Sicurezza sul lavoro e donne: i dati sugli infortuni 2023

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Pubblicato il nuovo dossier 2023 che fotografa la situazione della Sicurezza sul lavoro e le donne. Purtroppo dal documento si evidenzia un aumento del 42,9% nel 2022 di infortuni sul lavoro che coinvolgono il genere femminile rispetto al 2021.

Il documento, oltre ad indagare sulle ragioni che incidono sul trend influenzato dal Covid 19 e dalla diminuzione del ricorso allo smart working, analizza anche i dati aggiornati al 2023 sulle malattie professionali, nonché quelli sulle aggressioni ai danni di operatrici sanitarie e assistenziali.

In questo articolo vi spieghiamo cosa emerge dall’analisi INAIL sul rapporto tra sicurezza sul lavoro e le donne.

SICUREZZA SUL LAVORO E DONNE, DOSSIER INAIL 2023

Il nuovo dossier sulla Sicurezza sul lavoro e le donne, “Donne – infortuni e malattie professionali”,  è stato pubblicato dall’INAIL il 2 marzo 2023. Il report fotografa il mondo del lavoro femminile relativamente a infortuni e condizioni d’impiego, in vista della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo. La Consulenza statistico attuariale dell’INAIL ha analizzato i dati mensili ancora provvisori del biennio 2021 2022 e quelli annuali consolidati del quinquennio 2017 2021, aggiornati al 2023.

I dati vanno a descrivere il fenomeno infortunistico al femminile in relazione alle varie caratteristiche che lo contraddistinguono. Questi i dati emersi, in pillole:

  • infortuni sul lavoro denunciati: 205.610 (-16,1% rispetto al 2020);
  • casi mortali denunciati: 148 (192 nel 2020);
  • infortuni in itinere denunciati: 40.909 (+27,0% rispetto al 2020);
  • casi mortali in itinere denunciati: 44 (38 nel 2020);
  • infortuni domestici denunciati: 528 (751 nel 2020);
  • malattie professionali denunciate: 14.878 (+23,4% rispetto al 2020).

Vediamo cosa riporta, nel dettaglio, il dossier INAIL sulla sicurezza sul lavoro e le donne aggiornato al 2023.

AUMENTANO GLI INFORTUNI SUL LAVORO PER LE DONNE

Tra gennaio e dicembre 2022, rispetto all’analogo periodo del 2021, si registra un deciso aumento delle denunce di infortunio in complesso (+25,7%), sia in occasione di lavoro (+28,0%) che in itinere (+11,9%). L’aumento tra il 2021 e il 2022 è legato sia alla componente maschile, che presenta un +16,0% (da 354.679 a 411.251 denunce), sia soprattutto a quella femminile, che registra un +42,9% (da 200.557 a 286.522). Questo aumento è in larga misura influenzato dal notevole incremento degli infortuni in occasione di lavoro, in particolare di quelli da Covid 19.

Concentrando l’attenzione sui dati annuali più consolidati, aggiornati al 31 ottobre 2022, nel quinquennio 2017 2021 emerge una diminuzione complessiva del 12,7% delle denunce di infortunio sul lavoro (dalle 646.661 del 2017 alle 564.311 del 2021). Il calo ha interessato entrambi i generi:

  • -13,3% per i lavoratori (da 413.704 a 358.701 casi);
  • -11,7% per le lavoratrici (da 232.957 a 205.610).

Nel 2021 l’incidenza degli infortuni occorsi alle donne sul totale dei casi ritorna ai valori percentuali ante-pandemia (36%), dopo un 2020 in cui, complice anche il più elevato numero di contagi da Covid 19 tra le donne rispetto agli uomini, era risultata in aumento di sette punti percentuali (43%).

DATI TERRITORIALI INFORTUNI SUL LAVORO DONNE

Nel 2021 le denunce femminili hanno registrato una diminuzione del 16,1%, rispetto all’anno precedente, che ha interessato tutte le aree geografiche del Paese, in particolare:

  • -21,7% nel Nord;
  • -5% nel Centro;
  • -4,7% nel Sud.

Infine, gli infortuni femminili si concentrano per circa i due terzi al Nord (62%), seguito dal Centro (20%) e dal Mezzogiorno (18%).

SETTORI CON PIÙ INFORTUNI SUL LAVORO

Gli infortuni delle lavoratrici denunciati nel 2021 sono stati:

  • 166.270 nella gestione Industria e servizi (-24% rispetto al 2020);
  • 39.000 nel settore sanità e assistenza sociale;
  • 35.000 nel Conto Stato (+54% rispetto al 2020);
  • 15.000 nel settore commercio;
  • 13.000 nel settore manifatturiero;
  • 4.800 nel settore agricoltura (-3% sul 2020).

A livello di gestione assicurativa, nel 2021 l’incidenza degli infortuni delle donne è considerevole nel Conto Stato (il 54% del totale dei casi denunciati), seguito dall’industria e servizi (35%) e dall’agricoltura (17%). All’interno della gestione industria e servizi, l’incidenza degli infortuni delle lavoratrici è particolarmente elevata nei seguenti ambiti:

  • 91% settore domestici e familiari (colf e badanti);
  • 73% settore sanità e assistenza sociale ;
  • 68% settore confezionamento di articoli di abbigliamento;
  • 59% nell’Amministrazione pubblica (include personale delle ASL).

L’incidenza femminile sul totale degli infortuni denunciati è modesta, invece, nei settori industriali, dove la percentuale scende fino al 3% delle costruzioni, settore a vocazione prettamente maschile.

CLASSI D’ETÀ INFORTUNI SUL LAVORO DONNE

Con 30.491 denunce, la fascia 50-54 anni è la più colpita dagli infortuni sul lavoro delle donne in valore assoluto, rappresentando circa il 15,0% di tutti gli infortuni al femminile del 2021. Lungo tutto l’ultimo quinquennio, inoltre, vi è stato un aumento di quasi il 34% delle denunce per la fascia 65-69 anni, dai 2.527 casi del 2017 ai 3.384 del 2021 (con un picco di 3.617 denunce nel 2020).

Per le donne, infine, si registrano nel 2021 diminuzioni rispetto all’anno precedente tra le 25-69enni, in particolare nelle classi 45-49 anni (-28,6%) e 50-54 anni (-26,7%), e aumenti per le under 25 (+39,5%) e le over 69 (+5,3%).

DATI INFORTUNI LAVORATRICI STRANIERE

Il dossier specifica anche che le denunce di infortuni occorsi a lavoratrici straniere nel 2021 sono state 29.240, pari al 14,2% del totale delle donne infortunate. Le più colpite, in valore assoluto, sono state le lavoratrici nate in Romania (5.381 casi), Albania (2.512), Marocco (1.902) e Perù (1.721).

I CASI MORTALI SUL LAVORO

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’INAIL entro il mese di dicembre 2022 sono state 1.090, 131 in meno rispetto alle 1.221 registrate nel 2021 (-10,7%). A livello nazionale i dati, seppur provvisori, evidenziano un decremento nel 2022 rispetto al 2021 solo dei casi avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 973 a 790 (-18,8%), per il notevole minor peso delle morti da Covid 19, mentre quelli in itinere sono aumentati del 21,0%.

Il calo rilevato tra il 2021 e il 2022 è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 1.095 a 970 (-11,4%), mentre quella femminile passa da 126 a 120 casi (-4,8%). 

I decessi denunciati nel 2021 sono stati complessivamente 1.400, 219 in più rispetto al 2017. Le lavoratrici hanno registrato dal 2021 al 2022, 34 casi in più, da 114 a 148, pari a un incremento percentuale del 29,8%, quasi il doppio rispetto al +17,3% registrato nello stesso arco di tempo tra i lavoratori, passati da 1.067 a 1.252 decessi (+185 casi). 

DATI TERRITORIALI DECESSI SUL LAVORO

I decessi per il genere femminile hanno subito una riduzione tra il 2020 e 2021 (da 192 a 148), sintesi di un calo sia al Nord (da 107 casi mortali nel 2020 a 67 nel 2021) che nel Mezzogiorno (da 55 a 39) e di un aumento al Centro (da 30 a 42). Nel Nord si concentra il 46% dei casi mortali, al Centro il 28% e nel Mezzogiorno il 26%.

SETTORI CON PIÙ DECESSI FEMMINILI

I decessi sul lavoro denunciati nel 2021 per il genere femminile sono stati:

  • 110 nella gestione industria e servizi, con una diminuzione di 50 casi rispetto al 2020. I settori più coinvolti sono il manifatturiero, il supporto alle imprese, la sanità e il commercio;

  • 31 casi mortali nel Conto Stato (+6 rispetto al 2020);

  • 7 nell’agricoltura, come l’anno precedente.

A livello di gestione assicurativa, nel 2021 l’incidenza degli infortuni delle donne è elevata nel Conto Stato (il 53% del totale dei casi denunciati nella stessa gestione), seguito dall’industria e servizi (9%) e dall’agricoltura (5%).

CLASSI D’ETÀ DECESSI SUL LAVORO DONNE

Per gli infortuni mortali femminili avvenuti nel 2021, un quinto dei casi (31) riguarda la classe di età 50-54 anni.

A seguire vi sono 24 casi nella fascia d’età compresa tra 60 e 64 anni e 23 decessi (erano 54 nel 2020) per le donne dai 55 ai 59 anni.

DATI DECESSI LAVORATRICI STRANIERE

Le donne straniere decedute sono state 26, pari al 17,6% del totale dei casi mortali delle lavoratrici (148) e al 12,3% rispetto ai 211 decessi occorsi a lavoratori stranieri di entrambi i generi.

SMART WORKING E INFORTUNI SUL LAVORO IN ITINERE

La modalità di accadimento degli infortuni “in itinere” è una delle variabili che ha risentito maggiormente dell’emergenza Coronavirus. Nel biennio 2020 2021, infatti, le denunce in complesso per infortuni sul lavoro occorsi alle lavoratrici nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro risultano di poco inferiori a quelle degli uomini (40.909 casi contro 43.434). Si tratta di un dato diverso rispetto a quanto avvenuto negli anni pre pandemia, quando il numero delle lavoratrici infortunate in itinere ha sempre superato quello dei lavoratori.

In termini relativi, la quota degli infortuni in itinere sul totale degli infortuni dello stesso sesso è rimasta comunque più elevata per le donne rispetto agli uomini. Però, nel biennio 2020 2021, ma soprattutto nel 2020, complice il massiccio ricorso allo smart working, è scesa dal 23% medio del triennio 2017 2019, al 13% del 2020 e al 20% del 2021.

Anche per i casi mortali avvenuti in itinere, l’incidenza tra le lavoratrici nel 2021 è più elevata e pari a circa un decesso su tre (44 su 148), rapporto che per gli uomini scende a meno di uno su cinque (225 su 1.252). La quota di casi mortali in itinere sul totale dei decessi era comunque notevolmente più elevata nel triennio 2017 2019 (mediamente il 50% per le donne e il 25% per gli uomini).

DECESSI E INFORTUNI DOMESTICI DONNE

Le denunce legate alla polizza assicurativa contro gli infortuni domestici, che vi illustriamo in questa guida, nel 2021 sono state complessivamente 541, in calo del 28,9% rispetto alle 761 dell’anno precedente, ma in aumento del 17,4% rispetto alle 461 del 2017. La quasi totalità (528) ha riguardato, come atteso, le donne. Nel quinquennio 2017 2021 sono stati denunciati 13 casi mortali, solo due, nel 2021, hanno riguardato il genere maschile.

Alla data del 31 ottobre 2022 risultano indennizzati nel 2021, 137 casi in rendita per menomazione permanente (135 donne e due uomini). Nell’intero quinquennio 2017 2021 sono state 765 le rendite per menomazione permanente (di cui 754 femminili) e sette le rendite a superstite (nessuna maschile).

DONNE, DATI CONTAGIO COVID

Su 315.055 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid 19 pervenute all’INAIL dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 31 dicembre, quelle che riguardano le donne sono 215.487. Parliamo di poco meno di 7 contagi su 10. Ovvero:

  • il 43,8% delle contagiate ha oltre 49 anni;
  • il 37,0% tra i 35 e i 49 anni;
  • il 19,2% è under 35.

Le professioni maggiormente esposte al rischio Covid sono:

  • 41,4% di impiegate nel settore sanitario, a partire dai tecnici della salute. Le contagiate sono in prevalenza infermiere, ma anche fisioterapiste e assistenti sanitarie. Seguono le operatrici socio-sanitarie (18,8% delle denunce), i medici (6,9%) e le lavoratrici qualificate nei servizi personali e assimilati (6,6%);
  • 5,6% di impiegate addette alla segreteria e agli affari generali;
  • 2,1% di addette alle pulizie (anche di ospedali e ambulatori);
  • 1,7% di insegnanti delle scuole primarie e pre-primarie;
  • 1,7% di impiegate addette al controllo di documenti, allo smistamento e recapito della posta.

Il 43,8% delle contagiate ha oltre 49 anni, il 37,0% tra i 35 e i 49 anni, il 19,2%
è under 35. L’età media è di 46 anni e quella mediana di 48 anni. Il 13,7%
delle contagiate è di origine straniera.

MALATTIE PROFESSIONALI PIÙ DIFFUSE

Nel rapporto sulla sicurezza sul lavoro e le donne dell’INAIL si analizzano anche le malattie professionali. Quelle denunciate dalle lavoratrici nel 2021 sono state 14.878, 2.817 in più rispetto all’anno precedente (+23,4%) e pari al 27% delle 55.202 denunciate nel complesso, che rispetto alle 57.996 del 2017 sono calate del 4,8%. Il calo è avvenuto pr effetto di una riduzione del 4,3% per gli uomini e del 6,1% per le donne.

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo si confermano tra le più prevalenti anche nel 2021 e insieme a quelle del sistema nervoso raggiungono l’82% del totale delle denunce. Queste malattie citate rappresentano il 78% delle denunce dei lavoratori, la stessa percentuale sale al 92% tra le lavoratrici (13.705 delle 14.878 denunce femminili complessive).

Inoltre, rapportando il numero delle denunce femminili per una determinata patologia sul totale registrato nella stessa patologia, si distinguono i disturbi psichici e comportamentali e le malattie del sistema nervoso (soprattutto sindromi del tunnel carpale), rispettivamente con il 47% e il 39%.

Nel 2021, in particolare, i disturbi psichici sono stati denunciati in misura simile da entrambi i sessi (191 casi per il genere femminile e 215 per quello maschile), ma con una percentuale per le lavoratrici sul totale delle malattie dell’1,3%, più del doppio di quella degli uomini, pari allo 0,5%. A prevalere sono i disturbi nevrotici, legati a stress lavoro-correlato, ad esempio per mobbing (l’82% per le donne e il 76% per gli uomini), seguiti dai disturbi dell’umore (rispettivamente il 14% e il 20%).

DATI TERRITORIALI MALATTIE PROFESSIONALI

A livello territoriale le denunce di malattie professionali femminili nel 2021 si distribuiscono percentualmente per:

  • il 40% al Centro;
  • il 35% al Nord;
  • il 25% nel Mezzogiorno.

L’incidenza femminile delle denunce sul totale dei casi della stessa area geografica è stata pari al 31% al Nord, al 29% al Centro e al 26% nel Meridione.

CASI DI VIOLENZA SULLE DONNE IN AMBITO PROFESSIONALE

Il dossier INAIL analizza anche i casi di violenza sulle donne in ambito professionale. L’analisi si sofferma sui casi di violenza avvenuta, per esempio, da parte di pazienti o loro familiari nei confronti degli operatori sanitari, da studenti o parenti nei confronti degli insegnanti, fino ai rapinatori in banche e uffici postali.

Stando ai dati INAIL, tali casi rappresentano circa il 3,0% di tutti gli
infortuni femminili avvenuti in occasione di lavoro e riconosciuti dall’Istituto. Tra queste, oltre il 60% svolge professioni sanitarie e assistenziali. Seguono, a distanza, insegnanti e specialiste dell’educazione e della formazione, impiegate postali, personale di pulizia, addette ai servizi di vigilanza e custodia, alle vendite e alla ristorazione.

A livello territoriale, nel periodo 2017 2021, 6 casi su 10 di violenza sulle donne sono stati denunciati al Nord, con Emilia Romagna, Lombardia e Veneto complessivamente con il 40% circa dei casi. A seguire vi sono Centro e Mezzogiorno con un quinto dei casi per entrambe le ripartizioni geografiche. L’80% circa è stato registrato nella gestione industria e servizi. Seguono il Conto Stato, con quasi il 19%, e l’agricoltura con il 2%.

OBIETTIVI DOSSIER INAIL SICUREZZA SUL LAVORO E DONNE

Obiettivo del dossier è lanciare un segnale di sostegno al mondo del lavoro femminile. Nel report, l’INAIL sottolinea l’esigenza di un’appropriata formazione sui temi della tutela differenziata nei luoghi di lavoro, ricordando che l’importanza dell’uguaglianza di genere.

Si tratta di temi che negli ultimi anni stanno diventando sempre più prioritari grazie anche alle novità introdotte dalla Legge per la parità salariale e dal Decreto conciliazione vita lavoro.

IL DOSSIER INAIL SICUREZZA SUL LAVORO E DONNE

Per ulteriori approfondimenti mettiamo a vostra disposizione anche il testo integrale del dossier INAIL “Donne – infortuni e malattie professionali”  sulla sicurezza sul lavoro e le donne (Pdf 941 Kb),

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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