Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas: cosa prevede

La guida al piano nazionale di contenimento dei consumi di gas. Ecco le nuove regole sul riscaldamento e sui consumi per fronteggiare l’emergenza in vista dell’arrivo dell’inverno

gas

Con il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale il Ministero della Transizione Ecologica ha reso note le regole da seguire dal 6 ottobre 2022, per l’autunno e l’inverno, a fronte della crisi energetica che interessa il Paese. Il provvedimento è stato pubblicato il 17 ottobre 2022.

Tra le misure previste, una riduzione di 1 grado per il riscaldamento degli edifici. In particolare si va a 17 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, mentre il calo è a 19 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici. Restano esclusi ospedali e “utenze sensibili”. Inoltre l’accensione del riscaldamento viene ridotta di 15 giorni (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto riguarda la durata giornaliera di accensione.

In questa guida vi spieghiamo tutte le regole valide da attuare dal 1° ottobre 2022 e cosa prevede il nuovo piano di contenimento dei consumi di gas italiano per fronteggiare l’emergenza. Mettiamo anche a disposizione il testo integrale del piano.

COS’È IL PIANO DI CONTENIMENTO CONSUMI GAS

Il piano di contenimento dei consumi di gas naturale è un insieme di regole fornite dal Ministero della Transizione Ecologica con lo scopo di limitare gli effetti del caro energia e realizzare da subito risparmi utili a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia.

Il MITE ha spiegato che il Piano arriva al fine di risparmiare gas e evitare il più possibile un eccessivo svuotamento degli stoccaggi nazionali anche in previsione della stagione 2023 2024. La misura è in linea con le indicazioni della Commissione europea, così come recentemente definite nel Regolamento (UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022 ed è normativamente supportata dal Decreto ministeriale 383 del 6 ottobre 2022 pubblicato nella sezione di pubblicità legale del MITE il 17 ottobre 2022.

Secondo le indicazioni UE, tra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, l’Italia è chiamata a ridurre i consumi nazionali di gas di almeno il 15% rispetto alla media dello stesso periodo di 8 mesi nei 5 anni precedenti. In ballo, nel nostro Paese ci sono 8,2 miliardi di Smc di gas naturale, quantitativo che dovrà essere “risparmiato” adottando specifiche azioni. Vediamo quali sono le regole introdotte dal MITE, da attuare a partire dal 1° ottobre 2022.

OBIETTIVI DEL PIANO CONTENIMENTO CONSUMI GAS

L’avvio del Piano nazionale di risparmio dei consumi di gas naturale per il prossimo inverno intende:

  • ridurre la pressione sugli stoccaggi, consentendo di valorizzare al meglio durante la fase invernale i volumi di gas immessi dagli operatori economici, nonché tramite risorse pubbliche da SNAM e dal GSE;
  • consentire di mantenere più a lungo, riducendo la velocità di erogazione del gas in stoccaggio, le portate massime erogabili in caso di punte di freddo invernale;
  • originare un effetto, seppur limitato, di ridurre i prezzi al consumo, aiutando il bilancio domanda – offerta giornaliera;
  • introdurre un consumo più consapevole dell’energia, da perseguire in ottica di decarbonizzazione.

NUOVE REGOLE DEL PIANO CONTENIMENTO CONSUMI GAS

Tra le misure introdotte dal piano di contenimento dei consumi di gas vi sono quelle specificate dal Decreto ministeriale 383 del 6 ottobre 2022, in cui è prevista la riduzione di 1 grado per il riscaldamento degli edifici rispetto a quanto previsto dal DPR 16 aprile 2013, n. 74. Ovvero la riduzione sarà da:

  • 17 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;
  • 19 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici.

Inoltre, i limiti di esercizio degli impianti termici, ovvero accensione e gestione di tali impianti, sono ridotti di:

  • 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione, ovvero posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio;
  • un’ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione.

Queste semplici misure pesano per ben 3 miliardi di Smc, dunque vi sarà un risparmio sostanzioso sul deficit ipotizzato. Non è prevista invece dal documento, l’ipotesi di ridurre il riscaldamento negli ospedali e nelle case di ricovero, ovvero le “utenze sensibili” come da DPR 16 aprile 2013, n. 74.

QUANDO E DOVE SI POSSONO ACCENDERE I RISCALDAMENTI

Il Piano suddivide l’Italia in zone climatiche secondo le disposizioni del DPR n. 74 del 2013 e indica quando, tali aree, potranno accendere i riscaldamenti. In particolare, il Paese viene diviso in 6 aree climatiche in base alla media delle temperature giornaliere. Le zone sono:

  • Lampedusa, Sud e Isole – zona A, che racchiude i Comuni con gradi-giorno inferiori a 600: possono accendere i riscaldamenti per 5 ore al giorno dal 8 dicembre al 7 marzo;
  • Palermo, Trapani, etc. – zona B, che racchiude i Comuni con gradi-giorno tra 600 e 900: possono accendere i riscaldamenti per 7 ore al giorno dal 8 dicembre al 23 marzo;
  • Napoli, Caserta, etc. – zona C, che racchiude i Comuni con gradi-giorno tra 901 e 1400: possono accendere i riscaldamenti per 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo;
  • Roma, Pescara, etc. – zona D, che racchiude i Comuni con gradi-giorno tra 1401 e 2100: possono accendere i riscaldamenti per 11 ore al giorno dal 8 novembre al 7 aprile;
  • Milano, Torino, etc. – zona E, che racchiude i Comuni con gradi-giorno tra 2101 e 3000: possono accendere i riscaldamenti per 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile;
  • Trento e zone alpine – zona F, superiori a 3000, che possono accendere i riscaldamenti senza nessuna limitazione.

Per conoscere nel dettaglio a quale fascia climatica appartiene il proprio Comune, è possibile consultare questa tabella con l’elenco di tutte le città italiane.

TAGLIO CONSUMI GAS NELLE PA E NELLE CITTÀ

Il Dipartimento per la Funzione Pubblica, all’unisono con il MITE, ha pubblicato le 10 regole per il risparmio energetico nella Pubblica Amministrazione che vi illustriamo in questo approfondimento. Il MITE ha fatto anche sapere che potranno inoltre, essere implementate ulteriori misure ad hoc per le Pubbliche Amministrazioni e in altri settori cittadini, su cui vi aggiorneremo. Il piano prevede che siano attivati monitoraggi su edifici pubblici, impianti condominiali, locali commerciali e punti a maggiore consumo.

Ciò avverrà mediante il rilevamento dei dati giornalieri di consumo a livello di reti di distribuzione gas cittadine per valutare la risposta volontaria degli utenti. Saranno usati i dati orari di prelievo ai punti di connessione tra le reti di distribuzione cittadine e i punti di riconsegna della rete di trasporto SNAM, che sono costantemente monitorati.

LA STRATEGIA ITALIANA CONTRO IL CARO GAS

Qual è la strategia globale italiana contro il caro gas? Nel Piano contenimento consumi gas italiano il MITE ha specificato che l’insieme delle misure introdotte si uniscono a quelle già messe in campo fino a oggi dall’inizio del conflitto Russia – Ucraina. La strategia taglia consumi di gas ha un fine duplice, ovvero vuole al contempo:

  • assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022- 2023, considerate la rilevante funzione dello stoccaggio nella copertura dei fabbisogni nazionali di gas nel corso dell’inverno e le ripercussioni in caso di anticipata interruzione di flussi dalla Russia in termini di mancato o insufficiente riempimento;

  • diversificare rapidamente la provenienza del gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e aumentando contestualmente la capacità nazionale di rigassificazione di GNL. Fino a oggi infatti, la Russia forniva gas al Paese per il 40%, mentre ora sono entrati in gioco altri Paesi, quali ad esempio, l’Algeria.

Intanto, il Governo continua a confermare gli impegni di decarbonizzazione per il 2030, che anzi assumono in questa fase, un’ulteriore rilevanza ai fini strategici dell’aumento della indipendenza energetica. L’insieme delle misure descritte consentirà a partire dalla seconda metà del 2024 di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo, e comunque di ridurne l’uso in generale.

QUANTO GAS SI RISPARMIA CON IL PIANO MITE

Secondo le stime del MITE, con queste misure vi sarà un risparmio di 5,3 miliardi di metri cubi di gas fino a marzo 2023, considerando:

  • la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas, pari circa a 2,1 miliardi di Smc di gas;
  • i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento, pari circa a 3,2 miliardi di Smc di gas.

A queste misure, si aggiungono le misure comportamentali per i cittadini, da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di assicurare un comportamento più virtuoso nei consumi di gas.

COSA POSSONO FARE I CITTADINI PER CONTENERE I CONSUMI DI GAS

Il piano MITE rende note anche le cosiddette “misure comportamentali a costo zero” che i cittadini possono mettere in campo per contenere i consumi di gas durante questa grave crisi energetica. Si tratta di misure che implicano semplicemente attenzione e consapevolezza nei consumi e nelle abitudini quotidiane per contenere l’uso del gas. Ovvero:

  • riduzione della temperatura e della durata delle docce;
  • l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo;
  • spegnimento o inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza;
  • il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione;
  • l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno;
  • non lasciare in stand by TV, decoder, DVD e accessori simili;
  • l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico;
  • riduzione delle ore di accensione delle lampadine.

Queste misure, fatte sostanzialmente di maggior sensibilità, pesano addirittura per 2,7 miliardi di Smc. Basta tutto ciò, insomma, per raggiungere già oltre la metà degli obiettivi nazionali di risparmio del gas. Inoltre, un 1 miliardo ulteriore di Smc di gas potranno essere risparmiati se gli italiani faranno piccoli ed utili investimenti in casa per usare elettrodomestici a basso consumo o lampadine a led. A tal fine, a breve, potrebbero arrivare nuovi bonus dal Governo, su cui vi aggiorneremo. I risultati ottenuti saranno tanto più soddisfacente quanto più forte sarà il coinvolgimento e la responsabilizzazione degli italiani in questo momento difficile.

QUANDO ENTRA IN VIGORE IL PIANO CONTENIMENTO CONSUMI GAS

Il taglio dei consumi promosso dal Piano MITE parte con la riduzione del funzionamento degli impianti di riscaldamento dal 6 ottobre 2022, ovvero dalla data di pubblicazione del Decreto ministeriale n.383 del 2022. Da questa data cambia quindi la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione autunnale e invernale degli impianti termici.

IL TESTO DEL PIANO CONTENIMENTO CONSUMI GAS

Mettiamo a vostra disposizione il testo integrae del piano contenimento consumi gas naturale (Pdf 415 Kb) da attuare a partire dal 6 ottobre 2022, come specificato nel Decreto ministeriale n.383 del 2022 (Pdf 244 Kb).

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo di leggere le 10 regole per il risparmio energetico nella Pubblica Amministrazione che vi illustriamo in questo approfondimento. Poi, vi invitiamo a scoprire anche le novità introdotte dal Governo contro il caro energia con il Decreto Aiuti Bis, il Decreto Aiuti convertito in Legge, il Decreto Energia convertito in Legge e il Decreto Bollette convertito in Legge. Inoltre, per conoscere altre interessanti novità legislative, vi invitiamo a visitare questa pagina. Se volete restare aggiornati è possibile iscriversi gratis alla nostra newsletter e al nostro canale Telegram, per avere le notizie in anteprima.

di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
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