Nel 2025 è possibile ottenere, in alcuni casi, l’esenzione delle imposte per il divorzio o la separazione da un matrimonio.
Il beneficio fiscale, che consente ai coniugi di non pagare le tasse sulle pratiche avviate per porre fine al matrimonio, quest’anno è stato confermato.
Sulla questione, inoltre, sono arrivate anche importanti novità.
In questo articolo vi spieghiamo come funziona l’esenzione, a chi spetta e cosa è cambiato dal 2025.
COS’È L’ESENZIONE IMPOSTE DI DIVORZIO O SEPARAZIONE DAL MATRIMONIO NEL 2025
L’esenzione dalle imposte sul divorzio o sulla separazione è un’agevolazione che permette ai coniugi di non pagare l’imposta di bollo, l’imposta di registro e altre tasse su atti, documenti e provvedimenti relativi al procedimento di scioglimento degli effetti civili del matrimonio.
L’obiettivo della misura è favorire una risoluzione pacifica della crisi familiare, evitando che le spese diventino un ostacolo agli accordi tra le parti. Introdotta con l’articolo 19 della Legge n. 74 del 6 Marzo 1987, questa misura serve a ridurre i costi economici che i coniugi affrontano durante la separazione o il divorzio.
Scopriamo i dettagli sulla misura.
QUANDO SI APPLICA L’ESENZIONE
L’esenzione si applica quando gli atti, i documenti o i provvedimenti sono direttamente collegati alla risoluzione della crisi coniugale e sono considerati necessari per definire in modo completo i rapporti tra i coniugi. Non riguarda, cioè, solo il provvedimento del giudice, ma anche altri accordi e atti che hanno lo stesso scopo. Ecco i casi in cui l’agevolazione è riconosciuta:
- negli accordi raggiunti fuori dal tribunale, tramite negoziazione assistita tra avvocati, se servono a risolvere la crisi coniugale. Tali accordi devono contenere clausole patrimoniali legate alla separazione o al divorzio;
- in caso di trasferimenti di beni tra coniugi o verso i figli. Se un immobile o altri beni vengono trasferiti come parte dell’accordo di separazione o divorzio, non si pagano imposte, purché il trasferimento sia parte integrante della sistemazione patrimoniale tra le parti;
- per mutui stipulati per indennizzare l’altro coniuge. Se uno dei coniugi accende un mutuo per compensare l’altro, l’atto è esente da imposte solo se il mutuo è previsto nell’accordo approvato dal giudice e serve a realizzare gli accordi di separazione;
- negli accordi a favore dei figli, ma solo se il tribunale dichiara che sono essenziali per risolvere la crisi familiare;
- per gli atti redatti all’estero. Cioè, se la separazione o il divorzio è stato formalizzato all’estero, gli atti possono essere registrati in Italia senza imposte. Ciò, a condizione che siano necessari per dare esecuzione agli accordi e rispettino le regole urbanistiche e catastali italiane;
- agli atti relativi allo scioglimento di un’unione civile, con lo stesso trattamento previsto per il matrimonio.
In origine, l’esenzione si applicava solo al divorzio. Ma dal 10 Maggio 1999, grazie alla sentenza n. 154 della Corte Costituzionale, è stata estesa anche alla separazione legale, riconoscendo che entrambi i procedimenti fanno parte dello stesso percorso di rottura del legame coniugale. Da allora, il trattamento fiscale è identico per separazione e divorzio. Il beneficio, però, non si applica agli accordi tra conviventi di fatto, come ribadito nella risposta all’interpello n. 244 del 2022 e nella sentenza della Corte di Cassazione n. 20956 del 2022.
A CHI SPETTA, REQUISITI
L’esenzione fiscale spetta a chiunque sia coinvolto in una procedura di separazione o divorzio legale in Italia. Può beneficiarne sia il coniuge che ha avviato il procedimento, sia quello che lo subisce. Per ottenere l’esenzione fiscale in caso di divorzio o separazione, poi, è necessario rispettare i seguenti requisiti:
- almeno uno dei coniugi deve essere residente in Italia;
- la procedura deve essere avviata legalmente, cioè tramite un tribunale italiano o attraverso strumenti equiparati come la negoziazione assistita;
- i coniugi devono vivere separati in modo effettivo, ciascuno in una residenza diversa;
- se previsto, il coniuge obbligato deve versare regolarmente gli alimenti all’altro coniuge o ai figli;
- il patrimonio comune deve essere stato diviso in modo equo e conforme alla legge.
Nel tempo, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito come l’esenzione si applichi anche ad alcuni casi specifici. Ad esempio:
- nel caso dello scioglimento di un’unione civile, ossia quando uno dei partner riceve una quota di immobile, come stabilito nella risposta all’interpello n. 573 del 2022;
- gli accordi raggiunti tramite negoziazione assistita possono beneficiare dell’esenzione, purché siano funzionali e indispensabili alla risoluzione della crisi coniugale. A dirlo è la risoluzione n. 65 del 2015;
- nel caso della separazione consensuale davanti al Sindaco, introdotta dalla Legge n. 132 del 2014. Questa procedura semplificata non consente trasferimenti patrimoniali, quindi non dà diritto all’esenzione fiscale, come confermato nella risposta all’interpello n. 80 del 2020.
COME FUNZIONA
L’agevolazione funziona mediante l’esenzione automatica dal pagamento di imposte come il bollo, la tassa di registro e altri tributi su tutti gli atti, documenti e provvedimenti legati al divorzio o alla separazione. Cioè, i coniugi semplicemente non dovranno pagare tributi su tutti gli atti, i documenti ed i provvedimenti relativi al procedimento di scioglimento del matrimonio o di cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Però, per aver diritto all’esenzione, è necessario farlo presente in sede di redazione o presentazione degli atti interessati. Scopriamo come
COME RICHIEDERE L’ESENZIONE
Per ottenere questo beneficio, gli interessati, negli atti che vengono presentati (ad esempio accordi, provvedimenti, trasferimenti patrimoniali, ecc.), devono inserire in modo chiaro e visibile la dicitura che richiama l’articolo 19 della Legge n. 74 del 6 Marzo 1987.
Una volta che la dicitura è presente, i documenti possono essere presentati agli uffici (come Agenzia delle Entrate o Tribunale). Non serve fare una richiesta separata. L’agevolazione viene riconosciuta automaticamente, purché la documentazione sia corretta.
NOVITÀ 2025, COSA È CAMBIATO
Nel 2025 ci sono stati alcuni cambiamenti importanti che riguardano le agevolazioni fiscali e i diritti legati alla separazione e al divorzio:
- l’esenzione IMU è divenuta più restrittiva per la casa coniugale. Non basta più che il giudice assegni la casa a uno dei coniugi per ottenere l’esenzione IMU. Ora è obbligatorio che il coniuge assegnatario abbia la residenza anagrafica e viva realmente nell’immobile. Se non lo fa, il Comune può revocare l’esenzione e applicare sanzioni. A stabilirlo è stata l’ordinanza n. 4303 del 19 Febbraio 2025 della Corte di Cassazione;
- gli accordi economici pre-divorzio sono stati riconosciuti come validi. La Cassazione con la sentenza n. 20415 del 21 Luglio 2025 ha stabilito che gli accordi patrimoniali tra coniugi, fatti prima della separazione o del divorzio, sono validi se riguardano la gestione dei beni e non toccano diritti fondamentali come il mantenimento dei figli. Questo dà ai coniugi più libertà nel pianificare la divisione dei beni e può ridurre le cause legali;
- è stato stabilito un nuovo limite di reddito per il patrocinio gratuito. Nel 2025 il tetto di reddito per accedere al patrocinio a spese dello Stato è stato aggiornato a 13.659,64 euro annui. Se il richiedente è in conflitto con i familiari conviventi, come nel caso di separazione, si considera solo il suo reddito personale. A stabilirlo è stato il Decreto 22 Aprile 2025. Questo nuovo limite, rende più facile ottenere assistenza legale gratuita per chi affronta una crisi familiare.
ALTRI SGRAVI FISCALI IN CASO DI DIVORZIO O SEPARAZIONE
Oltre all’esenzione fiscale sugli atti di separazione e divorzio, esistono altri vantaggi fiscali. In particolare:
- gli assegni di mantenimento versati al coniuge possono essere dedotti dal reddito, purché stabiliti da un provvedimento giudiziario. Se l’importo non è suddiviso tra coniuge e figli, si presume che il 50% sia destinato al coniuge e quindi deducibile;
- le detrazioni per figli a carico possono essere divise tra i genitori separati o assegnate interamente a uno dei due, se c’è accordo. Le spese per istruzione, salute, sport, mutuo e condominio restano detraibili secondo le regole fiscali vigenti, indipendentemente dalla situazione familiare.
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Vi invitiamo a leggere la guida ai bonus per i figli attivi e quella sull’Assegno Unico e Universale Figli.
A vostra disposizione anche l’approfondimento sulle detrazioni per i figli a carico.
Per conoscere tutti gli aiuti per lavoratori e famiglie disponibili potete visitare questa pagina.
Continuate a seguirci e iscrivetevi gratuitamente alla nostra newsletter, al canale Whatsapp e al nostro canale Telegram per restare aggiornati.
Potete restare aggiornati sulle novità più interessanti seguendo il canale TikTok @ticonsigliounlavoro e l’account Instagram.
Seguiteci su Google News cliccando sul bottone “segui” in alto.
Tutti gli annunci di lavoro pubblicati sono rivolti indistintamente a candidati di entrambi i sessi, nel pieno rispetto della Legge 903/1977.