Decreto valorizzazione docenti: cosa prevede

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Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha firmato il decreto per la valorizzazione dei docenti.

Si tratta del provvedimento che introduce una indennità per la continuità didattica e la sede di lavoro. In sostanza saranno indennizzati gli insegnanti che non cambiano sede e lavorano in scuole disagiate.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede il decreto MIUR per la valorizzazione dei docenti e facciamo chiarezza sulle novità introdotte.

DECRETO VALORIZZAZIONE DOCENTI

E’ in via di pubblicazione, infatti, il nuovo decreto MIUR sulla valorizzazione del personale docente. Il provvedimento, recentemente firmato dal Ministro Bianchi, contiene i nuovi criteri per l’attribuzione delle risorse per valorizzare gli insegnanti. In pratica recepisce le novità della riforma del reclutamento dei docenti prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e introdotta dal decreto PNRR2.

Il nuovo decreto per la valorizzazione dei docenti, la cui bozza aveva ottenuto parere negativo dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), introduce dunque le nuove regole in base alle quali saranno riconosciute ai docenti delle indennità per la continuità didattica e la sede di lavoro. In base alle nuove disposizioni, per l’attribuzione del contributo economico viene data particolare importanza al numero di anni in cui i docenti permangono presso la stessa sede, in particolare quando la scuola è situata in una provincia diversa da quella di residenza o in aree disagiate.

Il decreto è stato trasmesso agli organi di controllo e sarà reso disponibile sul sito del Ministero appena registrato. Nell’attesa, vediamo intanto quali sono i nuovi criteri approvati dal MIUR.

I CRITERI DI ATTRIBUZIONE DELLE INDENNITÀ DI VALORIZZAZIONE PER I DOCENTI

Il bonus per la valorizzazione dei docenti viene assegnato sulla base dei seguenti criteri:

  • continuità didattica – si tiene conto del numero anni di permanenza nella medesima scuola che stia in una provincia diversa da quella della propria abitazione;

  • sede di lavoro – si valorizza il personale che insegna da più anni in istituti di territori che presentano condizioni socio-economiche più disagiate, maggiore dispersione o il rischio di spopolamento.

Ai fini del calcolo degli anni di permanenza è valido il servizio effettivamente prestato per almeno 180 giorni presso l’istituzione scolastica, di cui almeno 120 per le attività didattiche. I docenti che soddisfano entrambe le condizioni otterranno una valorizzazione economica maggiore.

Metteremo a vostra disposizione il decreto non appena sarà pubblicato. Continuate a seguirci per restare aggiornati.

RISORSE ECONOMICHE

Stando a quanto riportato dal sindacato Anief, le risorse disponibili per valorizzare il personale docente sono pari a 24 milioni di euro e con i nuovi criteri saranno destinate, per l’80%, ai docenti che non hanno ottenuto mobilità, assegnazione provvisoria o utilizzazione nonché incarichi di insegnamento a tempo determinato nell’anno scolastico di riferimento ai fini del riconoscimento del compenso accessorio in parola.

LA PROTESTA DEI SINDACATI

L’approvazione del decreto per la valorizzazione del personale docente ha destato una ferma protesta da parte delle organizzazioni sindacali di settore, che non considerano corrette le nuove disposizioni. Ecco le principali critiche dei sindacati al provvedimento, riportate dal sindacato Anief:

  • l’indennità è riconosciuta a chi lavora almeno da 5 anni presso la stessa sede, escludendo i docenti neo-immessi in ruolo;

  • dall’indennità è escluso il personale ATA;

  • i criteri introdotti consentiranno di indennizzare solo 19 mila docenti, lasciandone esclusi altri 400 mila.

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di Angela V.
Redattrice, esperta di lavoro pubblico e privato.
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