Certificazione parità di genere: cos’è, come ottenerla, normativa

Tutti i dettagli sulla certificazione parità di genere riconosciuta alle aziende che si uniformano ai valori di uguaglianza uomo – donna

disparità uomo donna

È possibile ottenere la certificazione parità di genere, l’attestazione che viene riconosciuta ai datori di lavoro che abbiano attuato politiche e misure concrete per ridurre il divario tra uomini e donne circa le opportunità di crescita in azienda, parità stipendiale, welfare e non solo.

Introdotto dal PNRR e disciplinato dalla Legge sulla parità salariale ad integrazione del codice delle pari opportunità, il meccanismo di certificazione parità di genere non solo permette un monitoraggio complessivo dell’adeguamento agli standard europei di uguaglianza uomo donna secondo i dettami del PNRR, ma premia in diversi modi le aziende che si impegnano al loro raggiungimento.

In questa guida vi spieghiamo cos’è la certificazione parità di genere, a chi si rivolge, come funziona e a quali premialità dà diritto.

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COS’È LA CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE

La certificazione per la parità di genere è un’attestazione riconosciuta alle imprese che abbiano attivato politiche aziendali tali da ridurre le differenze di genere, dagli squilibri di salario per parità di ruoli professionali, a quelli riferiti alle possibilità di carriera, fino alla tutela della maternità e ad ogni altra disuguaglianza uomo – donna riscontrabile in contesti lavorativi.

Si precisa che l’ottenimento della certificazione parità di genere non è obbligatorio, ma dà accesso a diversi incentivi e premialità tra cui uno sgravio sui contributi che l’azienda versa a favore dei lavoratori. Parliamo del cosiddetto bonus contributivo parità di genere.

Ma vediamo insieme, nel dettaglio, come funziona questa attestazione, come si ottiene e i vantaggi previsti.

COME SI OTTIENE IL CERTIFICATO PER LA PARITÀ DI GENERE

Per ottenere la certificazione parità di genere, bisogna richiederla agli Enti preposti al rilascio. Possono presentare domanda le aziende in possesso dei requisiti che vi illustriamo di seguito. Specifichiamo che non è prevista una scadenza per richiederla, le domande sono aperte per tutto l’anno, ogni anno, dal 1° gennaio.

Hanno diritto alla certificazione di parità di genere tutte le aziende del territorio nazionale, indipendentemente dalle dimensioni o dal settore di impiego, purché rispettino le buone pratiche volte a ridurre le disuguaglianze tra lavoratori uomo e donna.

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COME FUNZIONA

Per vedersi riconosciuta la certificazione parità di genere le aziende devono mettere in pratica delle azioni per attenuare le disuguaglianze uomo – donna tra lavoratori. Per verificare che tali azioni abbiano sortito degli effetti con il DPCM – Dipartimento per la famiglia e le pari opportunità 29 aprile 2022 sono stati individuati dei parametri minimi per l’ottenimento della certificazione, quelli contenuti nella prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022 del 16 marzo 2022.

In sostanza, la valutazione propedeutica a ottenere la certificazione parità di genere avviene analizzando specifici KPI (Key Performance Indicator – indicatori chiave di prestazione) inerenti alle politiche di parità di genere nelle organizzazioni che presentano domanda. A ogni KPI viene abbinato un punteggio e se l’azienda interessata raggiunge almeno il 60% del punteggio massimo, ha diritto alla certificazione parità di genere.

Per quanto riguarda la verifica e il monitoraggio, il Decreto 5 aprile 2022 ha invece istituito il Tavolo di lavoro permanente sulla certificazione di genere che verifica i documenti necessari all’ottenimento di questo attestato. Il Tavolo concorre al funzionamento del Sistema di certificazione della parità di genere attraverso approfondimenti, elaborazione di proposte e monitoraggio delle attività.

È composto da rappresentanti del Dipartimento per le pari opportunità, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero dello sviluppo economico, da rappresentanti delle consigliere e dei consiglieri di parità, da componenti designati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei lavoratori e da esperti con competenze specifiche sulle politiche di genere. Il tavolo è al lavoro dal 13 settembre 2022.

Infine, nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.55 del 06 marzo 2024 è stato pubblicato il Decreto 18 gennaio 2024 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che individua le misure formative che consentono l’accesso al Fondo per le attività di formazione propedeutiche all’ottenimento della certificazione della parità di genere, nonché le relative modalità di ripartizione e trasferimento delle risorse alle Regioni.

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LE AREE DI VALUTAZIONE

Per verificare questo punteggio esistono sei aree di valutazione che sono le seguenti:

  • cultura e strategia oclima aziendale”, ossia le azioni di integrazione e inclusione messe in campo sul luogo di lavoro;

  • governance, ossia le regole aziendali in merito a progressioni, possibilità di carriera o affidamento di ruoli strategici in egual misura a uomini e donne;

  • processi attuati dalle risorse umane: quali, ad esempio, quelli relativi all’organizzazione del lavoro, partendo dalle procedure di assunzione;

  • opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda;

  • equità remunerativa per genere;

  • tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro, ad esempio, in fatto di maternità, congedo parentale o altre misure in tal senso.

Ogni area contribuisce in percentuale variabile alla misurazione del livello attuale dell’impresa e, per la valutazione, viene considerato anche il suo miglioramento nel tempo. La certificazione parità di genere, si ribadisce, non è obbligatoria e avviene su base volontariarichiesta dell’impresa nei confronti di uno degli organismi autorizzati al rilascio. Scopriamo chi sono.

CHI RILASCIA LA CERTIFICAZIONE

A rilasciare la certificazione parità di genere sono gli organismi di valutazione della conformità accreditati in questo ambito ai sensi del Regolamento (CE) n. 765/2008. Parliamo di organismi competenti e imparziali, che abbiano loro stessi adottato un sistema di gestione conforme alla prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022. A oggi, gli organismi di valutazione accreditati per la certificazione sono 50 e possono essere consultati in questo elenco, in continuo aggiornamento.

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VANTAGGI

Come anticipato, questo sistema serve a favorire l’adozione di politiche per la parità di genere e mira all’empowerment femminile (crescita lavorativa delle donne) a livello aziendale. Lo scopo è quello di migliorare la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro, di ottenere ruoli di leadership e di armonizzare i tempi vita familiare/privata con quelli lavorativi.

Rispetto agli altri Paesi Europei, infatti, l’Italia non ha fatto un buon lavoro finora sul gender gap  (discrepanza in opportunità, status e attitudini tra i due sessi). Secondo il Global Gender Gap Report 2024, disponibile in questa pagina, rispetto agli altri Paesi UE l’Italia si trova all’87° posto con il 70,3% (il 79° l’anno precedente). Secondo i dati ISTAT, poi, la retribuzione oraria in Italia è pari a 15,2 euro per le donne e a 16,2 euro per gli uomini. Il differenziale retributivo di genere è più alto tra i dirigenti (27,3%) e i laureati (18%). Inoltre, stando ai dati ISTAT pubblicati lo scorso febbraio: su 101.000 nuovi disoccupati, 99.000 sono donne.

Obiettivo di questa misura, quindi, proprio come lo è anche per la stessa Legge per la parità salariale, è abbassare il cosiddetto “gender gap”, che raggiunge picchi del 44% in Italia se si parla di stipendio.

INCENTIVI E BONUS PER LE AZIENDE

Al fine di promuovere l’adozione della certificazione della parità di genere da parte delle imprese, tra l’altro, il sistema prevede delle premialità per le aziende certificate. Più precisamente, gli incentivi attualmente previsti sono i seguenti:

  • sgravio dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro. In base all’articolo 5, comma 2, della Legge 5 novembre 2021 n. 162, alle aziende private che siano in possesso della certificazione della parità di genere viene concesso un esonero dal versamento di una percentuale dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per l’anno 2022;

  • riconoscimento di un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali, da parte di autorità titolari di fondi Europei, nazionali e regionali, ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti. Questa misura è prevista dall’articolo 5, comma 3, della Legge 5 novembre 2021 n. 162.

  • diminuzione della garanzia prevista per la partecipazione alle procedure di gara da parte di aziende certificate, oltre alla possibilità per le amministrazioni aggiudicatrici di istituire sistemi premiali legati al possesso della certificazione di genere. Questa misura è prevista dal Decreto legge 30 aprile 2022, n. 36.

  • dal 6 dicembre 2024 è inoltre possibile presentare domanda per ottenere i contributi per la certificazione parità di genere. Il Dipartimento per le pari opportunità ha pubblicato il bando concedeva per l’anno in corso contributi fino a 12.500 euro alle MPMI che vogliono ottenere la certificazione e mettono in campo interventi volti a diminuire le differenze di genere nelle aziende italiane.
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IL PORTALE CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE

Dal 22 dicembre 2022 è online il Portale per la certificazione parità di genere, sviluppato da Sogei e accessibile a questo indirizzo. Il portale si rivolge a cittadini e imprese e ha l’obiettivo di fare conoscere e promuovere questo nuovo approccio al mondo del lavoro, in linea con gli obiettivi del PNRR e gestito dal Dipartimento per le pari opportunità. Sul portale sono presenti, tra le altre cose, le seguenti informazioni:

  • l’elenco aggiornato degli organismi di valutazione accreditati per la certificazione;

  • il numero delle imprese certificate;

  • gli avvisi destinati alle imprese e agli organismi di certificazione per le misure di supporto alle piccole e medie imprese, nonché microimprese per l’ottenimento della certificazione;

  • le risposte alle domande frequenti (FAQ) che trovate in questa guida.

Sulla piattaforma, infine, vengono raccolti i dati disaggregati per genere e di informazioni sulla certificazione. Questi dati permetteranno di monitorarne l’avanzamento e di valutare eventuali miglioramenti per la sua implementazione.

COSTO CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE

La certificazione parità di genere ha costi variabili che sono influenzati dalle spese effettuate per i servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione.

Per la spesa vanno anche considerati i veri e propri costi di certificazione (ossia il raggiungimento degli standard previsti), anch’essi variabili di caso in caso, a seconda delle politiche e delle azioni che l’impresa deve mettere in campo e degli organismi certificatori. In genere, si parla di cifre comprese tra i 12.000 e i 30.000 euro all’anno, a seconda dei punti di partenza.

Tuttavia, come vedremo nel paragrafo successivo, esistono degli aiuti e degli incentivi a sostegno delle imprese che intraprendono questo percorso.

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QUANDO SCADE LA CERTIFICAZIONE

La certificazione per la parità di genere ha validità triennale ed è soggetta a monitoraggio annuale. Ciò significa che ogni tre anni bisognerà richiedere una nuova valutazione e che, nel corso dell’anno, si potrebbe addirittura revocare per perdita dei requisiti. Rispetto all’evoluzione delle politiche adottate viene effettuata anche una verifica ogni due anni.

RIFERIMENTI NORMATIVI

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GUIDA AI CONTRIBUTI PER LE PARITÀ DI GENERE

Mettiamo a vostra disposizione la guida aggiornata sui contributi per ottenere la certificazione sulla parità di genere e il nostro articolo che vi spiega come ottenere l’esonero contributivo per la parità di genere nel 2025.

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo di leggere anche gli approfondimenti su:

Vi consigliamo di leggere l’elenco con tutti gli incentivi alle assunzioni attivi in Italia e il report che fa luce su quali sono i settori e le professioni in cui il tasso di disparità uomo-donna è sopra la media.

Vi consigliamo anche la nostra guida sugli incentivi assunzioni neo mamme o l’articolo sulla parità di genere nei concorsi pubblici. Mettiamo a vostra disposizione anche la guida aggiornata su tutti i bonus 2025. Utile anche la guida su tutti i contributi a fondo perduto che si possono richiedere nel 2025. Potrebbe interessarvi poi, l’elenco dei principali incubatori e acceleratori per startup in Italia.

Per conoscere tutte le altre forme di agevolazioni è possibile visitare la nostra pagina dedicata gli aiuti per le imprese.

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