Bonus 200 euro insegnanti, in molti dovranno restituirlo: cosa succede

Il Governo ha deciso per la restituzione del bonus per gli insegnanti che hanno superato la soglia di reddito di 35.000 euro con gli arretrati ricevuti a fine 2022

insegnante, docente, scuola, professore

A rischio restituzione il bonus 200 euro per gli insegnanti. Sono oltre 100.000 i docenti che, tramite 8 trattenute mensili da 25 euro sullo stipendio, dovranno rendere l’indennità una tantum contro il caro vita perché con redditi oltre i 35.000 euro lordi.

Gli insegnati, infatti, rientrano in quelle categorie di lavoratori della scuola che a dicembre 2022 hanno ricevuto in busta paga gli arretrati previsti dal nuovo CCNL scuola 2019 2021, firmato appunto a fine 2022, superando così la soglia reddituale per ottenere il bonus 200 euro.

In questo articolo vi spieghiamo perché il bonus 200 euro insegnanti deve essere restituito, chi sono i lavoratori del comparto scuola ad essere coinvolti e in che modo deve avvenire questa restituzione.

BONUS 200 EURO INSEGNANTI DA RESTITUIRE: PERCHÈ

Almeno 100.000 docenti dovranno restituire entro l’anno il bonus 200 euro, l’indennità una tantum contro il caro vita di cui vi parliamo in questa guida, a cui si è aggiunta l’integrazione da 150 euro per i redditi più bassi. Il bonus era nato per sostenere i cittadini alle prese con il rincaro dei prezzi ed è stato erogato, tra le tante categorie di destinatari, anche ai dipendenti con redditi fino a 35.000 euro lordi inclusi gli insegnati (20.000 per il bonus 150 euro).

Chi rispettava la relativa soglia reddituale, quindi, si è visto accreditare automaticamente in busta paga l’indennità da 200 euro, con eventuale maggiorazione di 150 euro. Tuttavia, come vi spieghiamo in questo focus dedicato, a dicembre 2022 è stata finalmente rinnovata la parte economica del Contratto Collettivo Nazionale comparto scuola con successiva erogazione degli arretrati salariali fino ad allora non riconosciuti. Una buona notizia per migliaia di insegnati che hanno ricevuto incrementi stipendiali di diverso ammontare, come vi illustriamo in questo focus, ma che si è rivelata un’arma a doppio taglio: il reddito percepito nel 2022, a quel punto, ha superato la fatidica quota dei 35.000 euro obbligando alla restituzione del bonus 200 euro. Ma vediamo tutti i dettagli.

CHI DEVE RESTITUIRE IL BONUS

Devono restituire il bonus 200 euro gli insegnanti che – con l’erogazione degli arretrati sullo stipendio in busta paga – hanno superato il reddito annuo limite, stabilito a 35.000 euro lordi per l’indennità. Parliamo di oltre 100.000 docenti i quali avevano uno stipendio annuale intorno ai 34.000 euro che, con gli arretrati, hanno incassato oltre 35.000 euro nel 2022.

COME RESTITUIRE IL BONUS 200 EURO INSEGNANTI

Il bonus 200 euro deve essere restituito a rate dai dipendenti che hanno superato i limiti reddituali indicati nei requisiti. Si tratta di 8 rate mensili del valore di 25 euro l’una, che saranno trattenute dallo stipendio dei docenti interessati. La modalità di restituzione è la stessa di quella avvenuta per una situazione analoga relativa al bonus 100 euro (ex bonus Renzi) che serve a ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente.

In quel caso si trattava di molti dipendenti pubblici e non solo insegnanti che, a partire dal 1° gennaio 2022 – e quindi anche nel 2023 – avevano diritto all’indennità nel caso di redditi fino a 15.000 euro con possibilità di ricevere il bonus se con redditi fino a 28.000 euro, ma solo in presenza di determinate condizioni. Anche in quell’occasione la somma è stata oggetto di restituzione a rate sulle stipendio perché NoiPA l’aveva accreditata anche ai noi aventi diritto.  

LA POSIZIONE DEI SINDACATI

Come era prevedibile, il caso del bonus 200 euro insegnanti da restituire ha allarmato le organizzazioni sindacali che, criticando la decisione del Governo, stanno spingendo per un cambio di rotta. CISL Scuola, Flc CGIL e ANIEF, in particolare, hanno chiesto di superare questa impasse sottolineando come, una volta concesso, il bonus non dovrebbe essere assolutamente tolto. Con l’occasione, i sindacati hanno nuovamente posto l’attenzione sulle paghe troppo basse previste in Italia per i docenti, chiedendo una ristrutturazione al rialzo del sistema degli stipendi scuola. Vi aggiorneremo in caso di novità.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo anche il nostro approfondimento sugli aumenti degli stipendi dovuti al taglio del cuneo fiscale attuato dalla Legge di Bilancio 2023. In questa sezione, trovate tutte le novità sul mondo della scuola.

Per scoprire altri aiuti, agevolazioni e bonus per disoccupati, persone e famiglie puoi visitare questa pagina. Continua a seguirci per restare aggiornato, iscrivendoti alla nostra newsletter gratuita e al nostro canale telegram.

di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
Tutti gli annunci di lavoro pubblicati sono rivolti indistintamente a candidati di entrambi i sessi, nel pieno rispetto della Legge 903/1977.

Per restare aggiornato iscriviti alla nostra newsletter gratuita e al nostro Canale Telegram. Seguici su Google News cliccando su "segui".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *