come una tassa aggiuntiva per compensare la differenza.

A livello globale, mira a recuperare tasse dalle multinazionali e prevenire il dumping fiscale. Ovvero, con il termine “dumping fiscale” si fa riferimento a quella pratica che vede alcuni Paesi offrire condizioni fiscali più favorevoli rispetto ad altri. Ciò, con l’obiettivo di attrarre soprattutto le grandi imprese, ma generando squilibri e una diminuzione delle entrate fiscali in altri Stati.

Ma vediamo i dettagli sulla sua approvazione in Italia.

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LA GLOBAL MINIMUM TAX IN ITALIA

La tassazione minima nazionale è stata introdotta in Italia dal 1° Gennaio 2024 con la riforma fiscale 2024 per recepire la Direttiva (UE) 2022/2523, in accordo con quanto stabilito a livello internazionale nella guida tecnica dell’OCSE sull’imposizione minima globale.

La norma che l’ha approvata è il Decreto “Attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale”. Ossia il testo del Decreto legislativo 27 Dicembre 2023, n. 209 pubblicato sulla GU Serie Generale n.301 del 28-12-2023.

Poi, per la sua attuazione il Governo ha varato:


Scopriamo i dettagli.

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A CHI SI RIVOLGE

La Global Minimum Tax si rivolge ai Paesi UE e a quelli che rientrano nell’OCSE e nel G20 e si applica alle:

  • imprese ed entità a controllo congiunto localizzate in Italia;

  • entità apolidi (entità fiscalmente trasparenti) costituite in base alle leggi dello Stato italiano, a cui sono destinate le Regole GloBE, indipendentemente dalla quota di partecipazione detenuta dal pertinente gruppo.

In sostanza, i soggetti sopra indicati devono appartenere a gruppi multinazionali o nazionali con ricavi consolidati annui pari o superiori a 750 milioni di euro, ivi compresi i ricavi delle entità escluse. I ricavi devono essere risultanti nel bilancio consolidato della controllante capogruppo, in almeno due dei quattro esercizi immediatamente precedenti a quello considerato.

La lista completa dei Paesi dove viene applicata la GMT la potete consultare in questa pagina, in aggiornamento. Con l’accordo OECD/G20 è stato fornito infatti a Gennaio 2025 l’elenco di quelli che stanno man mano aderendo e che potete consultare in questa pagina.

COME FUNZIONA LA GLOBAL MINIMUM TAX IN ITALIA

La Global Minimum Tax funziona mediante un sistema coordinato di regole volte ad assicurare che i gruppi di imprese, multinazionali e nazionali, siano soggetti a un’aliquota di imposizione effettiva minima pari al 15% in relazione a ciascuno dei Paesi in cui tali gruppi operano e producono reddito.

Il meccanismo applicativo prevede un’imposizione integrativa (Top-up Tax – TuT) che viene prelevata, in Italia, attraverso alcune regole, ossia l’imposta minima integrativa, l’imposta minima suppletiva e l’imposta minima nazionale. Ecco quali sono le caratteristiche di questi 3 tipi di imposte:

  • Imposta Minima Integrativa (IIR – Income inclusion rule) che prevede un’imposta a carico della controllante capogruppo, a beneficio della sua giurisdizione di insediamento, con riferimento alle entità del gruppo che scontano una bassa tassazione nel Paese in cui sono localizzate;

  • Imposta Minima Suppletiva (UTPR – Undertaxed profit rule o Utpr) che opera laddove la regola primaria non sia stata applicata. Prevede un onere fiscale complementare a carico di quelle imprese del gruppo localizzate in Italia, quando non sia stata addebitata, in tutto o in parte, l’imposta minima integrativa equivalente in altri Paesi;

  • Imposta Minima Nazionale (QDMTT –  Qualified domestic minimum top-up tax) che riguarda le imprese di un gruppo multinazionale o nazionale che sono soggette a bassa imposizione e operano in Italia. L’imposta si applica in via prioritaria rispetto all’imposta minima integrativa (IIR) e all’imposta minima suppletiva (UTPR), ed è rivolta alle imprese italiane appartenenti a grandi gruppi (multinazionali e nazionali) che scontano in Italia un’imposizione sui redditi effettiva inferiore all’aliquota del 15%.

Tale imposta è stata disegnata per essere “qualificata”, ossia per essere detratta dall’imposizione integrativa complessivamente dovuta nel Paese. Deve costituire un “Porto Sicuro” consentendo, ai gruppi che intendono avvalersi della semplificazione prevista dall’OCSE, di assumere l’importo pagato a titolo di imposta minima nazionale pari all’imposizione integrativa complessivamente dovuta in Italia. In altri termini, si tratta di una significativa semplificazione. Grazie a questa opzione, si evitano i complessi calcoli previsti dalle regole ordinarie per determinare l’eventuale imposizione integrativa ancora dovuta (al netto dell’imposta minima nazionale pagata) per le imprese localizzate in Italia.

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NOVITÀ 2025

Il MEF con il Decreto 25 Febbraio 2025 ha introdotto l’obbligo informativo previsto dall’articolo 51, comma 4, del Decreto legislativo 27 Dicembre 2023, n. 209, che le imprese italiane devono rispettare. Nel dettaglio, è stato stabilito che:

  • le aziende che scelgono di non presentare autonomamente la “Comunicazione Rilevante” possono delegare un’altra impresa del gruppo a farlo per loro conto. La “Comunicazione Rilevante”, chiariamo, è un modello che contiene informazioni sul gruppo di imprese e i dati necessari per determinare l’imposizione integrativa dovuta dal gruppo in relazione ai diversi Paesi a bassa imposizione fiscale;

  • le imprese italiane e le entità apolidi costituite in Italia sono esonerate dall’obbligo di presentare la “Comunicazione Rilevante” se individuano un’Impresa Locale Designata che la presenti per loro. È possibile delegare anche la controllante capogruppo o un’Impresa Designata in un Paese con cui l’Italia ha un accordo per lo scambio automatico di informazioni.

Le entità escluse dall’obbligo di presentazione sono indicate nell’articolo 11 del Decreto legislativo 27 Dicembre 2023, n. 209. Inoltre, le imprese che non presentano autonomamente la “Comunicazione Rilevante” devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate un modello di notifica con le informazioni richieste. Questa notifica può essere unica per tutto il gruppo, ma le entità che non aderiscono alla designazione devono inviare il modello di notifica autonomamente. Maggiori dettagli su come funzionano gli obblighi di comunicazione della GMT, li trovate nel Decreto 25 Febbraio 2025.

RIFERIMENTI NORMATIVI

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo la lettura della nostra guida sulla riforma fiscale 2025 che contiene molte novità in vigore da quest’anno per le imprese. Mettiamo a vostra disposizione anche gli approfondimenti su i contributi a fondo perduto disponibili in Italia. Da non perdere le guide sui finanziamenti agevolati per le imprese attivi e sugli incentivi alle assunzioni disponibili nel 2025.

Vi consigliamo la lettura della nostra guida sui contributi a fondo perduto per sostenere la transizione green. Interessante anche l’articolo sul nuovo bonus bollette per le imprese attivo nel 2025.

Per conoscere tutte le agevolazioni a favore dei datori di lavoro è possibile visitare la nostra pagina dedicata agli aiuti alle imprese.

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