Dove ci sono gli stipendi più alti in Italia? Secondo un’indagine del Centro Studi delle Camere di Commercio Tagliacarne del 2023, è Milano la città metropolitana dove si guadagna di più.
Rapportato alla popolazione residente, la paga è di 30.464 euro nel 2021, due volte e mezzo la media nazionale di 12.473 euro e nove volte più alta di quella di Rieti, fanalino di coda nella classifica retributiva. Calo generale invece, rispetto al resto dell’UE, dove a confronto l’Italia arranca secondo i dati ISTAT.
A integrare questi dati, anche lo studio dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre (CGIA), da cui si evince che nella città metropolitana di Milano la busta paga per i dipendenti del settore privato è del 90% più pesante che a Palermo, ad esempio.
In questo articolo vi illustriamo quali sono le città italiane in cui vi sono gli stipendi più alti, con relativa classifica, e qual è lo scenario retributivo in cui si inserisce il nostro Paese.
Indice:
QUALI SONO LE CITTÀ CON GLI STIPENDI PIÙ ALTI IN ITALIA
È Milano la città metropolitana con gli stipendi più alti in Italia con un reddito da lavoro dipendente pro-capite pari a 30.464 euro nel 2021. Il valore si riferisce al compenso complessivo riconosciuto da un datore di lavoro a un lavoratore dipendente e comprende: retribuzioni lorde, retribuzioni in denaro, retribuzioni in natura, contributi sociali a carico dei datori di lavoro, contributi sociali effettivi a carico dei datori di lavoro, contributi sociali figurativi a carico dei datori di lavoro.
A dirlo è l’indagine condotta dal Centro Studi delle Camere di Commercio Italiane “Guglielmo Tagliacarne” su tutti i lavoratori dipendenti (settore pubblico e privato). Il testo analizza le retribuzioni medie in Italia tra il 2019 e il 2021 dei lavoratori dipendenti. Rieti è, invece, la città ultima in classifica con una media pro capite pari a 3.317,55 euro. Anche in questo caso, la cifra si riferisce alle retribuzioni lorde, comprensive di tutti i benefit e gli emolumenti.
Male anche Foggia (al 97° posto) con uno stipendio lordo pro capite pari a 6.483,67 euro, seguita da Trapani (6.361,74 euro), L’Aquila (6.281,75 euro), Frosinone (6.055,31 euro), Nuoro (5.991,62 euro), Benevento (5.728,95 euro). Dal 103° posto in giù troviamo poi Pavia (5.673,98 euro), Enna (5.557,75 euro), Agrigento (5.337,89 euro), Viterbo (4.062,25 euro) e, in chiusura, Rieti.
Vediamo qual è la classifica delle città metropolitane o delle Province con gli stipendi più alti in Italia secondo quanto è emerso dallo studio effettuato.
CLASSIFICA TOP 20 CITTÀ CON STIPENDI PIÙ ALTI IN ITALIA
- Milano: 30.464,86 euro;
- Bolzano: 18.942,08 euro;
- Bologna: 18.628,65 euro;
- Parma: 18.175,33 euro;
- Roma: 17.774,30 euro;
- Reggio Emilia: 16.912,12 euro;
- Firenze: 16.686,53 euro;
- Modena: 16.572,83 euro;
- Vicenza: 16.451,67 euro;
- Genova: 16.031,29 euro;
- Pordenone: 15.887,39 euro;
- Verona: 15.749,16 euro;
- Trieste: 15.672,95 euro;
- Torino: 15.424,47 euro;
- Trento: 15.086,36 euro;
- Cuneo: 14.340,13 euro;
- Cagliari: 14.244,03 euro;
- Forlì-Cesena: 14.002,18 euro;
- Padova: 13.924,12 euro;
- Udine: 13.888,68 euro.
Il valore delle retribuzioni in euro si riferisce al compenso complessivo e comprende: retribuzioni lorde, retribuzioni in denaro, retribuzioni in natura, contributi sociali a carico dei datori di lavoro, contributi sociali effettivi a carico dei datori di lavoro, contributi sociali figurativi a carico dei datori di lavoro. La classifica, ricordiamolo, vale sia per i dipendenti del settore privato che per quelli delle PA.
Nella seguente tabella trovate tutte le 107 città metropolitane o Province analizzate e i relativi redditi da lavoro dipendenti pro capite.
I DATI SULLO STIPENDIO MEDIO SETTORE PRIVATO
In data 28 ottobre 2023, è stato pubblicato lo studio dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre (CGIA) che rende noti i dati sullo stipendio medio dei lavoratori dipendenti del settore privato. L’analisi dell’Ufficio Studi della CGIA, basata su dati dell’INPS, riafferma una vecchia problematica, ossia quella degli squilibri retributivi tra le diverse aree del Paese, inclusi quelli tra Nord e Sud e tra le aree urbane e rurali.
Nel 2021, ad esempio, la retribuzione media lorda annua dei lavoratori dipendenti nel settore privato nella Città Metropolitana di Milano ammontava a 31.202 euro, mentre a Palermo si attestava a 16.349 euro. Questo significa che, in pratica, un lavoratore medio nella capitale economica del Paese guadagnava il 90% in più rispetto a un collega impiegato nella città siciliana.
Le disuguaglianze salariali tra le diverse regioni italiane sono evidenti, come si evince dall’esempio della provincia calabrese di Vibo Valentia, dove la retribuzione media lorda annua raggiungeva solo 11.823 euro. In confronto, il salario del lavoratore milanese era superiore addirittura del 164%.
Vediamo la classifica degli stipendi medi più alti d’Italia, nel 2021, per i dipendenti del settore privato, secondo lo studio CGIA.
SETTORE PRIVATO, CLASSIFICA PROVINCE CON STIPENDI PIÙ ALTI
- Milano: 31.202 euro;
- Parma: 25.912 euro;
- Bologna: 25.797 euro;
- Modena: 25.722 euro;
- Reggio Emilia: 25.566 euro;
- Lecco: 25.190 euro;
- Trieste: 24.747 euro;
- Torino: 24.506 euro;
- Bergamo: 24.388 euro;
- Varese: 24.260 +euro;
- Lodi: 24.143 euro;
- Vicenza: 24.139 euro;
- Genova: 24.058 euro;
- Treviso: 23.836 euro;
- Padova: 23.788 euro;
- Novara: 23.606 euro;
- Pordenone: 23.451 euro;
- Bolzano: 23.444 euro;
- Cremona: 23.305 euro;
- Alessandria: 23.177 euro.
Le informazioni si basano sui dati dell’INPS, provenienti dall'”Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi operai agricoli e domestici)”. Questo osservatorio identifica la stragrande maggioranza dei dipendenti del settore privato che, nel corso del 2021, hanno ricevuto una retribuzione per almeno una giornata di lavoro, un totale che supera i 16,2 milioni di persone.
Nella tabella 2 di questo report, trovate tutte le 103 città metropolitane o Province analizzate e i relativi redditi da lavoro dipendenti del settore privato pro capite.
QUANTO SONO AUMENTATI GLI STIPENDI IN ITALIA
Nel corso dei 3 anni presi in esame, cioè dal 2019 al 2021, gli stipendi medi in Italia sono aumentati di 301 euro su scala nazionale, anche se in 22 Province si registra una diminuzione di 312 euro.
La media nazionale delle buste paga si attesta sui 12.473 euro lordi all’anno. Questo, almeno, è quanto emerge dal Centro Studi “Tagliacarne”.
Un dato, che si affianca a quello annuale che l’ISTAT ha reso noto a luglio 2023 secondo cui, lo stipendio medio in Italia per i lavoratori (non solo dipendenti) è pari a circa 27.000 euro annui lordi ossia a circa 2.200 euro lordi al mese.
Ci sono alcuni lavori, comunque, che risultano essere tra i più cercati nel 2023 e che fanno guadagnare di più, trovate tutto nel nostro approfondimento dedicato alle attività meglio retribuite.
In genere, i dati annuali emersi a luglio 2023, confermano che lo stipendio medio in Italia è pari a circa 2.200 euro lordi al mese e la quota è in calo.
L’Italia, nella “corsa al rialzo degli stipendi” è, infatti, maglia nera in Europa.
STIPENDI IN ITALIA PIÙ BASSI DELLA MEDIA UE
Come vi spieghiamo in questo articolo, i lavoratori italiani guadagnano circa 3.700 euro l’anno in meno della media dei colleghi europei e oltre 8.000 euro in meno della media di quelli tedeschi.
Lo stipendio medio netto in Italia nell’anno 2021 (presentato il 7 luglio 2023) ha avuto una crescita nell’ultimo decennio del 12%, pari alla metà di quella osservata nella media dei 27 Paesi dell’Unione Europea.
Nonostante ciò l’Italia continua ad avere lavoratori che percepiscono uno stipendio nettamente inferiore a quello dei lavoratori di diversi Paesi Europei.
La domanda che gli Stati si stanno ponendo rispetto alla situazione in questi anni è se il salario minimo può risolvere questa situazione. Per conoscere quali sono le ultime proposte e soluzioni sul salario minimo avanzate da opposizione e Governo nel nostro Paese, vi consigliamo di leggere l’approfondimento sul salario minimo in Italia.
LO STUDIO SU CCNL E SALARIO MINIMO
Un altro aspetto rilevante, che emerge dallo studio dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre (CGIA), è la questione dei contratti di secondo livello, coinvolgendo circa il 20% dei dipendenti. La CGIA fa sapere che in Italia un dipendente privato su due ha il CCNL scaduto. Poi, il numero di contratti attivi varia notevolmente tra le Regioni e, secondo l’Ufficio Studi, la diffusione della contrattazione decentrata è ancora limitata nel nostro Paese. Ciò, influenza la capacità di mantenere i salari reali allineati all’inflazione, ai costi delle abitazioni e ai livelli di produttività locale.
Infine, l’Ufficio Studi della CGIA sottolinea le radici il problema dei lavoratori poveri, tra precarietà e salario minimo. Per gli esperti, la problematica sembra più legata al numero limitato di giorni lavorati durante l’anno che non ai minimi salariali. Dunque, la CGIA suggerisce che, anziché istituire un salario minimo per legge, sarebbe più efficace contrastare l’abuso di contratti a tempo ridotto.
Un altro problema evidenziato riguarda la scadenza dei contratti di lavoro. Al 1° settembre 2023, il 54% dei lavoratori dipendenti nel settore privato aveva il contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) scaduto, coinvolgendo quasi 7,5 milioni di dipendenti su un totale di circa 14 milioni. L’Ufficio Studi suggerisce che rispettare le scadenze per il rinnovo dei contratti contribuirebbe a rendere più stabili le buste paga.
FONTI UFFICIALI E REPORT SUGLI STIPENDI IN ITALIA
In questa pagina (Pdf 621 Kb) trovate l’indagine completa condotta dal Centro Studi delle Camere di Commercio Italiane “Guglielmo Tagliacarne” sulle città metropolitane e Province con gli stipendi più alti d’Italia. Rendiamo disponibile anche il Rapporto annuale ISTAT pubblicato nel 2023 e questo studio del 28 ottobre 2023 (Pdf 262 Kb) dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre (CGIA).
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Vi consigliamo di leggere la nostra guida sul salario medio in Italia o quella dedicata ai lavori del futuro. Per approfondire mettiamo a vostra disposizione anche il nostro articolo che fotografa la situazione occupazionale in Italia a settembre, nonché il focus aggiornato sul mercato del lavoro e le assunzioni di novembre 2023.
Vi invitiamo a consultare la nostra pagina dedicata alle aziende che assumono per scoprire quali sono le imprese che hanno varato nuovi piani di assunzioni e stanno cercando personale. In questa sezione trovate le novità sul mondo del lavoro.
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