Nuovi controlli sulle partite IVA: come funzionano e cosa si rischia

Ecco cosa si rischia con i nuovi controlli sulle partite IVA stabiliti dall’Agenzia delle Entrate e l’intero iter previsto

Agenzia delle Entrate
Photo credit: RaffMaster / Shutterstock

Definiti dall’Agenzia delle Entrate i criteri, le modalità e i termini di attuazione dei nuovi controlli sulle partite IVA che diventano più capillari.

Come stabilito dalla Legge di Bilancio 2023, l’Agenzia delle Entrate prevede un’ulteriore tipologia di controlli sul rilascio di nuove partite IVA e la verifica dell’effettivo esercizio dell’attività, nonché l’assenza dei profili di rischio.

In questa guida dettagliata e chiara vi spieghiamo come funzionano i nuovi controlli sulle partite IVA, cosa può fare il contribuente per dimostrare di essere regolare e cosa si rischia in caso di irregolarità.

AL VIA I NUOVI CONTROLLI PER LE PARTITE IVA

Arrivano i nuovi controlli per le partite IVA, come previsti dalla Legge di Bilancio 2023. Con il provvedimento del 16 maggio 2023, firmato dal direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini, vengono stabiliti criteri, modalità e termini di attuazione dell’ulteriore tipologia di controllo e di analisi del rischio per quanto riguarda l’esercizio della libera professione.

A stabilire la misura è l’articolo 1, comma 148, della Legge di Bilancio 2023 che ha deciso di avviare la verifica dei dati forniti per il rilascio di nuove partite IVA. Vediamo quali sono le novità introdotte.

LE NOVITÀ SUI CONTROLLI PARTITE IVA

Il provvedimento del 16 maggio 2023 stabilisce come funzionano i nuovi controlli per le partite IVA. Nello specifico:

  • sono stati rafforzati, attraverso specifiche analisi del rischio, i controlli e gli accessi già previsti dall’articolo 35, comma 15-bis, del Decreto IVA, diretti a riscontrare il possesso dei requisiti soggettivi e oggettivi per l’attribuzione del numero di partita IVA, in linea con i criteri UE, in relazione alla cooperazione amministrativa e alla lotta contro le frodi in materia di imposta sul valore aggiunto;

  • gli elementi di rischio che l’Agenzia delle Entrate deve appurare possono riguardare sia la presenza di criticità nel profilo economico e fiscale del soggetto richiedente, sia la manifesta carenza dei requisiti di imprenditorialità e possono essere relativi alla tipologia e alle modalità di svolgimento dell’attività o anche alla posizione fiscale del contribuente;

  • gli elementi sintomatici di rischio saranno ricercati sulla base del confronto dei dati e delle informazioni disponibili nelle banche dati dell’Agenzia delle Entrate. Saranno valutati anche i dati eventualmente acquisiti da altre banche dati pubbliche e private o attraverso segnalazioni provenienti da altri Enti.

COSA ACCADE SE EMERGONO IRREGOLARITÀ

Con le regole della Legge di Bilancio 2023 disciplinate dall’Agenzia delle Entrate, se l’ufficio trova criticità nel profilo economico e fiscale del soggetto richiedente, nonché la carenza dei requisiti di imprenditorialità circa la tipologia e le modalità di svolgimento dell’attività (o anche alla posizione fiscale del contribuente) allora scatta l’invito a comparire di persona presso l’ufficio competente secondo le modalità e i tempi previsti dall’ordinamento tributario.

L’invito contiene l’indicazione dei profili di rischio individuati e gli elementi di pericolosità fiscale riscontrati che riguardano, a seconda dei casi, il titolare della ditta individuale, del lavoratore autonomo o del rappresentante legale di società, associazione o ente, con o senza personalità giuridica, a cui è attribuita la partita Iva.

Gli esiti delle analisi e dei controlli sono resi disponibili alla Guardia di Finanza anche tramite strumenti informatici.

COSA FARE IN CASO DI CONTROLLI SULLA PARTITA IVA

In caso di controlli sulla partita IVA è bene seguire le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate e accettare l’invito.

In pratica il contribuente deve presentarsi presso l’ufficio competente indicato per fornire ogni chiarimento ed esibire la documentazione richiesta per dimostrare l’assenza dei profili di rischio individuati dall’ufficio.

COSA SI RISCHIA IN CASO DI IRREGOLARITÀ

Nel caso in cui il contribuente non si presenti oppure nel caso in cui si presenti ma non sia in grado di fornire gli elementi idonei a dimostrare l’insussistenza dei profili di rischio, l’ufficio competente provvede a:

  • notificare ed emanare un provvedimento di cessazione della partita IVA;

  • dare una sanzione pari a 3.000 euro.

  • disporre la sua esclusione dalla banca dati dei soggetti passivi che effettuano operazioni intracomunitarie (Vat information exchange system).

I provvedimenti e le sanzioni sono previste dell’articolo 1, comma 149, legge n. 197/2022).

Lo stesso soggetto può però richiedere successivamente l’attribuzione di un nuovo numero di partita IVA, previa presentazione di una polizza fideiussoria o fideiussione bancaria a favore dell’Amministrazione finanziaria, della durata di 3 anni e per un importo, in ogni caso, non inferiore a 50.000 euro. La clausola fideussoria va presentata seguendo questo fac simile.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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