Fringe benefit 2025: cosa sono, come richiederli e novità

La guida su cosa sono i fringe benefit, come richiederli, a chi spettano e quali sono le novità 2025 rivolte ai lavoratori dipendenti

fringe benefit

I fringe benefit sono un tipo di retribuzione non in denaro erogata sotto forma di beni o servizi riconosciuti dall’azienda, che si aggiungono allo stipendio dei lavoratori dipendenti del settore privato.

Il fringe benefit non è né tassabile, né sottoposto a contribuzione entro una specifica soglia, pari a 258,23 euro all’anno ma, riguardo al 2025 ci sono importanti novità.

Prima di tutto, anche nel 2025, come nel 2024, la soglia è stata fissata a 2.000 euro all’anno per i dipendenti con figli e a 1.000 euro annui, per quelli anche senza figli. Inoltre, dal prossimo anno il Governo ha confermato che gli importi saranno maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la propria residenza a oltre 100 chilometri.

In questa guida vi spieghiamo cosa sono, a chi si rivolgono, come funzionano e in cosa consistono i fringe benefit con tutte le novità 2025 in arrivo e le nuove linee guida dell’Agenzia delle entrate.

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COSA SONO I FRINGE BENEFIT

I fringe benefit, noti anche come “compensi in natura” o “benefit aziendali”, sono compensi non monetari che un datore di lavoro offre ai propri dipendenti oltre al salario base.

Istituiti dalla Legge di Stabilità 2016 – Legge 28 Dicembre 2015, n. 208, il datore di lavoro li eroga riconoscendoli in busta paga come rimborsi, oppure come beni in natura o servizi accessori. I fringe benefit, il cui significato dall’inglese è “benefici accessori” assumono la forma di beni o servizi e vengono dati in aggiunta alla retribuzione per migliorare la qualità della vita, il benessere e la soddisfazione del lavoratore.

In generale, come previsto dall’articolo 51, comma 3 del TUIR, il fringe benefit non è tassabile entro la soglia di 258,23 euro, né sottoposto a contribuzione perché considerato reddito non imponibile. Ma nel tempo, la soglia di non imponibilità fiscale è cambiata.

Basti pensare che già nel 2022, il Governo aveva aumentato la soglia di esenzione fiscale fino a 3.000 euro per i fringe benefit contro caro energia e inflazione, poi con la Legge di Bilancio 2024 è arrivato l’abbassamento (rispetto al 2023) della soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali fino a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli, come vi spieghiamo in questa guida. Per i lavoratori senza figli, la soglia esentasse è stata elevata a 1.000 euro.

Tali importi sono stati confermati stati confermati dalla Legge di Bilancio 2025, che ha introdotto maggiorazioni ti per i nuovi assunti che accettano di trasferire la propria residenza a oltre 100 chilometri.

Scopriamo come.

COSA PREVEDE LA LEGGE DI BILANCIO 2025

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato importanti novità riguardo ai fringe benefit, stabilendo nuovi limiti e soglie. Nel dettaglio:

  • è prevista una maggiorazione degli importi per nuovi assunti fino a 5.000 euro se il dipendente ha avuto un reddito da lavoro non superiore a 35.000 euro nell’anno precedente l’assunzione e ha trasferito la residenza nel comune della sede di lavoro, distante più di 100 chilometri dal comune di precedente residenza. Questa misura è pensata per incentivare le assunzioni e facilitare la mobilità dei lavoratori, rendendo più attrattivo il trasferimento verso aree di lavoro potenzialmente più lontane;

  • per gli autoveicoli, motocicli e ciclomotori di nuova immatricolazione concessi in uso promiscuo a partire dal 1° gennaio 2025, il valore del fringe benefit è calcolato come il 50% dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri, basato sul costo chilometrico ACI, al netto delle somme eventualmente trattenute al dipendente. La percentuale è ridotta al 20% per i veicoli elettrici ibridi plug-in e al 10% per i veicoli a batteria a trazione esclusivamente elettrica

Per la generalità dei lavoratori, invece, i fringe benefit rimarranno accessibili alle stesse condizioni a tutti gli aventi diritto nel 2024 ovvero fino 2.000 euro per i dipendenti con figli e fino a 1.000 euro per quelli senza.

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CHI PUÒ USUFRUIRE DEL FRINGE BENEFIT NEL 2025

Possono usufruire dei fringe benefit tutti i lavoratori dipendenti del settore privato.

Quindi, coloro che hanno un contratto di lavoro di tipo subordinato (a tempo determinato, indeterminato o apprendistato, tra cui operai, impiegati, quadri e dirigenti).

Nella misura sono compresi anche i percettori di reddito da lavoro assimilato a quello da lavoro dipendente, ovvero:

  • collaboratori tipo CO.CO.CO, amministratori, lavoratori autonomi occasionali;

  • altri soggetti percettori di redditi di lavoro assimilato, come per esempio i tirocinanti.

Restano esclusi gli statali a cui la disciplina dei fringe benefit non si applica. Si precisa che non esiste nessun limite reddituale, né soglia ISEE per vedersi riconosciuto il benefit in busta paga.

È cruciale enfatizzare che il datore di lavoro non è tenuto a fornire fringe benefit. Il diritto ai fringe benefit è determinato dalle politiche e dalle decisioni aziendali. In alcune situazioni, è possibile negoziare tali vantaggi tramite contratti collettivi con i sindacati.

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COME RICHIEDERE I FRINGE BENEFIT

Per ottenere i fringe benefit, il lavoratore deve fare richiesta al proprio datore di lavoro. Nel caso del bonus 2 mila euro per dipendenti con figli a carico (ovvero il fringe benefit con soglia non imponibile fino a 2.000 euro per il 2025), il lavoratore deve dimostrare inoltre al suo capo di aver diritto a questa misura.

Come? Indicando il codice fiscale dell’unico figlio o dei figli fiscalmente a carico. Non essendo prevista una forma specifica per la richiesta di fringe benefit, la stessa può essere resa secondo modalità concordate tra le due parti.

DATORI DI LAVORO CHE POSSONO EROGARE I FRINGE BENEFIT

Non vi sono distinzioni di settore, tutti datori di lavoro privati, secondo le proprie politiche di welfare possono decidere o meno se riconoscerli insieme alla retribuzione.

In particolare, tra i datori di lavoro vanno intesi, sempre che dispongano di propri lavoratori dipendenti, anche:

  • i lavoratori autonomi e studi professionali;

  • gli Enti pubblici economici;

  • i soggetti che non svolgono un’attività commerciale.

Vediamo in che limiti si applicano i fringe benefit.

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COSA SUCCEDE SE SI SUPERA LA SOGLIA LIMITE DEI FRINGE BENEFIT

Se si supera la soglia limite dei fringe benefits, cioè il valore massimo esentasse stabilito dalla legge – di 2.000 euro per i dipendenti con figli, 1.000 euro per i dipendenti senza figli e 5.000 euro per i dipendenti neo assunti che si sono trasferiti per lavorol’importo che eccede la soglia di esenzione diventa soggetto a tassazione.

L’importo eccedente viene cioè considerato reddito da lavoro dipendente e, come tale, sarà soggetto a imposizione fiscale ordinaria. Questo significa che il valore in eccesso sarà aggiunto al reddito imponibile del dipendente e tassato secondo le aliquote IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), che variano in base al livello di reddito del dipendente.

Inoltre, sul valore eccedente verranno applicati anche i contributi previdenziali (INPS) a carico del dipendente e del datore di lavoro.

Ad esempio, se un dipendente riceve fringe benefits per un valore totale di 1.200 euro, ma la soglia di esenzione è 1.000 euro, i 200 euro in eccesso saranno considerati reddito tassabile. Questi 200 euro verranno aggiunti al reddito annuale del dipendente e saranno soggetti alla tassazione IRPEF e ai contributi previdenziali.

COME FUNZIONANO I FRINGE BENEFIT

I fringe benefit fanno parte della macro categoria dei “compensi in natura”, cioè sono quella parte di retribuzione che non è corrisposta dal datore in denaro, bensì attraverso l’erogazione di beni i servizi.

Tali benefits possono essere riconosciuti a categorie di dipendenti oppure, solo ad alcuni di essi, come vantaggi accessori per la particolare mansione svolta. In ogni caso, rientrano nel più ampio gruppo delle politiche di welfare aziendale, ovvero servizi e beni che l’azienda riconosce in aggiunta alla retribuzione economica.

I programmi di welfare aziendale sono una strategia adottata dalle aziende per attrarre talenti, migliorare l’ambiente lavorativo, rendere felici i propri dipendenti, aumentare la produttività e incoraggiare la fedeltà dei lavoratori.

L’erogazione di tali aiuti però – è bene precisarenon è obbligatoria. Il datore di lavoro può decidere o meno se riconoscere i fringe benefit insieme alla retribuzione. Ma cosa può rientrare nei fringe benefit? Vediamolo insieme.

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COSA RIENTRA NEI FRINGE BENEFIT

Nei fringe benefit rientrano svariati tipi di beni e servizi “tangibili”, cioè non compensi in denaro, ma “in natura”. I più comuni, a titolo non esaustivo, sono:

  • auto aziendali, o meglio “auto ad uso promiscuo”;

  • buoni pasto;

  • telefono cellulare, tablet, PC, smartphone;

  • abitazioni in locazione, uso o comodato;

  • polizze e assicurazioni sanitarie o sulla vita;

  • prestiti agevolati;

  • borse di studio.

I benefits possono essere erogati ai dipendenti anche tramite voucher o buoni acquisto. In questi casi, il riconoscimento di beni o la fornitura di servizi ad opera del datore avviene attraverso il rilascio di documenti di legittimazione (cartacei o elettronici), contenenti un valore nominale.

Come specificato nella Circolare n. 5/E, infatti, tra i “bonus” esentasse non solo le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro ai dipendenti per il pagamento delle utenze domestiche, ma anche quelle per l’affitto e per gli interessi sul mutuo della prima casa. Questi elementi costituiscono il pacchetto di “welfare aziendale”.

COSA NON RIENTRA NEI FRINGE BENEFIT

Nei fringe benefit non rientrano prestazioni, beni e servizi che sono previsti all’articolo 51 comma 2 del TUIR. Parliamo dei cosiddetti “Flexible benefit” tra cui rientrano, ad esempio:

  • il rimborso delle rette scolastiche;

  • il rimborso dei libri e testi scolastici;

  • viaggi e vacanze con finalità ricreative o culturali;

  • medicina preventiva e diagnostica.

La differenza tra flexible benefit e fringe benefit è che i primi sono beni, prestazioni, opere e servizi specifici che rientrano tra quelli previsti all’articolo 51 comma 2 del TUIR.

I flexible benefit non concorrono, senza alcun limite, alla formazione del reddito di lavoro dipendente, né alla formazione della base imponibile previdenziale.

Nell’interpello 421 del 25 agosto 2023, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito anche che non rientra come fringe benefit, il rimborso delle spese connesse alla ricarica delle auto aziendali elettriche assegnate in uso promiscuo ai dipendenti.

In sostanza, l’Agenzia ha sottolineato che il consumo di energia elettrica non rientra tra i beni e servizi forniti dal datore di lavoro come fringe benefit, ma costituisce un rimborso di spese sostenute dal lavoratore che costituiscono reddito di lavoro dipendente. Il TUIR prevede, infatti, l’eccezione solo per:

  • le spese sostenute nell’esclusivo interesse del datore di lavoro, anticipate dal dipendente per snellezza operativa, quali ad esempio l’acquisto di beni strumentali di piccolo valore;

  • le spese per trasferte giustificate analiticamente.

Adesso, vediamo come si calcola il fringe benefit in busta paga.

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COME VIENE CALCOLATO IL FRINGE BENEFIT IN BUSTA PAGA

Il fringe benefit viene calcolato tenendo conto del costo unitario del servizio o bene offerto al dipendente, rapportato al mese. Il costo del benetif (fringe benefit annuale), quindi, deve essere diviso per 12.

In questo modo si avrà come risultato il fringe benefit mensile da accreditare in busta paga, ovvero la voce di importo da inserire nella busta paga del dipendente.

Sono tassati in busta paga nel 2024 i servizi corrispondenti a un costo che supera la soglia di 1.000 euro (nel caso di lavoratori senza figli) o sopra il tetto di 2.000 euro (nel caso di lavoratori con almeno un figlio). Entro questa soglia non incide neppure sul TFR. Al superamento della soglia l’intero valore del benefit concorre a formare il reddito.

Le soglie cambieranno rispettivamente a 2.000 euro per tutti non appena la Legge di Bilancio del prossimo anno sarà approvata.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Per restare al passo con le novità, vi consigliamo la nostra guida con tutte le anticipazioni sulla Legge di Bilancio 2025. Tra le misure che interessano il mondo del lavoro ci sono pure le Taglio Cuneo fiscale nel 2025.

Vi consigliamo poi di approfondire il quoziente familiare grazie al quale ci sono meno tasse nel 2025 per chi ha figli.

A vostra disposizione mettiamo poi l’elenco aggiornato dei Bonus attivi nel 2025 e la guida al bonus 2 mila euro per dipendenti con figli. Potrebbe interessarvi anche approfondire il bonus lavoratrici madri con 3 o più figli.

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