Taglio pensioni dipendenti pubblici: cosa ha deciso il Governo

Ecco qual è la decisione del Governo sultaglio delle pensioni dipendenti pubblici dal 2024. Tutti i dettagli sul dietrofront parziale

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Il Governo conferma il taglio delle pensioni ai dipendenti pubblici previsto nella Legge di Bilancio 2024, ma lo circoscrive solo alle pensioni anticipate.

La “sforbiciata” inizialmente era stata prevista per 700.000 statali, ma poi, a salvare le pensioni dei dipendenti PA, è arrivato un emendamento correttivo.

L’Esecutivo, così, annullerà la misura che rischiava di colpire sia le gestioni previdenziali dei dipendenti locali, che quelle del personale sanitario, insegnanti e ufficiali giudiziari, ma solo per chi raggiunge il titolo pensionistico con i requisiti di vecchiaia.

In questo articolo vi spieghiamo nel dettaglio cosa ha deciso il Governo sul taglio delle pensioni ai dipendenti pubblici inizialmente previsto per il 2024.

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DIETROFRONT PARZIALE SUL TAGLIO PENSIONI DIPENDENTI PUBBLICI

Come vi abbiamo spiegato in questa guida, nel testo originario della Legge di Bilancio 2024, il Governo aveva introdotto un taglio alle pensioni dei dipendenti pubblici nel 2024 che doveva coinvolgere circa 700.000 statali.

Il Sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, interrogato però sul caso, aveva rassicurato tutti. Ovvero, durante il question time 8 novembre 2023 presso la Commissione Lavoro alla Camera, aveva dichiarato che il Governo era pronto a rivedere la norma della Legge di Bilancio 2024. E così è stato, ma solo parzialmente. Ovvero, le nuove disposizioni sulle pensioni dei dipendenti pubblici, dopo l’emendamento – che non ha fermato lo sciopero dei medici del 18 dicembre 2023 – si possono sintetizzare così:

  • pensione di vecchiaia (67 anni di età), nessuna modifica e nessuna penalizzazione;

  • collocamento a riposo d’ufficio nella PA (65 anni), nessuna modifica e nessun taglio;

  • pensione anticipata ordinaria (42 anni e dieci mesi, uno in meno per le donne), nessun taglio per chi matura il requisito entro il 31 dicembre 2023; nuove aliquote più penalizzanti per chi raggiunge il requisito dal 2024;

  • riduzione del taglio di 1/36 per ogni mese in più di permanenza al lavoro solo per il personale sanitario;

  • decorrenza pensioni anticipate con finestre mobili più lunghe, ossia 9 mesi a regime dal 2028.

Vediamo chi sono gli esclusi dal taglio e come funzionerà in base ai correttivi del Governo.

ESCLUSI DAL TAGLIO PENSIONI DIPENDENTI STATALI DAL 2024

Non vi sarà il taglio “totale” alle pensioni per gli statali inizialmente messo in conto per il 2024, ma solo una riduzione parziale. Ovvero, a partire dal 2024, non saranno applicate penalizzazioni sul calcolo dell’assegno di vecchiaia e sui trattamenti anticipati, purché maturati entro il 31 dicembre 2023. Tuttavia, è prevista una riduzione delle aliquote di rendimento per tutte le pensioni anticipate con sistema misto maturate dal 2024, con un taglio che viene attenuato per il personale sanitario. Da notare infatti, che, dal 2025, si verificherà un’allungamento delle finestre di decorrenza per le pensioni anticipate. A regime, a partire dal 2028, tali finestre avranno una durata di nove mesi.

L’emendamento del Governo, allegato alla Manovra che il 18 dicembre approda al Senato, dunque, esclude le pensioni di vecchiaia dal taglio delle aliquote. Di conseguenza, i dipendenti pubblici delle quattro gestioni indicate che optano per la pensione di vecchiaia manterranno l’assegno previdenziale calcolato secondo le precedenti aliquote. Questa disposizione si applica anche ai dipendenti che vengono collocati a riposo per limiti di età, stabiliti a 65 anni.

La norma interessa comunque molte persone che lavorano nel settore pubblico e rischia di impattare su tantissimi statali. Le modifiche proposte riguardavano principalmente il taglio della quota retributiva delle pensioni future di specifiche categorie di dipendenti pubblici, come medici, personale sanitario, dipendenti degli enti locali, maestri di nido e ufficiali giudiziari.

La modifica delle aliquote di rendimento del 1965 – come vi abbiamo spiegato in questo focus – rischia di influire negativamente su coloro che hanno meno di 15 anni di anzianità contributiva nel sistema retributivo, aumentando notevolmente i costi dei riscatti universitari.

In particolare, la misura interessava i dipendenti pubblici iscritti alle casse dell’ex INPDAP, come i dipendenti degli Enti Locali (CPDEL), insegnanti e insegnanti degli asili nido parificati (CPI), sanitari iscritti alla cassa (CPS), e ufficiali giudiziari/aiutanti ufficiali giudiziari e coadiutori iscritti alla cassa (CPGU).

Ora, invece, è arrivato il dietrofront parziale e vediamo come funziona.

COME FUNZIONA IL TAGLIO PARZIALE PENSIONI DIPENDENTI PUBBLICI

Il taglio alla pensione anticipata, previsto nella versione finale della Legge di Bilancio 2024, si applica in base al momento in cui viene maturato il diritto. Coloro che maturano la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2023, anche se vanno in pensione successivamente, sono esclusi dal taglio. Per chi raggiunge i requisiti dal 1° gennaio 2024 in poi, si applicano nuovi coefficienti con un assegno ridotto, in base agli anni di contributi versati prima del 1° gennaio 1996.

Il personale sanitario beneficia di uno sconto più favorevole, con una penalizzazione ridotta di 1/36 per ogni mese di posticipo del pensionamento. Questo significa che il taglio si azzererà dopo tre anni dalla maturazione del diritto alla pensione anticipata. La pensione anticipata senza penalizzazione per il personale sanitario si raggiunge a partire da:

  • 45 anni e dieci mesi di contributi per le donne;

  • 41 anni e dieci mesi per gli uomini.

Dal 2025, per compensare la maggiore spesa, si introduce un incremento della finestra mobile sulle pensioni anticipate. La finestra di uscita passa da 3 mesi nel 2024 a 4 mesi nel 2025, 5 mesi nel 2026, 7 mesi nel 2027 e nove mesi a partire dal 2028.

A compensare le spese anche il taglio alle pensioni d’oro previsto dal sistema di rivalutazione pensioni 2024, fondi importantissimi per il pacchetto lavoro e previdenza italiano.

LE ALTRE MODIFICHE ALLA RIFORMA PENSIONI 2024

In definitiva, nonostante alcune agevolazioni, le penalizzazioni persistono, e si preservano i saldi di bilancio. L’allungamento delle finestre mobili compensa la riduzione del taglio prevista dall’emendamento. Nonostante le richieste avanzate dai sindacati nell’incontro del 28 novembre 2023 poi, per altre modifiche alla riforma pensioni 2024 e alla flessibilità in uscita, il Governo non ha mostrato aperture e ha confermato l’impostazione della Manovra. Si manterranno quindi, i requisiti più stringenti per APE Sociale, Opzione Donna e Quota 103. Vi aggiorneremo se vi sarà ufficialità in merito con l’ok alla Legge di Bilancio 2024 entro il 31 dicembre 2023.

LA GUIDA ALLA RIFORMA PENSIONI

In questa guida vi illustriamo tutte le proposte e le novità sulla riforma del sistema previdenziale italiano a partire dal prossimo anno. Vi invitiamo a leggere anche la nostra guida alla Legge di Bilancio 2024. Da non perdere, neppure le indicazioni del collegato fiscale alla Manovra che potete leggere in questo approfondimento.

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi invitiamo a leggere anche gli articoli su pensione Quota 103 e su Opzione donna 2024 e le proposte per modificarla. Interessante anche il nostro articolo su pensione Quota 84, nuova misura al vaglio del Governo. Per approfondire le nuove misure 2024 già approvate, invece, vi rimandiamo alla guida su Quota 104 e Opzione Donna mobile 2024.

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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