Aiuti di Stato 2024: cosa sono, quali sono, novità

La guida agli aiuti di Stato 2024. Ecco cosa sono, quali sono le regole che li disciplinano e quando sono considerati compatibili

Unione Europea, UE, carta

Per “Aiuti di Stato” si intendono tutti trasferimenti di risorse pubbliche, destinati a soggetti che svolgono attività economica in un determinato settore.

L’Unione Europea stabilisce le regole e il tetto massimo delle concessioni, fissando norme comunitarie che gli Stati membri sono tenuti a rispettare.

Negli ultimi anni si è sempre più parlato di Aiuti di Stato, soprattutto durante l’emergenza Covid del 2020 e poi, con l’inizio della guerra in Ucraina. Ma di cosa si tratta esattamente e qual è l’elenco 2024 aggiornato delle agevolazioni concesse?

In questo articolo vi spieghiamo in modo chiaro cosa sono gli aiuti di Stato 2024, come funzionano e quali sono i limiti e le regole da rispettare per riceverli e poterne usufruire.

CHE COSA SONO GLI AIUTI DI STATO

Gli “aiuti di Stato” sono trasferimenti di risorse pubbliche a favore di alcune imprese o produzioni, riconosciuti per andare incontro a determinate criticità. Con il termine “aiuto” infatti non ci si riferisce soltanto a un’erogazione di denaro, ma a qualsiasi misura che, direttamente o indirettamente, produca un beneficio economico all’impresa.

NOVITÀ 2024

Nel 2024, le norme del Decreto legislativo sulla fiscalità internazionale, parte della riforma fiscale 2024 collegata alla Legge di Bilancio 2024, hanno rivisto alcune regole relative agli aiuti di stato.

Lo scopo è creare un nuovo quadro giuridico di riferimento per una politica di incentivi fiscali compatibile con la disciplina europea. Le novità valgono soprattutto nell’ottica di assicurare alle imprese la certezza del regime di favore accordato.

La normativa di riferimento è contenuta nel Decreto legislativo 27 dicembre 2023, n. 209in vigore dal 29 dicembre 2023 – che va a semplificare il sistema di agevolazioni fiscali per il Mezzogiorno allo scopo di favorirne lo sviluppo economico, in linea con quanto poi fissato con la Manovra.

Cerchiamo di capire meglio cosa è cambiato e analizziamo le regole degli aiuti di Stato valide nel 2024.

QUALI AGEVOLAZIONI RIENTRANO NEGLI AIUTI DI STATO

Le agevolazioni che rientrano negli aiuti di Stato possono essere, ad esempio, la riduzione di un canone di affitto o di un prezzo di vendita rispetto al prezzo di mercato, ma anche un mutuo a tasso agevolato, uno sgravio o un’esenzione fiscale. La cosa importante è che l’agevolazione, al di là della sua forma, sia in grado di dare un concreto aiuto all’azienda beneficiaria.

In merito ai tipi di aiuto concedibili, negli corso degli anni l’Unione Europea ha modificato la normativa sugli aiuti di Stato con deroghe su limiti e su alcune categorie, nonché con una riforma sostanziale in condizioni di emergenza (ad esempio Covid o guerre).

Vediamo quali sono le differenti tipologie di aiuti.

I DIVERSI TIPI DI AIUTI DI STATO

Per meglio spiegare come funzionano gli aiuti di Stato, bisogna distinguere tra 3 tipologie di aiuti:

  • aiuti non emergenziali con obbligo di notifica all’Unione Europea;

  • aiuti non emergenziali senza obbligo di notifica all’Unione Europea;

  • aiuti emergenziali.

In linea generale, gli aiuti di Stato sono vietati dall’Unione Europea. Fanno eccezione, previa autorizzazione obbligatoria dell’Unione, i casi in cui siano rispettati dei requisiti o dei limiti economici stabiliti negli anni a livello normativo. Discorso a parte sono gli aiuti erogati per specifiche “emergenze”. Vediamo i dettagli.

1) AIUTI DI STATO CON OBBLIGO DI NOTIFICA ALL’UE

Per avere il via agli aiuti di Stato “non emergenziali” ogni Paese deve richiedere all’UE l’autorizzazione. Infatti, a disciplinare gli aiuti di Stato “non emergenziali” è la Comunità Europea che li vieta, per non turbare la libera concorrenza, salvo casi specifici.

Le misure statali a favore di un’azienda, infatti, porrebbero l’impresa beneficiaria in una posizione di vantaggio rispetto alle altre europee che non godono dello stesso aiuto. La Comunicazione del 19 luglio 2016 è il vademecum in tal senso, spiega le linee guida per identificare tali tipi di misure a livello nazionale e stabilisce che gli aiuti di Stato con obbligo di notifica all’UE e previo nullaosta sono ammissibili se:

  • consentono di realizzare obiettivi di comune interesse;

  • rappresentano il giusto strumento per correggere taluni “fallimenti del mercato”. Ad esempio, il rimedio ad una situazione di fallimento del mercato può talora bilanciare gli effetti distorsivi della concorrenza. In tali casi l’aiuto è considerato compatibile.

2) AIUTI DI STATO SENZA OBBLIGO DI NOTIFICA

Tra gli aiuti di Stato “non emergenziali”, non legati a situazioni temporanee ed urgenti, vi sono alcuni esentati dall’obbligo di notifica. In particolare, quando si tratta di aiuti a favore:

  • dello sviluppo di talune attività o di Regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse;

  • della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione, dell’occupazione e della formazione, della cultura e della conservazione del patrimonio, dell’eventuale riparazione dei danni arrecati dalle calamità naturali, della tutela dell’ambiente, secondo quanto stabilito dal Regolamento n. 994/98, come modificato dal Regolamento n. 733 del 2013;

  • delle PMI. Le piccole e medie imprese possono beneficiare di aiuti all’investimento, di aiuti per consulenza e altri servizi, purché non continuativi o periodici e non connessi alle normali spese di funzionamento dell’impresa. Possono anche beneficiare di aiuti alla ricerca e allo sviluppo, di aiuti per studi di fattibilità tecnica e di aiuti per i costi di brevetto. L’entità dell’aiuto non deve superare determinate soglie stabilite in dettaglio per ogni categoria di aiuto. A disciplinare la deroga è il Regolamento n. 70/2001, e successive modifiche;

  • di alcune categorie nell’ambito di determinate soglie, come disciplinato dal Regolamento de minimis e quello Commissione n. 651/2014. Si tratta, in estrema sintesi, di “aiuti di modico valore” concessi da uno Stato membro a un’impresa unica senza obbligo di notifica all’UE. Tale importo non può superare 200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari, ma per alcune categorie la soglia è differente. Ovvero, gli aiuti – per essere esentati dalla notifica all’UE – devono rispettare il limite di:
  1. 100.000 euro per il trasporto merci su strada per conto terzi;
  2. 15.000 euro per l’agricoltura;
  3. 500.000 euro per i servizi economici di interesse generale.

Sono esempi di aiuti “de minimis” i prestiti a fondo perduto, ma anche i finanziamenti agevolati, i crediti di imposta ed altre forme di agevolazione fiscale.

3) AIUTI DI STATO EMERGENZIALI

Gli aiuti di Stato emergenziali sono quelli concepite per contrastare gli effetti economici e sociali provocati da una crisi, per esempio come successo durante l’emergenza Covid. Con l’emergenza Covid e la guerra in Ucraina, infatti, l’intero assetto normativo sugli aiuti che vi abbiamo spiegato finora è stato stravolto.

In questo senso grazie al “Temporary Framework” (la Comunicazione della Commissione del 9 marzo 2023 (C(2023) 1711 final) gli Stati membri erano stati autorizzati ad adottare aiuti al tessuto economico in deroga alla disciplina ordinaria sugli aiuti di Stato fino al 31 dicembre 2023, previa notifica.

Tale termine è stato poi, prorogato dalla Comunicazione della Commissione COM C/2023/1188, fino al 30 giugno 2024.

ELENCO AIUTI DI STATO EMERGENZIALI 2024

Le attuali misure “di accompagnamento” delle imprese contro l’emergenza internazionale e post Covid, come previsti dalla Comunicazione della Commissione del 9 marzo 2023 (C(2023) 1711.

Parliamo cioè di aiuti:

  • di importo limitato, quali sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali e di pagamento o altre forme;

  • sotto forma di garanzie statali sui prestiti, di tassi di interesse agevolati per i prestiti, di garanzie e prestiti agevolati veicolati tramite enti creditizi o altri enti finanziari. Inoltre sono stati previsti interventi di maggiore flessibilità nell’assicurazione del credito all’esportazione a breve termine;

  • sostegno alla liquidità sotto forma di prestiti agevolati;

  • aiuti per i costi supplementari dovuti ad aumenti eccezionalmente marcati dei prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica;

  • aiuti per accelerare la diffusione, prevista dal piano REPowerEU, delle energie rinnovabili, dello stoccaggio e del calore rinnovabile;

  • aiuti per la decarbonizzazione dei processi di produzione industriale attraverso l’elettrificazione o l’uso di idrogeno rinnovabile e di idrogeno elettrolitico che soddisfa determinate condizioni e di misure di efficienza energetica;

  • aiuti per una riduzione supplementare del consumo di energia elettrica;

  • aiuti per accelerare gli investimenti in settori strategici per la transizione verso un’economia a zero emissioni nette.

AIUTI DI STATO EMERGENZIALI, SCADENZA

La scadenza degli aiuti di Stato emergenziali attualmente in vigore è il 30 giugno 2024 come si legge nella Comunicazione della Commissione COM C/2023/1188. Questa proroga era arrivata anche grazie alla richiesta dall’Italia, come potete leggere in questa nota stampa del Premier Giorgia Meloni.

REGISTRO AIUTI DI STATO

Il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato o anche semplicemente detto “Registro Aiuti di Stato”, realizzato con il cofinanziamento dell’Unione Europea, è uno strumento fondamentale per garantire la corretta applicazione della normativa sugli aiuti di Stato.

Operativo dal 12 agosto 2017, risponde alla necessità di avere aiuti di Stato in trasparenza totale. Permette anche di verificare che le agevolazioni pubbliche siano concesse nel rispetto delle disposizioni comunitarie, evitando il cumulo di benefici e il superamento dei massimali di aiuto.

Il Registro – assolutamente gratuito – offre i seguenti servizi:

  • fornisce informazioni dettagliate sugli aiuti autorizzati, compresi gli aiuti di Stato de minimis;

  • garantisce la ricerca aiuti di Stato per partita IVA;

  • contiene l’elenco dei soggetti tenuti alla restituzione degli aiuti incompatibili.

Dall’entrata in funzione del Registro, ogni provvedimento di concessione di aiuti deve riportare codici identificativi rilasciati dal Registro stesso. Vediamo in che modo è possibile verificare gli aiuti di Stato concessi.

COME VERIFICARE GLI AIUTI DI STATO

Chi vuole verificare gli aiuti di Stato concessi può farlo con il Registro aiuti di stato, ossia un servizio consultazione.

È disponibile da questa pagina, offre uno specifico servizio di ricerca e consultazione, previa registrazione gratuita o accesso mediante SPID.

In questa pagina trovate invece una sezione per l’assistenza. Potete leggere le guide e la spiegazione su dove verificare gli aiuti di Stato ricevuti, sia Covid che non.

Se, invece, vi state chiedendo come vedere gli aiuti di Stato ricevuti dall’Agenzia delle Entrate, sappiate che nel vostro cassetto fiscale sono presenti quelli che avete dichiarato nell’anno in corso. Dove si vedono gli aiuti di Stato nel cassetto fiscale? Cliccate nell’apposita area indicata in alto a sinistra nella sezione personale dell’Agenzia delle Entrate accessibile da questa pagina.

Ricordiamo anche che le autorità pubbliche che intendono erogare aiuti di Stato, mediante l’Agenzia delle Entrate, devono verificare che i beneficiari non siano soggetti a recuperi di aiuti precedentemente concessi e non rimborsati, in conformità con la decisione della Commissione europea nota come “impegno Deggendorf”.

Per ottenere informazioni sui beneficiari soggetti a recupero fiscale, le amministrazioni possono inviare una richiesta tramite la loro PEC all’indirizzo: verificadeggendorf@pec.agenziaentrate.it. La PEC dell’amministrazione richiedente deve essere registrata nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni (IPA) gestito dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).

Invece, per sapere come fare una visura de minimis, vi consigliamo di consultare questa pagina.

RIFERIMENTI NORMATIVI

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo di leggere anche gli approfondimenti su:

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di Eleonora C.
Redattrice, esperta di leggi, lavoro pubblico e previdenza.
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Un Commento

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  1. ho solamente dato un’occhiata all’articolo in quanto penso riguardi persone diverse da me che sono una pensionata di anni 73 ma sempre attenta e curiosa di tutto è di più. io ritengo però che se l’Italia non fosse una colonia ma uno stato vero sovrano come lo era stato non avremmo bisogno di questi aiuti.

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