Retribuzione servizio aggiuntivo Docenti e ATA: Anief fa il punto della situazione

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Con la firma del CCNL scuola un anno fa è stata stabilita la necessità di una retribuzione del servizio aggiuntivo svolto da docenti e ATA.

Secondo il sindacato Anief si tratta di un importante punto di partenza, che necessita però ora di una definizione più puntuale delle modalità di pagamento delle attività aggiuntive svolte dal personale scolastico.

Per il sindacato, l’occasione giusta per approfondire questo tema è il confronto sul rinnovo del CCNL, che dovrebbe partire nei prossimi mesi.

In attesa che si apra la negoziazione tra il Ministero e i sindacati della scuola per rinnovare il contratto, vediamo le novità introdotte fino ad ora per la retribuzione del lavoro aggiuntivo del personale delle scuole.

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RETRIBUZIONE SERVIZIO AGGIUNTIVO DOCENTI E ATA: A CHE PUNTO SIAMO

Come sottolinea il sindacato Anief in un recente comunicato, grazie al nuovo Contratto scuola – CCNL ISTRUZIONE E RICERCA 2019 2021 (Pdf 2Mb) – il lavoro aggiuntivo svolto dai docenti e dal personale ATA non sarà più gratuito. Il CCNL 2019 – 2021, infatti, ha segnato un’importante svolta per il personale scolastico, consentendo, ricorda Anief, di ottenere risultati quali:

  • 3 giorni di permesso retribuito anche per i precari, anziché 2;

  • 60 euro mensili di indennità per i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), invece di 6;

  • 4 mesi di congedo per le donne vittime di violenza, anziché 3;

  • l’aumento del 10% per prestazioni straordinarie e ore aggiuntive, contro il precedente 3%;
  • accesso dei DSGA ai fondi del MOF, in precedenza non previsto;

  • corsi professionali per il personale ATA facente funzione su ruolo superiore;

  • conservazione delle posizioni economiche e sblocco di quelle ferme nell’ultimo decennio;

  • riunioni online per gli organi collegiali, un’opzione non contemplata prima;

  • accantonamento dell’ordinamento professionale per il personale degli Enti di Ricerca e Policlinici Universitari;

  • introduzione dell’area dei funzionari per i lavoratori AFAM, con l’obiettivo di stabilizzare il personale precario.

Tra i risultati ottenuti vi è, dunque, un compenso più equo per il lavoro aggiuntivo di docenti e ATA. Ma non solo. Il CCNL prevede anche un compenso per le ore di formazione continua degli insegnanti. Vediamo nel dettaglio questa misura.

LA FORMAZIONE EXTRA ORA È RETRIBUITA

In base al contratto scuola 2019 – 2023 se un docente partecipa a più di 40 ore annue di attività extra-didattiche previste, l’amministrazione è obbligata a riconoscere un compenso. La contrattazione d’Istituto, alla presenza delle RSU, definirà i criteri per il pagamento, che potrà includere compensi anche forfettari.

Questo, per il sindacato, rafforza il principio che la formazione è un diritto e un dovere per il personale scolastico. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha sottolineato a tale proposito che la formazione continua deve essere correlata a un riconoscimento economico, rimarcando l’importanza di questo passo avanti per tutto il personale scolastico.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, questo è solo un punto di partenza. Sono stati ottenuti finanziamenti specifici per la formazione sia dei docenti che del personale ATA, compresi i supplenti. Tuttavia, l’obiettivo è garantire ulteriori risorse per rendere questa norma pienamente operativa, così da offrire a tutti i lavoratori della scuola la possibilità di aggiornarsi professionalmente.

Dal canto suo, il sindacato Anief punta a consolidare e ampliare i risultati ottenuti con il prossimo rinnovo contrattuale per il triennio 2022 – 24.

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