Opzione Donna nel 2025: requisiti, importi, novità

Ecco come funziona la pensione Opzione Donna, il prepensionamento destinato alle lavoratrici che rispettano i requisiti in vigore nel 2025

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La Legge di Bilancio ha confermato e prorogato Opzione Donna nel 2025, una forma di pensionamento anticipato straordinario.

Anche nel 2025 cioè, è possibile per le donne, lavoratrici dipendenti o autonome, con almeno 35 anni di contributi maturati entro al fine del 2024, andare in pensione una volta compiuti 61 anni oppure a 60 anni se hanno 1 figlio e a 59 anni se si hanno 2 o più figli.

L’accesso a 59 anni è permesso anche a lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi, a prescindere dal numero di figli.

In questo articolo spieghiamo in modo chiaro e dettagliato come funziona Opzione Donna nel 2025, quali sono i requisiti necessari per accedere alla misura e come presentare domanda per l’anno in corso.

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NOVITÀ OPZIONE DONNA ANCHE NEL 2025

L’articolo 1, comma 173 della Legge di Bilancio 2025 ha confermato Opzione Donna anche per l’anno in corso. La misura, infatti, rientra nel Regime sperimentale donna introdotto dall’articolo 1, comma 9 della Legge 23 agosto 2004, n. 243, non è strutturale, ma viene prorogata di anno in anno.

La novità per il 2025, quindi, è che hanno diritto a questa forma di prepensionamento anche le lavoratrici che abbiano raggiunto, entro il 31 Dicembre 2024, un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’età di almeno 61 anni, fermo restando il rispetto degli altri requisiti previsti dalla normativa.

Inoltre, la Manovra ha posticipato al 28 Febbraio 2025 il termine per il personale a tempo indeterminato del comparto scuola e AFAM per presentare domanda di cessazione dal servizio con Opzione donna, con effetti dall’inizio dell’anno scolastico o accademico successivo.

Per la misura, la riforma pensioni 2025 inglobata nella Finanziaria infine, ha stanziato:

  • 20,1 milioni di euro per il 2025;
  • 56,1 milioni di euro per il 2026;
  • 92,1 milioni di euro per il 2027;
  • 96,1 milioni di euro per il 2028;
  • 72,7 milioni di euro per il 2029;
  • 46,8 milioni di euro per il 2030;
  • 5,9 milioni di euro per il 2031.

Ma vediamo tutti i dettagli di Opzione donna nel 2025.

CHI PUÒ ANDARE IN PENSIONE CON OPZIONE DONNA NEL 2025

Possono andare in pensione nel 2025 con Opzione Donna Opzione donna sia le lavoratrici del settore privato che del settore pubblico, a patto che abbiano maturato 35 anni di contribuzione versati entro la fine del 2024. Nello specifico, l’accesso alla misura è consentito alle seguenti lavoratrici:

  • lavoratrici caregiver che svolgono assistenza al momento della richiesta di prepensionamento e da almeno 6 mesi al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/1992), ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni d’età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;

  • lavoratrici che soffrono di una riduzione della capacità lavorativa, riconosciuta dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;

  • lavoratrici licenziate da aziende in crisi o ancora dipendenti, per le quali sia stato attivato un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.

Ai fini del raggiungimento del requisito (35 anni) sono utili:

  • contributi obbligatori;

  • contribuzione da riscatto o da ricongiunzione;

  • contributi volontari e figurativi. Quindi anche i versamenti per il riscatto della laurea. Ma sono esclusi quelli figurativi accreditati per malattia e disoccupazione dei lavoratori dipendenti privati;

  • i periodi assicurativi maturati all’estero in Paesi ai quali si applica la regolamentazione dell’Unione europea in materia di sicurezza sociale (Stati dell’UE, Svizzera e Paesi SEE) e in Paesi legati all’Italia da convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, rispettando il minimale di contribuzione per l’accesso alla totalizzazione internazionale previsto dalla normativa comunitaria (52 settimane) o dalle singole convenzioni bilaterali. Possono essere totalizzati, inoltre, anche i periodi maturati nel Regno Unito sia antecedentemente che successivamente alla data del 31 Dicembre 2020.

Attenzione, resta ferma l’impossibilità di cumulare gratuitamente – al fine di integrare i 35 anni di versamenti – la contribuzione versata in diverse gestioni previdenziali. Le condizioni sopra specificate, anche con riferimento al personale appartenente al comparto scuola o quello dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), devono sussistere alla data di presentazione della domanda di pensione e non devono essere oggetto di ulteriore verifica alla decorrenza del trattamento pensionistico.

Ora, analizziamo nel dettaglio quali sono i requisiti di accesso a questa forma di pensionamento per ogni categoria di lavoratrice.

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QUALI SONO I REQUISITI

Per andare in pensione con Opzione Donna vi sono specifici requisiti da rispettare, variabili in base alla categoria di lavoratrice interessata. Con riferimento alle lavoratrici caregiver, la norma specifica che:

  • il requisito dell’assistenza si considera soddisfatto in presenza di convivenza. Ai fini dell’accertamento del requisito della convivenza, si ritiene condizione sufficiente la residenza nel medesimo stabile, allo stesso numero civico, anche se non necessariamente nello stesso interno (appartamento);

  • i 6 mesi di assistenza alla persona con handicap in situazione di gravità devono intendersi continuativi;

  • lo status di “persona con disabilità grave” si acquisisce alla data dell’accertamento riportata nel verbale rilasciato ai sensi della Legge n. 104, o in caso di sentenza o riconoscimento a seguito di omologa conseguente ad accertamento tecnico preventivo;

  • nel caso di assistenza di un parente o un affine entro il 2° grado, INPS precisa l’ulteriore condizione che i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità non possano prestare l’assistenza in quanto abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Per le lavoratrici che soffrono di una riduzione della capacità lavorativa, è necessario che vi sia il riconoscimento delle competenti Commissioni per l’invalidità civile, superiore o uguale al 74%. Per sapere come richiedere l’invalidità civile, vi consigliamo di leggere questo approfondimento.

Caso diverso è quello delle lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali risulti attivo alla data del 1° Gennaio 2025, oppure risulti attivato in data successiva, un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa. La norma fa riferimento alla crisi come identificata dall’articolo 1, comma 852, della Legge n. 296 del 2006. In merito, è bene specificare che:

  • per le lavoratrici dipendenti è necessario che il tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale risulti attivo al momento della presentazione della domanda di pensione;

  • per le lavoratrici licenziate occorre che il licenziamento sia stato intimato nel periodo compreso tra la data di apertura e di chiusura del tavolo e che le stesse non abbiano ripreso attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato successivamente al licenziamento.

Inoltre, come chiarito da INPS lo scorso anno con la Circolare INPS n. 59 del 3 Maggio 2024, occorre che il licenziamento sia stato intimato nel periodo compreso tra la data di apertura e di chiusura del tavolo e che le stesse non abbiano ripreso attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato successivamente al licenziamento. Tali regole valgono anche per il 2025.

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QUANTO SI PRENDE CON OPZIONE DONNA NEL 2025

Con Opzione Donna nel 2025 le lavoratrici prendono un assegno pensionistico il cui importo varia significativamente in base alla carriera e ai contributi versati. La pensione è calcolata interamente con il sistema contributivo, che tende a ridurre l’assegno rispetto al sistema misto. Questo metodo può determinare una diminuzione dell’importo che varia dal 25% al 35% rispetto a quanto si percepirebbe con il sistema misto.

Ai fini del calcolo dell’assegno a cui si ha diritto occorre:

  • individuare la retribuzione annua;
  • calcolare i contributi di ogni anno sulla base dell’aliquota di contributiva;
  • determinare il montante individuale secondo le modalità indicate da INPS in questa guida;
  • applicare al montante contributivo il coefficiente di trasformazione, che varia in funzione dell’età del lavoratore, al momento della pensione e che potete trovare in questa pagina.

Grazie a questi valori il montante contributivo versato dal lavoratore durante la sua vita lavorativa viene trasformato nella pensione annua. Per conoscere nel dettaglio qual è l’importo pensione spettante in un preciso momento, vi consigliamo la lettura della guida sul simulatore pensione PensAMi di INPS.

COME FARE DOMANDA PER OPZIONE DONNA NEL 2025

L’INPS ha spiegato che la domanda per ottenere la pensione Opzione Donna nel 2024 va presentata online e che è disponibile una procedura semplificata.

La richiesta può essere inoltrata utilizzando uno dei seguenti canali:


  • il Contact center INPS, chiamando il numero gratuito 803 164 da rete fissa oppure il numero 06 164 164 da rete mobile.

  • rivolgendosi agli Enti di Patronato, che daranno assistenza nella presentazione della domanda attraverso i servizi telematici a loro disposizione.

Maggiori dettagli su come presentare domanda per Opzione donna nel 2025 li fornirà INPS con un’apposita circolare e noi, vi aggiorneremo. Per restare informati, vi consigliamo di iscrivervi alla nostra newsletter gratuita per ricevere tutti gli aggiornamenti, al canale Whatsapp e al canale Telegram.

Ma quando si può fare domanda per accedere ad Opzione Donna? Scopriamolo insieme.

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QUANDO FARE DOMANDA E FINESTRE MOBILI

INPS non ha ancora chiarito le date di apertura delle finestre mobili per fare domanda per Opzione donna nel 2025. In attesa che arrivi la comunicazione ufficiale per l’anno in corso, ciò che è certo è che anche quest’anno saranno attuate le regole delle cosiddette “finestre mobili”.

Pertanto, le lavoratrici dipendenti e autonome, al perfezionamento dei requisiti anagrafico e contributivo richiesti dalla norma, possono conseguire la pensione decorsi:

  • 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti. Per cui la prima finestra di decorrenza utile per le dipendenti che hanno maturato i requisiti nel 2024 si dovrebbe aprire il 1° Febbraio 2025;

  • 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi. Per cui la prima finestra di decorrenza utile per le autonome che hanno maturato i requisiti nel 2024 si dovrebbe aprire il 1° Agosto 2025.

Inoltre, la Manovra ha posticipato al 28 Febbraio 2025 il termine per il personale a tempo indeterminato del comparto scuola e AFAM per presentare domanda di cessazione dal servizio con Opzione donna, con effetti dall’inizio dell’anno scolastico o accademico successivo.

Le ultime incluse nella proroga (cioè che maturano i requisiti nel mese di Dicembre 2024) vedono aprirsi la finestra rispettivamente il 1° Luglio 2026 ed il 1° Gennaio 2026. La decorrenza del trattamento pensionistico non può essere comunque anteriore:

  • al 1° Febbraio 2025, per le lavoratrici dipendenti e autonome la cui pensione è stata liquidata a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive della medesima;

  • al 2 Gennaio 2025, per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è stata liquidata a carico delle forme esclusive della predetta assicurazione generale obbligatoria.

Opzione Donna può essere conseguita anche successivamente alla prima decorrenza utile, fermo restando la maturazione dei requisiti anagrafico e contributivo entro il 31 Dicembre 2024 e la sussistenza delle condizioni relative a quanto illustrato.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

ALTRI APPROFONDIMENTI E COME RESTARE AGGIORNATO

Per approfondire l’argomento, vi consigliamo la nostra guida alle pensioni 2025 e quella sulla riforma pensioni 2025.

Tra gli anticipi pensionistici validi anche quest’anno, poi, vi segnaliamo Ape Sociale e la pensione con Quota 103. Poi, vi consigliamo di leggere l’articolo che spiega quando si può andare in pensione nel 2025, con tutti i requisiti specificati.

Vi consigliamo infine di consultare l’articolo relativo alle pensioni di importo pari a zero e il calendario di pagamento delle pensioni del 2025.

Inoltre, per conoscere tutte le novità per i pensionati, vi invitiamo a visitare questa sezione.

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9 Commenti

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  1. Complimenti per questa guida è la più completa e dettagliata che ho trovato dopo lunghe ricerche su web e sono finalmente riuscita a capire i dettagli dei requisiti per caregiver. Grazie saluti

  2. Dopo aver sentito le novità del 16 ottobre scorso non ho parole (!)
    Sono stata licenziata nel 2022 da una srl il cui titolare, alla veneranda età di 80 anni, ha deciso di chiudere e licenziare la sua unica dipendente .. e io non posso accedere a Opzione Donna perché (ovviamente) non è stato aperto un tavolo di trattativa per gestire la crisi aziendale .. che dire? Siamo nelle mani di ignoranti (nel senso che ignorano) e che possono fare (e fanno) solo danni. Tristezza infinita.

  3. Lavoratrici licenziate, nel 2023, di serie A e lavoratrici licenziate di serie B,
    certo, quelle di serie B, licenziate da piccole aziende non in crisi, per loro No opzione donna e senza tutele.
    perchè?

    • Visto come stanno andando le cose, le regole potrebbero anche cambiare dal 2024, poi ci sarà sempre chi è avvantaggiato e chi è svantaggiato.
      Ha presente gli esodati? Mio marito ha dovuto aspettare 5 anni per avere la pensione. Anche questo è ingiusto. Il punto è che qualcuno ci rimette sempre perchè non c’è equità.

  4. Sottoscrivo i commenti precedenti, inoltre aggiungo ,ho fatto 40 di lavoro, qualche contributo si è perso x strada,cmq ne ho 37 ,di granlunga di più di quanto richiesto, con il tempo e la fatica e un grave incidente avuto da giovane… vorrei andare in pensione… niente da fare … perché sono giovane…e non ho avuto figli a me spiace tanto ma oltre il danno la beffa ,lo trovo volgare e discriminante ….io il mio contributo allo Stato l’ho dato abbondantemente e come me sicuramente tante altre donne! Aggiungo che c’è gente che prende la pensione senza aver fatto un giorno di lavoro! Ma in che Paese viviamo?????….

  5. La proroga di anno in anno è terribile.. personalmente sono due anni che attendo e quest’anno raggiungo entrambi i requisiti, 35 anni di contributi e a fine anno 58 anni di età… e cosa sento? probabilmente aumento di un anno per quanto riguarda l’età!!!! attendere un’altro anno… sono esausta!
    E’ uno stillicidio, non poter organizzare il tuo futuro… è un opzione!!
    Chi vuole e può restare a lavoro resterà un’altro anno e deciderà di scegliere OPZIONE DONNA un anno dopo.. ma chi, invece, decide di optare con 58 anni di età? Perchè modificare sempre!!??

    • La Meloni si dovrebbe VERGOGNARE! Si può dire DONNE che ODIANO Le DONNE invece di atteggiarsi a diva dovrebbe farsi un esame di coscienza!

    • Non mi esprimo sulla Meloni che è meglio, altrimenti rischio una querela… invece di concentrarsi sui lavori usuranti o gravosi pensa ai figli che uno può anche non essere riuscita ad avere… penosa da una donna non me lo sarei mai aspettata dimostra un ignoranza del mondo del lavoro senza limiti. Giustamente lei nn ha mai lavorato che ne sa dei lavori usuranti e gravosi… e la chiudo qui

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