Migliori lauree per trovare lavoro nel 2023: classifica

Ecco quali sono le migliori lauree per trovare lavoro nel 2023 e gli impieghi più pagati secondo il Report Almalaurea e i dati ISTAT

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Quali sono le migliori lauree per trovare lavoro nel 2023? La risposta ci viene data dal XXV Rapporto Almalaurea e dai dati ISTAT che fotografano il profilo e la condizione occupazionale dei laureati italiani.

Dallo studio di Almalaurea emerge che, a distanza di 5 anni, i laureati intervistati che hanno trovato più facilmente lavoro sono quelli specializzati in ingegneria industriale e dell’informazione, in informatica e tecnologie ICT, in architettura e ingegneria civile. Buoni anche i tassi di occupazione relativi ai laureati a ciclo unico nel settore economico, medico, sanitario e farmaceutico. Secondo l’ISTAT, inoltre, migliora il tasso di occupazione di diplomati e laureati con titolo conseguito da uno a tre anni.

Vediamo dunque, la classifica delle migliori lauree per trovare lavoro nel 2023, secondo Almalaurea e ISTAT e quali sono le occupazioni più pagate.

DATI ISTAT SUI TITOLI DI STUDIO PIÙ RICHIESTI

Il 6 ottobre 2023, l’ISTAT ha pubblicato i dati, sul 2022, riguardanti gli under 35 con titolo di studio conseguito da uno a tre anni prima, prendendo in esame il tasso di occupazione. Lo scopo è capire quali sono i titoli di studio più richiesti. Dai dati emerge che:

  • il tasso di occupazione per i diplomati è pari a 56,5%, con un aumento di +6,6 punti rispetto al 2021;

  • il tasso di occupazione per i laureati è pari a 74,6%, con un aumento di +7,1 punti rispetto al 2021.

I laureati superano di 4 punti il livello pre-crisi del 2008, ma le distanze con l’Europa rimangono ampie. In generale, il tasso di occupazione dei 30-34enni laureati nel 2022 è pari a 83,3%, a fronte della media UE pari a 89,3%. Inoltre, nel Mezzogiorno, i laureati tra i 30 e i 34 anni hanno un tasso di occupazione del 69,9%, che è 20 punti inferiore rispetto al Nord, dove il tasso è dell’89,2%.

Inoltre, il tasso di occupazione dei 18 – 24enni che abbandonano precocemente gli studi è pari al 39%. L’istruzione dei genitori gioca un ruolo significativo:

  • se i genitori hanno un basso livello di istruzione, un giovane su quattro abbandona precocemente gli studi e solo uno su 10 raggiunge il titolo terziario;

  • con almeno un genitore laureato, le quote di abbandono scolastico sono inferiori a tre su 100 e circa sette su 10 raggiungono un titolo terziario.

Ma, quali sono le lauree più richieste per trovare lavoro e dunque, le migliori da scegliere? Vediamolo insieme dai dati Almalaurea.

CLASSIFICA MIGLIORI LAUREE PER TROVARE LAVORO NEL 2023

Uno degli aspetti più importanti analizzati nel rapporto Almalaurea riguarda lo studio sulle lauree più richieste, cioè che permettono di trovare più facilmente impiego nel 2023.

Nel dettaglio, nel 2022 il tasso di occupazione è pari, a un anno dal conseguimento del titolo, al:

  • 75,4% tra i laureati di primo livello;

  • 77,1% tra i laureati di secondo livello del 2021.

Tali valori risultano in aumento, nell’ultimo anno, rispettivamente di +0,9 e di ben +2,5 punti percentuali.

Anche i laureati a tre e a cinque anni dal conseguimento del titolo evidenziano importanti segnali di miglioramento delle performance occupazionali, raggiungendo peraltro livelli occupazionali decisamente elevati.

Nel dettaglio, a tre anni dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione raggiunge:

  • il 90,3% tra i laureati di primo livello;

  • l’85,9% tra i laureati di secondo livello (rispettivamente, +2,0 e +0,3 punti percentuali, rispetto al 2021).

I dati cambiano a seconda della materia di laurea. I tassi di occupazione per gruppo disciplinare, a 5 anni dalla laurea, sono:

  1. Ingegneria industriale e dell’informazione – 95,6%;
  2. Informatica e tecnologie ICT – 94,6%;
  3. Architettura ingegneria civile – 92,5%;
  4. Settore economico – 91,2%;
  5. Settore medico sanitario e farmaceutico – 90,9%;
  6. Area scientifica – 89,7%;
  7. Settore agrario forestale veterinario – 89,5%;
  8. Area politico sociale e comunicazione – 86,3%;
  9. Scienze motorie e sportive – 86,3%;
  10. Ambito linguistico – 86,2%;
  11. Settore Educazione e formazione – 86,4%;
  12. Psicologia – 84,2%;
  13. Ambito letterario e umanistico – 81,3%;
  14. Settore Giuridico – 83%;
  15. Arte design – 79%.

MIGLIORI LAUREE TRIENNALI PER TROVARE LAVORO

Il 66,2% di coloro che hanno conseguito solo la laurea triennale è occupato. Ma, secondo i dati Almalaurea, le migliori lauree triennali per trovare lavoro sono quelle nel settore Sanitario e Agro-Veterinario in cui il 76,1% trova facilmente impiego anche dopo soli 3 anni di corso. Le percentuali sono pari a:

  • Economica, Giuridica e Sociale: 66,2% di occupati;

  • Artistica, letteraria ed educazione: 64,6% di occupati;

  • STEM: 60,05% di occupati.

MIGLIORI LAUREE MAGISTRALI PER TROVARE LAVORO

Il 77,6% di coloro che hanno conseguito solo la laurea magistrale (sia biennale che a ciclo unico) è occupato. Ma, secondo i dati Almalaurea, le migliori lauree magistrali per trovare lavoro sono quelle nel settore STEM in cui l’86,5% trova facilmente impiego. Le percentuali sono pari a:

  • Sanitario e Agro-Veterinario: 82,5% di occupati:

  • Artistica, letteraria ed educazione: 70,7% di occupati;

  • Economica, Giuridica e Sociale: 70% di occupati.

LE PROFESSIONI PIÙ PAGATE DOPO LA LAUREA

Il rapporto Almalaurea 2023 mette in evidenza anche i corsi di laurea che garantiscono la migliore occupazione e quali sono le professioni più pagate.

Informatica e tecnologie ICT, oltre a ingegneria industriale e dell’informazione, sono le uniche a garantire paghe nette superiori ai 2.000 euro mensili. Invece, gli ambiti educazione e formazione, per esempio, non superano i 1.500 euro al mese (la media infatti è di 1.380 euro mensili). E stessa cosa vale per l’ambito psicologico (con retribuzioni medie mensili un po’ più alte ma comunque non superiori a 1.406 euro).

Il quadro complessivo, comunque, vede tutte le retribuzioni perdere potere d’acquisto a causa dell’inflazione.

I DATI SULLA RETRIBUZIONE

In termini reali i livelli retributivi hanno subìto nel 2022 una consistente contrazione in tutti i gruppi analizzati, interrompendo l’andamento di crescita registrato fino allo scorso anno. Tuttavia, tenendo conto del mutato potere d’acquisto il quadro restituito si modifica in modo sostanziale.

Infatti, l’analisi della retribuzione dei laureati tiene necessariamente conto degli elevati livelli di inflazione rilevati nell’arco del 2022, dovuti principalmente alle conseguenze della perdurante instabilità geopolitica. Per tutti i gruppi esaminati,  nel 2022 le retribuzioni mensili nette sono risultate in crescita in termini nominali, ossia considerando i valori effettivamente raccolti dalle dichiarazioni dei laureati nelle interviste.

Più nel dettaglio, nel 2022:

  • a un anno dal titolo, la retribuzione mensile netta è, in media, pari a 1.332 euro per i laureati di primo livello e a 1.366 euro per i laureati di secondo livello. Come anticipato, tali valori figurano, in termini reali, in calo nell’ultimo anno del 4,1% per i laureati di primo livello e del 5,1% per quelli di secondo livello. Sui risultati osservati incide la diversa diffusione del lavoro part-time, che nel 2022 coinvolge il 18,6% dei laureati di primo livello e il 14,2% di quelli di secondo livello;

  • a tre anni dalla laurea la retribuzione mensile netta raggiunge i 1.535 euro per i laureati di primo livello e i 1.544 euro per i laureati di secondo livello, registrando un calo nell’ultimo anno del 3,0% e del 3,8%, rispettivamente;

  • a cinque anni dal conseguimento del titolo la retribuzione mensile netta è pari a 1.635 euro per i laureati di primo livello e a 1.697 euro per quelli di secondo livello. Anche a cinque anni dalla laurea si osserva una riduzione delle retribuzioni reali rispetto all’analoga rilevazione del 2021. Parliamo di -2,4% per i laureati di primo livello e -3,3% per quelli di secondo livello.

A un anno dal conseguimento del titolo di laurea, l’incidenza del lavoro part-time impatta sui differenziali retributivi tra i laureati di primo e di secondo livello. Nel 2022, infatti, questi ultimi percepiscono una retribuzione mensile netta del 2,6% più alta rispetto ai laureati di primo livello, ma se si isolano coloro che lavorano a tempo pieno il differenziale retributivo si annulla (0,2%). Inoltre, c’è una diffusione del lavoro part-time, anche per i laureati di lungo periodo: questo tipo di contratti infatti nel 2022 coinvolgono il 12,3% dei laureati di primo livello e il 7,0% di quelli di secondo livello, a tre anni di distanza dal conseguimento del titolo.

I DATI SULLA FORMAZIONE

Il XXV rapporto Almalaurea oltre alle migliori lauree per trovare lavoro, fa emergere un quadro particolare sia per quanto concerne i profili professionali dei laureati, sia per quanto concerne l’occupazione. In generale, c’è da dire che tra i laureati del 2022 continuano a manifestarsi alcuni effetti dell’emergenza pandemica, rilevati per la prima volta nell’indagine del 2021.

In particolare, sono diminuite ulteriormente le esperienze di studio all’estero, così come la fruizione di alcune strutture universitarie, quali le postazioni informatiche, le biblioteche, i laboratori e gli spazi per lo studio individuale.

Nell’analisi dei dati del 2022, come per quella dei dati del 2021, è opportuno tenere conto del fatto che gli effetti della pandemia hanno colpito in particolare gli studenti che hanno svolto una quota maggiore del proprio percorso universitario durante l’emergenza pandemica. Per questo motivo gli effetti sono più evidenti tra i percorsi universitari più brevi, in particolare tra i magistrali biennali e tra quelli triennali.

I DATI TERRITORIALI E DI GENERE

A complicare il quadro intervengono anche i tradizionali svantaggi di genere e territoriali. A un anno dal titolo:

  • gli uomini hanno l’11,7% di probabilità in più di essere occupati rispetto alle donne e guadagnano 70 euro netti in più al mese;

  • chi lavora al Nord percepisce in media 101 euro mensili netti in più rispetto al Sud;

  • chi emigra all’estero arriva a percepire oltre 600 euro netti mensili in più rispetto a chi resta al Mezzogiorno.

Per quanto concerne le università, tra i laureati di secondo livello a cinque anni dalla tesi, il report Almalaurea mostra in testa il Politecnico di Bari (97%) davanti al Campus biomedico di Roma (96,6%) e allo IUAV di Venezia (95,7%).

COM’È STATO REALIZZATO IL RAPPORTO ISTAT

La rilevazione sulle forze di lavoro fatta da ISTAT relativamente al 2022, pubblicata il 6 ottobre 2023, è un’indagine campionaria condotta mediante interviste alle famiglie, il cui obiettivo primario è la stima dei principali aggregati dell’offerta di lavoro, occupati e disoccupati.

COME È STATO REALIZZATO IL RAPPORTO ALMALAUREA

Il XXV rapporto Almalaurea è stato presentato all’Università di Palermo il 12 giugno 2023. Si tratta di un’analisi che prende in considerazione i 281.095 laureati nell’anno solare 2022 in 77 Atenei degli 80 aderenti ad Almalaurea a giugno 2023. Il complesso dei laureati si articola come segue:

  • 155.131 laureati di primo livello (che rappresentano il 55,2% del complesso dei laureati del 2022);

  • 31.874 magistrali a ciclo unico (11,3%);

  • 94.090 magistrali biennali (33,5%).

Novità di quest’anno è che nel Report è stato fatto un approfondimento sulla Didattica a Distanza durante la pandemia: gli studenti l’hanno apprezzata, ma vorrebbero tornare in presenza. Almalaurea, ovvero il noto consorzio interuniversitario fondato dal 1994, insieme all’Università degli Studi di Bergamo e alla Ministero dell’Istruzione, ogni anno analizza la situazione in Italia in merito alla formazione e all’occupazione. Quest’anno il giudizio generale che emerge dal XXV report completo Almalaurea sulle esperienze universitarie in Italia è tutto sommato positivo.

I REPORT DA SCARICARE

In questa pagina (Pdf 657 Kb) potete scaricare il report ISTAT sui livelli di istruzione e i livelli occupazionali. Per approfondire e avere un quadro completo dei dati mettiamo a disposizione anche la sintesi del XXV rapporto Almalaurea (Pdf 680 Kb). Inoltre in questa pagina è possibile visionare il rapporto intero di Almalaurea.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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