Il PIAO, Piano integrato di attività e organizzazione, è il documento unico di programmazione della PA che unifica e semplifica gli adempimenti degli Enti pubblici.
Ha durata triennale, aggiornamento annuale e deve essere predisposto entro il 31 Gennaio di ogni anno.
Dal 17 Dicembre 2025 il Governo ha, inoltre, approvato le nuove Linee guida per supportare le PA nella corretta redazione del documento.
In questo articolo vi spieghiamo nel dettaglio cos’è, a cosa serve, chi deve predisporlo, quali sono i suoi contenuti e lo schema da seguire per la redazione.
COS’È IL PIAO – PIANO INTEGRATO DI ATTIVITÁ E ORGANIZZAZIONE
Il PIAO, Piano Integrato di Attività e Organizzazione della Pubblica Amministrazione, è il documento unico di programmazione che accorpa tutti gli strumenti che fino al 2022 le PA erano tenute a predisporre, tra cui i piani della performance, del lavoro agile (POLA) e dell’anticorruzione.
Introdotto dall’articolo 6 del Decreto Legge 80 del 2021 (il cosiddetto “Decreto Reclutamento”), sostituisce i precedenti adempimenti frammentati in un’unica architettura di governance. La sua finalità è semplificare l’azione amministrativa e migliorare qualità, trasparenza ed efficacia dei servizi pubblici.
Con il Decreto 30 Ottobre 2025 il Governo ha approvato le nuove Linee guida per gli Enti pubblici dedicate alla redazione del PIAO, insieme ai manuali operativi differenziati per tipologia di amministrazione. I documenti approvati forniscono strumenti pratici — dall’architettura di programmazione ai format operativi — per supportare le PA nella predisposizione del PIAO e del relativo report di monitoraggio.
Per capire bene come funziona il Piano, vediamo insieme cosa contiene.
COSA HA SOSTITUITO IL PIAO
Il documento ha sostituito e accorpato tutta una serie di atti che sono obbligatori per le PA. In particolare, sono confluiti nel PIAO:
- il Piano per la performance;
- il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza;
- il Piano per il lavoro agile;
- il Piano dei fabbisogni del personale e il Piano della formazione.
Inoltre, contiene anche:
- gli obiettivi programmatici e strategici della performance secondo i principi e criteri direttivi di cui all’articolo 10 del Decreto Legislativo 27 Ottobre 2009, n. 150, stabilendo il necessario collegamento della performance individuale ai risultati della performance organizzativa;
- la strategia di gestione del capitale umano e di sviluppo organizzativo, anche mediante il ricorso al lavoro agile;
- gli obiettivi formativi annuali e pluriennali, finalizzati ai processi di pianificazione secondo le logiche del project management, al raggiungimento della completa alfabetizzazione digitale, allo sviluppo delle conoscenze tecniche e delle competenze trasversali e manageriali e all’accrescimento culturale e dei titoli di studio del personale, correlati all’ambito d’impiego e alla progressione di carriera del personale;
- gli strumenti e gli obiettivi del reclutamento di nuove risorse e della valorizzazione delle risorse interne, compatibilmente con le risorse finanziarie riconducibili al piano triennale dei fabbisogni di personale, di cui all’articolo 6 del Decreto Legislativo 30 Marzo 2001, n. 165. Deve prevedere, oltre alle forme di reclutamento ordinario, la percentuale di posizioni disponibili nei limiti stabiliti dalla legge destinata alle progressioni di carriera del personale, anche tra aree diverse;
- modalità di valorizzazione a tal fine dell’esperienza professionale maturata e dell’accrescimento culturale, assicurando adeguata informazione alle organizzazioni sindacali. Queste informazioni sono molto interessanti perché permettono di conoscere le assunzioni programmate e quali saranno i concorsi pubblici in arrivo.
Scopriamo ora, da chi viene predisposto e per chi è obbligatorio.
CHI LO APPROVA
Sono gli organi di indirizzo politico a predisporre ed approvare il PIAO. Ovvero, la Giunta negli Enti locali e gli organi di vertice, invece, nelle PA centrali. La sua redazione è obbligatoria per le Pubbliche amministrazioni con più di 50 dipendenti, con la sola esclusione delle scuole di ogni ordine e grado e delle istituzioni educative. Le PA interessate sono, per l’esattezza, quelle dell’articolo 1, comma 2, del Decreto Legislativo 30 Marzo 2001, n. 165 (con più di 50 dipendenti appunto), ovvero:
- tutte le amministrazioni dello Stato;
- le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, loro consorzi e associazioni;
- gli Enti del Servizio sanitario nazionale;
- le istituzioni universitarie;
- gli Istituti autonomi case popolari;
- le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni;
- tutti gli Enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni e le loro aziende;
- l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN);
- le Agenzie di cui al Decreto Legislativo 30 Luglio 1999, n. 300.
Le Amministrazioni più piccole che detengono fino a 50 dipendenti devono approvare, invece, un Piano semplificato come definito dal Decreto 30 Giugno 2022, n. 132. Non dovranno farne quindi uno proprio, ma sono comunque chiamate ad adottarlo. Tutti gli Enti dovranno riunire in quest’unico atto tutta la programmazione che fino a oggi veniva inserita in piani differenti.
COME FUNZIONA L’APPROVAZIONE DEL PIANO
L’approvazione del piano funziona “per step”, ovvero attraverso una procedura scandita da obblighi precisi che ogni Amministrazione deve rispettare. La durata del PIAO è triennale deve essere adottato entro il 31 Gennaio di ogni anno, con la possibilità di un rinvio di 30 giorni se è stato posticipato il termine per l’approvazione del Bilancio dell’Ente. Inoltre, in prima applicazione il termine slitta automaticamente di 120 giorni dalla data di approvazione del Bilancio.
Una volta approvato, deve essere pubblicato sul sito istituzionale dell’Amministrazione e trasmesso al Dipartimento della Funzione Pubblica, che provvede alla pubblicazione sul Portale PIAO. Dal 2025, inoltre, gli Enti possono caricare online i Piani relativi al triennio 2025‑2027 tramite l’area riservata del portale ufficiale. La sua redazione, dal 17 Dicembre 2025, deve essere fatta seguendo le nuove linee guida pubblicate dal Decreto 30 Ottobre 2025.
COSA ACCADE IN CASO DI MANCATA APPROVAZIONE
La mancata adozione del PIAO produce i seguenti effetti:
- viene bloccata l’erogazione della retribuzione di risultato ai dirigenti che risultano avere concorso alla mancata adozione del PIAO, per omissione o inerzia nell’adempimento dei propri compiti;
- l’Amministrazione non può procedere ad assunzioni di personale o al conferimento di incarichi di consulenza o di collaborazione comunque denominati;
- nei casi in cui la mancata adozione del PIAO dipenda da omissione o inerzia dell’organo di indirizzo politico amministrativo di ciascuna Amministrazione, l’erogazione dei trattamenti e delle premialità è fonte di responsabilità amministrativa del titolare dell’organo che ne ha dato disposizione e che ha concorso alla mancata adozione del Piano.
Il PIAO include anche i contenuti del Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza. Per tale ragione è prevista anche l’applicazione di una sanzione amministrativa non inferiore nel minimo a 1.000 euro e non superiore nel massimo a 10.000 euro.
RIFERIMENTI NORMATIVI
- Testo Coordinato del Decreto Reclutamento (Pdf 689 Kb) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.188 del 7-8-2021 – Suppl. Ordinario n. 28;
- Decreto Legislativo 27 Ottobre 2009, n. 150 (Pdf 150 Kb);
- Decreto Legislativo 30 Marzo 2001, n. 165 (Pdf 672 Kb);
- Decreto 30 Giugno 2022, n. 132 (Pdf 121 Kb) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n.209 del 07-09-2022;
- Decreto 30 Ottobre 2025 (Pdf 239 Kb) che contiene le nuove linee guida (Pdf 2 Mb) per la redazione del piano.
ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI
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