Salario minimo in Italia a 9 euro l’ora, il primo CCNL: novità e cosa prevede

La guida dettagliata sul salario minimo in Italia e sull’attuale scenario normativo, politico ed europeo

stipendio, guadagnare, soldi

Il 25 marzo 2024 è stato approvato il primo CCNL del settore multi manifatturiero che fissa, per alcune categorie, il salario minimo a 9 euro all’ora.

Si tratta del primo esempio nella contrattazione collettiva italiana, considerando che nel nostro Paese il salario minimo unitario nazionale non è stato istituito, a differenza degli altri Stati dell’Unione Europea che lo hanno introdotto.

Ben 22 dei 27 Stati membri infatti, hanno già stabilito il salario minimo. Ossia, oltre all’Italia, gli altri i Paesi dell’UE in cui non c’è la paga minima sono Danimarca, Austria, Finlandia e Svezia.

Scopriamo insieme qual è l’attuale situazione italiana al salario minimo in Italia e che novità ci sono in tal senso nella contrattazione collettiva.

COS’È IL SALARIO MINIMO

Il salario minimo è la retribuzione di base per i lavoratori di differenti categorie, stabilita per legge, in un determinato arco di tempo. Non può essere in alcun modo ridotta da accordi collettivi o da contratti privati.

È in sostanza, una “soglia limite” di salario sotto la quale il datore di lavoro non può scendere. In Italia il Governo ha deciso di non istituire una soglia di salario minimo nazionale, ma di affidare alla contrattazione collettiva, la certezza di una paga dignitosa per i lavoratori. Cioè, ogni settore è chiamato ad aggiornare i propri CCNL e prevedere una paga minima oraria sotto cui non è possibile scendere. Il primo CCNL che fissa questo limite è quello del settore multi manifatturiero, siglato il 25 marzo 2024, che stabilisce il salario minimo a 9 euro all’ora per alcune categorie.

IL PRIMO CCNL SUL SALARIO MINIMO IN ITALIA

Il primo CCNL che fissa questo limite è quello del settore multi manifatturiero, siglato il 25 marzo 2024. Tale CCNL racchiude in un testo unico le basi delle relazioni industriali per numerosi settori, dal tessile alla chimica, dalla plastica alla gomma, dall’alimentare al legno arredo. Rappresenta dunque, il primo caso di “salario minimo orario tabellare” in Italia, fissato grazie a un accordo tra sindacati, rappresentanze di operai e associazioni datoriali.

Questo è il primo CCNL col minimo orario tabellare post “riforma” multi settore, cioè abbraccia più settori. Propedeutici a questo contratto ce ne sono stati altri. Ossia, secondo i dati forniti dall’INPS nel XXI rapporto annuale 2023, ecco quali sono alcuni CCNL di settore con le relative retribuzioni soglia:

  • chimico farmaceutico: il trattamento orario minimo è pari a 11,34 euro;

  • logistica e trasporto: l’importo orario  +minimo ammonta a 11,20 euro;

  • metalmeccanico: retribuzione orario minima pari a 11,18 euro;

  • alimentare: minimo retributivo orario è pari a 11,11 euro;

  • terziario: minimo retributivo orario è pari a 11,01 euro;

  • tessile: minimo retributivo orario è pari a 10,39 euro;

  • pubblici esercizi: minimo retributivo orario è pari a 9,92 euro;

  • turismo: il minimo salariale orario ammonta a 9,67 euro.

Ora, altri settori potrebbero seguire le stesse orme molto presto, stabilendo così la paga minima dei lavoratori e fissando delle regole che andrebbero a sopperire la mancanza di una normativa nazionale sul salario minimo.

SALARIO MINIMO, LA SITUAZIONE IN ITALIA

In Italia si è parlato per diversi anni della possibilità di affidare il compito di determinare il livello minimo di salario alla legge e non solo alla contrattazione collettiva, così come avviene oggi. Ma, nonostante ci siano state numerose proposte di disciplina del salario minimo, alla fine il Governo ha deciso di non stabilire una soglia per la paga, ma di dare ai singoli settori “carta bianca” mediante lo strumento della contrattazione collettiva.

Una scelta in linea con quanto previsto dalla direttiva UE del 14 settembre 2022 sul salario minimo, di cui vi parliamo in questo approfondimento, che obbliga gli Stati membri a garantire ai lavoratori – entro il 2024 – stipendi adeguati ai lavoratori con diverse possibili strategie.

La decisione definitiva dell’Italia sul “no” a una legge nazionale era arrivata quando, sulla proposta di legge di istituire il salario minimo a 9 euro, il CNEL aveva presentato questo documento con cui aveva respinto l’idea. Secondo il CNEL e lo stesso Esecutivo, non c’è bisogno di una legge sul salario minimo nel nostro Paese in quanto il tasso di copertura dei contratti collettivi nazionali supera l’80% richiesto dall’UE, e le paghe medie sono in linea con i 7,10 euro richiesti dall’Europa secondo i dati dell’ISTAT del 2019. Infine, i contratti non regolari coinvolgerebbero solo lo 0,4% dei dipendenti privati, escludendo agricoltura e lavoro domestico.

Da questi dati il Premier Meloni è arrivata alla conclusione che l’istituzione di un salario minimo orario attraverso la legge non è il modo adeguato per affrontare il problema del lavoro precario e delle basse retribuzioni.

Non è riuscito a far cambiare idea al Governo italiano neppure il pressing dei giudici.

LA POSIZIONE DEI GIUDICI SUL SALARIO MINIMO

Sul tema del salario minimo erano intervenuti anche i giudici a più riprese, chiamati a sentenziare su contenziosi in materia di lavoro. In particolare:

  • il 4 settembre 2023 il TAR della Lombardia, con la sentenza n. 2046, aveva annullato i provvedimenti dell’Ispettorato del Lavoro di Como-Lecco, fatti nei confronti di una Cooperativa. L’impresa aveva fatto firmare ai dipendenti, un contratto con paghe al di sotto dei 9 euro all’ora. Quindi, l’INL locale aveva chiesto alla Coop di colmare le differenze retributive rideterminate secondo le tabelle del CCNL Multiservizi. I giudici hanno però stabilito, con la sentenza n. 2046, che il provvedimento dell’Ispettorato del Lavoro imponeva alla Cooperativa l’adeguamento, “secondo parametri del tutto arbitrari e non sussistenti nella realtà” palesando “una pretesa retribuzione proporzionata e sufficiente” senza basi;

  • il 2 ottobre 2023 la Corte di Cassazione con la sentenza n. 27711, aveva determinato la necessità di assicurare un “salario minimo conforme alla Costituzione” che potrebbe essere stabilito dal giudice in modo proporzionato e adeguato a garantire i requisiti minimi di legge, compreso il diritto a condurre una vita di dignità umana. La sentenza 27711 sottolinea che la retribuzione deve essere sufficiente per garantire una vita libera e dignitosa, e che la contrattazione collettiva non può essere utilizzata per ridurre in modo ingiusto i livelli salariali o praticare il cosiddetto “dumping salariale”.

Questa sentenza era stata accolta dalle opposizioni parlamentari che avevano proposto il salario minimo a 9 euro, ma alla fine, la parola è passata alla contrattazione collettiva. Ne è un esempio il CCNL del settore multi manifatturiero, siglato il 25 marzo 2024, che stabilisce il salario minimo orario tabellare per la categoria interessata. Ne seguiranno molti altri, su cui, vi aggiorneremo.

COSA PREVEDE LA LEGGE ITALIANA SUL SALARIO MINIMO

Attualmente in Italia non è in vigore alcuna legge nazionale, né regionale, sul salario minimo.

In generale, quindi, in Italia non esiste una forma di protezione sociale “non a termine” per le fasce sociali che vivono al di sotto della soglia di povertà. Dopo un certo periodo di copertura tramite gli ammortizzatori sociali, queste persone e famiglie non hanno nessun sostegno, fatta eccezione per l’Assegno di inclusione e il Supporto Formazione e Lavoro.

Pertanto, in assenza di una legge sul salario minimo nazionale tutto si basa sulla contrattazione collettiva su cui i sindacati hanno enorme potere, specie quelli con un maggior numero d’iscritti. Stando alla stima del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) in Italia quasi tutti i lavoratori (98%) e tutte le aziende (99%) sono coperte dalla contrattazione collettiva.

Tuttavia, in Italia un contratto collettivo di lavoro da applicare nei contratti di lavoro individuali ha dei limiti, ovvero:

  • non è obbligatorio: l’imprenditore può non applicare nessun CCNL, ovvero stabilire un contratto aziendale creato ad hoc;

  • gli ambiti di applicazione dei contratti collettivi talora si sovrappongono e il datore può scegliere lo strumento contrattuale ritenuto più conveniente;

  • spesso, nonostante ci sia un CCNL di riferimento, questo viene non considerato. Ne è una prova il fatto che più della metà dei contratti collettivi registrati nell’archivio del CNEL non viene utilizzata dai datori di lavoro nelle denunce mensili INPS;

  • non è necessario il consenso del sindacato e perciò può essere fatta una scelta unilaterale dell’impresa;

  • due unità produttive della stessa impresa possono avere contratti collettivi diversi;

  • i salari fissati dalla contrattazione collettiva sono comunque troppo bassi rispetto alla media europea.

In questo modo, una parte di lavoratori dipendenti rischia di non essere tutelata da un contratto collettivo e dunque, finisce per restare priva di un salario minimo.

A QUANTO AMMONTA IL SALARIO MINIMO EUROPEO NEI SINGOLI PAESI

Secondo le più recenti statistiche pubblicate da Eurostat, al 31 gennaio 2024 erano previste retribuzioni minime nazionali in 221 dei 27 Stati membri dell’UE con notevoli differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda l’importo mensile. Ad esempio, il salario più basso è quello della Macedonia del Nord pari a 360 euro. Il più alto è quello da 2.570,93 euro, in Lussemburgo. Nello specifico queste sono le retribuzioni minime mensili lorde nei singoli Paesi Europei (aggiornate al 31 gennaio 2024):

  • Lussemburgo: 2570,93 euro;
  • Irlanda: 2146,3 euro;
  • Paesi Bassi: 2070,12 euro;
  • Germania: 2054 euro;
  • Belgio: 1994,18 euro;
  • Francia: 1766,92 euro;
  • Spagna: 1323 euro;
  • Slovenia: 1254 euro;
  • Cipro: 1000 euro;
  • Polonia: 978 euro;
  • Portogallo: 956,67 euro;
  • Malta: 925,34 euro;
  • Lituania: 924 euro;
  • Grecia: 910 euro;
  • Croazia: 840 euro;
  • Estonia: 820 euro;
  • Repubblica Ceca: 764 euro;
  • Slovacchia: 750 euro;
  • Lettonia: 700 euro;
  • Ungheria: 697 euro;
  • Romania: 663 euro;
  • Bulgaria: 477 euro;
  • Turchia: 613 euro;
  • Serbia: 544 euro;
  • Montenegro: 532 euro;
  • Albania: 385 euro;
  • Macedonia del Nord: 360 euro.

Per gli Stati membri dell’UE con salari minimi nazionali che non fanno parte dell’area dell’euro (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania), il livello delle retribuzioni minime e la classifica espressa in euro è influenzata dai tassi di cambio utilizzati per convertire dalle valute nazionali in euro.

IN QUALI PAESI UE NON C’È IL SALARIO MINIMO?

I Paesi Europei che non hanno introdotto il salario minimo nazionale sono:

  • Italia;
  • Danimarca;
  • Austria;
  • Finlandia;
  • Svezia.

Anche la Svizzera non ha il salario minimo nazionale, la paga è disciplinata in modo differente a seconda del Cantone di residenza e impiego, come potete leggere in questo approfondimento.

COME FUNZIONA IL SALARIO MINIMO IN EUROPA

Il Pilastro Europeo dei diritti sociali ha richiamato il diritto a una retribuzione equa e sufficiente e ha fissato i principi per determinare il salario minimo. Da alcuni anni, ma soprattutto nel contesto della grave crisi economica e sociale generata dall’epidemia di Covid-19, si è sviluppato un dibattito in merito a un cosiddetto “salario minimo europeo”.

Tale discussione vede coinvolti, tra gli altri, le Istituzioni europee e nazionali, le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro e gruppi di esperti. Il confronto in tal senso, deve tenere conto del fatto che, ai sensi dell’articolo 153 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, l’eventuale definizione di un salario minimo rientra tra le competenze degli Stati membri. Dunque, per adesso non è stata fissata una soglia minima europea, come vi spieghiamo nel nostro focus. Vi aggiorneremo in caso di novità su questo tema.

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento dedicato alla Legge di Bilancio 2024, che include anche aumenti per gli stipendi del lavoratori. Vi consigliamo di leggere anche la nostra guida sul salario minimo in Svizzera che offre una panoramica completa e attuale.

Potrebbe interessarvi anche scoprire la classifica 2024 sui migliori posti di lavoro in Italia.

In questa sezione trovate le novità sul mondo del lavoro.

Per restare aggiornati su tutte le novità è possibile iscriversi alla nostra newsletter gratuita e al nostro canale Telegram per ricevere le notizie in anteprima. È anche possibile restare aggiornati seguendo il nostro canale Whatsapp e il nostro canale TikTok @ticonsigliounlavoro.

di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
Tutti gli annunci di lavoro pubblicati sono rivolti indistintamente a candidati di entrambi i sessi, nel pieno rispetto della Legge 903/1977.

Per restare aggiornato iscriviti alla nostra newsletter gratuita e al nostro Canale Telegram. Seguici su Google News cliccando su "segui".

11 Commenti

Scrivi un commento
  1. E vergognoso che un lavoratore come me percepisca 7 euro lordi all’ora, mutuo raddoppiato, spesa triplicata, stipendio sempre uguale, altro che povertà, siamo all’elemosina e nessuno fa niente per noi.. Vergognatevi!

  2. Io lavoro da 2 anni come operatore in una cooperativa, in gruppi appartamento psichiatri, e altri 8 anni in realtà sempre nel sociale tra anffas e gruppi sempre appartamento con altre cooperative.
    Sono 10 anni che il ns contratto non viene toccato!!!
    Prendo 8,89 allora lordo!!!!
    Lavorando di domenica e nelle festivita!!!!
    Ma di noi non parla mai nessuno!!!!!
    Grazie per questo Vs articolo!!!
    Magari li leggessero i ns politici!!!!
    Sia di destra, che di sinistra!!!!!

  3. SI PARLA DI SALARIO MINIMO….Mi chiedo perchè prima di parlare di ciò, non si procede ai vari controlli che meritano i poveri lavoratori..Ci sono persone che non conoscono nemmeno un contratto, altro che tredicesima o quattordicesima; qui al sud siamo dimenticati da tutti quanti, conosciamo l’unico tipo di Lavoro il Total Black, e se ci si rifiuta, per il datore di lavoro non c’è nessun problema perchè, dietro la porta trova subito un altro disperato che si ritrova ad accettare qualsiasi forma e/o condizione lavorativa. Io personalmente ho 32 anni, lavoro da 13 anni, mi pagavano 300 euro al mese, per poi arrivare a non più di 500 euro dopo anni di gavetta, ovviamente Total Black, e non posso dimostrare nemmeno nel curriculum la mia esperienza lavorativa, per non parlare del mio estratto contributivo INps che ovviamente non mi conosce…E’ una gran vergona…Grazie Politici di m…..Dove sono i controlli, dov’è l’ispettorato del lavoro? però se si viene beccati a fare più lavori per cercare di andare avanti e farsi una famiglia si viene sanzionati e denunciati…..sono indignata e schifata…altro che 9 euro l’ora…..

  4. Il salario minimo legale è da tempo una battaglia del Movimento 5 Stelle, che quando era al governo non voleva nessuno, né il partner di allora, il PD, né i sindacati.
    Adesso il PD ha cambiato idea ed anche 2 confederazioni sindacali su 3. Inoltre sembra che lo vogliano i 3/4 degli italiani.
    Forse i tempi sono maturi, meglio tardi che mai.

  5. Il governo non vuole il salario minimo, allora provvedesse a far rispettare i contratti che spesso vengono modificati dai datori di lavoro, come fa anche la xxxx che si permette di togliere ai lavoratori la tredicesima spalmandola sui 12 mesi, non da buoni pasto ecc. ecc. ecc. Perché il governo non controlla le contrattazioni collettive e permette il rinnovo di un contratto al 2023 con paghe da fame, per non parlare poi delle modifiche che vengono fatte dalle cooperative modificando i contratti a loro esclusivo vantaggio

  6. Sono un addetto alla reception di una sede Asl. Faccio parte del diabolico contratto collettivo nazionale (tra l’altro scaduto da anni) dei servizi fiduciari.
    Lavoriamo per appalto e dopo due anni e mezzo che sono qui ( a 600€ al mese) ho finalmente un contratto indeterminato, operaio fascia D. Sapete a quanto ammonta questo tanto atteso indeterminato? Turni da 9 ore senza buoni pasto … Ebbene a fine mese mi arrivano 930€.
    930€
    Che ci fai con 930€ stando nonostante tutto, sempre fuori casa … Niente.
    Niente mutuo, niente figli, niente affitto almeno da me sono proibitivi, l unica soluzione e dividere una casa con sconosciuti e prendersi una stanza a 200€ se la trovi (già fatto, e 700€ per pagare bollette bollo assicurazione e spesa … Sono gran pochi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *