Salario minimo in Europa, la Direttiva UE siglata in via definitiva il 14 settembre 2022 obbliga i Governi dei Paesi membri a garantire i salari minimi adeguati. Gli Stati membri avranno 2 anni per attuare la Direttiva, introducendo riforme e iniziative legislative in grado di adeguare il salario minimo alla crescente inflazione e al costo della vita, pur senza fissare una specifica soglia.
Il nuovo provvedimento promuove in maniera differente l’adeguatezza dei salari minimi legali e contribuisce a raggiungere condizioni di lavoro dignitose per i cittadini europei, senza però fissare direttamente un salario minimo ma lasciando agli Stati di legiferare internamente in tal senso.
In questo articolo vi spieghiamo cosa prevede la direttiva sul salario minimo in Europa e cosa comporta questa per i lavoratori europei, specie quelli italiani.
SALARIO MINIMO IN EUROPA, LA DIRETTIVA EU
Il 14 settembre 2022 è arrivato l’ok definitivo dell’Europarlamento sul salario minimo in Europa. La direttiva UE appena approvata stabilisce procedure per l’adeguatezza del salario minimo legale in tutti i Paesi dell’Unione. Il 12 luglio 2022 il Parlamento Europeo aveva dato il via libera all’accordo raggiunto il 7 giugno tra le istituzioni UE per fissare salari minimi adeguati ed equi, rispettando le diverse impostazioni nazionali dei Paesi membri e a rafforzare il ruolo della contrattazione collettiva, poi il provvedimento di indirizzo è entrato in vigore e vincola tutti gli Stati membri pure se con regole differenziate. Per avere informazioni, invece, sul salario minimo in Italia vi consigliamo questo approfondimento.
Ma attenzione, il provvedimento non fissa un salario minimo in tutta Europa, ma stabilisce i criteri per assicurare dei minimi salariali sopra la soglia della sopravvivenza, tenendo conto del costo della vita e del potere d’acquisto. Questo mediante due strade alternative operate dallo Stato membro:
- un salario minimo fissato per legge nazionale;
- l‘estensione della copertura della contrattazione collettiva. Tale copertura dovrà arrivare all’80% e, se necessario, potrà essere supportata da piano di azione sotto il monitoraggio dell’UE.
Queste due strade alternative che dovrebbero ridurre le disuguaglianze e mettere un freno ai contratti precari e non congrui. La direttiva non sancisce alcun obbligo all’Italia così come agli altri Paesi che non hanno norme sui salari minimi, ma possono ben decidere di percorrere la via della contrattazione collettiva. Questa è la scelta dei nostro Governo nazionale insieme a quelli dell’Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia, che già hanno una copertura di contrattazione collettiva elevata ma non hanno un salario minimo per legge. Scelta, confermata dal Parlamento che a novembre 2022 ha sancito il “no al salario minimo” per il nostro Paese.
Vediamo quali sono i punti chiave del testo della Direttiva UE.
1) ADEGUATEZZA DEL SALARIO MINIMO LEGALE
Gli Stati membri con salari minimi legali sono tenuti a mettere in atto un quadro procedurale per fissare e aggiornare questi salari minimi, secondo una serie di criteri chiari. Il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno convenuto che gli aggiornamenti dei salari minimi legali avverranno almeno ogni due anni. Al massimo ogni quattro anni per quei paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatica. Le parti sociali dovranno essere coinvolte nelle procedure di definizione e aggiornamento dei salari minimi legali.
2) PROMOZIONE DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
La Direttiva mira ad estendere la copertura dei lavoratori attraverso la contrattazione collettiva, trattandosi di uno strumento importante ai fini della determinazione dei salari. Alla lettera della direttiva in via di definizione, quindi, i Paesi Europei dovranno promuovere il rafforzamento della capacità delle parti sociali di impegnarsi nella contrattazione collettiva. Prevista anche una protezione dei rappresentanti dei lavoratori.
Più precisamente, l’accordo di Strasburgo del 7 giugno, confermato in Aula il 14 settembre 2022, prevede che, laddove il tasso di copertura della contrattazione collettiva sia inferiore a una soglia dell’80%, gli Stati membri dovranno intervenire al ché tale soglia aumenti, attraverso un piano d’azione di promozione. Un programma atto a definire una tempistica chiara e misure concrete a livello nazionale, per aumentare progressivamente il tasso di copertura della contrattazione collettiva e con esso, un ambito di applicazione più esteso dei minimi salariali.
3) ACCESSO EFFICACE AL SALARIO MINIMO
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno, inoltre, concordato una serie di misure per migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla protezione del salario minimo. Queste misure includono:
- i controlli da parte degli ispettorati del lavoro;
- le informazioni facilmente accessibili sulla protezione del salario minimo;
- lo sviluppo della capacità delle autorità preposte all’applicazione, di perseguire i datori di lavoro non conformi.
QUAL È LA SITUAZIONE IN EUROPA SUL SALARIO MINIMO
Nelle analisi allegate all’accordo sulla Direttiva UE si tiene conto delle più recenti statistiche pubblicate da Eurostat a luglio 2020. In Europa sono previste retribuzioni minime nazionali in 21 dei 27 Stati membri dell’UE con notevoli differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda l’importo mensile e la direttiva mira proprio a migliorare la convergenza di salario nell’Unione. Rispetto, però, ai dati contenuti nel testo relativi al 2020, Eurostat ha fornito anche le nuove soglie valide nell’Unione Europea.
Secondo le più recenti statistiche pubblicate da Eurostat, a gennaio 2022 erano previste retribuzioni minime nazionali molto diverse di Paese in Paese. Ad esempio si va dai 332 euro in Bulgaria ai 2.257 euro in Lussemburgo. Nello specifico queste sono le retribuzioni minime mensili lorde espresse in termini di standard di potere di acquisto (PPS) nei singoli Paesi Europei (aggiornate a inizio 2022). Per maggiori informazioni su questi dati, vi consigliamo di leggere il nostro approfondimento sul salario minimo in Italia.
SALARIO MINIMO EUROPEO, GLI STEP SUCCESSIVI
Dopo la ratifica finale arrivata il 14 settembre 2022 della direttiva Eu sul salario minimo gli Stati membri dovranno recepire con un atto nazionale la direttiva entro due anni.
Come accennato, il Governo sta iniziando a legiferare in tal senso tenendo conto del no al salario minimo votato dal Parlamento il 30 novembre 2022. Pur attuando strategia differenti, comunque, l’Italia dovrà uniformarsi alle indicazioni dell’UE e mirare a raggiungere le tutele per i lavoratori indicate nella Direttiva comunitaria.
Si ricorda che, qualora un Paese non recepisca una Direttiva, la Commissione potrà avviare procedure di infrazione e adire la Corte di Giustizia dell’UE (la mancata esecuzione della sentenza in questa occasione può portare a una nuova condanna con conseguenti ammende). I cittadini, a loro volta, in mancanza di una norma nazionale che abbia recepito nei tempi la direttiva più favorevole possono, in giudizio, chiedere al giudice di applicarla direttamente.
SALARIO MINIMO UE, LA SCELTA DELLA GERMANIA
In contemporanea alle trattative di Strasburgo la Germania ha deciso di anticipare i tempi lunghi dell’Europa e alzare gli stipendi di nazionali, a prescindere dalla direttiva Eu allora in via di definizione. Il Bundestag ha approvato l’innalzamento del salario minimo, per legge, dai 9,82 euro attuali e in vigore dal 2015 ai 12 euro l’ora dal 1° ottobre 2022. La soglia si innalza gradualmente già a partire dal 1° luglio 2022 raggiungendo i 10,45 euro. Una novità che riguarderà 6,2 milioni di lavoratori sui 45,2 milioni di occupati complessivi nel Paese. Per tutti i dettagli sul nuovo salario minimo in Germania consigliamo di leggere l’approfondimento dedicato.
IL TESTO DELLA DIRETTIVA UE SALARIO MINIMO EUROPEO
Per maggiori informazioni, vi consigliamo di consultare il testo della nuova direttiva UE sul salario minimo europeo (Pdf 668 kb).
ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI
Vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento dedicato al salario minimo in Italia e quello relativo alla normativa sulla parità salariale tra uomo e donna. Se interessati, vi consigliamo di leggere anche la nostra guida sui salari minimi in Svizzera che offre una panoramica completa e attuale. Inoltre, chi cerca lavoro in Italia può consultare la pagina dedicata alle news sul mondo del lavoro e la sezione dedicata alle offerte di lavoro. Infine per restare aggiornati è possibile iscriversi gratis alla nostra newsletter e al nostro canale Telegram, per avere le notizie in anteprima.
Tutti gli annunci di lavoro pubblicati sono rivolti indistintamente a candidati di entrambi i sessi, nel pieno rispetto della Legge 903/1977.
Per restare aggiornato iscriviti alla nostra newsletter gratuita e al nostro Canale Telegram. Seguici su Google News cliccando su "segui".