L’insegnamento in Italia è sempre più caratterizzato da stress e disagio psicologico, per questo è necessario anticipare la pensione per i docenti.
E’ questa la soluzione proposta dal sindacato Anief, a fronte dei recenti studi che rivelano come quasi la metà degli insegnanti sperimenti alti livelli di esaurimento e insoddisfazione, mentre il rischio di burnout cresce tra le fila di un corpo insegnante sempre più anziano e sovraccarico.
Per questo, Anief chiede un intervento legislativo per consentire ai docenti un pensionamento anticipato, come avviene per le forze armate, al fine di tutelare il loro benessere.
Vediamo nel dettaglio di seguito la proposta del sindacato.
IL LAVORO DELL’INSEGNANTE DIVENTA SEMPRE PIÙ STRESSANTE
L’insegnamento è diventato uno dei lavori più impegnativi e stressanti in Italia.
Secondo un recente studio condotto in Lombardia, quasi la metà dei 6.000 insegnanti intervistati ha manifestato livelli critici di esaurimento emotivo, depersonalizzazione e scarsa realizzazione personale. Tra questi, il 4,6% è a forte rischio di burnout.
Questa situazione critica è comune anche a livello europeo, dove quasi il 50% dei docenti delle scuole superiori lamenta elevati livelli di stress. In Italia, 4 insegnanti su 10 riconoscono di soffrire di disagio psicologico a causa della loro professione.
ANIEF CHIEDE INTERVENTI LEGISLATIVI PER ANTICIPARE LA PENSIONE AI DOCENTI
Davanti a questa situazione preoccupante, Anief chiede misure legislative per tutelare il benessere del personale scolastico.
Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, sottolinea l’urgenza di introdurre un anticipo pensionistico per gli insegnanti, seguendo il modello delle forze armate che possono ritirarsi intorno ai 60 – 62 anni senza decurtazioni.
In sostanza, il sindacato propone che il personale docente, e il personale scolastico in generale, possa andare in pensione attorno ai 60 – 62 anni.
“Rendere pubblici i dati sul burnout, riconoscendone l’incisività nella scuola e combattere gli effetti di una professione iper-stressante – afferma Marcello Pacifico – permetterebbe sia di ridurre i costi sociali che il gap anagrafico sempre maggiore tra docenti e discenti”.
UNA PROFESSIONE SEMPRE PIÙ VECCHIA
Secondo i dati raccolti da Anief, oltre 480.000 insegnanti in Italia hanno più di 50 anni, una cifra allarmante che mette in evidenza l’invecchiamento della categoria.
Questo numero si inserisce in un quadro in cui circa una cattedra su quattro è occupata da supplenti. La cosiddetta supplentite è un problema in continua crescita, che ostacola l’efficienza e la stabilità del sistema scolastico italiano. È difficile – commenta Marcello Pacifico – immaginare un miglioramento della scuola con un corpo insegnante così sovraccarico e anziano.
LE CAUSE DELLO STRESS TRA GLI INSEGNANTI
Sono molte le cause alla base dello stress tra gli insegnanti, che per il sindacato renderebbe necessario un anticipo della pensione per i docenti. Ad esempio, il sovraccarico di lavoro, specie per le numerose pratiche burocratiche, sottrae tempo all’attività didattica, rendendo il lavoro sempre più frustrante.
La scarsa considerazione sociale e il basso riconoscimento economico, uniti a una gestione della classe sempre più difficile, sono altri fattori di stress. Infine, l’impossibilità di “staccare la spina” al di fuori dell’orario scolastico alimenta un circolo vizioso di esaurimento emotivo.
LA RISPOSTA EUROPEA: POLITICHE E INVESTIMENTI PER IL BENESSERE DEI DOCENTI
Per far fronte a questa crisi, una task force europea ha sottolineato l’importanza di politiche mirate a sostenere i docenti.
Tra le soluzioni proposte vi sono il miglioramento delle competenze sociali degli insegnanti, la promozione di una cultura collaborativa all’interno delle scuole e il rafforzamento della fiducia nelle relazioni professionali.
Investire in programmi di supporto e formazione professionale continua diventa essenziale per garantire un ambiente di lavoro sano e migliorare la qualità dell’insegnamento.
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