Mobilità Pubblica Amministrazione: cosa prevede il nuovo Decreto 2024

La guida alle nuove regole sulla mobilità per i dipendenti statali. Ecco i dettagli su stipendi, inquadramento e modalità di domanda

mobilità pubblica amministrazione
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È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo Decreto che disciplina la mobilità nella Pubblica Amministrazione per il personale non dirigenziale.

Il testo stabilisce le regole dei processi di mobilità e individua la corrispondenza fra i livelli economici di inquadramento, sulla base di quanto previsto dagli ultimi rinnovi CCNL.

Entra in vigore il 9 febbraio 2024.

In questa guida spieghiamo come funziona la mobilità per i dipendenti pubblici, secondo le regole generali e quelle del nuovo Decreto.

NUOVE REGOLE MOBILITÀ PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il DPCM 30 novembre 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.20 del 25-01-2024 detta nuove regole per la mobilità nella PA. In particolare, il Decreto ha l’obiettivo di disciplinare i processi di mobilità tra Enti pubblici.

Essenzialmente, mira a identificare la corrispondenza tra i livelli economici di inquadramento in base alle nuove strutture retributive, derivanti dai rinnovi contrattuali del triennio 2019 2021.

Questo confronto avviene considerando i nuovi stipendi tabellari e i differenziali stipendiali, specialmente in relazione al primo inserimento nei nuovi sistemi di classificazione. 

Ma cosa si intende di preciso con mobilità? Come funziona la mobilità tra Enti? Vediamolo insieme.

COSA SI INTENDE PER MOBILITÀ NELLE PA

Per mobilità nelle PA si intende lo spostamento dei dipendenti pubblici da una sede all’altra all’interno della stessa Amministrazione (mobilità interna) oppure da una PA a un’altra (mobilità esterna).

Nel caso della mobilità interna, il dipendente non cambia datore di lavoro e si verifica soltanto una modifica della sede di lavoro.

Nel caso di mobilità esterna, invece, si realizza un cambiamento del datore di lavoro, con il conseguente inserimento nel ruolo di un’amministrazione differente.

CHI PUÒ USUFRUIRE DELLA MOBILITÀ

Possono usufruire della mobilità i dipendenti pubblici, sia a livello nazionale che locale.

Tuttavia, la possibilità di usufruire della mobilità può essere condizionata da fattori specifici, come l’esperienza lavorativa o le competenze richieste per determinati ruoli.

In linea generale, i dettagli vengono resi noti nei bandi di mobilità pubblicati dalla Pubblica Amministrazione interessata, alcuni dei quali si possono trovare anche nel portale inPA.

COME FUNZIONA LA MOBILITÀ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La mobilità opera attraverso procedure e criteri identificati di volta in volta dai bandi di mobilità dell’Amministrazione competente. In genere, il trasferimento di personale da un Ente pubblico a un altro, avviene con l’obiettivo di soddisfare esigenze organizzative, riorganizzative o di carriera.

La mobilità, dunque, può essere:

  • su base volontaria, quando il dipendente che è interessato a spostarsi da un’Amministrazione ad un’altra, prende parte ad un bando di mobilità in entrata indetto dall’ente di destinazione;

  • a compensazione, quando prevede che venga fatto un interscambio tra dipendenti provenienti da due PA diverse. Prevede, infatti, che due specifici dipendenti si scambino posizione nelle rispettive PA di appartenenza;

  • d’ufficio o per eccedenza personale, quando il dipendente viene trasferito provvisoriamente per un periodo massimo di 2 anni, presso un’Amministrazione che, per esigenze organizzative o di carenze di organico, sia in grado di accoglierlo. Si tratta, in tal caso, di un trasferimento temporaneo, spesso accompagnato da incentivi.

DISCIPLINA DI RIFERIMENTO

Ogni processo di mobilità tra Enti è disciplinato da normative specifiche che ne regolamentano le modalità e le condizioni.

Le principali normative che regolano la mobilità nella Pubblica Amministrazione italiana sono:

  • la Legge 7 agosto 1990, n. 241 che disciplina l’organizzazione e il funzionamento della PA, compresa la mobilità del personale. Stabilisce i principi generali per la mobilità e le modalità di trasferimento del personale tra Enti pubblici;

  • il Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 che fornisce regole dettagliate sulla mobilità, inclusi i criteri per la selezione dei candidati, i tempi e le modalità di pubblicazione delle vacanze, e le procedure per la formazione delle graduatorie.

A completare il quadro, poi, i CCNL dei vari comparti delle PA, come ad esempio il CCNL Funzioni centrali o il CCNL funzioni locali. Infatti, gli accordi stipulati tra le rappresentanze sindacali e le PA possono prevedere procedure ed eccezioni specifiche di volta in volta e per i vari comparti.

Per esempio, proprio il DPCM 30 novembre 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.20 del 25-01-2024, ha chiarito quali sono i criteri per la mobilità nella Pubblica Amministrazione, alla luce degli ultimi rinnovi CCNL pubblici e riguardo esclusivamente il personale non dirigenziale delle PA. 

È importante notare inoltre che la mobilità nella pubblica amministrazione è finalizzata a garantire un utilizzo efficiente delle risorse umane e a favorire lo sviluppo professionale dei dipendenti. Tuttavia, il processo può variare leggermente a seconda delle specifiche disposizioni degli Enti pubblici coinvolti e delle normative regionali.

A tal proposito specifichiamo che le disposizioni del nuovo DPCM, si estendono anche alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano, nel rispetto delle norme statutarie e delle relative norme di attuazione.

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COME RICHIEDERE LA MOBILITÀ

Per richiedere la mobilità un dipendente pubblico deve rispettare specifici passaggi, ovvero:

  • le PA devono pubblicare le posizioni disponibili per la mobilità, specificando i requisiti e le modalità di candidatura;

  • i dipendenti pubblici interessati possono presentare domanda di mobilità per le posizioni pubblicate, dimostrando di possedere i requisiti richiesti, seguendo le indicazioni dei bandi;

  • le domande vengono valutate in base ai criteri definiti dalla normativa e dagli accordi sindacali. La valutazione può includere punteggi per anzianità di servizio, competenze e altri fattori pertinenti;

  • in base ai risultati della valutazione, vengono assegnate le posizioni disponibili ai candidati idonei secondo le graduatorie stabilite.

Chiarite le regole generali, scopriamo insieme i dettagli su cosa prevede il nuovo Decreto sulla mobilità tra enti pubblici.

MOBILITÀ PA, QUALI SONO I NUOVI CRITERI DI INQUADRAMENTO

Le Amministrazioni Pubbliche, nell’inquadramento del personale in mobilità, devono equiparare le aree e le categorie delle PA di provenienza e destinazione. Questo avviene mediante il confronto degli ordinamenti professionali disciplinati dai contratti collettivi nazionali di lavoro.

Tale confronto, disciplinato dal DPCM 30 novembre 2023, tiene conto di:

  • mansioni, compiti e responsabilità;

  • competenze professionali;

  • titoli di accesso relativi alle medesime aree e categorie, senza pregiudicare, rispetto al requisito del titolo di studio, le progressioni di carriera legittimamente acquisite.

Inoltre, la mobilità volontaria del personale nell’area di elevata qualificazione è consentita, considerando la disciplina ordinamentale e il trattamento economico della nuova area.

La corrispondenza tra i livelli economici si basa sul confronto tra il trattamento economico di provenienza e quello dell’Amministrazione di destinazione.

NUOVE REGOLE E NOVITÀ 2024

Ecco le nuove regole e le novità relative al trattamento economico e previdenziale nei casi di mobilità di dipendenti pubblici, che il Governo ha stabilito con il DPCM 30 novembre 2023:

  • nel caso di mobilità volontaria, si applica il comma 2-quinquies dell’articolo 30 del Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Ossia, salvo diversa previsione, a seguito dell’iscrizione nel ruolo dell’Amministrazione di destinazione, al dipendente trasferito per mobilità si applica esclusivamente il trattamento giuridico ed economico, compreso quello accessorio, previsto nei contratti collettivi vigenti nel comparto della stessa Amministrazione;

  • per altre forme di mobilità, i dipendenti trasferiti mantengono il trattamento economico fondamentale e accessorio più favorevole e la facoltà di optare per l’inquadramento e il trattamento previdenziale di provenienza.

GLI ESCLUSI DALLE NUOVE REGOLE

Il DPCM 30 novembre 2023 stabilisce anche che le disposizioni non si applicano al personale insegnante e non insegnante delle scuole e delle istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, così come al personale dell’ENAC, dell’AGID e degli enti pubblici di ricerca.

Per le categorie che rientrano nel comparto scolastico, vi invitiamo a leggere i dettagli del CCNL scuola firmato il 18 gennaio 2024.

QUANDO ENTRA IN VIGORE IL DECRETO MOBILITÀ PA

Il DPCM 30 novembre 2023 entra in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta, quindi il 9 febbraio 2024, mentre è valido fino all’applicazione della nuova disciplina per le progressioni economiche dal triennio 2019 2021. Cioè, fino a che resta valido il CCNL 2019 2021 della PA interessata.

TESTO DPCM MOBILITÀ PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Mettiamo a vostra disposizione il testo integrale del DPCM 30 novembre 2023 (Pdf 79 Kb) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.20 del 25-01-2024.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo la lettura dei nostri articoli sul nuovo portale reclutamento PA e sull’anagrafe digitale dipendenti pubblici.

Inoltre è interessante l’approfondimento sulla formazione dei dipendenti pubblici per la quale sono stati stanziati nuovi fonti grazie al PNRR.

Per curiosità vi potrebbe interessare anche come funziona l’apprendistato nella Pubblica Amministrazione che una novità recente.

In questa sezione invece, trovate le guide dedicate ai concorsi e al lavoro pubblico in Italia, comprese le novità legislative.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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