Pensione lavoratori precoci 2024: requisiti, come funziona, quanto si perde, novità

Come funziona, a chi spetta e come richiedere la pensione anticipata per i lavoratori precoci che hanno iniziato a versare i contributi prima dei 19 anni

INPS, pensioni
Photo credit: Eyesonmilan / Shutterstock

Con il termine “pensione precoci” si fa riferimento a una forma anticipata di trattamento pensionistico erogata, a domanda, ai lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età.

Vale solo per coloro che si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge e che hanno accumulato 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2026. Anche se, dal 1° gennaio 2027, questo stesso requisito verrà rivalutato in base all’aumento della speranza di vita, come confermato anche nella Legge di Bilancio 2024.

In questa guida vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato a chi spetta e come funziona la pensione lavoratori precoci nel 2024 e come presentare domanda.

COS’È LA PENSIONE LAVORATORI PRECOCI

La pensione per i lavoratori precoci, anche detta “quota 41”, è un trattamento pensionistico erogato, a domanda, in favore di contribuenti che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età, che hanno accumulato almeno 41 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2026 e che si trovano in in determinate condizioni indicate dalla Legge.

Quindi i lavoratori precoci sono coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto, tra i 16 e i 18 anni, e hanno accumulato almeno 12 mesi di contributi, versati anche in maniera non continuativa, prima del compimento del diciannovesimo anno di età. Questi soggetti riescono ad arrivare a 41 anni di contributi ad un’età anagrafica relativamente bassa, spesso intorno ai 60 anni.

Sottolineiamo che dal 2027 il requisito contributivo dei 41 anni potrà aumentare in base all’incremento della speranza di vita registrato dall’ISTAT.

La pensione precoci è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2017 (articolo 1, comma 199) e attuata dal successivo DPCM 87 del 23 maggio 2017 a partire dal 1° maggio 2017. Cosa è cambiato nel 2023 per i lavoratori precoci? La Legge di Bilancio 2023 era intervenuta solo a livello finanziario definendo la ripartizione delle risorse in questo modo:

  • 80 milioni di euro per il 2023;
  • 90 milioni di euro per il 2024;
  • 120 milioni di euro a decorrere dal 2025.

Il Decreto lavoro convertito in legge  ha confermato che per l’accesso all’APE Sociale le domande devono essere presentate entro il 30 novembre di ciascun anno. Scaduti i termini, per chi non rientra nelle finestre temporali fissate per il 2023, è possibile dal 2024, come confermato dalla Legge di Bilancio 2024.

Ma vediamo a chi spetta e come funziona quota 41 precoci.

A CHI SPETTA LA PENSIONE PRECOCI QUOTA 41

Chi ha diritto ad andare in pensione con 41 anni di contributi? Questa forma di pensionamento anticipato spetta solo ai lavoratori precoci che rispettano simultaneamente le seguenti condizioni specifiche:

  • essere iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o alle forme sostitutive o esclusive della medesima;

  • essere in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Ossia aver iniziato a versare contributi prima di quella data;

  • aver maturato 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età;

  • perfezionare 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2026.

In aggiunta a queste condizioni, è indispensabile possedere specifici requisiti.

REQUISITI

L’accesso alla pensione precoci, rispettate le condizioni sopra esposte, è subordinato però ai lavoratori che risultano in possesso di almeno uno dei 5 requisiti elencati di seguito.

1) LAVORATORI PRECOCI DISOCCUPATI

Per andare in pensione come lavoratori precoci, uno dei requisiti è quello di essere in stato di disoccupazione. Lo stato di disoccupazione vale anche a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, per dimissioni per giusta causa o per risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, Legge 15 luglio 1966, n. 604 e conclusione integrale della prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi.

Con il Messaggio n. 4192 del 24-11-2023, INPS chiarisce che il beneficio destinato ai lavoratori precoci in stato di disoccupazione spetta persino nelle situazioni in cui il rapporto di lavoro si interrompe a causa del “mancato superamento del periodo di prova” e della “cessazione dell’attività aziendale”. A stabilirlo è il Decreto Agosto del 2020. Inoltre, l’INPS sottolinea anche che la verifica dello stato di disoccupazione deve essere sempre effettuata consultando i competenti Centri per l’Impiego. Per approfondire, vi rimandiamo al nostro articolo che spiega come funziona la pensione disoccupati.

2) LAVORATORI PRECOCI CON INVALIDITÀ SUPERIORE O UGUALE AL 74%

Un altro requisito che dà accesso alla pensione lavoratori precoci è l’invalidità superiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile.

3) LAVORATORI PRECOCI CAREGIVER

Possono avere accesso alla pensione lavoratori precoci anche coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, Legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

4) LAVORATORI PRECOCI CHE SVOLGONO ATTIVITÀ USURANTI

Un altro requisito che dà accesso alla pensione lavoratori precoci è l’aver svolto attività particolarmente faticose e pesanti, ai sensi del Decreto Legislativo 21 aprile 2011, n. 67. Parliamo delle cd. “attività usuranti” elencate dal Decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale 19 maggio 1999. Per mansioni particolarmente usuranti si intendono:

    • lavori in miniera con mansioni svolte in sotterraneo;
    • lavori nelle cave, tra cui le mansioni svolte dagli addetti alle cave di materiale di pietra e ornamentale;
    • lavori nelle gallerie con mansioni svolte dagli addetti al fronte di avanzamento “lavori in cassoni ad aria compressa”;
    • lavori svolti dai palombari;
    • lavori ad alte temperature cioè con mansioni che espongono ad alte temperature, quando non sia possibile adottare misure di prevenzione, quali, a titolo esemplificativo, quelle degli addetti alle fonderie di seconda fusione, non comandata a distanza, dei refrattaristi, degli addetti ad operazioni di colata manuale;
    • lavorazione del vetro cavo con mansioni dei soffiatori nell’industria del vetro cavo eseguito a mano e a soffio;
    • lavori espletati in spazi ristretti e in particolare delle attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, le mansioni svolte all’interno di spazi ristetti, quali intercapedini, pozzetti, doppi fondi, di bordo o di grandi blocchi strutture;
    • lavori di asportazione dell’amianto.

5) LAVORATORI PRECOCI CHE SVOLGONO ATTIVITÀ GRAVOSE

Possono avere accesso alla pensione precoci anche coloro che sono lavoratori dipendenti che hanno svolto l’attività lavorativa cosiddetta “gravosa” per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, oppure, per almeno sei anni negli ultimi sette anni di attività lavorativa. Le categorie di lavoratori dipendenti che svolgono attività professionali classificate come “lavori gravosi” sono le seguenti:

    • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
    • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
    • conciatori di pelli e di pellicce;
    • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
    • conduttori di mezzi pesanti e camion;
    • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
    • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
    • insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
    • facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
    • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
    • operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
    • operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
    • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
    • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del Decreto Legislativo 67 del 2011;
    • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

Ma quando possono andare in pensione i lavoratori precoci? Scopriamolo insieme.

QUANDO POSSONO ANDARE IN PENSIONE I LAVORATORI PRECOCI

I lavoratori che raggiungono i requisiti dal 1° gennaio 2019 in poi conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico decorsi 3 mesi dalla maturazione degli stessi, secondo le disposizioni previste dai rispettivi ordinamenti.

I lavoratori che raggiungono i requisiti entro il 1° gennaio 2019, anche cumulando i periodi assicurativi ai sensi della Legge 228 del 2012, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dal 1° giorno del mese successivo all’apertura della relativa finestra.

COME FUNZIONA LA PENSIONE QUOTA 41 PER I LAVORATORI PRECOCI

Quota 41 precoci viene erogata dall’INPS, a fronte di previa domanda di riconoscimento dei requisiti. Solo dopo la verifica della sussistenza dei presupposti, infatti, è possibile fare richiesta per la pensione vera e propria. Ma come funziona esattamente questo prepensionamento?

Come chiarito dallo stesso Istituto nella Circolare n. 99 del 2017, ai fini del computo dei 41 anni di anzianità contributiva vale la contribuzione relativa ai “periodi di lavoro effettivi”. Queste direttive sono valide ancora oggi. Per procedere con il calcolo valgono le regole seguenti:

  • va considerata la contribuzione obbligatoria dovuta per i periodi di prestazione effettiva di lavoro espressa in mesi, settimane o giorni riferita all’anzianità contributiva utile per il diritto e la misura secondo le discipline vigenti presso le varie forme assicurative previdenziali;

  • sono utili anche i periodi di lavoro all’estero riscattati e i periodi riscattati per omissioni contributive;

  • il requisito contributivo di 41 anni può essere perfezionato, su domanda dell’interessato, anche cumulando i periodi assicurativi, quindi deve essere considerata la contribuzione per prestazione di lavoro effettiva accreditata anche in altri fondi pensionistici obbligatori diversi da quello in cui viene liquidata la pensione anticipata, fermo restando il conseguimento del requisito contributivo ridotto di cui all’articolo 1, comma 199 della Legge 232/2016, come previsto dalla Legge 24 dicembre 2012, n. 228.

È bene precisare che la Legge di Bilancio 2024, che contiene la riforma pensioni 2024 e la riforma fiscale 2024, non ha modificato le regole di accesso alla pensione lavoratori precoci a partire dal prossimo 1° gennaio.

Ossia, tale tipo di pensione sarà possibile per i lavoratori che possono dimostrare un periodo di contribuzione effettiva di 12 mesi precedente al compimento del 19° anno di età. Tale disposizione si applicherà solo ed esclusivamente a coloro che sono in possesso dei requisiti, che vi abbiamo illustrato, e che hanno accumulato un totale di 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2026.

Poi resta la regola per cui, a partire dal 1° gennaio 2027, il requisito contributivo sarà soggetto a rivalutazione in base all’aumento dell’aspettativa di vita. E noi vi aggiorneremo.

QUANTO SI PERDE CON LA PENSIONE PRECOCI

La pensione lavoratori precoci con 41 anni di contributi non prevede nessuna decurtazione dell’assegno, quindi il calcolo viene effettuato in base a tutti i contributivi versati. Scopriamo insieme come si calcola l’importo e ben presto vi accorgerete che non si perde nulla con la pensione precoci.

COME SI CALCOLA L’IMPORTO DELLA PENSIONE PRECOCI

Per la pensione lavoratori precoci il calcolo dell’assegno pensionistico deve essere effettuato con sistema misto, retributivo e contributivo. Trattandosi di soggetti con meno di 18 anni di versamenti al 1° gennaio 1996, sarebbe stata calcolata con il sistema retributivo solo se, alla stessa data, il richiedente avesse avuto più di 18 anni di contributi.

Ricordiamo che il sistema contributivo prevede una determinazione di calcolo delle prestazione basata sull’intera vita assicurativa di un individuo, mentre il sistema retributivo si basa sulle ultime retribuzioni ricevute dal lavoratore prima della pensione.

La regola vuole che nel calcolo dell’importo spettante con quota 41, “che trasforma i contributi nell’assegno pensionistico”, si parla di sistema “misto” perché viene utilizzato:

  • il sistema retributivo sui contributi versati fino al 31 dicembre 1995;

  • il sistema contributivo sui contributi versati a partire dal 1° gennaio 1996.

Ciò significa che non ci può mai essere una corrispondenza tra ultimo stipendio e l’importo del rateo pensione. Vediamo qualche esempio.

ESEMPI CALCOLO PENSIONE LAVORATORI PRECOCI

Chi rientra nei requisiti della pensione lavoratori precoci dovrà calcolare la sua pensione con il sistema mista. Ad esempio, chi ha iniziato a lavorare prima dei 16 anni va in pensione una volta perfezionati i 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2026. Il valore della pensione sarà determinato in base ai contributi versati e alla sua retribuzione. Stesso discorso anche per chi ha iniziato a lavorare a 18 anni che va in pensione con l’accesso alla quota 41 precoci.

Invece, chi ha iniziato a lavorare a 19 anni o a 20 anni quando va in pensione? Per queste persone, la pensione lavoratori precoci non è applicabile, andranno quindi fuori dal mondo del lavoro secondo le regole vigenti. Se volete sapere quali sono per il 2024, in attesa della conclusione della riforma pensioni 2024, vi consigliamo di leggere questo focus.

Per avere un’idea dell’importo della pensione precoci potete utilizzare PENSAMI, il simulatore INPS per la pensione di cui vi parliamo in questo focus che, inserendo tutti i dati, la calcola in maniera realistica.

Ora, vediamo cosa cambia nel 2024 per i lavoratori precoci che vogliono andare in pensione.

COME PRESENTARE DOMANDA QUOTA 41

La domanda per la pensione lavoratori precoci quota 41 può essere presentata in una delle seguenti modalità:


  • chiamando il Contact center INPS al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;

  • tramite enti di patronato e intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Quindi si può scegliere di procedere in autonomia presentando domanda direttamente all’INPS oppure di farsi assistere da patronati / CAF per effettuare l’intera procedura con il supporto di operatori esperti.

SCADENZE DOMANDA

Il Decreto lavoro convertito in legge ha confermato per l’accesso alla pensione la presentazione della domanda non oltre il 30 novembre di ciascun anno. Le scadenze sono state equiparate a quelle dell’APE Sociale. Per ritardi nell’emanazione del decreto attuativo e della pubblicazione della circolare INPS, circa le misure previste dal Decreto lavoro divenuto legge, il 15 luglio 2023 non è stato possibile presentare domanda per precoci. Ma questa finestra è attiva nel 2024.

Restano valide per regole per cui, solo in caso di esito positivo, anche a seguito di verifica della relativa copertura finanziaria, si può procedere e presentare la vera e propria istanza di pensione anticipata.

Eventuali domande di riconoscimento del beneficio presentate non oltre il 30 novembre, sono prese in considerazione soltanto in caso residuino le risorse finanziarie.

INCUMULABILITÁ E INCOMPATIBILITÀ DELLA PENSIONE CON ALTRI REDDITI

La pensione anticipata lavoratori precoci, a far data dalla sua decorrenza, non è cumulabile con redditi da lavoro subordinato o autonomo prodotti in Italia o all’estero durante il periodo di anticipo.

Per quanto riguarda l’individuazione del reddito da lavoro autonomo rilevante ai fini del divieto di cumulo, debbono essere presi in considerazione tutti i redditi comunque ricollegabili ad attività di lavoro svolte senza vincolo di subordinazione, indipendentemente dalle modalità di dichiarazione ai fini fiscali.

Inoltre, il beneficio della riduzione del requisito contributivo minimo per la pensione anticipata per i lavoratori precoci non è cumulabile con altre maggiorazioni previste per lo svolgimento delle medesime attività lavorative. È cumulabile invece con le maggiorazioni “di status” di cui all’articolo 80, comma 3, Legge 23 dicembre 2000, n. 388.

LA GUIDA ALLA RIFORMA PENSIONI 2024

In questa guida vi illustriamo tutte le proposte e le novità sulla riforma del sistema previdenziale italiano a partire dal 2024. Da leggere anche il testo della Legge di Bilancio 2024 e quello della riforma fiscale 2024.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

ALTRE FORME DI PENSIONE ANTICIPATA

Per valutare tutte le opportunità disponibili – come spiegate in questa guida – vi consigliamo di leggere gli approfondimenti sulle altre forme di pensionamento anticipato disponibili nel 2024:

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo di leggere la nostra guida sul nuovo assegno universale anziani e quella su quando spetta e a chi la pensione con soli 15 anni di contributi. Poi, vi invitiamo a leggere l’articolo su come funziona l’aumento pensioni nel 2024 e quello sulle pensioni minime. Da leggere anche l’articolo sulla pensione a febbraio 2024. Utile anche l’uso del simulatore INPS per il riscatto laurea, gli approfondimenti su riscatto contributi pensione nel 2024 e la nostra guida sull’anticipo che spetta in caso di pensione ai disoccupati.

Per conoscere tutte le novità e gli approfondimenti vi invitiamo a visitare la sezione dedicata alle pensioni che viene costantemente aggiornata.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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