DEF 2022, testo e spiegazione: cosa prevede in 13 punti

La spiegazione di cosa prevede il DEF 2022, il Documento di Economia e Finanza, tra stime e nuove riforme. Disponibile anche il testo da scaricare

decreto, governo, Draghi

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 6 aprile 2022 il DEF 2022, il Documento di Economia e Finanza collegato alla prossima Legge di Bilancio 2023.

Il Documento tiene conto del peggioramento del quadro economico determinato da diversi fattori: dalla crisi in Ucraina al picco dei prezzi dell’energia, dei prodotti alimentari e delle materie prime, fino all’andamento dei tassi d’interesse e allo stallo dei mercati di esportazione italiani.

In questa guida vi spieghiamo in modo dettagliato che cos’è e cosa prevede il DEF 2022 e rendiamo disponibile il testo da consultare.

CHE COS’È E COSA PREVEDE IL DEF 2022

Il DEF è il “Documento di Economia e Finanza” che viene stilato ogni anno dal Governo al fine di presentare al Parlamento gli obiettivi di politica economica e le strategie per raggiungerli con l’elenco delle riforme previste. Un atto che, insieme alla NADEF e alle Linee Programmatiche è propedeutico all’individuazione delle politiche economiche e finanziarie di breve e lungo periodo.

L’approvazione del DEF 2022, arrivato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri il 6 aprile 2022 (qui il comunicato stampa ufficiale), dà il via alla trafila che, entro la fine dell’anno, porterà al via libera della Legge di Bilancio 2023. Per comprenderne i contenuti, però, è necessario precisare che gli scenari presentati nel documento sono distinti tra il quadro tendenziale, che incorpora le previsioni di finanza pubblica a legislazione vigente, e quello programmatico, che sconta gli effetti delle misure di finanza pubblica che il Governo intende adottare con il disegno di legge di Bilancio.

Vediamo insieme, per punti, cosa prevede il DEF 2022.

1) TAGLI AL CARO BENZINA ED ENERGIA

Sono 5 i miliardi che saranno destinati dal Governo a copertura di un provvedimento “da finalizzare nel mese di aprile” recante misure di sostegno all’economia e ai settori maggiormente colpiti dalla crisi energetica. In prima battuta il nuovo Decreto Legge ripristinerà i fondi di Bilancio temporaneamente dirottati a parziale copertura del Decreto Bollette 2022 pari a 4,5 miliardi in termini di impatto sul conto della PA. La parte restante sarà destinata a quattro ordini di misure:

  • ulteriori interventi per contenere i prezzi dei carburanti e il costo dell’energia;

  • l’aumento delle risorse necessarie a coprire l’incremento dei prezzi delle opere pubbliche;
  • l’incremento dei fondi per le garanzie sul credito;

  • ulteriori misure che si rendano necessarie per assistere i profughi ucraini e per alleviare l’impatto economico del conflitto in corso in Ucraina sulle aziende italiane.

Le misure che verranno adottate ad aprile avranno un effetto espansivo sull’economia italiana e, secondo le previsioni, potrebbero accrescere la variazione del PIL prevista che, nel quadro passa al 3,1% nel 2022 (era 2,9 del quadro tendenziale) e al 2,4% nel 2023 (era 2,3 nel quadro tendenziale). Le maggiori risorse stanziate sostengono famiglie e imprese e contribuiscono ad aumentare (rispetto allo scenario tendenziale) gli investimenti dello 0,3% e i consumi delle famiglie di circa 0.1 punti percentuali nell’anno in corso.

2) NEL 2022 PIL A 3,1%

Le misure adottate ad aprile avranno un impatto sul PIL che dovrebbe raggiungere gli 0,2 punti percentuali nel 2022 e 0,1 nel 2023. Di conseguenza, il tasso di crescita del PIL previsto nel quadro programmatico raggiunge il 3,1% nel 2022 e il 2,4% nel 2023, mentre le previsioni di crescita per i due anni successivi rimangono invariate al primo decimale. Per il resto, le differenze fra scenario programmatico e tendenziale sono alquanto limitate, lo scostamento tra quanto previsto in base alle misure operative e quelle che verranno attivate nel 2023, per intenderci. Se infatti il differenziale di deficit è ampio quest’anno, si riduce nel prossimo triennio fino ad annullarsi nel 2025.

3) CONFERMATO DISAVANZO

Il disavanzo tendenziale della pubblica amministrazione, nella pratica la parte della “spesa pubblica” che supera le entrate, è indicato al 5,1% per quest’anno e scenderà fino al 2,7% del PIL nel 2025. Gli obiettivi per il disavanzo contenuti nella NADEF sono confermati, ovvero il 5,6% nel 2022, in discesa fino al 2,8% nel 2025. Risulta quindi esserci un margine per misure espansive (0,5 punti percentuali di PIL per quest’anno, 0,2 punti nel 2023 e 0,1 punti nel 2024 e nel 2025).

4) DEBITO 2022 IN CALO A 147%

Il rapporto Debito – PIL, nello scenario programmatico illustrato nel DEF 2022, diminuirà al 147% quest’anno e poi via via fino al 141,4% nel 2025, un livello lievemente superiore allo scenario tendenziale. Si tratta di una diminuzione coerente con l’obiettivo già enunciato nei precedenti documenti programmatici di riportare il rapporto Debito – PIL al livello pre-crisi (134,1% nel 2019) entro la fine del decennio.

Grazie alla sostenuta crescita del prodotto in termini nominali (7,2%), il rapporto tra Debito pubblico – PIL a fine 2021 è sceso al 150,8%, dal picco del 155,3% toccato nel 2020. Il quadro tendenziale riportato nel Documento, inoltre, rileva il rapporto Debito – PIL al 146,8% nel 2022, 145% nel 2023, 143,2% nel 2024 e 141,2% nel 2025.

5) CALA LA PRESSIONE FISCALE

Nel complesso, la revisione al ribasso della stima di indebitamento netto del 2022 è principalmente imputabile a maggiori entrate tributarie, contributive e altre entrate correnti. Ma nel DEF 2022 il Governo specifica che la pressione fiscale calcolata secondo i criteri della contabilità nazionale dovrebbe scendere dal 43,5% del 2021 al 43,1%. Inoltre, correggendo i dati per tenere conto della classificazione di svariati sgravi fiscali e contributivi come misure di spesa, la pressione fiscale effettiva è in realtà più bassa e scende in misura lievemente maggiore. Ovvero si va dal 41,7% l’anno scorso al 41,2% quest’anno.

6) ANCORA EFFETTI ECONOMICI POST COVID

La pandemia, come emerge dal DEF, è ancora in corso e rimane un ostacolo all’attività economica a livello globale. Ciò vale sia per l’impatto sull’offerta di lavoro e i comportamenti dei consumatori, sia per gli effetti avversi sulle catene globali del valore e sui costi di trasporto.

7) IMPATTO DELL’AUMENTO BOLLETTE

In Italia, l’impatto del rialzo dei prezzi energetici sui costi delle imprese e sui bilanci familiari si è aggravato nei primi due mesi dell’anno in corso. Il DEF 2022 precisa gli interventi finanziati dalla Legge di Bilancio 2022 e da successivi provvedimenti del Governo (per maggiori dettagli si rimanda agli approfondimenti su Decreto Bollette e il Decreto Energia). Le misure ora operative hanno ridotto gli effetti negativi di oltre un quarto per quanto riguarda il primo trimestre del 2022. Nonostante ciò, nel primo bimestre di quest’anno gli indicatori del ciclo internazionale si sono indeboliti, pur rimanendo moderatamente positivi.

8) LA GUERRA E L’EFFETTO SUI PREZZI

La crisi in Ucraina ha causato un marcato innalzamento dei prezzi delle materie prime alimentari. Un aumento che, secondo le stime del DEF 2022, potrà avere ulteriori impatti sull’inflazione in un contesto in cui in Italia è già provata. Dai dati preliminari dell’ISTAT, infatti, i prezzi al consumo a marzo risultano in crescita tendenziale del 6,7% secondo l’indice nazionale, dal 5,7% di febbraio, con la componente di fondo anch’essa in salita al 2,0%, dall’1,7%.

9) IMPATTO DELLO STOP DI GAS E PETROLIO RUSSO

L’impatto di un eventuale blocco delle esportazioni russe di gas e petrolio sulle attività produttive e sui prezzi delle fonti fossili di energia e dell’elettricità farebbe aumentare ancora di più i prezzi. Ciò causerebbe un impatto sul PIL che potrebbe variare da 0,8 punti percentuali nel 2022 e 1,1 punti nel 2023, fino a 2,3 punti nel 2022 e 1,9 nel 2023. A prevederlo sono gli scenari di rischio contenuti nel DEF 2022: nello scenario più sfavorevole, infatti, la crescita del PIL in termini reali nel 2022 sarebbe pari a 0,65 e nel 2023 a 0,45.

Tra l’altro il 2022 eredita 2,3 punti percentuali di crescita dal 2021 e la crescita del PIL nel corso del 2022 sarebbe nettamente negativa, mentre il deflatore dei consumi (lo strumento che permette di misurare la crescita del PIL depurandolo dagli effetti dell’inflazione) crescerebbe del 7,65%. Come caso limite, si è ipotizzato un blocco delle esportazioni a partire da fine aprile 2022 che perduri per tutto il 2023. In tale scenario per l’Italia si ipotizza una carenza di gas pari al 185 delle importazioni in volume nel 2022 e al 155 delle importazioni nel 2023.

10) DA APRILE PIL IN CRESCITA MA NON È DETTO

Sebbene si stimi un rimbalzo della produzione industriale in febbraio, all’incremento congiunturale dello 0,6% registrato nel quarto trimestre del 2021 è seguita una contrazione del PIL dello 0,5% nel primo trimestre di quest’anno. Tale contrazione è attribuibile principalmente a una contrazione del valore aggiunto dell’industria. Per il secondo trimestre si prevede una moderata ripresa della crescita trimestrale del PIL, trainata principalmente dai servizi. Va tuttavia segnalato che nell’indagine ISTAT di marzo le aspettative delle imprese manifatturiere su ordinativi e produzione sono nettamente peggiorate, il che segnala rischi al ribasso per il secondo trimestre.

11) REVISIONE SPESA PER IMPEGNI MILITARI

La proiezione di finanza pubblica, ad oggi, e quindi “a legislazione vigente” non comprende le cosiddette politiche invariate per cui l’Italia è legata a vincoli e ad impegni futuri. Si tratta delle attività che coprono una serie di spese cui si potrebbe dover dar corso nei prossimi anni in considerazione di impegni internazionali o fattori legislativi, dal rifinanziamento di missioni internazionali al finanziamento di futuri rinnovi contrattuali nella PA. “Allo scopo di coprire adeguatamente tali esigenze, si opererà una revisione della spesa corrente che produca risparmi crescenti nel tempo senza pregiudicare l’erogazione di servizi pubblici e l’attuazione delle politiche sociali”, si legge nel Documento.

12) INFLAZIONE SALE A 5,8% NEL 2022

La nuova previsione macroeconomica si caratterizza anche per un tasso di inflazione assai più elevato di quanto previsto a settembre scorso nella NADEF. Il deflatore dei consumi delle famiglie, che nel 2021 è cresciuto dell’1,7%, probabilmente aumenterà del 5,8% nel 2022, contro una previsione dell’1,6% nella NADEF . La previsione di crescita del deflatore del Pil, anch’essa dell’1,6% nella NADEF, sale al 3,0 %. Ciò porta la nuova previsione di crescita del PIL nominale al 6,0%, solo leggermente più bassa del 6,4% previsto nella NADEF.

13) GLI INTERVENTI DI RIFORMA

Il Governo ha previsto 19 nuove riforme collegate al documento programmatico approvato nel Consiglio dei Ministri. I 19 Disegni di legge collegati, la maggior parte già al vaglio del Parlamento, sono:

  • la disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata;

  • il testo unico dell’ordinamento degli enti locali;

  • la delega per la riforma fiscale;

  • il riordino del settore dei giochi;

  • la revisione organica degli incentivi alle imprese e potenziamento, razionalizzazione, semplificazione del sistema degli incentivi alle imprese del Mezzogiorno;

  • lo sviluppo delle filiere e per favorire l’aggregazione tra imprese;

  • la revisione del Codice della proprietà industriale;

  • l’aggiornamento e il riordino della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;

  • il riordino in materia di spettacolo;

  • le misure di attuazione del Patto per la salute 2019-2021 e per il potenziamento dell’assistenza territoriale;

  • la delega per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto pubblico;

  • delega per il coordinamento e il graduale aggiornamento della fascia anagrafica di riferimento delle politiche giovanili e le misure per la promozione dell’autonomia e dell’emancipazione dei giovani;

  • la delega per la riforma delle misure a sostegno delle imprese agricole;

  • il sistema degli interventi a favore degli anziani non autosufficienti;

  • gli interventi per la montagna;

  • il riordino in materia di riforma della magistratura onoraria;

  • la valorizzazione del sistema della formazione superiore e della ricerca;

  • il riordino del settore della concorrenza 2021;

  • le pensioni di invalidità.

IL TESTO INTEGRALE DEL DEF 2022

Mettiamo a vostra disposizione il testo integrale in versione del DEF 2022 collegato al Bilancio 2023, diviso in sezioni.

SEZIONE I

Documento di Economia e Finanza – Programma di Stabilità dell’Italia (Pdf 3,2 Mb).

SEZIONE II

Documento di Economia e Finanza – Analisi e tendenze della finanza pubblica (Pdf 3,9 Mb).
Documento di Economia e Finanza – Allegato alla sezione II – Analisi e tendenze della finanza pubblica – Nota metodologica sui criteri di formulazione delle previsioni tendenziali (Pdf 1742 Kb).

SEZIONE III

Documento di Economia e Finanza – Programma Nazionale di Riforma (Pdf 1485 Kb).
Documento di Economia e Finanza – Programma Nazionale di Riforma – Appendice 1 Valutazione di impatto delle riforme (Pdf 904 Kb).
Documento di Economia e Finanza – Programma Nazionale di Riforma – Appendice 2 Tavole di approfondimento previste dalle Linee Guida della Commissione europea (Pdf 1430 Kb).

ALLEGATI

Le spese dello Stato nelle Regioni e nelle Province Autonome (Pdf 1239 Kb).
Rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica (Pdf 1279 Kb).
Relazione circa l’attuazione della razionalizzazione del sistema degli acquisti di beni e servizi (Pdf 883 Kb).

Per completezza mettiamo a disposizione anche il testo integrale della Relazione al Parlamento (Pdf 203 Kb) di accompagnamento al DEF 2022. Infine si riporta la pagina ufficiale del Ministero dell’Economia e Finanza relativa al Documento raggiungibile a questo indirizzo.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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