Bonus ambiente 2023: cos’è, come funziona, come richiederlo

La guida su cos’è e come funziona il bonus ambiente 2023 fruibile come credito d’imposta al 65% per imprese e privati

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Al via dal 4 maggio il bonus ambiente 2023, un credito d’imposta del 65% sulle erogazioni liberali o sulle spese sostenute per interventi ambientali.

Il bonus spetta a imprese e persone fisiche per le erogazioni e i costi sostenuti per le bonifiche alle un’opere contro il dissesto idrogeologico, le ristrutturazioni di parchi o di aree verdi, nonché altre operazioni connesse alla tutela e la salvaguardia ambientale.

In questa guida chiara e dettagliata vi spieghiamo cos’è e come funziona il bonus ambiente 2023, nonché come presentare domanda per ottenerlo.

COS’È IL BONUS AMBIENTE 2023

Il bonus ambiente 2023 è una misura agevolativa sotto forma di credito d’imposta al 65% nata per favorire le erogazioni liberali per interventi su edifici e terreni pubblici volti alla tutela e salvaguardia ambientale. Si rivolge a imprese o persone fisiche, rispettivamente nella misura del 10 per mille dei ricavi annui o 20% del reddito imponibile. Vale per gli interventi fatti ai fini della bonifica ambientale.

La misura è stata istituita dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 dicembre 2021, ex articolo 1, commi da 156 a 161 della Legge di Bilancio 2019.

Il 4 maggio 2023, come potete leggere in questa nota stampa, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha informato i contribuenti circa l’attivazione della Piattaforma web “Bonus Ambiente” attraverso la quale sarà possibile effettuare le donazioni. Vediamo come funziona e a chi spetta.

A CHI SPETTA IL BONUS AMBIENTE 2023

Il bonus ambiente, in considerazione delle erogazioni liberali effettuate per interventi sul territorio, spetta:

  • alle persone fisiche fiscalmente residenti nel territorio italiano;

  • agli Enti non commerciali, intesi come Enti pubblici o privati diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali;

  • ai soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica assunta, dalle dimensioni aziendali e dal regime contabile adottato, nonché alle stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di imprese non residenti.

Ovviamente, questi destinatari devono aver effettuato delle erogazioni liberali per degli interventi in materia di bonifica e salvaguardia ambientale.

COSA SI INTENDE PER EROGAZIONI LIBERALI

Le erogazioni liberali, o elargizioni liberali, sono contributi economici elargiti da un benefattore senza obblighi di controprestazione o riconoscimenti di natura economica. Chi, tra gli aventi diritto al bonus ambiente, li effettua per interventi in materia ambientale, può richiedere il credito d’imposta in differenti misure.

A QUANTO AMMONTA IL BONUS AMBIENTE

Il credito d’imposta riconosciuto con il bonus ambiente, ammonta al 65% delle erogazioni liberali in denaro effettuate per gli interventi ambientali. La misura cambia in base ai soggetti destinatari. Ovvero, spetta:

  • nel limite del 20% del reddito imponibile alle persone fisiche e agli Enti non commerciali;

  • nel limite del 10 per mille dei ricavi annui ai soggetti titolari di reddito d’impresa.

Il bonus è ripartito in tre quote annuali di pari importo.

COME FUNZIONA IL BONUS AMBIENTE 2023

Il bonus ambiente viene riconosciuto come credito d’imposta pari al 65% degli interventi proposti per la bonifica e la salvaguardia del territorio. Tali progetti sono quelli presentati dagli Enti proprietari, ai fini della bonifica ambientale.

Cioè, una volta che gli interventi promossi dalle PA proprietarie saranno stati approvati e pubblicati, si potrà avere accesso a un elenco di opere e azioni finanziabili, continuamente aggiornato dal Ministero. Dunque, gli interessati (imprese o privati aventi diritto), devono seguire questa procedura dalla Piattaforma Web per fare le donazioni agevolate:

  • entrare nel sistema accedendo con SPID, CIE o CNS;
  • valutare la “sintesi tecnica”, ovvero la sintesi, correlata da informazioni sul cronoprogramma dell’intervento proposto e sui relativi importi finanziari;
  • effettuare erogazioni liberali per quel preciso intervento.

Una volta ottenuto il placet al progetto e fatta la donazione, il bonus vale al 65% sulle spese e le erogazioni certificate, secondo i limiti differenti per categorie. Cambiano leggermente anche le modalità di fruizione, in particolare:

  • per i soggetti titolari di reddito d’impresa il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione;

  • le persone fisiche e gli Enti che non esercitano attività commerciali fruiscono del credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica trasmette all’Agenzia delle Entrate, con modalità telematiche sul portale ufficiale, entro il giorno 5 di ciascun mese, l’elenco dei soggetti beneficiari del credito d’imposta che nel mese precedente hanno reso la dichiarazione richiesta. Con le stesse modalità sono trasmesse successivamente le eventuali variazioni e revoche. Ma quali sono gli interventi ammessi al bonus ambiente? Vediamo i dettagli.

INTERVENTI AMMESSI AL BONUS AMBIENTE 2023

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 dicembre 2021 riconosce come ammissibili al beneficio le erogazioni liberali in denaro ai fini di:

  • bonifica ambientale, intesa come risanamento e riqualificazione di un’area contaminata da rifiuti o sostanze pericolose e dannose per la salute dell’uomo e per l’ambiente;

  • rimozione dell’amianto dagli edifici, intesa come rimozione ossia eliminazione dei materiali contenenti amianto mediante asportazione, smaltimento e bonifica dell’area;

  • prevenzione e risanamento del dissesto idrogeologico, intesa come contenimento o rimozione dei fattori che determinano il fenomeno di dissesto;

  • realizzazione o ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate, intesa come interventi di sviluppo e valorizzazione del verde urbano e periurbano;

  • recupero di aree dismesse, intesa come riqualificazione e riutilizzo di un’area non più adoperata, attraverso la ristrutturazione o ricostruzione di manufatti esistenti o la rinaturalizzazione a fini agricoli, ricreativi, sociali.

Il credito d’imposta è altresì riconosciuto qualora le erogazioni liberali in denaro effettuate per gli interventi citati siano destinate ai soggetti concessionari o affidatari dei beni oggetto di tali interventi. Se volete leggere quali sono gli interventi ammessi finora e finanziabili, vi consigliamo di consultare questa pagina in continuo aggiornamento.

MODALITÀ DI PAGAMENTO EROGAZIONI

Per ottenere il bonus ambiente 2023, ossia ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, le erogazioni liberali per interventi legati al territorio, devono essere effettuate avvalendosi esclusivamente di uno dei seguenti sistemi di pagamento:

  • bonifico bancario;
  • bollettino postale;
  • assegni bancari e circolari;
  • carte di credito, di debito e prepagate.

In caso di pagamento effettuato mediante conto corrente bancario o postale i dati identificativi del conto corrente devono coincidere con quelli del soggetto richiedente l’agevolazione. L’importo e i termini dell’erogazione liberale sono preventivamente concordati, per mezzo della Piattaforma Web, con la Pubblica Amministrazione promotrice dell’intervento.

COME RICHIEDERE IL BONUS AMBIENTE 2023

Una volta aderito alle erogazioni liberali mediante la Piattaforma Web attiva dal 4 maggio 2023, è possibile iniziare a fruire del credito d’imposta ambiente al 65%. A seconda del tipo di destinatario, è possibile ottenere il bonus ambiente in due modi:

  • per i soggetti titolari di reddito d’impresa il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione. A tal fine, il modello F24 deve essere presentato esclusivamente tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, pena il rifiuto dell’operazione di versamento. La prima quota annuale del credito d’imposta è utilizzabile a decorrere dal 1° giorno 10 del mese successivo all’acquisizione della dichiarazione interessata. Le altre due quote annuali sono utilizzabili, rispettivamente, a decorrere dal primo giorno di ciascuno dei due anni successivi;

  • le persone fisiche e gli Enti che non esercitano attività commerciali fruiscono del credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi. In particolare, iniziano a fruire della 1° quota annuale del credito nella dichiarazione dei redditi relativa all’annualità in cui è stata effettuata l’erogazione liberale, ai fini del versamento delle imposte sui redditi.

Per maggiori dettagli su come ottenere il bonus è possibile leggere questo manuale per gli utenti (Pdf 339 Kb) o consultare le FAQ sul sito ufficiale del MASE, accessibili da questa pagina.

REVOCA BONUS

Il credito d’imposta può essere revocato nel caso in cui venga accertata l’insussistenza di uno dei requisiti previsti, nonché in caso di accertamento della falsità delle dichiarazioni rese e della documentazione presentata. Restano valide le conseguenze di legge civili, penali ed amministrative e, in ogni caso, il Ministero provvede al recupero del beneficio indebitamente fruito.

RIFERIMENTI NORMATIVI

ALTRI AIUTI E COME RESTARE INFORMATI

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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