Pubblicata l’analisi del mercato del lavoro in Italia di marzo 2023, redatta congiuntamente dal Ministero del Lavoro, ANPAL e Banca d’Italia.
Dai dati emerge che il 2023 è iniziato con un’accelerazione del trend della domanda di lavoro nel settore privato non agricolo. Le assunzioni al netto delle cessazioni sono state 51.000 a gennaio e 55.000 a febbraio, mentre erano state in tutto 45mila negli ultimi 2 mesi del 2022.
In questo articolo vi illustriamo quali sono i dati relativi al mercato del lavoro in Italia aggiornati a marzo 2023, la loro evoluzione e le altre proiezioni.
CRESCE L’OCCUPAZIONE NEL PRIMO BIMESTRE 2023
Dal report del Ministero del Lavoro, ANPAL e Banca d’Italia relativo a marzo 2023 emerge che l’occupazione dipendente continua a crescere, sebbene vi sia un certo rallentamento. Dopo il marcato rallentamento nella seconda metà del 2022, nei primi 2 mesi del 2023 la domanda di lavoro nel settore privato non agricolo è tornata a crescere a ritmi sostenuti.
Tra gennaio e febbraio sono stati creati oltre 100.000 posti, al netto delle cessazioni. Vi è stato, ovvero, un incremento superiore al doppio di quello del bimestre precedente e maggiore di circa un terzo rispetto agli stessi mesi del 2019, precedenti la pandemia.
AUMENTANO I CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO
Nel primo bimestre 2023, l’incremento di posti di lavoro ha riguardato esclusivamente la componente a tempo indeterminato. Quella a termine è rimasta sostanzialmente stabile e l’apprendistato ha registrato un calo di circa 8.000 unità.
La ricomposizione dell’occupazione verso forme di impiego più stabili, in atto dall’anno passato, potrebbe essere meno intensa nei prossimi mesi. Il tasso di trasformazione delle posizioni a termine in contratti a tempo indeterminato si è stabilizzato negli ultimi otto mesi. La quota di nuovi contratti temporanei sul totale delle assunzioni ha ripreso ad aumentare.
TIPI DI CONTRATTO: DATI FINO A MARZO 2023
Questi i dati per le attivazioni, trasformazioni e cessazioni per tipologia di contratto, nel primo bimestre del 2023, da gennaio a febbraio, le attivazioni nette sono:
- per i contratti a tempo determinato: -4.000 a novembre 2022, 4.000 a dicembre 2022, -4.000 a gennaio 2023 e 10.000 a febbraio 2023;
- relativamente ai i contratti di apprendistato: -2.000 a novembre 2022, -4.000 a dicembre 2022, -4.000 a gennaio 2023 e 4.000 a febbraio 2023;
- per i contratti a tempo indeterminato: 39.000 a novembre 2022, 12.000 a dicembre 2022, 59.000 a gennaio 2023 e 48.000 a febbraio 2023.
I SETTORI IN CRESCITA E QUELLI IN CALO
La domanda di lavoro è stata trainata soprattutto dai servizi, che avevano registrato tassi di crescita complessivamente contenuti nell’ultima parte del 2022. In particolare, nel turismo si sono osservati 22.000 nuovi posti di lavoro, pari a un quinto del totale delle posizioni create nel primo bimestre del 2023.
Nell’industria in senso stretto, dopo il rallentamento della scorsa estate, la dinamica dell’occupazione ha continuato a rafforzarsi, anche per la ripresa dei settori a maggiore intensità energetica che, nell’ultima parte del 2022, hanno beneficiato del calo dei prezzi dell’energia. Le costruzioni fanno registrare andamenti sostanzialmente stabili.
DIVARIO DI GENERE E DATI TERRITORIALI IN ITALIA A MARZO 2023
Dopo la frenata degli ultimi mesi del 2022, l’occupazione femminile è tornata a salire a gennaio e febbraio dopo gli anni neri della pandemia. Tre anni fa, infatti, l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid 19 aveva ampliato i divari di genere che caratterizzano il mercato del lavoro italiano. Nel 2020 le donne hanno perso più di 70.000 posti di lavoro mentre l’occupazione maschile è aumentata di oltre 60.000 unità. Dalla metà del 2021 l’occupazione femminile è, invece, cresciuta più velocemente, raggiungendo livelli storicamente elevati.
Nell’ultimo anno e mezzo le donne hanno contribuito per quasi il 40% alla creazione di posti di lavoro, un valore superiore di 2,5 punti percentuali rispetto al biennio 2018 2019.
DIVARIO PER GENERE NEI DIVERSI SETTORI
Per quanto riguarda i settori, tra gli uomini, quasi un terzo dei nuovi posti di lavoro creati nel 2021 2022 sono stati registrati nelle costruzioni.
Il contributo del settore alla crescita complessiva dell’occupazione maschile è praticamente raddoppiato rispetto al 2018 2019, erodendo la quota relativa del commercio e dell’industria in senso stretto. Il comparto edile continua, invece, a incidere solo marginalmente, per circa il 5%, sulle attivazioni nette femminili. Cioè, tra le donne, oltre la metà dei nuovi impieghi si sono concentrati nel commercio e nel turismo.
Negli ultimi due anni le donne hanno occupato circa la metà dei nuovi impieghi a termine, ma solo un terzo di quelli a tempo indeterminato. Il divario, evidente anche prima della pandemia, è riconducibile alla forte presenza femminile nelle attività di alloggio e ristorazione. In questi comparti più della metà dei posti di lavoro creati sono stati a tempo determinato, a fronte di un quarto nel resto dell’economia.
DIVARIO TERRITORIALE NEL MERCATO DEL LAVORO FINO A MARZO 2023
A livello territoriale, la nota redatta congiuntamente dal Ministero del Lavoro, ANPAL e Banca d’Italia segnala che nei primi due mesi del 2023 oltre l’80% dei posti di lavoro creati si è concentrato nelle Regioni centro settentrionali. Le Regioni meridionali hanno tuttavia superato il sostanziale ristagno della seconda metà del 2022, registrando una dinamica occupazionale in lieve espansione.
LIEVE FLESSIONE DELLA DISOCCUPAZIONE
Anche nel 2022 è proseguita la flessione della disoccupazione amministrativa, misurata dalle dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro (DID). Alla fine dell’anno le DID erano 80.000 in meno rispetto a 12 mesi prima. Anche a causa del rallentamento della domanda di lavoro nei servizi osservato nella seconda metà dell’anno, la tendenza è stata però nettamente più debole rispetto al 2021 (-300.000 persone). Emergono, inoltre, ampie differenze territoriali.
Tra le Regioni più grandi, il calo di disoccupati amministrativi si è attenuato in Campania e si è arrestato in Lombardia, Lazio, Sicilia ed Emilia Romagna. Si è, invece, intensificato in Veneto. Nel secondo semestre del 2022, al calo delle uscite dallo stato di disoccupazione connesse con l’ottenimento di un impiego (circa un quinto in meno nel confronto con gli stessi mesi del 2021) si è associato un incremento del numero di lavoratori che sottoscrivono mensilmente una nuova DID (quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente).
In linea con i dati dell’ISTAT, che segnalano una diffusa crescita dei tassi di partecipazione, questi flussi si sono rafforzati in tutte le classi di età, aumentando soprattutto nel Mezzogiorno.
DATI MERCATO DEL LAVORO ITALIA MARZO 2023, LE FONTI
Le fonti dell’analisi del mercato del lavoro 203 sono le Comunicazioni obbligatorie e le Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro. La prima base dati è aggiornata al 28 febbraio 2023, la seconda al 31 dicembre 2022. I dati sono provvisori e soggetti a revisione. Per maggiori informazioni, potete consultare la nota (Pdf 1 Mb) redatta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalla Banca d’Italia e dall’ANPAL.
AGGIORNAMENTI
Per conoscere la situazione sulle assunzioni dal bollettino Excelsior di novembre 2022 vi invitiamo a leggere questo approfondimento. Mettiamo a vostra disposizione infine il report 2023 con tutti i dettagli sull’aumento del costo del lavoro in Italia. Per approfondire, vi consigliamo anche la lettura del nostro focus che analizza i dati sullo stipendio medio in Italia nel 2023.
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