Rimborso 730 in busta paga: come funziona per i dipendenti

La guida alla procedura che riconosce ai lavoratori dipendenti i rimborsi 730 in busta paga, tutte le regole

modello 730
Photo credit: Vincenzo De Bernardo / Shutterstock

In base alle norme vigenti anche nel 2023 è possibile ricevere il rimborso 730 direttamente in busta paga.

È un procedimento, questo, che vale per i lavoratori dipendenti, ovvero coloro che sono assunti con contratto di lavoro subordinato, sia determinato che indeterminato. Quando arriva (e spesso è in ritardo), è perciò possibile vedere il rimborso in busta paga.

Vediamo in questo articolo chiaro e dettagliato come funzionano i rimborsi del 730 – 2023 direttamente in busta paga.

A CHI SPETTANO RIMBORSI 730 IN BUSTA PAGA 

Per ricevere i rimborsi 730, conseguenti al riconoscimento di bonus o detrazioni, bisogna essere prima di tutto titolari di un rapporto di lavoro subordinato. Una volta presentata la dichiarazione dei redditi, infatti, il lavoratore che vanta un credito nei confronti del Fisco italiano può ricevere quanto gli spetta direttamente nel cedolino, come aggiunta sugli importi già indicati in busta paga.

Solo chi è assunto con contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato, però, lo percepisce busta paga. Quindi è per questa categoria di lavoratori che scatta il rimborso diretto.

Attenzione, questo non vuol dire che i lavoratori autonomi o i percettori di redditi d’impresa non hanno diritto ad alcun rimborso o detrazione, solo che potranno ottenerla utilizzando il Modello Redditi PF (ex Unico).

COME FUNZIONANO I RIMBORSI 730 2023 EROGATI DIRETTAMENTE IN BUSTA PAGA

Il meccanismo che vede l’accredito dei bonus modello 730 2023 direttamente in busta paga è molto semplice, e riguarda principalmente i lavoratori dipendenti.

Chi l’anno scorso ha lavorato come lavoratore dipendente, ovvero con contratto a tempo determinato o indeterminato, può presentare la dichiarazione dei redditi con modello 730 per usufruire delle detrazioni e deduzioni spettanti.

Ora, a seconda di quella che è la condizione del soggetto, quest’ultimo potrebbe essere in debito con l’Agenzia delle Entrate oppure vantare un credito nei confronti dell’Erario. Ebbene, a tal proposito, va specificato che gli eventuali accrediti (o addebiti) sul cedolino paga vengono effettuati automaticamente dal datore di lavoro.

Pertanto, sarà l’azienda – che opera come sostituto di imposta – a dare il rimborso 730, ossia a versare la somma aggiuntiva direttamente in busta paga al dipendente che vanta un credito.

Bisogna precisare inoltre che, sia per il modello 730 precompilato sia per quello ordinario, se dalla dichiarazione dei redditi emerge un debito, la conseguente trattenuta avviene nelle stesse modalità. Quindi il datore di lavoro trattiene l’importo sottraendolo da quanto dovuto in termini di stipendio in busta paga.

Può capitare anche che – dopo aver presentato il modello 730 – il lavoratore sia in debito col Fisco, pertanto in busta paga invece di somme aggiuntive si ritroverà delle trattenute. Situazione diversa, infine, quando non ci sono né crediti né debiti: in questo caso la dichiarazione dei redditi si definisce neutra, ovvero a saldo zero, per cui non saranno necessari né versamenti né trattenute.

DOVE VEDERE IL RIMBORSO 730 IN BUSTA PAGA

Il rimborso 730 in busta paga è specificato nella voce omonima del cedolino del lavoratore. I contribuenti possono, in ogni caso, ricevere informazioni sui rimborsi, con modalità telematiche, attraverso il servizio “Cassetto fiscale” dell’Agenzia delle Entrate. In alternativa è possibile recarsi presso le sedi territoriali dell’AdE o contattare l’Agenzia telefonicamente secondo le indicazioni che trovate in questa pagina.

QUANDO ARRIVA IL RIMBORSO 730 IN BUSTA PAGA

Quando il lavoratore dipendente vanta un credito che emerge dalla dichiarazione dei redditi (modello 730), la cifra corrispondente alla somma dovuta dal Fisco viene erogata dal datore di lavoro in busta paga il mese successivo a quello della presentazione del 730, oppure alla prima mensilità utile. Bisogna sottolineare che il rimborso 730 viene realizzato fino a capienza IRPEF azienda, ciò significa che nel caso non sia possibile rimborsare l’intero importo in una sola busta paga, il resto verrà rimborsato nei cedolini successivi.

Ricordiamo, poi, che sono due i mesi di attesa previsti per i pensionati. In linea generale, per i rimborsi vi sono termini differenziati, legati alla data in cui è inviato il modello 730:

  • 15 giugno per le dichiarazioni presentate entro il 31 maggio;
  • 29 giugno per quelle presentate dal 1° al 20 giugno;
  • 23 luglio per quelle presentate dal 21 giugno al 15 luglio;
  • 15 settembre per quelle presentate dal 16 luglio al 31 agosto;
  • 30 settembre per quelle presentate dal 1° al 30 settembre.

Partendo da questo calendario potete capire, se non è ancora stato pagato il rimborso emerso dal modello 730, se il ritardo è dovuto semplicemente a una questione di “tempi tecnici” o ad altre cause.

PERCHÉ NON È ANCORA ARRIVATO IL RIMBORSO DEL 730?

Da luglio è iniziata la fase di rimborso del modello 730 che coinvolge l’Agenzia delle Entrate, i CAF e i sostituti d’imposta. Le cause del ritardo, tuttavia, possono essere diverse. Per esempio, potrebbe essere solo una questione di tempi tecnici. Cioè, riceve per primo il rimborso chi per primo presenta la dichiarazione dei redditi, quindi magari è necessario avere solo un po’ di pazienza. Inoltre, se si tratta di somme di importo rilevante o di modifiche al modello 730 precompilato possono scattare i controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate. Ciò, di conseguenza, causa ritardi nell’accredito degli importi.

Ecco le possibili cause del ritardo dei rimborsi 730:

  • per i rimborsi IRPEF di importo più consistente l’Agenzia delle Entrate ha infatti la possibilità di effettuare controlli ulteriori, con conseguenti ritardi nei tempi per l’accredito. In particolare, come deciso dalla Legge di Stabilità 2015, per i rimborsi del modello 730 di importo superiore a 4.000 euro, l’AdE può effettuare controlli preventivi, entro 4 mesi dalla scadenza per la presentazione della dichiarazione. Il rimborso IRPEF slitta in queste casistiche e può arrivare anche fino a 6 mesi dopo la scadenza del 730, e quindi l’Agenzia delle Entrate avrà tempo fino alla fine di marzo dell’anno successivo;

  • nel caso di modifiche al modello 730 precompilato, l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di avviare controlli preventivi in via automatizzata o attraverso la verifica dei documenti di spesa entro 4 mesi dalla scadenza della dichiarazione dei redditi. Anche in tal caso il rimborso può arrivare fino a sei mesi dopo il termine del 30 settembre per l’invio della dichiarazione con il modello 730.

MODELLO 730 PER DIPENDENTI: QUANDO É OBBLIGATORIO E QUANDO NON LO É

I lavoratori dipendenti sono obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi con modello 730 quando hanno percepito la retribuzione da più di un sostituto d’imposta (ossia da più di un datore di lavoro) e che di conseguenza hanno ricevuto più di una CU (certificazione).

I lavoratori dipendenti possono evitare di presentare la dichiarazione dei redditi con modello 730 quando hanno percepito redditi da un solo datore di lavoro e quindi hanno ricevuto una sola CU (certificazione).

Esistono casi in cui, pur non essendo obbligati a presentare il modello 730, è conveniente presentarlo. È consigliabile presentare la dichiarazione dei redditi con modello 730 quando si ha l’opportunità di recuperare un credito in quanto sono state sostenute spese detraibili o deducibili (spese sanitarie, interessi passivi del mutuo, bonus casa ecc.). Per verificare se conviene vi invitiamo a leggere l’approfondimento su tutte le detrazioni e bonus del modello 730 2023.

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo di leggere la guida dedicata alla dichiarazione dei redditi precompilata 730-2023 che contiene anche le istruzioni ufficiali e i video tutorial dell’Agenzia delle Entrate. Vi rimandiamo anche al nostro focus su tutti i bonus modello 730-2023 e al nostro approfondimento sulla nuova sanatoria di fine dell’anno.

A vostra disposizione la guida alla dichiarazione dei redditi precompilata 2024, con tutte le novità.

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di Federica P.
Consulente del lavoro ed esperta di previdenza.
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