Il reddito di libertà (RdL) mette a disposizione un aiuto economico di 400 euro al mese al massimo per un anno, ed è rivolto a donne vittime di violenza e in difficoltà.
Questa misura è stata confermata dalla Legge di Bilancio 2024, con uno stanziamento di 10 milioni di euro per l’anno in corso.
La domanda per ottenere il reddito di libertà deve essere presentata all’INPS e il sussidio viene erogato dalle Regioni e dalle Province autonome con risorse sia statali che proprie.
Ecco come funziona il reddito di libertà 2024, quali sono i requisiti per ottenerlo e come fare domanda.
Indice:
COS’È IL REDDITO DI LIBERTÀ
Il reddito di libertà è un sussidio economico mensile riconosciuto per massimo un anno alle donne vittime di violenza istituito per garantire e favorire l’indipendenza economica, l’emancipazione e dei percorsi di autonomia per le donne vittime di violenza che si trovano in condizioni di povertà.
Il reddito di libertà è stato istituito dal Decreto Rilancio, poi il Decreto del Presidente del Consiglio Dei Ministri 17 Dicembre 2020 lo ha reso operativo con un fondo ad hoc, il “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”. Le risorse vanno distribuite alle Regioni a seconda del numero di abitanti femminili. Con il Messaggio n° 1053 del 07-03-2022, INPS ha precisato che gli Enti locali possono anche aumentare le risorse rese disponibili.
Chiariamo anche che inizialmente il reddito di libertà era nato per contenere i gravi effetti economici provocati dall’emergenza da Covid-19 e dalla crisi conseguente, su questa categoria già così tanto provata. Dopo l’emergenza pandemica però, la misura è stata confermata a più riprese e l’INPS la gestisce anche nel 2024, come previsto dalla Legge di Bilancio 2024.
Ma chi ha diritto al reddito di libertà? Scopriamolo insieme.
REQUISITI REDDITO DI LIBERTÀ
Il reddito di libertà può essere richiesto dalle donne vittime di violenza, sole o con figli minori a carico, già seguite dai centri anti violenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali locali. Le destinatarie devono poi rispettare i seguenti requisiti:
- essere residenti nel territorio italiano;
- essere cittadine italiane o comunitarie o, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno;
- aver intrapreso un percorso di fuoriuscita della violenza presso i centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali;
- trovarsi in una particolare condizione di povertà e di vulnerabilità, nonché di “urgenza e di bisogno” che deve essere dichiarata e certificata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale che si sta occupando della donna interessata.
Vediamo insieme tutti i dettagli sul funzionamento del Reddito di Libertà.
COME FUNZIONA IL REDDITO DI LIBERTÀ
Come anticipato, il reddito di libertà può essere riconosciuto una sola volta direttamente all’INPS dalle interessate per un importo di 400 euro su base mensile per un massimo di 12 mesi. A disciplinare le modalità di erogazione è il Messaggio INPS n. 4132 del 24-11-2021. È riconosciuto ed erogato con lo scopo di coprire le spese e per assicurare alle donne vittime di violenza e in difficoltà economiche il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- autonomia abitativa;
- percorso scolastico e formativo per i figli o le figlie minori;
- acquisizione di un’autonomia personale a seguito di episodi di violenza.
Ma, di fatto, chi aiuta le donne maltrattate? I fondi vengono erogati agli enti locali, ovvero i Comuni per conto delle singole Regioni. Saranno queste realtà locali ad aiutare le donne!
COME FARE DOMANDA
La domanda va fatta nella Regione di residenza o in quella di domicilio, attraverso gli sportelli comunali, secondo le specifiche scadenze stabilite da tali Enti. Non è escluso che gli Enti che gestiscono le istanze, possano prevedere una procedura di domanda online per il Reddito di libertà. Conviene, quindi, chiedere informazioni direttamente agli sportelli degli Enti locali qual è la procedura adottata in quel territorio. I Comuni o le Province autonome, poi, inoltrano la domanda all’INPS, come ribadito dalla Circolare n. 166 del 08-11-2021.
Al fine di facilitare la presentazione in via telematica delle istanze all’INPS, è stata predisposta una specifica piattaforma di collegamento con i Comuni italiani che permetterà di inoltrare l’istanza redatta dalla cittadina interessata.
MODULO DI DOMANDA PER IL REDDITO DI LIBERTÀ
La domanda per il Reddito di Libertà può essere presentata dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, per il tramite del Comune competente per residenza, utilizzando questo modulo (Pdf 241 Kb).
Bisognerà rivolgersi al Comune o alla provincia di appartenenza per sapere i canali specifici.
In sede di acquisizione della domanda, il servizio svolgerà dei controlli sulla correttezza formale dei dati inseriti (ad esempio, sulla congruità del codice fiscale).
Al termine, vi sarà l’invio e la registrazione sul sistema informativo dell’INPS, nonché la stampa di una ricevuta di presentazione da consegnare all’interessata.
Le domande non ammesse per insufficienza di budget potranno essere oggetto di accoglimento in un momento successivo, in caso di respingimento di domande già presentate.
DOCUMENTI NECESSARI
In merito alla domanda del reddito di libertà, l’articolo 3 del DPCM 17 Dicembre 2020 stabilisce che la domanda dovrà essere presenta all’INPS con una dichiarazione firmata dal rappresentante legale del centro anti violenza che ha preso in carica la donna e deve attestare il percorso di emancipazione e autonomia che l’interessata ha intrapreso.
Alla domanda sarà inoltre necessario allegare anche la certificazione relativa alla condizione di povertà attestata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale che segue la donna. Per ottenere il reddito è obbligatorio che chi presenta richiesta abbia un certificato che attesti la frequentazione di un percorso all’interno di un centro anti violenza riconosciuto dalla specifica Regione di residenza o domicilio.
REDDITO DI LIBERTÁ, QUANDO VIENE PAGATO
Il Reddito di libertà viene pagato ogni mese ai beneficiari tramite le Regioni dopo l’ok dell’INPS, ma l’erogazione avviene solo fino a esaurimento delle risorse disponibili. Nel 2023 i fondi statali messi a disposizioni si sono esauriti molto presto ma alcune Regioni ne hanno messi a disposizione altri. Per il 2024 ci sono ancora fondi disponibili.
QUANDO SCADE IL REDDITO DI LIBERTÀ
Il Reddito di Libertà può essere avviato dalle Regioni per tutto il 2024. Se volete sapere qual è la scadenza per la vostra Regione di residenza, vi consigliamo di rivolgervi agli uffici preposti regionali per avere certezza sui termini da rispettare.
REDDITO DI LIBERTÀ, DATI INPS
Il 31 Luglio 2024, la delegata Maria Terranova dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), a seguito di una riunione dell’Osservatorio sulla violenza contro le donne convocato dalla Ministra per la Famiglia e le Pari opportunità Eugenia Roccella, ha reso noti i dati INPS sulla misura.
I dati contenuti nel report presentato da INPS all’Osservatorio, dall’avvio della misura e fino al 31 Maggio 2024 mostrano come su 6.489 domande presentate agli sportelli comunali dalle donne vittime di violenza, solo 2.772 richieste sono state evase e hanno quindi ricevuto il sostegno economico. Di contro, al 31 Maggio 2024, sono 3.026 le donne vittime di violenza che hanno chiesto la misura di sostegno economico ma non hanno ancora ricevuto risposta.
Manca infatti la pubblicazione del Decreto che assegna le risorse alle Regioni per il 2024, come spiegato in questa nota stampa ANCI. Non è escluso poi, che dal prossimo anno la misura possa essere semplificata nella sua esecuzione. Nel caso, vi faremo sapere.
Intanto, INPS, per sostenere le donne vittime di violenza ha pubblicato anche una guida interattiva (Pdf 282 Kb) in cui elenca le misure a cui hanno diritto, spiegandole passo per passo.
COMPATIBILITÀ E CUMULABILITÀ REDDITO DI LIBERTÀ
Nel Decreto è chiarito in maniera diretta che il reddito di libertà non è incompatibile con altri strumenti di sostegno come l’Assegno di Inclusione.
Non è incompatibile neppure con altre misure che prevedono la fruizione di denaro a favore dei figli a carico, erogate dalle Regioni, Province autonome di Trento e di Bolzano e dagli Enti locali, o di altri sussidi economici a sostegno del reddito (NASpI, CIG ecc.).
Poi, ogni Regione potrà disciplinare delle specifiche regole di cumulabilità anche con altri contributi regionali per il sostegno.
Il contributo, infine, è esente dall’imposta sul reddito delle persone fisiche, ai sensi dell’articolo 34, del D.P.R. 29 Settembre 1973, n. 601, in quanto erogato da un Ente pubblico a titolo assistenziale.
CONTROLLI E REVOCA
Stando al DPCM pubblicato nella GU n. 172 del 20 luglio 2021, l’INPS è addetta al controllo e alla verifica della sussistenza di criteri per ottenere il sussidio. Qualora questi criteri dovessero mancare o se ci fossero dei motivi ostativi, l’Istituto potrà revocare il contributo.
Ad esempio, se la donna abbandona il percorso di autonomia nel centro anti violenza potrebbe perdere il reddito di libertà. Inoltre, l’Inps fornirà ai Ministeri competenti dati statistici sulle prestazioni erogate e sui beneficiari di questo sussidio.
REDDITO DI LIBERTÀ, NUOVI FONDI 2024 – 2026
Con la Legge di Bilancio 2024, il Parlamento ha deciso di garantire un rifinanziamento continuativo del Fondo destinato al Reddito di libertà. Le risorse allocate ammontano a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 – 2026, riducendosi successivamente a 6 milioni di euro all’anno a partire dal 2027.
Non è ancora stato pubblicato però, il Decreto di ripartizione delle risorse 2024 per il reddito di libertà che indica quanti soldi ci sono per la Regione Campania, la Regione Puglia o la Lombardia, per esempio. Vi aggiorneremo appena il Decreto sarà pubblicato.
RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI
- Circolare INPS n. 166 del 08-11-2021 (Pdf 3.41 Mb);
- Decreto del Presidente del Consiglio Dei Ministri 17 Dicembre 2020 (Pdf 54 Kb) – Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n.172 del 20 luglio 2021;
- Testo definitivo della Legge di Bilancio 2024 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 213 del 30 Dicembre 2023.
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Vi consigliamo di approfondire la guida riguardo lo sgravio contributivo per le assunzioni di donne vittima di violenza. Da non perdere neppure l’articolo del bando in Toscana con la domanda per i contributi per le donne vittime di violenza.
Da non perdere anche la guida agli incentivi assunzioni di neo mamme e l’elenco aggiornato dei bonus figli attivi nel 2024. Per approfondire, mettiamo a vostra disposizione anche le nostre guide dedicate alle mamme, tra cui il bonus mamme disoccupate e il bonus mamme nella Pubblica Amministrazione.
Vi invitiamo inoltre a scoprire tutte notizie in questa pagina sugli aiuti alle persone.
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Tanto si parla di questo bonus di libertà….ma i fondi non ci sono .. quando sarà possibile averlo…