Mobbing sul lavoro: che cos’è e come tutelarsi

mobbing

Che cos’è il mobbing? Come riconoscerlo? Quali sono le sue conseguenze? Come tutelarsi? Ecco tutte le informazioni utili su questa importante tematica del mondo del lavoro.

CHE COS’E’ IL MOBBING

Per capire chiaramente che cosa sia il mobbing è fondamentale conoscere il significato del termine “Mobbing“. L’etimologia della parola risale al verbo inglese [to] mob, cioè «assalire, molestare». Quindi con la parola Mobbing ci si riferisce ai comportamenti violenti che qualcuno o un gruppo rivolge ad un suo membro. In relazione all’ambito lavorativo, è definito come una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti, da parte di colleghi o superiori. In poche parole, un atteggiamento che impedisce alla vittima di lavorare o di svolgere serenamente la propria attività. Tale comportamento può anche essere messo in atto da persone che abbiano una certa autorità sulle altre (ad esempio capi area, responsabili, direttori), in tal caso si parla di bossing.

Questa condizione di persecuzione psicologica sull’ambiente di lavoro ci è nota da più di un secolo. Infatti il primo a parlare di Mobbing è stato lo psicologo svedese Heinz Leymann già alla fine dell’800. In Italia, la tematica è stata introdotta dallo psicologo tedesco Harald Ege, che per primo nel 2002 ha pubblicato un metodo per identificare il fenomeno e i suoi danni tramite il riconoscimento di 7 parametri (il cosiddetto metodo Ege).

COME E PERCHÈ NASCE IL MOBBING?

La stessa logica che oggi ispira certi valori e criteri organizzativi può essere terreno fertile per la violenza psicologica. La competizione per il raggiungimento degli obiettivi e gli stimoli per migliorare la produzione possono essere dei punti di partenza di un atteggiamento negativo che può sfociare nel Mobbing. Ci sono poi da considerare anche altri aspetti non propriamente professionali, che rientrano nella sfera delle relazioni umane e delle loro varie sfumature (antipatia nei confronti della vittima, simpatia per colui/colei che potrebbe potenzialmente sostituire la vittima, etc.).

Il Mobbing avviene perchè nessuno lo impedisce. Gli spettatori non tentano di fermare chi mette in atto il Mobbing e, con il loro silenzio, lo favoriscono. Il motivo di tale comportamento è facilmente intuibile: la paura. Paura di essere coinvolti, di avere ritorsioni di qualche genere o addirittura di perdere il lavoro. Possiamo quindi dire che vi è una specie di omertà professionale che non solo favorisce la nascita del Mobbing, ma facilita anche la sua evoluzione.

COME SI RICONOSCE IL MOBBING?

Riconoscere il Mobbing non è semplice. In genere, per rientrare nella definizione di Mobbing le azioni compiute dovrebbero:

  • ripetersi per un lungo periodo di tempo;
  • reiterarsi in modo sistematico e continuato;
  • avere uno scopo preciso, quindi essere azioni intenzionali (magari anche premeditate).

Il mobbizzato (come viene definita la vittima) viene letteralmente accerchiato e aggredito volontariamente da aggressori (detti mobber) che mettono in atto strategie comportamentali volte alla sua distruzione psicologica, sociale e professionale. I rapporti sociali diventano conflittuali e sempre più rari, portando la vittima all’isolamento e all’emarginazione totale.

Ogni situazione è a sé stante, ma i vari casi hanno dimostrato che nel Mobbing esiste una costante: la vittima è sempre in una posizione inferiore rispetto ai suoi avversari. Ovviamente l’inferiorità non è legata all’intelligenza o alla cultura del mobbizzato, ma al suo status nel contesto lavorativo. Ed è proprio lo status ad essere intaccato per primo durante il periodo di tempo in cui si subisce Mobbing, un periodo in cui la vittima perde gradatamente la sua posizione iniziale.

Gli elementi che vengono meno sono:
– la sua influenza;
– il rispetto degli altri verso di lui/lei;
– il suo potere decisionale;
– l’entusiasmo nel lavoro;
– la fiducia in se stesso;
– gli amici;
– la salute;
– la sua dignità.

La vittima di queste vere e proprie persecuzioni si vede emarginata, calunniata, criticata. Le vengono affidati compiti dequalificanti: viene spostata da un ufficio all’altro oppure viene sistematicamente messa in ridicolo di fronte a clienti o superiori. Nei casi più gravi si arriva anche al sabotaggio del lavoro e ad azioni illegali. Lo scopo è sempre il medesimo: eliminare una persona divenuta in qualche modo “scomoda”, inducendola alle dimissioni volontarie o provocandone un motivato licenziamento.

ESEMPI DI COMPORTAMENTI VESSATORI

Per maggior chiarezza, di seguito degli esempi pratici di comportamenti vessatori:

  • sottrazione ingiustificata di incarichi o della postazione di lavoro;
  • dequalificazione delle mansioni a compiti banali (fare fotocopie, ricevere telefonate o compiti con scarsa autonomia decisionale);
  • rimproveri e richiami, espressi in privato ed in pubblico, anche per banalità;
  • dotare il lavoratore di attrezzature di lavoro di scarsa qualità o obsolete (arredi scomodi, ambienti male illuminati, pc mal funzionanti) così da rendere difficile lo svolgimento del lavoro;
  • interrompere il flusso di informazioni necessario per l’attività (chiusura della casella di posta elettronica, restrizioni sull’accesso a Internet);
  • continue visite fiscali in caso malattia.

CHE COS’E’ IL BOSSING?

Si definisce bossing quella forma di mobbing compiuto dai superiori o dai dirigenti dell’azienda, quasi sempre con lo scopo preciso di indurre il dipendente alle dimissioni. Viene chiamato anche mobbing verticale. Grazie al lavoro secolare dei sindacati, al giorno d’oggi i diritti dei lavoratori sono molto tutelati, quindi per un’azienda è difficile licenziare qualcuno senza problemi. Tuttavia, soprattutto in tempi di crisi, molte aziende sono costrette a ridurre il personale. In questi casi il bossing diventa un metodo per raggiungere gli obiettivi prefissati (licenziamento o riduzione del personale) senza interferenze da parte dei sindacati. Si può definire una vera e propria strategia aziendale.

QUALI SONO LE CONSEGUENZE DEL MOBBING?

Le conseguenze negative del Mobbing non coinvolgono solo la vittima, come verrebbe naturale pensare, ma vanno a intaccare l’azienda. Infatti i danni ricadono anche sulla serenità e produttività dell’ambiente in cui è consumato il Mobbing.

GLI EFFETTI SUL MOBBIZZATO

Partiamo dal punto di vista del mobbizzato: per la vittima le prime immediate conseguenze del Mobbing sono i problemi di salute legati alla somatizzazione della tensione nervosa. Tra i possibili sintomi troviamo:
– palpitazioni;
– tremori;
– difficoltà respiratorie;
– problemi di espressione;
– sudorazione fredda;
– dermatite e problemi cutanei;
– cefalea;
– gastriti e disturbi digestivi.

Un’altra sfera dell’esistenza che risente dello stress è il sonno: incubi, sonno interrotto, insonnia. La pressione psicologica, poi, può portare a disturbi più evidenti ed invasivi come:
– annebbiamento della vista;
– difficoltà di memoria e di concentrazione;
– capogiri e svenimenti.
Ansia, esaurimento nervoso, depressione, insonnia, nevrosi, isolamento sociale, attacchi di panico. Questi i risultati del Mobbing, che si espandono a macchia d’olio nelle altre sfere della vita del mobbizzato intaccando l’umore, le relazioni familiari e sociali, la capacità di affrontare le incombenze quotidiane, fino a incidere sulla voglia di continuare a vivere, portando anche al suicidio nei casi più gravi.

GLI EFFETTI SULL’AZIENDA

Per l’azienda il Mobbing ha effetti ugualmente devastanti, principalmente sul piano economico: se una persona è vittima di Mobbing le sue prestazioni lavorative saranno inferiori per via di tutti i disturbi sopra indicati. La mancanza di serenità sul posto di lavoro, sommata ai problemi di salute elencati, portano ad un minore rendimento della risorsa e quindi ad una perdita economica per l’azienda.

Inoltre, al di là delle questioni legate ai costi, per le aziende ci sono gravi conseguenze anche sul piano sociale: se i dipendenti si dimostrano scontenti delle condizioni di lavoro a cui sono sottoposti e ne parlano al di fuori delle mura aziendali, l’immagine della ditta ne risente inevitabilmente e la concorrenza può approfittarne.

LE LEGGI E LA NORMATIVA SUL MOBBING

Da diversi anni vengono presentati alcuni disegni di legge, ma nessuno di questi è mai stato approvato in legge. Dal punto di vista legale, quindi, in Italia non esiste una legislazione specifica relativa al mobbing, ma le azioni e le conseguenze del mobbing possono rientrare in altre fattispecie di reato. Non essendoci leggi apposite, per tutelare la vittima di Mobbing la legge italiana fa riferimento a diversi articoli della Costituzione, che accennano ai diversi comportamenti che caratterizzano il Mobbing e che rientrano in fattispecie contemplate da vai articoli del codice penale italiano, come l’abuso d’ufficio, percosse, lesione personale volontarie, atti persecutori (in inglese Stalking), ingiuria, diffamazione, abusi sessuali, minaccia, molestie.

Ad esempio, la più frequente azione da Mobbing consiste nel dequalificare il lavoratore per demotivarlo e costringerlo alle dimissioni. Sul piano giuridico, il demansionamento è vietato perché costituisce sempre lesione del diritto fondamentale alla libera esplicazione della personalità del lavoratore nel luogo di lavoro, tutelato dagli art. 1 e 2 della Costituzione. Quindi il danno che ne deriva è suscettibile di risarcimento.

A parte le norme generali a tutela della persona (contenute nell’art. 2 e 3 della Costituzione), vi sono anche altre norme che tutelano l’individuo nella realtà lavorativa, ad esempio:
– Art. 32, che riconosce la tutela della salute come diritto fondamentale dell’uomo;
– Art. 35, che prevede la tutela del lavoro in tutte le sue forme;
– Art. 41, che vieta lo svolgimento della attività economica privata se esercitata in contrasto con l’utilità sociale o qualora rechi danno alla sicurezza, alla libertà ed alla dignità umana.
Inoltre, la legge italiana disciplina anche il risarcimento del danno biologico, cioè la lesione dell’integrità fisica della persona (ad esempio i danni alla salute), situazione molto frequente in casi di Mobbing. Sono invece maggiori le difficoltà per ottenere il risarcimento del danno morale, poiché più complesso da dimostrare.

Altro aspetto disciplinato dal Legislatore ed importante ai fini del Mobbing, è costituito dalla normativa in tema di sicurezza sul lavoro, dettata dal decreto legislativo n. 81/2008. La materia della sicurezza sul lavoro cita indirettamente il tema del Mobbing, poiché definisce il concetto di “salute del lavoratore” come “assenza di malattia o d’infermità”, ma anche come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. Partendo da questo presupposto, il datore di lavoro ha l’obbligo, non solo di non evitare condotte negative che possano minare alla salute psico-fisica del lavoratore, ma anche di creare un ambiente lavorativo sereno così da prevenire e proteggere la salute e la sicurezza di quest’ultimo.

MOBBING SUL LAVORO: COME TUTELARSI

A chi può rivolgersi una persona che subisce mobbing? In Italia purtroppo non esistono centri di competenza in grado di supportare un lavoratore vittima di vessazioni sul lavoro, quindi il mobbizzato può trovare sostegno in amici, parenti, colleghi etc., ma difficilmente troverà un supporto professionale. La soluzione ideale sarebbe offrire all’interessato sostegni utili per affrontare la situazione: un supporto di tipo sociale e uno di tipo legale.

COSA FARE IN PRATICA

Cosa è consigliato fare in caso di Mobbing? Rivolgersi ad un legale per avere una consulenza e rivolgersi ad enti di supporto, se sono presenti nella propria città. Ad esempio alcune Organizzazioni Sindacali offrono un sostegno in termini di consulenza e anche di assistenza legale. Esistono anche studi giuslavoristi specializzati in mobbing e discriminazioni lavorative. In caso di reati penali è indispensabile rivolgersi ad un Avvocato penalista.

di Elena B.
Redattrice, esperta di lavoro, impiego estero e formazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
Tutti gli annunci di lavoro pubblicati sono rivolti indistintamente a candidati di entrambi i sessi, nel pieno rispetto della Legge 903/1977.

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72 Commenti

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  1. Buongiorno lavoro come estetista dove sono stata assunta a 4o ore in regola e un fuori busta ….. dopo il covid per venirci incontro è sparito il fuori busta mai tornato dopo due anni post covid e diminuzione dello stipendio . Io sono sola con un figlio e affitto da pagare … ovviamente non sono più serena come un tempo arrivo a fatica a fine mese ma il sorriso al lavoro c è sempre …. Dopo una lettera di comportamento altre sue volte mi rimprovera che ci sono clienti che non mi vogliono più e che non è assolutamente vero xche chiesto a qst inoltre lei non licenzia ma diminuisce le ore xche fa in modo che siano le dipendenti ad andare via come già successo con tre …… mette in bocca cose alle mie colleghe non vere perché se le inventa di sana pianta …… dice di non avere soldi quando invece continua a comprare prodotti su prodotti …… ha assunto persino un altra con partita iva

  2. Buongiorno a tutti, è da un po’ di tempo che sto male al lavoro a causa della pressione psicologica continua che subisco dai colleghi. E capitato di andare a lamentarmi con il datore di lavoro e un paio di volte sono esplosa con alcuni colleghi creando indifferenza da parte loro e di conseguenza da parte dei datori di lavoro …ho preso malattia a causa di ciò ma ….ora non c’è la faccio più…. soffro di attacchi d’ansia, insonnia e difficoltà ad avere rapporti con le persone. Vorrei chiedere le dimissioni, ma… ho bisogno di lavorare. Non so più che fare. Ci sto perdendo in salute e vita sociale. Aspetto un consiglio. Grazie.

    • Buongiorno, la sua salute è sicuramente l’aspetto più importante, quindi considerato quanto scrive sarebbe utile se si rivolgesse ad un medico specializzato affinché la aiuti ad uscire dallo stato psicologico in cui si trova. In parallelo dovrebbe cercare altre opportunità di impiego per valutare alternative, dato che ha già provato a far presenta il problema senza ottenere nulla. Ovviamente esiste anche l’opportunità di andare per vie legali ma generalmente viene considerata come l’ultima spiaggia. Se trovasse qualcuno all’interno dell’azienda in grado di comprendere la sua situazione e darle supporto sarebbe un primo step positivo. Si faccia forza perché il modo per uscirne c’è.

  3. buonasera Lavoro per una Azienda Multinazionale metalmeccanica, ho iniziato ad avere problemi dopo circa 8 mesi tempo che sono stato assunto, improvvisamente cambiato mansione, mettendomi contro qualche collega, parecchi richiamami verbali, una lettera di ammonizione, strumenti e mezzi vecchi, addirittura mi hanno ricambiato di mansione, mettendomi a fare ciò che non posso fare perché deciso dal medico del lavoro per problemi di salute con prescrizione, ovviamente loro fanno finta di non saperlo. sono quasi 2 anni che mi porto diversi problemi: ansia, nervosismo, mal di testa, problemi cognitivi, problemi di concentrazione, dislessia, incubi. premetto che non ho mai sofferto di problemi di questo genere. purtroppo questi problemi me li porto quoditianamente a casa. avvolte riesco a fare finta di nulla con la mia famiglia, ma la maggior parte delle volte non ci riesco, pensando addirittura di essere un peso per la mia famiglia. sono arrivato al limite. sto documentando tutto e informando tutte le persone che mi sono vicino perché se un giorno non dovessi farcerla a sopportare tutto questo e mi succedesse qualcosa, solo allora chi avrà responsabilità pagherà tutto per come si stanno comportando nei miei confronti. sono le 01.00 e penso ai problemi del lavoro come la maggior parte della notte.

    • Se sei vittima di mobbing devi rivolgerti ad un avvocato, puoi agire davanti al giudice civile o al giudice penale. Sarà l’avvocato a consigliarti come procedere dopo aver analizzatoi l tuo caso. Devi documentare tutto, perchè avrai bisogno di prove, più ne hai, più avrai possibilità di vincere la causa. In parallelo a questo, ti consiglio di iniziare da subito a cercare un altro lavoro, non puoi continuare a vivere in questo modo, piuttosto accetta un ruolo diverso, valuta anche un mestiere differente, chiedi a conoscenti o parenti se conoscono qualcuno che cerca personale e manda tante candidature online. Ogni candidatura deve essere personalizzata per l’azienda a cui la scrivi, allega una lettera di presentazione in cui fai percepire quanto sei motivato a cambiare lavoro, la tua disponibilità ad imparare e l’impegno che potresti metterci. Evita di parlare della tua situazione di disagio attuale, alla nuova azienda interessa sapere il valore aggiunto che tu potresti dare, non otterrai vantaggi segnalando la situazione di ‘mobbing’ in cui ti trovi.
      Spero di esserti stata di aiuto.
      Forza e coraggio, tutto può cambiare, bisogna crederci e bisogna agire.

  4. Sono una dipendente regolarmente assunta di primo liv da circa 3 anni nel settore artigiano faccio un sacco di ore pagate sempre! Portato in neg pacchetto clienti che mi hanno seguita da più di 25 anni! Circa una 70ina
    Ora il mio datore di lavoro mi fa pressione che devo fare più clienti in meno tempo! Mobbing!! Sono stata appena operata alla mano! Tendini e tunnel. Mi vuole togliere un fuori buista! Come mi devo comportare? perché vuole tenere una collega in nero le costa. Meno!!

  5. Io sono vittima di mobbing dal 2008 neo 2012 ho dato le dimissioni perché un collega no mi faceva pui vivere quando è stato assunto mi faceva l occhiolino quando a visto che che la cosa non mi dava fastidio. Ha cominciato ha mobbizarmi fino a portarmi per esasperazione ad andarmene. Poi sono stata richiamata al lavorare lì ora l azienda va bene ed il collega ha ripreso a minacciarmi

  6. Mio figlio ha preso un bar da 5 mese. La vicina al bar offro caffè ai mie clienti per non farci lavorare. C’è qualcosa che io posso fare per fermarlo ?

  7. Salve ho bisogno di aiuto urgente mio marito dipendente da 34 anni per un circolo sportivo storico si trova da due anni da quando è cambiato il collegio è il presidente
    Ad essere continuamente sottoposto a pressioni verbali perché ne lui e ne i colleghi vogliono firmare il nuovo contratto proposto dal primo maggio dove retrocedono il livello e lo stipendio!! In pratica questo mese sono stati pagati con lo stipendio deciso dal circolo! Ora dopo tanti soprusi verbali hanno detto che l’avvocato del circolo farà con ognuno di loro un incontro individuale! Mio marito non dorme più ed ha la pressione sempre alta! Cosa ci consiglia?
    Grazie infinite

    • Ma il contratto che aveva era a tempo determinato e adesso devono fare un rinnovo? Comunque conviene chiedere consiglio ad un avvocato che possa valutare bene la situazione

  8. Salve lavoro da 5 anni come.portiere di notte in hotel 4 stelle. Da receptionist del primo anno al secondo ho dovuto aumentare le mansioni, potare siepi, spazzare il terrazzo, vuotare cestini e posacenere, dare lo straccio pulire le porte… il tutto ogni anno aumentava qualcosa adesso se per caso non svuoto un posacenere apriti cielo….non lo fai mai, non pulisci mai, mettono sempre il.mai per enfatizzare, i colleghi e responsabili mi stanno accerchiato lentamente, come se trovassero un capro espiatorio per le loro frustrazioni sui miei errori…..
    Spesso si tratta a volte di nn svuotare un cestino semivuoto, o un posacenere di 16 presenti nn svuotato…. oppure dimenticarsi o confondere un passaggio consegne proprio per la mancanza di serenità…vivo male a casa. E immancabilmente nel turno di riposo mi mandano un messaggio dove foto alla mano mi mostrano un errore così anche il riposo e rovinato essendo molto emotivo ci penso anche a casa e nn stacco mai e scarico in famiglia il nervosismo…. tante cose dimenticandosi che sono un receptionist….ma oltre questo è la Confidenza che porta a sbattere in faccia stile mister di calcio o marine esercito, andando sul personale, tipo se nn hai pii voglia se nn ti va più vai via , sei ancora in vacanza, nn ti Impegni, lavori male, non ci siamo…. fai il turno più facile e sbagli sempre….sto fumando e vivendo male dentro e fuori sempre con lansia che se capitasse un errore vero sarei gambizzato…perdono rispetto per me giorno per giorno e come se fosse facilissimo per loro trattarmi male perché nn reagisco mai per paura di perdere il lavoro ho mutuo e 2 gemelli di 2 anni….
    Nn so se si tratta di mobbing e nn saprei manco se sono esagerato io ma sto soffrendo mi pesa vedere l orologio e sapere xhe tra poche ore devo riandare a lavoro e nn posso sbagliare nulla..la perfezione è la normalità…un piccolo errore o dimenticanza però è imperdonabile..
    Grazie mille

    • Ciao, faccio un lavoro diverso ma mi sembra di vivere la tua stessa condizione…..tra le altre cose quella sensazione di disturbo per un messaggio che cambia l’umore e che va ad intaccare lo stato d’animo in un momento sereno. “E’ solo un messaggino” mi dicono, che ci vuole a leggerlo. Difficile da spiegare ma è davvero devastante. Per il resto, come te, mi accorgo che con il tempo tutto quello che credevo essere la mia disponibilità, sono diventati i miei doveri e quello che credevo un beneficio apportato diventa ovvio. Forse siamo solo persone molto responsabili e approfittano del nostro senso del dovere, ma soprattutto sanno che tenere bassa l’autostima non fa crescere lo stipendio. Vorrei darti un consiglio ma ho lo stesso problema e temo sia mobbing.

  9. Salve lavoro in un azienda da 25 anni , questa è molto grossa più di 1500 dipendenti, io sono una semplice operaia. Da 14 anni non faccio più i turni lavoravo dalle 6 alle 14 e da allora lavoro fuori linea
    Da quasi un anno è arrivato un nuovo capo reparto che mi ha cambiato L orario di lavoro non mi firma mai permessi e ferie tranne le 3 settimane d’obbligo dove in realtà a me né spettano più di 4 dato che maturo 200 ore di sole ferie all’anno e ogni volta che sono in malattia esce L Inps mandato dalla ditta cosa che fino a 6mesi fa non era mai successo …sono stanca ho attacchi di ansia e mi sento come se subissi mobbing

  10. Buonasera, vorrei un’opinione in merito alla mia situazione. Lavoro in un negozio da 17 anni con contratto a tempo indeterminato. Le mie mansioni sarebbero cassa e centralino ma, negli anni mi sono stati affidati una marea di compiti. Si licenziava o licenziavano qualcuno… i compiti venivano “spalmati” sugli altri dipendenti, me compresa. Mai un aumento di stipendio…tutto dovuto, se accenni a chiedere qualcosa in più la risposta è sempre la stessa.. quella è la porta! Ma io ho bisogno di lavorare ed ho tenuto duro ma ad oggi anche compiti riguardanti la gestione dei controlli per il COVID, Green Pass toccano a me! Il titolare me li impone dicendomi che devo lavorare.. mi parla aggressivamente alzando sempre la voce. Ora sono affetta da ansia che non sempre tengo sotto controllo con i medicinali. Sono stata anche al PS! Voi cosa fareste al posto mio.. quale sarebbe la strategia migliore per migliorare la situazione o per abbandonare senza subendo il minor danno. Ho provato a cercare lavoro altrove ma competenza e buona volontà se sei 50 enne NON bastano.
    Attendo suggerimenti, GRAZIE.

    • Secondo me, dovresti entrare in un altra dimensione, dove non è importante rispettare le aspettative e i giudizi del datore di lavoro. Hai un tempo per fare le cose, fai quello che puoi e fallo bene.
      Se non ti danno possibilità di crescere, non ricevi gratificazioni e comunque non hanno considerazione di te, vuol dire che stanno approfittando della tua risorsa oltremodo! Il mio consiglio pone un limite fisico, o fai una cosa o fai l’altra, il tempo quello è. Hanno bisogno di te, se non basta, troveranno loro la soluzione ad un problema che non ti compete, ma tu resti comunque preziosa. Diversamente è un posto comunque senza futuro! Quando ero giovane avevo una visione romantica del lavoro, a oltre 50 senza possibilità di crescere, sento la necessità del sostegno economico, é triste, ma difendo la mia dignità, il mio lavoro, il mio tempo e soprattutto la salute.

  11. Buonasera. Io sono stata costretta alle dimissioni dal mio editore ( ero direttore responsabile di una rivista di commercio e turismo ) per una serie di comportamenti volti a sminuire il mio ruolo. Contemporaneamente alle mie dimissioni loro mi avevano fatto pervenire, tramite PEC, una recessione unilaterale per ” riorganizzazione aziendale ” con decorrenza immediata.
    Son riuscita a far mettere agli atti la mia lettera di dimissioni, tuttavia da mesi ho subito un crollo psicologico dal quale non mi sto riprendendo.
    Inoltre ho subito l’ allontanamento di amici e colleghi coinvolti in vari modi nella vicenda.
    Sono iscritta all’ albo dei giornalisti, ma il mio editore non è giornalista, dunque è impossibile fare una denuncia all’ Ordine. Inoltre, il giornalista che mi è subentrato nel ruolo di direttore responsabile ( e che io conosco bene ) si nega al telefono.
    Posso invocare il mobbing ? Devo rivolgermi a un legale ?

  12. Buongiorno. Io subisco mobbing non direttamente dalla mia azienda, ma da parte di un professionista esterno che collabora a tempo pieno con noi. E’ una casistica esistente oppure non può essere considerato mobbing?
    Grazie

  13. Salve mi chiamo Carla, vorrei chiedervi come posso denunciare un caso di mobbing da parte dei colleghi, vengo ripetutamente parlata male e non vengo ascoltata quando chiedo materiale per la vendita dimenticavo lavoro in un bar pasticceria è da mesi che si manifesta questa situazione, vengo accusata di essere la preferita ma non è affatto così. Mi potete dare un consiglio perché ogni giorno vado a lavoro con ansia e persino mal di testa

    • Se questo comportamento scorretto arriva dai suoi colleghi, probabilmente il primo passo da fare è parlarne con i responsabili per segnalare il suo stato di difficoltà.

  14. Sono stato un badante fissa per 1 anno e 5 mesi, per tutto questo tempo mi hanno trattato male, dicono sempre che rubo cose, rubo soldi, guadagno troppo, questo è fatto dalla cugina della signora con cui lavoro e una altra Amica della signora, la signora ha un avvocato (tutor) e anche lei non fa nulla, i due rendono impossibile la vita, parlano male di me alle mie spalle, non riesco più a lavorare in questo modo, anche la signora a cui tengo è malata molto nervosa e il tutor lo sa e non fa nulla, so cosa fare, avevo pensato di dimettermi questa settimana, perché non dormo sono troppo stressata, cosa posso fare?

    • a me è successo lo stesso sul lavoro. ho dato le dimissioni. Il lavoro mi piaceva pero non al tal punto di rischiare la mia salute o la felicita della famiglia

  15. Recentemente sono stato convocato dal presidente della società dove faccio l’operaio: ha chiesto a me e ad un mio collega di licenziarci per essere riassunti con passaggio diretto ad un’ altra società del gruppo.
    Ho colto l’occasione per parlare di “crescita”…l’avessi mai fatto!!
    In quella sede, in presenza di direttore e del mio diretto superiore, mi viene detto lapidariamente che l’argomento è fuori luogo.
    Il giorno successivo mi chiedono di firmare, presenti solo il direttore e il capo.
    Mi hanno fatto notare la mia irriverenza e poi mi hanno massacrato di cattiverie con la cadenza di un martello.
    Alcuni esempi:
    io: lavoro qui da 5 anni
    Direttore: no tu lavori qui “solo” da 5 anni
    io: vorrei crescere
    Direttore: devi cambiare l’auto?
    io: ma?
    Direttore: Ti ho anche fatto avere un premio, etc …sempre con la cadenza del martello di un battilastra.
    Premetto che da poco, per via di una malattia, mi è stata imposta la limitazione di lavoro dall’alto.
    Direttore: non ti posso neanche mandare sul tetto a dipingere le strisce di giallo (con ghigno finale).
    Quest’ultima cosa mi ha fatto più male della malattia stessa… il direttore, facendo fulcro sulla mia limitazione, ha vanificato ogni altra mia capacità, facendomi pesare la malattia per fare una cosa che per assurdo non rientra neanche nelle mie mansioni. Lo odio.
    Per finire, il mio capo dice la sua : pensa che fuori di qui, c’è gente che per molto meno, va in giro armato di pistola a fare la guardia notturna… era la sua storia.
    Credo che questa frase coroni l’incubo di ogni mobbizzato; accettare la crisi con rassegnazione da parte mia……dall’altra parte per fortuna che c’è la crisi, cosi non potrai chiedermi di crescere.
    Odio anche il mio capo… ma il mio lavoro mi piace.
    Oggi ho ritirato l’esito dell’ecografia all’addome: fegato notevolmente ingrossato, ma forse non c’entra niente con questa storia.
    Grazie dell’attenzione

      • Ciao e grazie del sostegno…….non contento delle risposte ricevute da direttore e capo, mi sono rivolto con la mia solita irriverenza al Presidente chiedendo di potergli parlare, quando possibile.
        Credevo ignorasse la mia richiesta, ma sbagliavo….infatti:
        Ben presto il mio capo rimprovera la mia azione, di averlo quindi scavalcato, poiché rivolgendomi al presidente, egli a sua volta era stato rimproverato( insieme al direttore), di non aver fatto un buon lavoro, di non aver usato argomenti convincenti a contrastare le mie richieste.
        Nel frattempo io ho imparato ha rispondere quello che penso, ho detto semplicemente al mio capo che per parlare ad una persona è sufficiente che questo ti dia ascolto….tant’è che pensavo che il presidente non mi avrebbe mai ricevuto.
        Dire quello che penso vuol dire anche rifiutare di fare qualcosa che non trovo giusto….questo è un problema, quindi ben presto sono stato convocato.
        Mi sono trovato al cospetto di Presidente,Direttore, il capo più l’ impiegato che fa le veci di quest’ ultimo in sua assenza, al quale ho chiesto di aver maggiore rispetto della mia persona nel momento in cui mi ha chiesto di fare dello straordinario facendomelo passare per un dovere.
        Essendo stato convocato ho chiesto gentilmente il motivo…..il presidente altrettanto gentilmente mi dice che sono stato io a chiedere di parlargli.
        Ho parlato, ho ricordato che in occasione di un nuovo contratto, avrei voluto parlare di crescita professionale ed economica, ma mi è stato negato.
        Mi è stato spiegato che quella di spostare le persone da una società all’altra è una cosa che normalmente succede nelle aziende di un gruppo…..evinco che firmare è una formalità.
        Io, che generalmente sono una persona molto disponibile, avevo già comunque accettato di licenziarmi e di essere riassunto, semplicemente perché mi è stato chiesto. Ho concluso dicendo che però ne sono conseguite tutta una serie di cattiverie, dette a ritmo di un martello di battilastra, mirate a tenere bassa la mia autostima e che ho raccontato nel precedente post. :
        lavori qui solo da 5 anni!! devi cambiare l’auto?!non posso neanche mandarti sul tetto!! fuori c’è la crisi! etc etc.
        Il Direttore, ha negato di aver detto queste cose, ha mentito!! Il capo testimone dell’accaduto si è astenuto dal parlare.
        Il risultato e che io ho travisato tutto, che devo migliorare il modo di pormi e che in attesa di una posizione aperta non avrò possibilità di crescita.
        Di tutta questa storia non mi sconvolge la bugia, quello che trovo sconvolgente è il motivo, non si parla di aver messo le dita nella marmellata, ma la consapevolezza di aver fatto bossing.
        Nelle mie notti insonni sono arrivato a pensare che questa violenza sia fisiologica, fatta perchè subita, credo di voler in qualche modo giustificare il mio carnefice, ma penso anche che ognuno di noi prima o poi avrà a che fare con la propria coscienza…..questo per me è una consolazione
        Consapevole che chiunque potrà leggere questa storia, inclusi i protagonisti, concludo invitando a fare attenzione a quelle leve il cui fulcro poggia sulle debolezze della persona, in particolare la malattia e la crisi come e successo a me. Ciao

        • Se ti piace il tuo lavoro continua a farlo, ma se vuoi migliorare la tua posizione forse non sei nel posto giusto: riusciresti a fare e a dire le cose che fanno i tuoi superiori? Io non ci riuscirei…

  16. Salve a tutti,
    da circa 8 mesi l’associazione per cui lavoro ha problemi nel pagare stipendi, fornitori e provvedere alle spese dei progetti. Attualmente abbiamo 3 mesi di stipendio arretrati più la tredicesima. Ci siamo rivolti ai sindacati ma per ora gli incontri vengono sempre rimandati, ogni volta che ci rivolgiamo all’amministrazione non riceviamo nessuna risposta e c’è silenzio totale da mesi.
    Mi chiedo se queste vessazioni psicologiche rientrino nelle cause di mobbing.

  17. Sto subendo del mobbing sul lavoro sia da parte di alcuni colleghi, che del titolare. Oggi,è il primo giorno in cui mi sono concessa un giorno di riposo per riprendermi, dalle umiliazioni e dispetti.Generalmente ho un carattere forte,ma l’ultima..(trovare dell immondizia dentro il bollitore personale ,che uso per farmi qualche tisana ,per mancanza del riscaldamento dentro il capannone).Domani penso di nuovo di non andare a lavorare.. Ma… DOPODOMANI? Non so perché mi fanno tutto questo ☹️.A chi rivolgermi?

    • Vergognoso, rivolgiti ad un avvocato esterno, e mettiti in malattia x esaurimento nervoso, prenderai di meno ma non incontrerai piu certe persone

  18. carissimi lo fanno anche a me, lavori insignificanti, bugie sul mio conto, pettegolezzi inesistenti e il capo sa ma fa finta di niente. io troppo educata e non so difendermi.
    attendo la giustizia divina a loro da fastidio che sono carina, anche se sola nella vita faccio fronte a tutto, le donne mi odiano perché sono graziosa e non volgare, gli uomini che mi vorrebbero mi trattano male perché li respingo, insomma una cattiveria immane e sono nel lavoro statale. che fare?

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