Salario minimo in Europa, la Direttiva UE da adottare entro il 2024 obbliga i Governi dei Paesi membri a garantire i salari minimi adeguati.
Gli Stati membri hanno tempo fino al 14 settembre 2024 per attuare la Direttiva, introducendo riforme in grado di adeguare il salario minimo alla crescente inflazione e al costo della vita.
Cosa vuol dire questo per l’Italia?
L’Italia non ha fissato il salario minimo in quanto, di fatto, il provvedimento promuove in maniera differente l’adeguatezza dei salari minimi legali. Cioè offre la possibilità di non individuare un salario minimo, lasciando agli Stati l’opportunità di affidarsi alla contrattazione collettiva.
In questo articolo vi spieghiamo cosa prevede la direttiva sul salario minimo in Europa e cosa comporta per i lavoratori europei, in particolare quelli italiani.
SALARIO MINIMO IN EUROPA, LA DIRETTIVA EU
L’Italia è già in regola circa l’adeguamento della normativa nazionale alla direttiva UE sul salario minimo. La deadline è settembre 2024.
Infatti, il 14 settembre 2022 era arrivato l’ok definitivo dell’Europarlamento sul salario minimo in Europa. La direttiva UE approvata stabiliva procedure per l’adeguatezza del salario minimo legale in tutti i Paesi dell’Unione.
Il testo fissa i salari minimi adeguati ed equi, rispettando le diverse impostazioni nazionali dei Paesi membri e rafforza il ruolo della contrattazione collettiva.
COSA PREVEDE LA DIRETTIVA SUL SALARIO MINIMO
Il provvedimento di indirizzo UE, dal 2024, vincola tutti gli Stati membri, pure se con regole differenziate, ad avere un minimo salariale.
Ma attenzione, il provvedimento non fissa un salario minimo in tutta Europa, ma stabilisce i criteri per assicurare dei minimi salariali sopra la soglia della sopravvivenza, tenendo conto del costo della vita e del potere d’acquisto.
Questo mediante due strade alternative operate dallo Stato membro:
- un salario minimo fissato per legge nazionale;
- l’estensione della copertura della contrattazione collettiva. Tale copertura dovrà arrivare all’80% e, se necessario, potrà essere supportata da piano di azione sotto il monitoraggio dell’UE.
Queste due strade alternative che dovrebbero ridurre le disuguaglianze e mettere un freno ai contratti precari e non congrui. Vediamo quali sono i punti chiave del testo della Direttiva UE.
1) ADEGUATEZZA DEL SALARIO MINIMO LEGALE
Gli Stati membri con salari minimi legali sono tenuti a mettere in atto un quadro procedurale per fissare e aggiornare questi salari minimi, secondo una serie di criteri chiari. Il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno convenuto che gli aggiornamenti dei salari minimi legali avverranno almeno ogni due anni.
Al massimo ogni quattro anni per quei paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatica. Le parti sociali dovranno essere coinvolte nelle procedure di definizione e aggiornamento dei salari minimi legali.
2) PROMOZIONE DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
La Direttiva mira ad estendere la copertura dei lavoratori attraverso la contrattazione collettiva, trattandosi di uno strumento importante ai fini della determinazione dei salari. Alla lettera della direttiva in via di definizione, quindi, i Paesi Europei dovranno promuovere il rafforzamento della capacità delle parti sociali di impegnarsi nella contrattazione collettiva. Prevista anche una protezione dei rappresentanti dei lavoratori.
Più precisamente, l’accordo di Strasburgo del 7 giugno, confermato in Aula il 14 settembre 2022, prevede che, laddove il tasso di copertura della contrattazione collettiva sia inferiore a una soglia dell’80%, gli Stati membri dovranno intervenire al ché tale soglia aumenti, attraverso un piano d’azione di promozione.
Un programma atto a definire una tempistica chiara e misure concrete a livello nazionale, per aumentare progressivamente il tasso di copertura della contrattazione collettiva e con esso, un ambito di applicazione più esteso dei minimi salariali.
3) ACCESSO EFFICACE AL SALARIO MINIMO
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno, inoltre, concordato una serie di misure per migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla protezione del salario minimo. Queste misure includono:
- i controlli da parte degli ispettorati del lavoro;
- le informazioni facilmente accessibili sulla protezione del salario minimo;
- lo sviluppo della capacità delle autorità preposte all’applicazione, di perseguire i datori di lavoro non conformi.
DIRETTIVA UE, LA SCELTA DELL’ITALIA
La direttiva UE non impone all’Italia di avere un salario minimo, così come agli altri Paesi che non hanno norme sui salari minimi, ma offre la possibilità di scegliere tra il salario minimo e la possibilità di percorrere la via della contrattazione collettiva.
Quest’ultima è proprio la scelta fatta dal nostro Governo nazionale insieme a quelli dell’Austria, Danimarca, Finlandia e Svezia, che già hanno una copertura di contrattazione collettiva elevata, ma non hanno un salario minimo per legge. Cipro, invece, ha adottato il salario minimo legale a 1.000 euro mensili.
L’Italia già nel 2022 aveva detto in Parlamento il suo “no al salario minimo“. Una posizione ribadita anche nel 2023. Dopo la proposta del salario minimo a 9 euro, infatti, l’analisi tecnica del CNEL presentata il 12 ottobre 2023 alla Premier Giorgia Meloni ha stabilito che “un salario minimo orario stabilito per legge non è lo strumento adatto a contrastare il lavoro povero e le basse retribuzioni”.
Infatti, anche dal Parlamento, il 18 ottobre 2023 è arrivato lo stop al salario minimo in Italia.
QUAL È LA SITUAZIONE IN EUROPA SUL SALARIO MINIMO
Nelle analisi allegate all’accordo sulla Direttiva UE si tiene conto delle statistiche pubblicate da Eurostat a luglio 2020. In quell’anno erano previste retribuzioni minime nazionali in 21 dei 27 Stati membri dell’UE con notevoli differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda l’importo mensile e la direttiva mira proprio a migliorare la convergenza di salario nell’Unione.
Rispetto, però, ai dati contenuti nel testo relativi al 2020, Eurostat ha fornito anche le nuove soglie valide nell’Unione Europea aggiornate a febbraio 2024. Secondo le più recenti statistiche pubblicate da Eurostat, nel secondo mese del 2024, sono previste retribuzioni minime nazionali molto diverse di Paese in Paese.
Qual è il salario più basso in Europa? Il salario più basso è quello della Macedonia del Nord pari a 360 euro. Il più alto è quello da 2.570,93 euro, in Lussemburgo.
QUALI SONO I PAESI CHE HANNO IL SALARIO MINIMO
Vediamo quali sono i Paesi che hanno il salario minimo in Europa e nel Mondo e quanto garantiscono.
1) PAESI CHE HANNO IL SALARIO MINIMO IN EUROPA
Ecco l’elenco dei Paesi che hanno il salario minimo in Europa e a quanto ammonta:
- Lussemburgo: 2570,93 euro;
- Irlanda: 2146,3 euro;
- Paesi Bassi: 2070,12 euro;
- Germania: 2054 euro;
- Belgio: 1994,18 euro;
- Francia: 1766,92 euro;
- Spagna: 1323 euro;
- Slovenia: 1254 euro;
- Cipro: 1000 euro;
- Polonia: 978 euro;
- Portogallo: 956,67 euro;
- Malta: 925,34 euro;
- Lituania: 924 euro;
- Grecia: 910 euro;
- Croazia: 840 euro;
- Estonia: 820 euro;
- Repubblica Ceca: 764 euro;
- Slovacchia: 750 euro;
- Lettonia: 700 euro;
- Ungheria: 697 euro;
- Romania: 663 euro;
- Bulgaria: 477 euro;
- Turchia: 613 euro;
- Serbia: 544 euro;
- Montenegro: 532 euro;
- Albania: 385 euro;
- Macedonia del Nord: 360 euro.
Per gli Stati membri dell’UE con salari minimi nazionali che non fanno parte dell’area dell’euro, il livello delle retribuzioni minime e la classifica espressa in euro è influenzata dai tassi di cambio utilizzati per convertire dalle valute nazionali in euro. Ovviamente, questa tabella si riferisce agli ultimi dati Eurostat aggiornati a febbraio 2024.
Per maggiori informazioni su questi dati, vi consigliamo di leggere il nostro approfondimento sul salario minimo in Italia e il nostro focus sullo stipendio medio nel nostro Paese.
2) PAESI CHE HANNO IL SALARIO MINIMO NEL MONDO
Scopriamo anche altri Paesi extra UE che hanno il salario minimo e a quanto ammonta.
- Regno Unito: salario minimo basato su raccomandazioni annuali, variabile in base all’età e pari a 6,07 euro sotto i 18 anni, 8,58 euro per i 18-20 anni e 11,94 euro per 23 anni e oltre, secondo i dati del National Living Wage;
- Svizzera: non ha un salario minimo nazionale, ma 5 Cantoni su 26 hanno un salario minimo, con un importo che varia da 19 a 24 franchi in base al Cantone. Se volete sapere i dettagli degli importi di ogni Cantone, vi consigliamo di leggere questa guida;
- Messico: salario minimo annuale di 344,93 euro, flessibile in alcune zone vicine agli USA dove arriva anche fino a 519,48 euro (zone costiere). I dati sono confermati dal National Commission of Minimum Wages (NCMW);
- Australia: salario minimo a revisione annuale, pari a 13,17 euro all’ora o 500,49 euro a settimana, Vi sono tariffe speciali per giovani, apprendisti e disabili. I dati li conferma il sito del Governo;
- Argentina: salario minimo che aumenta due volte l’anno. È a tariffe mensili ed orarie. Ad esempio, 338,56 euro al mese (tempo pieno) e 1,69 euro all’ora (pagato al giorno), a fine 2023;
- Stati Uniti è pari a 1137 euro.
Per maggiori dettagli vi invitiamo a leggere il Global wage report redatto dall’Organizzazione internazionale del lavoro e aggiornato al giugno 2023.
SALARIO MINIMO EUROPEO, GLI STEP SUCCESSIVI
Dopo la ratifica finale arrivata il 14 settembre 2022 della direttiva Eu sul salario minimo gli Stati membri hanno di tempo solo fino al 2024 per recepire con un atto nazionale la direttiva (cioè andava recepita entro due anni).
Come accennato, il Governo italiano dopo aver valutato diverse opzioni, ha deciso per la linea che vi spieghiamo in questo focus.
Si ricorda che, qualora un Paese non recepisca una Direttiva, la Commissione potrà avviare procedure di infrazione e adire la Corte di Giustizia dell’UE (la mancata esecuzione della sentenza in questa occasione può portare a una nuova condanna con conseguenti ammende).
I cittadini, a loro volta, in mancanza di una norma nazionale che abbia recepito nei tempi la direttiva più favorevole possono, in giudizio, chiedere al giudice di applicarla direttamente.
I VANTAGGI DEL SALARIO MINIMO
Nel corso dell’ultimo decennio, il salario minimo si è dimostrato un meccanismo di protezione efficace per i lavoratori nei 23 Stati membri dell’Unione Europea che lo hanno adottato. Un aggiornamento fornito da Eurofound rivela come i benefici siano stati tangibili:
- i lavoratori retribuiti al salario minimo hanno visto incrementare il loro potere d’acquisto in termini reali;
- i salari lordi hanno spesso superato quelli medi, addirittura crescendo a ritmi superiori alla produttività del lavoro.
Questi vantaggi sono risultati particolarmente significativi per i lavoratori dei Paesi dell’Europa centrale e orientale, nonostante partissero da livelli retributivi molto bassi. Vi è stato un aumento nominale mediano del quasi 11% negli Stati membri, in contrasto con il 5% degli anni precedenti.
Tuttavia, è importante notare che gli elevati tassi di inflazione in tutta l’UE hanno spesso attenuato i guadagni reali dei lavoratori con salario minimo, tranne che in alcune nazioni, in particolare in Germania e Belgio. In questo contesto, diventa cruciale considerare il costo della vita quando si valuta il potere d’acquisto dei salari minimi legali. Per maggiori dettagli, vi consigliamo di leggere questo report.
IL TESTO DELLA DIRETTIVA UE SALARIO MINIMO EUROPEO
Per maggiori informazioni, vi consigliamo di consultare il testo della nuova direttiva UE sul salario minimo europeo (Pdf 668 kb).
ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI
Vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento dedicato al salario minimo in Italia e quello relativo allo stop al salario minimo in Italia. Nel nostro articolo abbiamo messo insieme infine le ultime novità sul salario minimo legale che hanno portato maggioranza e opposizione allo scontro. Da leggere anche l’articolo sul salario minimo in Svizzera e quali sono gli Stati dove si percepiscono gli stipendi più alti in Europa.
Vi invitiamo ad approfondire infine la decisione presa a Napoli sul salario minimo a 9 euro per i lavoratori impiegati negli appalti.
Inoltre, chi cerca lavoro in Italia può consultare la pagina dedicata alle news sul mondo del lavoro e la sezione dedicata alle offerte di lavoro.
Infine per restare aggiornati è possibile iscriversi gratis alla nostra newsletter e al nostro canale Telegram, per avere le notizie in anteprima. È anche possibile restare aggiornati seguendo il nostro canale Whatsapp e il nostro canale TikTok @ticonsigliounlavoro.
Tutti gli annunci di lavoro pubblicati sono rivolti indistintamente a candidati di entrambi i sessi, nel pieno rispetto della Legge 903/1977.
Per restare aggiornato iscriviti alla nostra newsletter gratuita e al nostro Canale Telegram. Seguici su Google News cliccando in alto su "segui".