Godimento dei diritti civili e politici nei concorsi pubblici: cosa significa

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Per accedere ai concorsi pubblici in Italia, i candidati devono possedere determinati requisiti tra cui il godimento dei diritti civili e politici.

In questo articolo spieghiamo il significato di tali diritti nel contesto dell’accesso agli impieghi nella Pubblica Amministrazione, chiarendo le implicazioni e le eventuali limitazioni.

Diamo inoltre informazioni sul certificato di godimento dei diritti politici, sulla sua rilevanza e su come ottenerlo.

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COSA SONO I DIRITTI CIVILI E POLITICI

I diritti civili e politici sono l’insieme delle libertà fondamentali e delle prerogative che ogni cittadino possiede in uno Stato democratico. Essi garantiscono la partecipazione alla vita pubblica e la protezione della sfera individuale. Questi diritti sono sanciti dalla Costituzione italiana e da normative internazionali, e rappresentano un pilastro della cittadinanza attiva.


DIRITTI CIVILI

I diritti civili tutelano la libertà e l’autonomia individuale. Tra i principali figurano:

– Libertà personale: diritto di non essere sottoposto a restrizioni della libertà se non nei casi e modi previsti dalla legge.

– Libertà di pensiero, espressione e stampa: diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

– Libertà di riunione e associazione: diritto di riunirsi pacificamente e senza armi, e di associarsi liberamente per fini che non sono vietati dalla legge penale.

– Diritto alla salute: diritto di ricevere cure mediche e di accedere ai servizi sanitari.

– Diritto di proprietà: diritto di godere e disporre dei propri beni in modo esclusivo, nei limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dalla legge.


DIRITTI POLITICI

I diritti politici consentono ai cittadini di partecipare attivamente alla gestione dello Stato e alla formazione della volontà politica. I più rilevanti includono:

– Diritto di voto (elettorato attivo): diritto di eleggere i propri rappresentanti nelle istituzioni.

– Diritto di essere eletto (elettorato passivo): diritto di candidarsi e ricoprire cariche pubbliche.

– Diritto di accesso ai pubblici uffici: diritto di concorrere per l’impiego nella Pubblica Amministrazione, a parità di requisiti.

– Diritto di petizione: diritto di presentare richieste alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.


Questi diritti, sebbene fondamentali, possono essere soggetti a limitazioni in casi specifici previsti dalla legge, come ad esempio in seguito a condanne penali o misure di sicurezza.

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GODIMENTO DEI DIRITTI CIVILI E POLITICI NEI CONCORSI PUBBLICI

Il godimento dei diritti civili e politici è un requisito fondamentale per l’accesso ai concorsi pubblici in Italia, rientra infatti nei cosiddetti requisiti generali di accesso ai concorsi pubblici.

Questo significa che i candidati non devono aver subito condanne penali o misure che comportino la perdita o la sospensione di tali diritti.

La normativa vigente stabilisce che l’assenza di tali limitazioni è essenziale per garantire l’integrità e l’affidabilità del personale della Pubblica Amministrazione.

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LIMITAZIONE E PERDITA DEI DIRITTI

Esistono specifiche situazioni in cui il godimento dei diritti civili e politici può essere limitato o perso, precludendo l’accesso ai concorsi pubblici.

Tra queste rientrano:

  • Interdizione dai pubblici uffici: una sanzione accessoria a determinate condanne penali che impedisce di ricoprire cariche pubbliche o di accedere a impieghi statali.

  • Sottoposizione a misure di sicurezza detentive o di prevenzione: provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria che limitano la libertà personale a scopo di difesa sociale.

  • Libertà vigilata: misura di sicurezza non detentiva che impone al condannato una serie di prescrizioni per prevenire la commissione di nuovi reati.

È importante sottolineare che per i cittadini non italiani, il requisito del godimento dei diritti civili e politici si riferisce al Paese di cittadinanza, purché non siano titolari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria in Italia.

A tal proposito è interessante scoprire le nuove regole per stranieri extra UE e rifugiati nei concorsi pubblici.

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IL CERTIFICATO DI GODIMENTO DEI DIRITTI POLITICI

Il certificato di godimento dei diritti politici è un documento ufficiale che attesta la capacità elettorale del cittadino, ovvero la sua qualità di elettore. Questo certificato è fondamentale per dimostrare di non aver perso il godimento dei diritti politici a seguito di cause ostative previste dalla legge.

La sua richiesta è comune per diverse finalità, tra cui l’ammissione a concorsi pubblici, l’iscrizione ad albi professionali o la presentazione di candidature elettorali.

Come si ottiene il Certificato?

Il certificato può essere richiesto direttamente presso l’Ufficio Elettorale del Comune di residenza. I requisiti per ottenerlo includono:

  • Aver compiuto 18 anni.
  • Possedere la cittadinanza italiana.
  • Non aver subito l’interdizione dai pubblici uffici.
  • Non essere sottoposto a misure di sicurezza detentive, di prevenzione o a libertà vigilata.

È importante notare che, in molti casi, è possibile sostituire il certificato con un’autocertificazione, come previsto dalla normativa vigente per semplificare i rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione

COME AVVIENE LA VERIFICA DA PARTE DELL’ENTE PUBBLICO

Una volta superato il concorso e prima della stipula del contratto di lavoro, l’ente pubblico verifica il possesso dei requisiti, incluso il vincolo di godere dei diritti civili e politici.

Questo può avvenire in diversi modi:

  • Autocertificazione: spesso, i candidati dichiarano il possesso dei requisiti tramite autocertificazione, assumendosi la responsabilità penale in caso di dichiarazioni mendaci.

  • Richiesta del certificato: l’ente può richiedere al candidato di presentare il certificato di godimento dei diritti politici, rilasciato dal Comune di residenza.

  • Accertamento d’ufficio: l’Amministrazione si riserva la facoltà di verificare d’ufficio il possesso dei requisiti, consultando direttamente le banche dati delle pubbliche amministrazioni competenti (ad esempio, casellario giudiziale, anagrafe). In questo caso, non è il candidato a dover produrre il documento, ma l’ente stesso a verificarlo.

In sintesi, l’ente pubblico ha la possibilità di utilizzare uno o più di questi metodi per accertare il reale possesso dei requisiti dichiarati dal vincitore del concorso.

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Scritto da Elena Bucci - Redattrice, esperta di lavoro pubblico.
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