Dal 2026 potrebbe entrare in vigore la mini IRPEF al 10% sugli aumenti contrattuali e gli straordinari.
Si tratta di una proposta lanciata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che punta a ridurre la pressione sulle retribuzioni dei lavoratori.
In questo articolo vi spieghiamo come funziona e a chi si rivolge.
VERSO LA MINI IRPEF PER AUMENTI E STRAORDINARI IN BUSTA PAGA
La proposta della mini IRPEF al 10% potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio 2026 e mira ad applicare un’imposta sostitutiva fissa su gli aumenti salariali derivanti dai rinnovi contrattuali e le ore straordinarie, festive e notturne.
Questa disposizione fiscale vuole rendere più conveniente per i lavoratori accettare turni aggiuntivi e per le imprese rinnovare i contratti, senza aumentare eccessivamente il costo del lavoro.
Scopriamo nel dettaglio cosa cambierebbe in caso di approvazione della detassazione proposta dal Ministro Giorgetti.
COSA CAMBIA CON LA MINI IRPEF
Gli aumenti di stipendio derivanti dai rinnovi contrattuali e le ore di lavoro straordinario, notturno o festivo fino a oggi sono tassati come reddito ordinario. Questo significa che, pur aumentando la retribuzione lorda, il netto in busta paga spesso cresce poco, a causa dell’aliquota IRPEF progressiva e dei contributi da pagare.
Invece, se sarà introdotta la mini IRPEF, ci sarà una tassazione fissa al 10% su tutte le componenti incrementali dello stipendio. Inoltre, con la misura:
- scatterà un meccanismo di salvaguardia. Ovvero, se il contratto collettivo non viene rinnovato entro 2 anni dalla scadenza, lo stipendio sarà automaticamente adeguato all’inflazione, secondo l’indice IPCA depurato dai beni energetici importati. Ricordiamo che l’indice IPCA è il parametro europeo che misura l’inflazione, cioè l’aumento medio dei prezzi al consumo;
- aumenteranno le soglie di esenzione fiscale. I premi di risultato potranno beneficiare dell’aliquota agevolata fino a 4.000 euro annui (fino a oggi il limite è 3.000).I fringe benefit, poi, esenti saliranno a 2.000 euro per chi non ha figli e a 4.000 euro per chi ha figli a carico (rispetto agli attuali 1.000 e 2.000 euro).
Tali modifiche, se confermate, puntano a rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori, incentivare la produttività e rendere più flessibili le politiche retributive aziendali, senza penalizzare fiscalmente né dipendenti né datori di lavoro.
QUANDO ARRIVA
La mini IRPEF potrebbe essere approvata come parte integrante della Legge di Bilancio 2026 entro il 31 Dicembre 2025. Se la proposta sarà confermata, le nuove regole fiscali saranno operative dal 1° Gennaio 2026. Per ora, però, la misura è ancora in fase di proposta in quanto, per la sua attuazione, resta aperta la questione delle coperture economiche. Il Governo, infatti, sta valutando un contributo straordinario dalle banche per finanziare il pacchetto.
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GUIDA ALLA RIFORMA IRPEF E ALLA RIFORMA FISCALE
Per approfondire quali sono le misure messe in atto, vi consigliamo di leggere la nostra guida sulla riforma IRPEF 2025 e quella aggiornata sulla riforma Fiscale 2025.
Potrebbe interessarvi anche l’approfondimento sugli scaglioni IRPEF 2025, così da capire meglio quali sono e la nuova pace fiscale del 2026.
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Con la Legge di Bilancio 2026 potrebbe arrivare in tema fiscale, anche il taglio IRPEF e una nuova IRPEF per il ceto medio, insieme ai nuovi bonus fiscali previsti per le famiglie.
Per scoprire tutte le agevolazioni attive e quelle in arrivo, visitate la nostra pagina dedicata agli aiuti alle persone.
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