Differenza tra Finanziamento e Contributo a fondo perduto

Ecco la guida su qual è la differenza tra finanziamento e contributo a fondo perduto, con le definizioni corrette ed esempi

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Molti non conoscono la differenza tra finanziamento e contributo a fondo perduto, due strumenti fondamentali per sostenere imprese, persone, progetti e start up.

Ebbene, la prima importante distinzione che bisogna subito sottolineare è che il finanziamento (anche se agevolato) è un vero e proprio prestito, mentre il contributo a fondo perduto non richiede la restituzione del denaro ricevuto.

Poi ci sono altre caratteristiche che li rendono peculiari.

In questa guida spieghiamo cos’è il finanziamento e cos’è il contributo a fondo perduto, analizzando le differenze fornendo esempi pratici per capire meglio come funzionano e quali tipologie esistono.

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DIFFERENZE TRA FINANZIAMENTO E CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO

Una delle differenze principali tra finanziamento e contributo a fondo perduto sta nel fatto che il primo richiede la restituzione delle risorse ricevute in prestito, a determinate condizioni. Al contrario, il contributo a fondo perduto non richiede alcun rimborso.

Inoltre, i finanziamenti sono soggetti a interessi e garanzie, mentre i contributi a fondo perduto sono solitamente erogati senza condizioni aggiuntive, ma entro certi limiti stabiliti dai bandi stessi che li disciplinano e determinano le modalità di accesso.

Esistono però diversi tipi di finanziamento e diversi tipi di contributi a fondo perduto. Scopriamoli a partire dalle definizioni e dal significato del loro nome.

COS’È IL FINANZIAMENTO

Il finanziamento è la cessione di una somma di denaro con il vincolo della restituzione dell’importo di pari valore o con valore maggiore e a determinate condizioni.

Si tratta sostanzialmente di un prestito attraverso cui individui, imprese o enti ricevono denaro per sostenere le proprie attività, progetti o per far fronte a esigenze di liquidità o all’acquisto di beni e servizi. I soldi possono provenire da varie fonti come istituti bancari, investitori privati o Enti pubblici e possono essere soggetti a interessi e garanzie.

Un esempio di finanziamento è il classico prestito della banca, che si può richiedere per compare qualcosa o affrontare una spesa di ingente somma.

In ogni caso il finanziamento è soggetto a tassi di interesse, richiede garanzie e ha dei limiti definiti nell’offerta di contratto stessa che impegna creditore e debitore.

Ma esiste anche un tipo specifico di finanziamento a condizioni favorevoli, ovvero il finanziamento agevolato. Vediamolo nel dettaglio.

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COS’È IL FINANZIAMENTO AGEVOLATO

Il finanziamento agevolato è un prestito con condizioni particolarmente favorevoli (agevolate) rispetto alle condizioni standard offerte in generale dal mercato dei prestiti (tasso zero, possibilità di prestare garanzia, sospensione della rata), come spieghiamo in questa guida.

I finanziamenti agevolati possono essere destinati sia a privati, aspiranti imprenditori, sia a imprese per agevolare l’avvio di una nuova attività o per migliorare un’impresa già avviata.

Un esempio di finanziamento agevolato è quello che viene concesso con ON Oltre Nuove imprese a tasso zero, iniziativa che prevede il riconoscimento di incentivi alle imprese fino al 90% delle spese, da rimborsare in 10 anni.

Scopriamo ora come i finanziamenti, agevolati o no, si distinguono dai contributi a fondo perduto.

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COS’È IL CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO

Il contributo a fondo perduto è un’erogazione di una somma in denaro da parte di enti pubblici o privati a imprese, organizzazioni o individui, senza che questi siano tenuti a restituirlo. Da qui si comprende il significato del nome “fondo perduto“.

Il contributo a fondo perduto si contraddistingue per essere un sostegno economico destinato a promuovere attività specifiche, imprese oppure progetti o settori considerati meritevoli o strategici per lo sviluppo economico, sociale o tecnologico.

Questa modalità di sostegno non implica l’applicazione di interessi passivi né richiede il rimborso delle somme erogate.

Solitamente i contributi a fondo perduto sono assegnati tramite appositi bandi, dove vengono specificate le modalità di richiesta, i soggetti ammessi, le spese ammissibili e l’importo massimo erogabile. Ciò garantisce trasparenza e chiarezza nel processo di richiesta e assegnazione dei contributi.

Nella maggior parte dei casi i contributi a fondo perduto vengono erogati a fronte di spese che il beneficiario deve aver sostenuto. Tuttavia possono essere erogati anche in anticipo sulla base di un piano di spesa preventivo per fornire al beneficiario le risorse finanziarie necessarie a coprire i costi iniziali del progetto o dell’attività supportata.

Un esempio di contributo a fondo perduto è Resto al Sud, l’incentivo introdotto per favorire la nascita di nuove attività imprenditoriali e lo sviluppo di quelle già esistenti nel Mezzogiorno e nel Centro Italia, riconosciuto per il 50% sotto forma di contributo a fondo perduto, senza obbligo di rimborso, e per il restante 50% come finanziamento bancario.

A questo punto, però, bisogna fare un’altra distinzione, ovvero quella tra contributo a fondo perduto e contributo in conto interessi, anche questo a fondo perduto ma per voci di spesa diverse.

COS’È IL CONTRIBUTO IN CONTO INTERESSI

Il contributo in conto interessi è un’erogazione di un capitale in denaro a fondo perduto che, tuttavia, si differenzia dalla generalità dei contributi a fondo perduto perché copre (in parte o totalmente) gli interessi derivanti da un finanziamento ottenuto per un progetto specifico.

Contrariamente ai contributi a fondo perduto tradizionali, quindi, che si concentrano sul valore degli acquisti o degli investimenti stessi, questo tipo di supporto finanziario vale esclusivamente sulle spese legate ai prestiti o ai mutui ottenuti per finanziare gli investimenti aziendali.

Può essere particolarmente vantaggioso per le imprese che intendono espandere le proprie attività ma devono affrontare costi finanziari significativi, poiché offre un sollievo economico e incentiva l’accesso al credito.

Un esempio è il contratto di sviluppo, rivolto alle imprese del settore industriale, agro-industriale, turistico e di tutela ambientale per sostenere programmi di sviluppo sul territorio nazionale.

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ALTRI TIPI DI CONTRIBUTI

Oltre ai due tipi di contributi a fondo perduto citati, ci sono anche diverse tipologie da considerare, che però, se non sono di interesse diretto per gli imprenditori.

Ecco quali sono:

  • il contributo in conto capitale che mira a potenziare il patrimonio aziendale, fornendo un sostegno che può essere utilizzato per coprire non solo gli investimenti specifici, ma anche i costi operativi necessari per la gestione dell’attività;

  • il contributo in conto impianti viene erogato per ridurre i costi di acquisto di beni ammortizzabili, incentivando l’acquisto, la produzione, l’ampliamento o la riattivazione delle immobilizzazioni materiali. Le imprese possono essere vincolate a mantenere in uso tali beni per un periodo stabilito dalle normative che regolamentano i contributi;

  • il contributo in conto esercizio è concesso alle imprese per affrontare i costi operativi ordinari legati all’esecuzione di un progetto specifico o in momenti cruciali come l’avvio dell’attività. Sebbene simile al contributo in conto capitale, la differenza sostanziale risiede nella trattazione fiscale di questo tipo di sostegno;

  • il contributo in conto interessi viene concesso in relazione alla stipula di un contratto di finanziamento, con l’obiettivo di ridurre il costo del tasso di interesse applicato. Il beneficiario ha la possibilità di scegliere tra diverse banche convenzionate, soggetto comunque alle normali procedure di approvazione del finanziamento, inclusa la valutazione della capacità di rimborso e la richiesta di garanzie;

  • il contributo in conto canone è simile al contributo in conto interessi, ma è erogato in relazione alla stipula di un contratto di leasing finanziario. Anche in questo caso, il beneficiario è tenuto a seguire le procedure standard per l’approvazione del leasing, con valutazione della capacità di rimborso e altre richieste di garanzie, se necessario.

L’IMPORTANZA DELLE DEFINIZIONI

E’ corretto parlare di “contributo a fondo perduto” ed è scorretto parlare di “finanziamento a fondo perduto” in quanto è contraddittorio.

Infatti il termine “finanziamento” implica la restituzione del capitale ricevuto, spesso con l’aggiunta di interessi, entro un periodo di tempo concordato.

Al contrario, un “contributo a fondo perduto” si riferisce a una somma di denaro erogata che non richiede restituzione.

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