Reddito di libertà 2024: requisiti, domanda, importi e novità

I dettagli sul reddito di libertà, il contributo mensile in favore delle le donne vittime di violenza seguite dai centri certificati

reddito libertà

Il reddito di libertà (RdL) mette a disposizione un aiuto economico di 400 euro al mese al massimo per un anno, ed è rivolto a donne vittime di violenza e in difficoltà.

Questa misura è stata confermata anche dalla Legge di Bilancio 2024, con uno stanziamento di 10 milioni di euro per l’anno in corso.

La domanda per ottenere il reddito di libertà deve essere presentata all’INPS e il sussidio viene erogato dalle Regioni e dalle Province autonome con risorse sia statali che proprie.

Ecco come funziona il reddito di libertà 2024, quali sono i requisiti per ottenerlo e come fare domanda.

COS’È IL REDDITO DI LIBERTÀ E CHI AIUTA

Il reddito di libertà è un sussidio economico mensile riconosciuto per massimo un anno alle donne vittime di violenza istituito per garantire e favorire l’indipendenza economica, l’emancipazione e dei percorsi di autonomia per le donne vittime di violenza che si trovano in condizioni di povertà.

Il reddito di libertà ha come scopo, inoltre, quello di contenere i gravi effetti economici provocati dall’emergenza da Covid-19 e dalla crisi conseguente, su questa categoria già così tanto provata. Dopo l’emergenza pandemica però, la misura è stata confermata a più riprese e l’INPS la gestirà anche nel 2024, come emerge dalla Legge di Bilancio 2024.

In particolare, il Parlamento ha deciso di garantire un rifinanziamento continuativo del Fondo destinato al sussidio. Le risorse allocate ammontano a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024-2026, riducendosi successivamente a 6 milioni di euro all’anno a partire dal 2027.

Ma chi ha diritto al reddito di libertà? Scopriamolo insieme.

REQUISITI REDDITO DI LIBERTÀ

Il reddito di libertà può essere richiesto dalle donne vittime di violenza, sole o con figli minori a carico, già seguite dai centri anti violenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali locali. Le destinatarie devono poi rispettare i seguenti requisiti:

  • essere residenti nel territorio italiano;

  • essere cittadine italiane o comunitarie o, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno;

  • aver intrapreso un percorso di fuoriuscita della violenza presso i centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali;

  • trovarsi in una particolare condizione di povertà e di vulnerabilità, nonché di “urgenza e di bisogno” che deve essere dichiarata e certificata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale che si sta occupando della donna interessata.

REDDITO DI LIBERTÁ, QUANDO VIENE PAGATO

Il Reddito di libertà viene pagato ogni mese ai beneficiari tramite le Regioni dopo l’ok dell’INPS, ma l’erogazione avviene solo fino a esaurimento delle risorse disponibili. Nel 2023 i fondi statali messi a disposizioni si sono esauriti molto presto ma alcune Regioni ne hanno messi a disposizione altri.

Per comprendere meglio i tempi di pagamento e le modalità di erogazione della misura, vediamo insieme tutti i dettagli sul funzionamento del Reddito di Libertà.

COME FUNZIONA IL REDDITO DI LIBERTÀ

Come anticipato, il reddito di libertà può essere riconosciuto una sola volta direttamente all’INPS dalle interessate per un importo di 400 euro su base mensile per un massimo di 12 mesi. A disciplinare le modalità di erogazione è il Messaggio INPS n. 4132 del 24-11-2021. È riconosciuto ed erogato con lo scopo di coprire le spese e per assicurare alle donne vittime di violenza e in difficoltà economiche il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • autonomia abitativa;

  • percorso scolastico e formativo per i figli o le figlie minori;

  • acquisizione di un’autonomia personale a seguito di episodi di violenza.

Ma, di fatto, chi aiuta le donne maltrattate? I fondi saranno erogati agli enti locali, ovvero i Comuni per conto delle singole Regioni. Saranno queste realtà ad aiutare le donne!

COME FARE DOMANDA

La domanda va fatta nella Regione di residenza o in quella di domicilio, attraverso gli sportelli comunali, secondo le specifiche scadenze stabilite da tali Enti. I comuni o le province autonome, poi, inoltrano la domanda all’INPS, come ribadito dalla Circolare n. 166 del 08-11-2021.

Al fine di facilitare la presentazione in via telematica delle istanze all’INPS, è stata predisposta una specifica piattaforma di collegamento con i Comuni italiani che permetterà di inoltrare l’istanza redatta dalla cittadina interessata disponibile da novembre 2021.

MODELLO DI DOMANDA PER IL REDDITO DI LIBERTÀ

La domanda per il Reddito di Libertà può essere presentata dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, per il tramite del Comune competente per residenza, utilizzando questo modello (Pdf 241 Kb).

Bisognerà rivolgersi al Comune o alla provincia di appartenenza per sapere i canali specifici.

In sede di acquisizione della domanda, il servizio svolgerà dei controlli sulla correttezza formale dei dati inseriti (ad esempio, sulla congruità del codice fiscale).

Al termine, vi sarà l’invio e la registrazione sul sistema informativo dell’INPS, nonché la stampa di una ricevuta di presentazione da consegnare all’interessata.

Le domande non ammesse per insufficienza di budget potranno essere oggetto di accoglimento in un momento successivo, in caso di respingimento di domande già presentate.

DOCUMENTI NECESSARI

In merito alla domanda del reddito di libertà, l’articolo 3 del DPCM 17 dicembre 2020 stabilisce che la domanda dovrà essere presenta all’INPS con una dichiarazione firmata dal rappresentante legale del centro anti violenza che ha preso in carica la donna e deve attestare il percorso di emancipazione e autonomia che l’interessata ha intrapreso.

Alla domanda sarà inoltre necessario allegare anche la certificazione relativa alla condizione di povertà attestata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale che segue la donna. Per ottenere il reddito è obbligatorio che chi presenta richiesta abbia un certificato che attesti la frequentazione di un percorso all’interno di un centro anti violenza riconosciuto dalla specifica Regione di residenza o domicilio.

DOCUMENTI UTILI

L’INPS con la Circolare n. 166 del 08-11-2021 ha chiarito agli operatori comunali le istruzioni operative per compilare le domande per conto delle interessate e ha messo a disposizione anche questo modello (Pdf 247 Kb) per presentare la domanda.

QUANDO SCADE IL REDDITO DI LIBERTÀ

Il Reddito di Libertà può essere avviato dalle Regioni per tutto il 2024. Se volete sapere qual è la scadenza per la vostra Regione di residenza, vi consigliamo di rivolgervi agli uffici preposti regionali per avere certezza sui termini da rispettare.

COMPATIBILITÀ E CUMULABILITÀ REDDITO DI LIBERTÀ

Nel Decreto è chiarito in maniera diretta che il reddito di libertà non è incompatibile con altri strumenti di sostegno come l’Assegno di Inclusione.

Non è incompatibile neppure con altre misure che prevedono la fruizione di denaro a favore dei figli a carico, erogate dalle Regioni, Province autonome di Trento e di Bolzano e dagli Enti locali, o di altri sussidi economici a sostegno del reddito (NASpI, CIG ecc.).

Poi, ogni Regione potrà disciplinare delle specifiche regole di cumulabilità anche con altri contributi regionali per il sostegno.

Il contributo, infine, è esente dall’imposta sul reddito delle persone fisiche, ai sensi dell’articolo 34, del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 601, in quanto erogato da un Ente pubblico a titolo assistenziale.

CONTROLLI E REVOCA

Stando al DPCM pubblicato nella GU n. 172 del 20 luglio 2021, l’INPS è addetta al controllo e alla verifica della sussistenza di criteri per ottenere il sussidio. Qualora questi criteri dovessero mancare o se ci fossero dei motivi ostativi, l’Istituto potrà revocare il contributo.

Ad esempio, se la donna abbandona il percorso di autonomia nel centro anti violenza potrebbe perdere il reddito di libertà. Inoltre, l’Inps fornirà ai Ministeri competenti dati statistici sulle prestazioni erogate e sui beneficiari di questo sussidio.

ITER NORMATIVO

Istituito dal Decreto Rilancio, il Decreto del Presidente del Consiglio Dei Ministri 17 dicembre 2020 ha reso operativo il Reddito di Libertà con un fondo ad hoc, il “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”. Secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2023 aveva risorse pari a 1.850.000 euro per il 2023. Dal 1° gennaio, il Fondo è stato incrementato di 10 milioni di euro dalla Legge di Bilancio 2024.

Le risorse vanno distribuite alle Regioni a seconda del numero di abitanti femminili con apposito provvedimento di prossima emanazione e su cui noi vi aggiorneremo.

Si ricorda, infine, che con il Messaggio n° 1053 del 07-03-2022 , INPS ha precisato che le risorse, fornite dallo Stato a Regione o Provincia autonoma, possono essere ulteriormente incrementati dalla Regione e dalla Provincia autonoma stesse.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Ma cosa fa lo Stato per aiutare le donne vittime di violenza? Per scoprirlo, mettiamo a vostra disposizione il testo del DDL violenza sulle donne. Poi, vi consigliamo di approfondire la nuova proposta riguardo lo sgravio contributivo per le assunzioni di donne vittima di violenza. Vi invitiamo a leggere anche quali sono i settori e le professioni con disparità uomo e donna. Per approfondire, consigliamo anche di leggere l’approfondimento su tutti gli incentivi alle assunzioni disponibili in Italia, che viene costantemente aggiornato.

Interessante anche il nostro approfondimento sulla proposta di legge al vaglio del governo, per inserire le donne vittime di violenza tra le categorie protette

Per conoscere altre agevolazioni disponibili è possibile visitare la nostra sezione riservata agli aiuti per lavoratori e famiglie. Visitate anche questa pagina dedicata agli aiuti alle imprese.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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