È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo Decreto PA 2025 che prevede importanti novità per la mobilità nella Pubblica Amministrazione.
Il testo, in vigore dal 15 marzo 2025, integra la disciplina già valida dal 2024 e stabilisce nuove regole i limiti relativi alle facoltà assunzionali disponibili.
In questa guida spieghiamo come funziona la mobilità per i dipendenti pubblici e cosa cambia alla luce delle ultime novità approvate.
Indice:
LE REGOLE PER LA MOBILITÀ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
A disciplinare la mobilità nella Pubblica Amministrazione è il DPCM 30 novembre 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.20 del 25-01-2024, che detta le regole dei processi di mobilità tra Enti pubblici. A questo, si aggiunge il Decreto PA 2025, ossia il Decreto Legge 14 Marzo 2025, n. 25 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.61 del 14-03-2025, che introduce novità che interessano le PA e la mobilità tra le Amministrazioni a partire dal 15 marzo 2025.
Nel dettaglio:
- il DPCM 30 novembre 2023, mira a identificare la corrispondenza tra i livelli economici di inquadramento in base alle nuove strutture retributive, derivanti dai rinnovi contrattuali del triennio 2019 20221. Questo confronto avviene considerando i nuovi stipendi tabellari e i differenziali stipendiali, specialmente in relazione al primo inserimento nei nuovi sistemi di classificazione;
- il Decreto PA 2025 introduce nuove regole sulla mobilità dei dipendenti pubblici, imponendo alle Amministrazioni di riservare almeno il 15% delle assunzioni alla mobilità, favorendo l’immissione in ruolo di chi è in comando da almeno 12 mesi (con alcune esclusioni) e vincolando i trasferimenti a una valutazione positiva della performance. Se la mobilità non viene attivata entro l’anno, le facoltà assunzionali si riducono del 15% e i comandi esistenti cessano entro sei mesi. Inoltre, gli inquadramenti avvengono nella stessa area funzionale o in una diversa, purché sia garantita la neutralità finanziaria.
Ogni processo di mobilità tra Enti è poi disciplinato da normative specifiche che ne regolamentano le modalità e le condizioni.
Le principali normative che regolano la mobilità nella Pubblica Amministrazione italiana sono:
- la Legge 7 agosto 1990, n. 241 che disciplina l’organizzazione e il funzionamento della PA, compresa la mobilità del personale. Stabilisce i principi generali per la mobilità e le modalità di trasferimento del personale tra Enti pubblici;
- il Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 che fornisce regole dettagliate sulla mobilità, inclusi i criteri per la selezione dei candidati, i tempi e le modalità di pubblicazione delle vacanze, e le procedure per la formazione delle graduatorie.
A completare il quadro, infine, i CCNL dei vari comparti delle PA, come ad esempio il CCNL Funzioni centrali o il CCNL funzioni locali. Infatti, gli accordi stipulati tra le rappresentanze sindacali e le PA possono prevedere procedure ed eccezioni specifiche di volta in volta e per i vari comparti.
È importante notare inoltre che la mobilità nella pubblica amministrazione è finalizzata a garantire un utilizzo efficiente delle risorse umane e a favorire lo sviluppo professionale dei dipendenti. Tuttavia, il processo può variare leggermente a seconda delle specifiche disposizioni degli Enti pubblici coinvolti e delle normative regionali.
Ma cosa si intende di preciso con mobilità? Come funziona la mobilità tra Enti? Vediamolo insieme.
COSA SI INTENDE PER MOBILITÀ NELLE PA
Per mobilità nelle PA si intende lo spostamento dei dipendenti pubblici da una sede all’altra all’interno della stessa Amministrazione (mobilità interna) oppure da una PA a un’altra (mobilità esterna).
Nel caso della mobilità interna, il dipendente non cambia datore di lavoro e si verifica soltanto una modifica della sede di lavoro.
Nel caso di mobilità esterna, invece, si realizza un cambiamento del datore di lavoro, con il conseguente inserimento nel ruolo di un’amministrazione differente.
CHI PUÒ USUFRUIRE DELLA MOBILITÀ
Possono usufruire della mobilità i dipendenti pubblici, sia a livello nazionale che locale.
Tuttavia, la possibilità di usufruire della mobilità può essere condizionata da fattori specifici, come l’esperienza lavorativa o le competenze richieste per determinati ruoli.
In linea generale, i dettagli vengono resi noti nei bandi di mobilità pubblicati dalla Pubblica Amministrazione interessata, alcuni dei quali si possono trovare anche nel portale inPA.
COME FUNZIONA LA MOBILITÀ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
La mobilità opera attraverso procedure e criteri identificati di volta in volta dai bandi di mobilità dell’Amministrazione competente. In genere, il trasferimento di personale da un Ente pubblico a un altro, avviene con l’obiettivo di soddisfare esigenze organizzative, riorganizzative o di carriera.
La mobilità, dunque, può essere:
- su base volontaria, quando il dipendente che è interessato a spostarsi da un’Amministrazione ad un’altra, prende parte ad un bando di mobilità in entrata indetto dall’ente di destinazione;
- a compensazione, quando prevede che venga fatto un interscambio tra dipendenti provenienti da due PA diverse. Prevede, infatti, che due specifici dipendenti si scambino posizione nelle rispettive PA di appartenenza;
- d’ufficio o per eccedenza personale, quando il dipendente viene trasferito provvisoriamente per un periodo massimo di 2 anni, presso un’Amministrazione che, per esigenze organizzative o di carenze di organico, sia in grado di accoglierlo. Si tratta, in tal caso, di un trasferimento temporaneo, spesso accompagnato da incentivi.
COME RICHIEDERE LA MOBILITÀ
Per richiedere la mobilità un dipendente pubblico deve rispettare specifici passaggi, ovvero:
- le PA devono pubblicare le posizioni disponibili per la mobilità, specificando i requisiti e le modalità di candidatura;
- i dipendenti pubblici interessati possono presentare domanda di mobilità per le posizioni pubblicate, dimostrando di possedere i requisiti richiesti, seguendo le indicazioni dei bandi;
- le domande vengono valutate in base ai criteri definiti dalla normativa e dagli accordi sindacali. La valutazione può includere punteggi per anzianità di servizio, competenze e altri fattori pertinenti;
- in base ai risultati della valutazione, vengono assegnate le posizioni disponibili ai candidati idonei secondo le graduatorie stabilite.
Chiarite le regole generali, scopriamo insieme i dettagli su cosa prevede il nuovo Decreto sulla mobilità tra enti pubblici.
MOBILITÀ PA, QUALI SONO I NUOVI CRITERI DI INQUADRAMENTO
Le Amministrazioni Pubbliche, nell’inquadramento del personale in mobilità, devono equiparare le aree e le categorie delle PA di provenienza e destinazione. Questo avviene mediante il confronto degli ordinamenti professionali disciplinati dai contratti collettivi nazionali di lavoro.
Tale confronto, disciplinato dal DPCM 30 novembre 2023, tiene conto di:
- mansioni, compiti e responsabilità;
- competenze professionali;
- titoli di accesso relativi alle medesime aree e categorie, senza pregiudicare, rispetto al requisito del titolo di studio, le progressioni di carriera legittimamente acquisite.
Inoltre, la mobilità volontaria del personale nell’area di elevata qualificazione è consentita, considerando la disciplina ordinamentale e il trattamento economico della nuova area.
La corrispondenza tra i livelli economici si basa sul confronto tra il trattamento economico di provenienza e quello dell’Amministrazione di destinazione.
NUOVE REGOLE E NOVITÀ 2025
Ecco le nuove regole e le novità relative al trattamento economico e previdenziale nei casi di mobilità di dipendenti pubblici, che il Governo ha stabilito con il DPCM 30 novembre 2023:
- nel caso di mobilità volontaria, si applica il comma 2-quinquies dell’articolo 30 del Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Ossia, salvo diversa previsione, a seguito dell’iscrizione nel ruolo dell’Amministrazione di destinazione, al dipendente trasferito per mobilità si applica esclusivamente il trattamento giuridico ed economico, compreso quello accessorio, previsto nei contratti collettivi vigenti nel comparto della stessa Amministrazione;
- per altre forme di mobilità, i dipendenti trasferiti mantengono il trattamento economico fondamentale e accessorio più favorevole e la facoltà di optare per l’inquadramento e il trattamento previdenziale di provenienza.
Inoltre, con il Decreto PA 2025, riguardo alle procedure di mobilità, è stato deciso che:
- le Amministrazioni devono destinare almeno il 15% delle facoltà assunzionali disponibili alla mobilità, Ciò, ad eccezione della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
- si favorisce l’immissione in ruolo dei dipendenti provenienti da altre Amministrazioni che si trovano in posizione di comando da almeno 12 mesi. Tuttavia, sono esclusi da questa procedura i comandati presso uffici di diretta collaborazione politica (ad esempio, staff dei Ministri);
- solo i dipendenti con una valutazione della performance pienamente favorevole possono accedere a questa modalità di trasferimento;
- se un’amministrazione non avvia le procedure di mobilità entro l’anno di riferimento, subisce una riduzione delle facoltà assunzionali autorizzate per l’anno successivo del 15%. Inoltre, i comandi esistenti cessano entro sei mesi dall’avvio delle procedure concorsuali e non possono essere rinnovati per i successivi 18 mesi.
Infine, gli inquadramenti dei dipendenti trasferiti tramite mobilità avvengono nell’area funzionale e nella posizione economica corrispondente al loro precedente impiego. Questo è possibile anche in aree diverse dall’inquadramento originario, a condizione che venga garantita la neutralità finanziaria. Eventuali modifiche alla dotazione organica devono essere inserite nella sezione del Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) dedicata alla programmazione triennale dei fabbisogni di personale.
Il testo specifica anche che se entro il 2025 non vengono attivate le procedure di mobilità, i comandi cessano automaticamente entro il 30 Aprile 2026 e non potranno essere riattivati per i successivi 18 mesi.
GLI ESCLUSI DALLE NUOVE REGOLE
Il DPCM 30 novembre 2023 stabilisce anche che le disposizioni non si applicano al personale insegnante e non insegnante delle scuole e delle istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, così come al personale dell’ENAC, dell’AGID e degli enti pubblici di ricerca.
Per le categorie che rientrano nel comparto scolastico, vi invitiamo a leggere i dettagli del CCNL scuola firmato il 18 gennaio 2024.
RIFERIMENTI NORMATIVI
- DPCM 30 novembre 2023 (Pdf 79 Kb) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.20 del 25-01-2024;
- Decreto Legge 14 Marzo 2025, n. 25 (Pdf 155 Kb), ovvero il Decreto PA 2025 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.61 del 14-03-2025.
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Tra le novità che riguardano la pubblica amministrazione, vi consigliamo di approfondire le modifiche apportate alla norma taglia idonei e all’apprendistato nelle PA.
Vi invitiamo a consultare la pagina dei concorsi pubblici, che è costantemente aggiornata con i nuovi bandi indetti. Potete anche conoscere i prossimi concorsi in uscita per scoprire quali bandi verranno pubblicati nei prossimi mesi e prepararvi per tempo.
Vi invitiamo a consultare i più interessanti concorsi per laureati attivi in Italia.
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Testo chiaro e fluido. L’argomento è spiegato in modo semplice ed esaustivo.
Grazie per questo commento, ci fa molto piacere.