Regolarizzazione colf e badanti, priorità ai lavoratori ucraini

L’emergenza dovuta alla guerra spinge alla regolarizzazione di colf e badanti di nazionalità ucraina. Ma quali sono i reali motivi? Ve lo spieghiamo in questo articolo.

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La crisi umanitaria dell’Ucraina mette pressione alla regolarizzazione di colf e badanti. La necessità di cambiare il passo e di smaltire, prima delle altre, le pratiche relative ai lavoratori ucraini è emersa da una nota dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Del resto, dei quasi 800mila cittadini ucraini presenti sul territorio Europeo nel 2021, secondo i dati Eurostat, l’Italia è il Paese che ne detiene la più larga fetta. Si parla di 236mila ucraini, più di un quarto del totale. Ovviamente ora, con l’esodo dovuto alla guerra, la situazione si è evoluta e vi è la necessità di agevolare colf e badanti ucraini.

Ma andiamo a vedere più da vicino qual è il quadro dei lavoratori ucraini in Italia e, alla luce dell’emergenza, il perché dell’urgenza di regolarizzazione di colf e badanti di questa nazionalità.

REGOLARIZZAZIONE COLF E BADANTI, PERCHÈ L’URGENZA

Con la nota n. 1521 dell’8 marzo l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha comunicato alle sedi territoriali di dare priorità alle pratiche di regolarizzazione di colf e badanti provenienti dall’Ucraina, “avuto riguardo delle residue pratiche ancora in trattazione“. E infatti la procedura di sanatoria per l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari prevista dal Decreto Rilancio (Decreto Legge n. 34 del 19 maggio 2020), avviata due anni fa e riferita a collaboratori domestici e braccianti, ad oggi non si è ancora conclusa.

I datori di lavoro interessati avevano a disposizione una finestra di tempo dal 1° giugno 2020 al 15 luglio 2020, termine poi prorogato al 15 agosto 2020, per richiedere le regolarizzazioni. In quel periodo, lo ha reso noto il Ministero dell’Interno nelle analisi dati sull’emersione aggiornata ad agosto 2020 (consultabile qui), per il lavoro domestico il maggior numero di richieste riguardava collaboratori di nazionalità ucraina (1.8639 su 4.4471 richieste pervenute). Eppure, a quanto pare, alcune domande restano ancora inevase.

Considerata l’emergenza sanitaria in atto l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha voluto raccomandare agli Uffici territoriali di assicurare priorità alle residue pratiche ancora in trattazione riferite a cittadine/i di nazionalità ucraina al fine di agevolarne la mobilità territoriale e le eventuali ricongiunzioni familiari.

REGOLARIZZAIZONE COLF E BADANTI UCRAINI, I NUMERI

Sulla base dei dati Eurostat raccolti ed elaborati dall’Osservatorio Domina sul lavoro domestico l’Italia risulta essere, nel 2021, il primo Paese europeo per presenza di cittadini ucraini. Più precisamente, il 28% dei cittadini ucraini emigrati risiedono all’interno dei nostri confini.

Si tratta per la maggior parte di donne in età lavorativa (77,6%) dai 15 ai 64 anni che, il più delle volte (65%) scelgono di lavorare nel settore dei servizi alla persona.  A guardare tutti i lavoratori domestici sul territorio nazionale, il 15% è di nazionalità ucraina, 92.160 persone su 235.963 individui totali.

Nel 2021, in base ai dati Istat elaborati dall’Osservatorio Domina, la popolazione ucraina in Italia, dal punto di vista anagrafico, è così caratterizzata:

  • lo 0,8 % ha da 0 a 14 anni;

  • l’11,6 % ha più di 65 anni;

  • l’80,4 % ha da 15 a 64 anni.

Quest’ultima fetta è a maggioranza femminile ed ha scelto di occuparsi dei servizi alle persone.

TASSO DI OCCUPAZIONE DEI CITTADINI UCRAINI IN ITALIA

Il tasso di occupazione delle ucraine in Italia, fino a tre anni fa, era superiore rispetto a quello dei concittadini maschi residenti in Italia. Tra l’altro, risultava al di sopra anche del tasso di occupazione non solo delle donne straniere residenti, ma anche delle stesse italiane. Ecco i dati, raccolti sempre dall’Istat e rielaborati da Domina, riferiti alla fascia 15-64 anni nel 2019:

  • Il 66,5% delle cittadine ucraine residenti in Italia lavorano;

  • il 59,9% dei cittadini ucraini residenti in Italia lavorano;

  • il 50,2% delle italiane lavora;

  • il 49,5% delle straniere in Italia lavora.

Se siete interessati all’argomento occupazione vi consigliamo di leggere l’approfondimento sul tasso di disoccupazione in Italia a Gennaio 2022.

GLI UCRAINI NELLE REGIONI ITALIANE

La distribuzione geografica dei cittadini ucraini in Italia si dipana da Nord a Sud e non è omogenea. A guardare l’aspetto regionale, il 23% degli ucraini risiede in Lombardia, segue la Campania con il 17,4% e l’Emilia Romagna con il 14,1%.

Ma i dati della Campania vanno visti con un’attenzione particolare, dal momento che, a guardare l’incidenza sul totale degli stranieri residenti sul territorio, la cittadinanza ucraina è decisamente numerosa: in questa area il 16,5% degli stranieri ha cittadinanza ucraina. La provincia di Napoli, infatti, presenta la più alta numerosità di cittadini ucraini (22 mila), seguita da Milano (19,6 mila) e Roma (19,6 mila). Napoli, tra l’altro, si conferma anche come la città in cui l’incidenza di questa popolazione è maggiore rispetto alla presenza straniera in provincia (17,2%), seguita da Caserta (16,8%) e Salerno (15,0%). Per maggiori dettagli si rimanda all’indagine di Domina consultabile su questa pagina.

A riprova di questo quadro si riportano i dati Istat raccolti da Domina sul numero di cittadini ucraini, suddiviso per regione, presenti sul territorio italiano:

  • In Lombardia: 54.754 (76,8% donne);

  • in Campania: 41.075 (74,3% donne);

  • in Emilia Romagna: 33.164 (79,1% donne);

  • nel Lazio: 24.149 (78,2% donne);

  • in Veneto: 16.784 (79,1% donne);

  • in Toscana: 11.229 (80,3 % donne);

  • in Piemonte: 10.383 (78,4% donne);

  • in Calabria: 5.720 (75,2% donne);

  • in Friuli Venezia Giulia: 5.612 (78,6% donne);

  • nelle Marche: 5.456 (79,7% donne);

  • in Liguria: 5.327 (80,3% donne);

  • in Umbria: 4.880 (79% donne);

  • in Trentino Alto Adige: 4.387 (76,7%);

  • in Abruzzo: 3.812 (78,1% donne);

  • in Puglia: 2.791 (77,9% donne);

  • in Sardegna: 2.599 (84,1% donne);

  • in Sicilia: 2.250 (80,4% donne);

  • in Basilicata: 775 (76,4% donne);

  • in Molise: 496 (76% donne);

  • in Valle d’Aosta: 301 (83,7% donne).

PROFUGHI UCRAINI ARRIVATI IN ITALIA DALL’INIZIO DELLA GUERRA

Il numero degli ucraini in Italia è in forte crescita. Secondo i dati del Ministero dell’interno aggiornati al 16 marzo 2022 sono 44.008 i profughi in fuga dal conflitto in Ucraina arrivati finora in Italia. La maggioranza rimane composta da donne, 22.331, e da minori, 17.858, mentre gli uomini sono 3.819. Le principali città di destinazione dichiarate al momento dell’ingresso in Italia sono Milano, Roma, Napoli e Bologna.

RIFERIMENTI

Rapporto Annuale sul lavoro domestico 2021 pubblicato dall’Osservatorio Nazionale Domina (Pdf 27,7 Mb);

Analisi sull’emersione dei rapporti di lavoro 2020 pubblicato dal Ministero dell’Interno (Pdf 2,2 Mb);

Nota dell’Ispettorato nazionale del lavoro n. 1521 dell’8 marzo 2022 (Pdf 275 Kb).

ALTRE INFORMAZIONI E AGGIORNAMENTI

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di Eleonora C.
Redattrice, esperta di leggi, lavoro pubblico e previdenza.
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