Pensione di reversibilità 2024: a chi spetta e novità

La guida alla pensione di reversibilità nel 2024. Ecco a chi spetta, a quanto ammonta, quali sono le novità e come ottenerla

pensione reversibilità

La pensione di reversibilità è un importante sostegno economico fornito ai familiari superstiti in caso di decesso del pensionato.

Nel 2024 la pensione di reversibilità si riduce con l’entrata in vigore di nuovi limiti reddituali, che possono comportare delle decurtazioni dell’assegno.

In questa guida spieghiamo in modo chiaro e dettagliato come funziona, a chi spetta, a quanto ammonta e quali sono le novità che interessano la pensione di reversibilità nel 2024.

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COS’È LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

La pensione di reversibilità è una prestazione pensionistica erogata in caso di decesso del pensionato, a favore dei membri della famiglia rimasti in vita e che ne hanno diritto. Viene anche chiamata “sostegno pensionistico per i superstiti” , in quanto mira a fornire un reddito ai familiari superstiti che possono aver perso una fonte significativa di sostentamento a causa della morte del pensionato.

L’importo della pensione ai superstiti è pari a una percentuale della pensione riconosciuta al titolare quando era in vita e varia in base a diversi fattori, che spiegheremo nel dettaglio di seguito, tra cui il grado di parentela con il defunto.

La pensione di reversibilità è stata istituita con R.D.L. 14 aprile 1939, n. 636 (articoli 1 e 13) con effetto dal 1° gennaio 1945. È stata poi modificata dalla Legge 8 agosto 1995, n. 335 e, ogni anno, i suoi importi vengono rivalutati. Così è successo anche nel 2024, quindi vediamo quanto spetta.

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QUANTO SPETTA NEL 2024

Per la pensione di reversibilità spetta una quota percentuale – variabile dal 60% all’80% o pari al 100% – della pensione liquidata all’assicurato deceduto. In base al grado di parentela del superstite, ci sono delle specifiche aliquote di reversibilità, che nel 2024 sono stabilite nelle seguenti misure:

  • al coniuge spetta il 60% della pensione del deceduto;

  • in caso di coniuge e un figlio spetta l’80%;

  • solo in caso di coniuge e due o più figli spetta il 100% del trattamento pensionistico.

Qualora abbiano diritto alla pensione soltanto i figli, ovvero i genitori o i fratelli o sorelle, le aliquote di reversibilità sono le seguenti:

  • un figlio: 70%;
  • due figli: 80%;
  • tre o più figli: 100%;
  • un genitore: 15%;
  • due genitori: 30%;
  • un fratello o sorella: 15%;
  • due fratelli o sorelle: 30%;
  • tre fratelli o sorelle: 45%;
  • quattro fratelli o sorelle: 60%;
  • cinque fratelli o sorelle: 75%;
  • sei fratelli o sorelle: 90%;
  • sette o più fratelli o sorelle: 100%.

Ma quando spetta ai coniugi e ai figli o ad altri parenti? Vediamolo insieme.

CHI HA DIRITTO ALLA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

Hanno diritto alla pensione di reversibilità in quanto superstiti a carico del deceduto:

  • il coniuge o l’unito civilmente. Nel caso in cui il titolare della pensione, defunto, abbia contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono stabilite con sentenza dal Tribunale;

  • il coniuge separato o divorziato a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio;

  • i figli ed equiparati. Sono compresi: i figli minorenni alla data del decesso del titolare della pensione, defunto, i figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età, i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età. Ma anche, i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26 anno di età.

Attenzione però, il superstite viene considerato a carico dell’assicurato o del pensionato deceduto al sussistere delle condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento abituale.

A tal proposito INPS specifica anche che hanno diritto alla pensione:

  • i figli studenti dei superstiti anche se svolgono una attività lavorativa dalla quale deriva un piccolo reddito. Si considera tale un reddito annuo non superiore ad un importo pari al trattamento minimo annuo di pensione previsto dal Fondo Pensioni lavoratori dipendenti maggiorato del 30%, riparametrato al periodo di svolgimento dell’attività lavorativa;

  • in assenza del coniuge e dei figli (o se, pur esistendoci questi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti), i genitori dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo abbiano compiuto il 65° anno di età purché non siano titolari di pensione diretta o indiretta e risultino a carico del lavoratore deceduto;

  • in assenza del coniuge, dei figli o del genitore (o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti), i fratelli celibi e sorelle nubili dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione diretta o indiretta, siano a carico del lavoratore deceduto.
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PENSIONE DI REVERSIBILITÀ NOVITÀ 2024

L’importante novità che ha interessato la pensione di reversibilità nel 2024 riguarda la revisione dei limiti reddituali, superati i quali l’assegno al superstite subisce delle decurtazioni (ossia delle riduzioni).

C’è da dire che ogni anno i limiti di reddito personale per il calcolo della pensione di reversibilità sono soggetti a revisione.

Tenendo conto delle rivalutazioni 2024, come stabilite dal Decreto MEF del 20 novembre 2023 pubblicato sulla GU n.279 del 29-11-2023, nonché dell’aumento straordinario delle pensioni minime dal 1° gennaio 2024, confermato nella Circolare n. 1 del 02-01-2024, INPS ha reso noto che solo i redditi fino a 23.345,79 euro hanno diritto alla reversibilità totale nel 2024 (ovvero all’assegno in percentuale piena, senza ulteriori riduzioni rispetto al 2023).

Mentre, per tutti gli altri gli importi scenderanno del:

  • del 25% per redditi compresi tra 23.345,79 euro e 31.127,72 euro;

  • del 40% per redditi compresi tra 31.127,72 euro e 38.909,65 euro;

  • del 50% per redditi superiori a 38.909,65 euro.

Facciamo un esempio su come si calcola la pensione si reversibilità, per capire meglio.

Quanto spetta a una vedova della pensione del marito? Immaginiamo un nucleo familiare con due pensionati, ciascuno con un assegno mensile di 2.400 euro, per un totale di 57.600 euro all’anno, al netto di trattenute o detrazioni spettanti.

Se uno dei due coniugi muore, il superstite dovrebbe avere diritto al 60% dell’assegno pensionistico del coniuge defunto, pari a 1.440 euro lordi.

Tuttavia, con i nuovi limiti del 2024, considerando che il reddito del coniuge superstite è di 28.800 euro annui, si applica la decurtazione della prima fascia pari al 25% della pensione di reversibilità. Pertanto, il coniuge superstite per il 2024 non avrà diritto a 1.440 euro lordi, ma a 1.080 euro (1.440 euro – il 25%), a causa dell’applicazione del taglio.

Lo stesso calcolo, ovviamente, va fatto anche per le pensioni per cui scattano tagli maggiori. Visto che solo per i redditi inferiori 23.345,79 euro non ci sono adeguamenti, il coniuge superstite dell’esempio di cui sopra solo se avesse rispettato questi limiti reddituali avrebbe ricevuto in pieno la pensione di reversibilità pari al 60%.

CASI ECCEZIONALI

Ci sono però delle eccezioni, ovvero delle situazioni in cui la pensione di reversibilità non viene decurtata né adeguata di anno in anno ai nuovi limiti reddituali, ovvero:

  • in presenza di figli fino a 21 anni (o fino a 26 anni se studenti) o inabili nel nucleo familiare, che escludono qualsiasi decurtazione della pensione di reversibilità, indipendentemente dal reddito percepito;

  • quando la pensione di reversibilità, se ridotta per effetto dei nuovi limiti, mette il beneficiario superstite nella situazione di avere meno denaro, complessivamente, rispetto a prima della morte del coniuge. A stabilirlo è stata La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 162 del 30 giugno 2022.
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COME RICHIEDERE LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

Gli aventi diritto possono richiedere la pensione di reversibilità (o anche le pensioni indirette) attraverso i seguenti canali:

  • direttamente dal sito INPS, accedendo con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2. Oppure con CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di identità elettronica 3.0) e seguendo la procedura guidata per la presentazione della domanda;

  • chiamando il Contact Center INPS Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa). Oppure il numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori); in questo caso sarà l’operatore INPS a dare supporto per la presentazione della domanda;

  • rivolgendosi agli Istituti di Patronato riconosciuti dalla legge che danno supporto nell’invio della domanda utilizzando i servizi telematici offerti dall’INPS. In sostanza gli operatori del patronato possono presentare domanda per nostro nome e conto.

DA QUANDO SI OTTIENE

La pensione di reversibilità decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato.

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QUANTO TEMPO DURA LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

La durata della pensione di reversibilità è variabile e, di fatto, continua ad essere erogata fino a quando non decade o non viene revocata in presenza di perdita dei requisiti necessari, come il venir meno dello stato di vedovanza, della dipendenza economica dal defunto o altre condizioni specifiche stabilite dalla legge o dai regolamenti previdenziali.

Nel dettaglio, ecco i casi di perdita della pensione ai superstiti:

  • se il coniuge superstite divorziato si risposa;

  • se i figli inabili trovano un’occupazione che genera un reddito tale da poter essere considerati autosufficienti;

  • se i figli maggiorenni superano l’età limite di 21 anni (o 26 anni nel caso siano studenti universitari) o se interrompono gli studi;

  • se i genitori del figlio o superstite beneficiario iniziano a percepire un’altra pensione;

  • se i fratelli inabili si sposano, ciò potrebbe comportare la revoca della pensione di reversibilità, a meno che non siano previste eccezioni specifiche.

PAGAMENTO PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

Quali sono i tempi di attesa per l’accredito? Solitamente, dal momento della presentazione della domanda, INPS impiega circa 30 giorni di tempo per accreditare la pensione di reversibilità ai superstiti. Tuttavia, in alcuni casi i tempi possono allungarsi da 50 a 90 giorni, specie se sono richiesti ulteriori accertamenti o avviati provvedimenti amministrativi.

LA GUIDA ALLE PENSIONI

Per conoscere tutti gli strumenti di pensione attivi fino al 2025, vi consigliamo di leggere la guida su quando andare in pensione e i requisiti necessari.

Vi consigliamo di leggere l’approfondimento sulle pensioni nel 2024 o quello sulla riforma pensioni 2024 con  le novità dell’ultima ora.

RIFERIMENTI NORMATIVI

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo anche l’articolo su Quota 103, quello sulla pensione lavoratori precoci o sulla pensione anticipata ordinaria. A vostra disposizione anche le guide aggiornate su Opzione donna e APE sociale.

Per approfondire potete consultare tabelle e requisiti pensioni 2024, resi noti dall’INPS.

Potrebbero interessarvi anche le novità riguardo il nuovo assegno universale anziani, nonché la nuova proposta per la pensione minima a 1.000 euro al vaglio del Governo.

In questa pagina trovate infine tutte le novità, le notizie e gli approfondimenti sul mondo delle pensioni.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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