Credito d’imposta per ricerca e sviluppo 2024: a chi spetta come funziona

La guida su come funziona il credito d’imposta ricerca e sviluppo, a chi spetta e come fare per ottenere l’agevolazione

credito imposta

È disponibile anche nel 2024 il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.

La misura, un tax credit pari al 20%, 15%, 10% o al 5%, si pone l’obiettivo di sostenere la competitività delle imprese stimolando gli investimenti.

In questa guida vi spieghiamo come funziona il credito d’imposta ricerca e sviluppo, a chi spetta, come richiederlo e a quali spese si riferisce, incluse le novità previste nel 2024.

COS’È IL CREDITO D’IMPOSTA RICERCA E SVILUPPO

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica è un aiuto rivolto a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza o dalla loro dimensione.

Confermato fino al 31 dicembre 2025 per alcuni comparti e fino a fine 2031 per altri, è fruibile in una percentuale del 5%, 15%, 10% o 20%, a seconda dei settori di investimento.

Scopo dell’agevolazione è sostenere la competitività delle imprese stimolando gli investimenti in ricerca e sviluppo, nonché in innovazione tecnologica, imprese 4.0 e transizione green. Può essere richiesto quindi per tre tipologie di investimenti:

  • per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico;

  • per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati;

  • per le attività di design e ideazione estetica.

La misura usa le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Questo tax credit, si precisa infine, esiste anche nella sua forma maggiorata, con l’aliquota fino al 45% per le imprese del Sud, come vi spieghiamo in questa guida.

Ma vediamo tutti i dettagli su come funziona e a chi spetta il credito d’imposta ricerca e sviluppo nel 2024.

A CHI SPETTA

Quando si ha diritto al credito d’imposta? Il credito d’imposta ricerca e sviluppo si rivolge a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Vale indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali dell’impresa richiedente.

La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

Sono escluse le imprese:

  • in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale;

  • destinatarie di sanzioni interdittive.

COME FUNZIONA IL CREDITO D’IMPOSTA RICERCA E SVILUPPO

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo è utilizzabile dai beneficiari in compensazione in tre rate annuali di uguale ammontare.

Ma quando si può compensare il credito d’imposta ricerca e sviluppo? Una volta presentata domanda e ottenuto l’ok ministeriale, il credito d’imposta ricerca e sviluppo può essere usato indicandolo nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese e in quelle relative ai periodi d’imposta successivi fino a quando se ne conclude l’utilizzo.

Il credito è utilizzabile presentando il modello F24 attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Il codice tributo da usare è “6857” per “Credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo – art. 3, d.l. 23 Dicembre 2013, n. 145”. 

Questo credito non influisce sulla formazione della base imponibile dell’IRPEF o IRES, né incide sul calcolo del valore della produzione netta ai fini dell’IRAP. Ora, vediamo insieme come si calcola il credito d’imposta ricerca e sviluppo.

COME SI CALCOLA CREDITO D’IMPOSTA RICERCA E SVILUPPO

La base di calcolo del credito d’imposta deve essere assunta al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili. Nel rispetto dei massimali indicati, e a condizione della separazione analitica dei progetti e delle spese ammissibili pertinenti alle diverse tipologie di attività, è possibile applicare il beneficio anche per più attività ammissibili nello stesso periodo d’imposta.

Ma vediamo a quanto ammonta il tax credit e cosa rientra nelle spese di ricerca e sviluppo in ogni ramo d’investimento (o attività) ammesso.

1) ATTIVITÀ DI RICERCA IN CAMPO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO

Nel caso delle attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico, il credito d’imposta è riconosciuto dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2022 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2031, in misura pari al 10%, nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro.

2) ATTIVITÀ DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA, 4.0 E GREEN

Per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, il credito d’imposta è riconosciuto dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025, in misura pari al 5%, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.

Invece, per le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green, finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0, il credito d’imposta è riconosciuto dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2025, in misura pari al 5%, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro.

3) ATTIVITÀ DI DESIGN E IDEAZIONE ESTETICA

Per le attività di design e ideazione estetica finalizzate ad innovare in modo significativo i prodotti dell’impresa sul piano della forma e di altri elementi non tecnici o funzionali (linee, contorni, colori, struttura superficiale, ornamenti, ecc), il credito d’imposta è riconosciuto dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025, in misura pari al 5%, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.

SPESE AMMISSIBILI

Le spese ammissibili al credito d’imposta relativamente alle attività di design e ideazione estetica sono:

  • spese per il personale titolare di rapporto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o altro rapporto diverso dal lavoro subordinato, direttamente impiegato presso le strutture produttive dell’impresa nello svolgimento delle attività di design e ideazione estetica ammissibili al credito d’imposta;

  • quote di ammortamento, i canoni di locazione finanziaria o di locazione semplice e le altre spese relative ai beni materiali mobili utilizzati nelle attività di design e innovazione estetica ammissibili al credito d’imposta, compresa la progettazione e realizzazione dei campionari;

  • spese per contratti aventi ad oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di design e ideazione estetica ammissibili al credito d’imposta;

  • spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti utilizzati esclusivamente per lo svolgimento delle altre attività innovative ammissibili al credito d’imposta;

  • spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi impiegati nelle attività di design e ideazione estetica ammissibili al credito d’imposta.

COME RICHIEDERE IL CREDITO D’IMPOSTA

Per ottenere il credito d’imposta ricerca e sviluppo le imprese interessate devono inviare al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tramite PEC, una comunicazione con i dati e le altre informazioni riguardanti l’applicazione del credito d’imposta.

Sul sito del MIMIT è disponibile il modello di comunicazione dei dati (Docx 58 Kb) e delle altre informazioni riguardanti l’applicazione del credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, attività di innovazione tecnologica e attività di design e ideazione estetica.

Il modello di comunicazione, firmato digitalmente dal legale rappresentante dell’impresa, va trasmesso in formato elettronico tramite PEC all’indirizzo cirsid@pec.mise.gov.it. In caso di problemi tecnici il modello può essere inviato direttamente alla PEC della Direzione: dgpiipmi.dg@pec.mise.gov.it.

CERTIFICAZIONE CREDITO D’IMPOSTA RICERCA E SVILUPPO

Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta ricerca e sviluppo, i beneficiari devono produrre:

  • apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti per dimostrare l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro;

  • una relazione tecnica asseverata che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte in ciascun periodo d’imposta in relazione ai progetti o ai sotto progetti in corso di realizzazione. Tale relazione deve essere predisposta a cura del responsabile aziendale delle attività ammissibili o del responsabile del singolo progetto o sotto progetto e deve essere controfirmata dal rappresentante legale dell’impresa. Per le attività ammissibili commissionate a soggetti terzi, la relazione deve essere redatta e rilasciata all’impresa dal soggetto commissionario che esegue le attività.

ITER NORMATIVO

Dal punto di vista normativo, il credito d’imposta ricerca e sviluppo è stato introdotto dal Decreto 23 dicembre 2013, n. 145. Poi:


Inoltre, la Legge di Bilancio 2024 ha prorogato al 30 giugno 2024 e fatto slittare al 31 luglio 2024 (con un emendamento al Decreto Anticipi convertito in legge, collegato alla riforma fiscale 2024) il termine entro cui le imprese possono aderire alla procedura per il riversamento, senza l’applicazione di interessi e sanzioni, del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo maturato in uno o più periodi di imposta a decorrere da quello successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2019 e utilizzato indebitamente in compensazione alla data del 22 ottobre 2021.

Allo stesso tempo, è stato stabilito che le domande di riversamento già presentate possono essere revocate entro il 30 giugno 2024, a condizione che il pagamento dell’importo dovuto o della prima rata non sia ancora avvenuto.

RIFERIMENTI NORMATIVI

ALTRE GUIDE UTILI DA LEGGERE

Vi consigliamo di leggere anche gli approfondimenti su:

ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI

Vi consigliamo di leggere la nostra guida sui bonus tasse, quella sulla global minimum tax e quella sull’IRES.

Per conoscere tutte le altre agevolazioni è possibile visitare la nostra pagina dedicata gli aiuti per le imprese.

Iscrivetevi alla nostra newsletter gratuita per ricevere tutti gli aggiornamenti e restare informati sulle novità. In aggiunta, iscrivetevi al nostro canale Telegram per avere le notizie in anteprima.  È anche possibile restare aggiornati seguendo il nostro canale Whatsapp e il nostro canale TikTok @ticonsigliounlavoro.

di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.
Tutti gli annunci di lavoro pubblicati sono rivolti indistintamente a candidati di entrambi i sessi, nel pieno rispetto della Legge 903/1977.

Per restare aggiornato iscriviti alla nostra newsletter gratuita e al nostro Canale Telegram. Seguici su Google News cliccando su "segui".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *