Esenzione Imu fabbricati rurali: quando spetta, a chi e regole 2024

Ecco come funziona l’esenzione IMU fabbricati rurali, a chi spetta, quando è prevista e quali novità sono in arrivo nel 2024

MEF, Ministero Economia Finanza
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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze chiarisce quando spetta l’esenzione IMU per i fabbricati rurali.

Nello specifico, la normativa stabilisce che l’IMU non è richiesta per i fabbricati rurali, a prescindere dalla qualifica del proprietario come coltivatore diretto o imprenditore agricolo.

In questo articolo vi spieghiamo come funziona l’esenzione IMU fabbricati rurali e quali sono le regole per il 2024.

QUANDO SPETTA L’ESENZIONE IMU FABBRICATI RURALI

I fabbricati rurali per cui spetta l’esenzione IMU alla luce delle regole previste dal Decreto Legge del 30 dicembre 1993 n. 557 e dalla Legge di Bilancio 2020, sono i seguenti:

  • gli immobili catalogati nelle categorie A/6 (abitazione del coltivatore o del lavoratore) e D/10 (fabbricato strumentale all’attività agricola);

  • gli immobili di qualsiasi categoria, ma con la dicitura “requisiti di ruralità accertati” sulla visura catastale.

NUOVI CHIARIMENTI SUI FABBRICATI RURALI STRUMENTALI

Con la Risoluzione n. 4 del 16 novembre 2023, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha risposto a tre interpelli riguardanti l’imponibilità dell’IMU. Uno dei quali, in particolare, riguarda proprio l’esenzione IMU per i fabbricati rurali. Nello specifico, se è vero che per legge per i fabbricati rurali è prevista l’esenzione dal pagamento dell’Imposta Municipale Unica, in alcuni casi, i Comuni richiedono comunque il pagamento dell’imposta in quanto, per una serie di specifici requisiti, non riconoscono lo stabile in quanto “rurale”. Allora che si fa?

Sul caso è intervenuto il MEF appunto, chiarendo che per beneficiare dell’aliquota ridotta dell’IMU sui fabbricati rurali strumentali, in base alle disposizioni della Legge di Bilancio 2020 (articolo 1, comma 750), non è necessario essere un coltivatore diretto. Tuttavia, i Comuni ritengono erroneamente che la qualifica di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale (articolo 12, Decreto Legislativo n. 99 del 2004) sia necessaria per ottenere lo sconto, e inoltre, non riconoscono il contratto di comodato come titolo valido per la conduzione del fabbricato strumentale.

Il Dipartimento delle Finanze chiarisce che tale richiesta da parte dei Comuni è priva di fondamento. La risoluzione quindi sottolinea, in conformità con l’orientamento della Cassazione, che l’attenzione deve essere rivolta esclusivamente alla classificazione del bene, che se rientra tra quelli esenti tale rimane a prescindere dalla qualifica del coltivatore (diretto) o dell’imprenditore agricolo.

Questo principio è confermato anche dalla giurisprudenza di legittimità (sentenza n. 7102/2010), che stabilisce che una volta che un fabbricato è classificato catastalmente come “rurale”, ogni contestazione riguardo all’IMU deve essere legata a una specifica impugnazione della classificazione catastale presso l’amministrazione competente.

Infine, per quanto riguarda il contratto di comodato, la risoluzione ribadisce che, contrariamente all’opinione del Comune, è considerato un titolo valido per dimostrare l’esistenza del requisito di ruralità.

STESSE REGOLE PER L’IMU NEL 2024

Salvo novità dell’ultim’ora inserite nella Legge di Bilancio 2024 o nella riforma fiscale 2024, non dovrebbero esserci grosse novità per l’IMU nel 2024. Il Decreto proroghe 2023 convertito in Legge ha infatti spostato le modifiche previste dalla Legge di Bilancio 2023 sull’Imposta Municipale Unica al 2025.

Le regole dell’IMU dunque, resteranno invariate anche nel 2024 poiché la sperimentazione dell’applicativo per le nuove aliquote – fissato nel 2023 – ha evidenziato lacune che determineranno il rinvio delle novità al 2025. L’emendamento, incluso nella conversione del Decreto proroghe 2023 convertito in Legge, motiva il ritardo a causa di “alcune rilevanti fattispecie” non considerate nel prospetto elaborato dal Ministero dell’Economia, permettendo così ai Comuni di diversificare le aliquote.

La sperimentazione del prospetto delle aliquote, iniziata a settembre, aveva lo scopo di consentire ai Comuni di testare le novità introdotte dal decreto del Vice Ministro dell’Economia del luglio 2023. Tuttavia, le difficoltà emerse durante i test hanno portato a un ulteriore rinvio dell’implementazione delle nuove aliquote IMU al 2025.

La nuova IMU, prevista per la prima volta dalla Legge di Bilancio 2020, consente ai Comuni di diversificare le aliquote in base a specifiche categorie di immobili. Tuttavia, la mancanza di considerazione di alcune fattispecie rilevanti ha portato alla proroga dell’introduzione delle nuove aliquote IMU. La piena attuazione della nuova IMU è ora prevista per il 1° gennaio 2025, salvo ulteriori rinvii.

ESENZIONI IMU CONFERMATE

Con la Risoluzione n. 4 del 16 novembre 2023, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha risposto anche ad altri due interpelli riguardanti l’imponibilità dell’IMU, in particolare per quanto riguarda:

  • fabbricati collabenti, per cui il MEF chiarisce che è prevista l’esenzione IMU. Ricordiamo che un immobile è considerato collabente quando non è idoneo per scopi abitativi né in grado di generare reddito. Questa categoria spesso include vecchie strutture diroccate e inutilizzate, esposte alle intemperie e trascurate senza alcuna manutenzione;

  • conduzione associata dei terreni agricoli, per cui viene mantenuto il requisito di esenzione IMU. Specifichiamo che negli ultimi anni, vi è stata una crescente diffusione di forme di conduzione associata da parte degli imprenditori agricoli per soddisfare la crescente domanda di prodotti agricoli. Le forme contrattuali più utilizzate includono il contratto di rete agricolo e il contratto di compartecipazione agraria per le coltivazioni stagionali. In entrambe le situazioni, l’imprenditore agricolo coltivatore diretto o professionale, proprietario dei terreni, conduce i propri terreni con un altro imprenditore agricolo per un periodo specifico di anni o mesi all’anno.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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