“Mi parli di lei” è una delle classiche domande che i recruiter pongono durante un colloquio di lavoro, e rappresenta un’ottima opportunità per presentarti al meglio.
Vediamo quindi come sfruttare al meglio questo “parlami di te”, come strutturare una risposta efficace e quali errori evitare per distinguerti dagli altri candidati.
PERCHÉ IL RECRUITER TI CHIEDE “MI PARLI DI LEI”?
La domanda “Mi parli di lei?” è uno strumento strategico per il recruiter, per questo non manca (quasi) mai in un colloquio. Questo quesito non si limita a testare la tua capacità di comunicazione, ma vuole anche capire come potresti inserirti nel team, cosa ti motiva e se le tue esperienze e competenze sono in sintonia con il ruolo e la cultura aziendale.
Cosa dire all’inizio di un colloquio? Inizia semplicemente dicendo chi sei, ma senza fare l’elenco delle tue esperienze o competenze come se fossi un robot. Ad esempio, puoi dire qualcosa del tipo:
“Sono una persona che ha sempre cercato di mettere passione e creatività in tutto quello che fa”.
Partire in modo spontaneo ti permette di entrare subito nel merito, facendo emergere la tua personalità. Non c’è bisogno di fare un discorso troppo strutturato. È più importante far capire al recruiter che sai chi sei e cosa ti motiva, ma senza sembrare che stai recitando qualcosa imparato a memoria. La naturalezza nella risposta ti aiuterà a sembrare più genuino e ti farà risaltare tra tanti candidati che potrebbero limitarsi a ripetere semplicemente quanto scritto nel loro CV.
Non è necessario raccontare tutto il tuo percorso in ordine cronologico o entrare nei dettagli di ogni lavoro che hai fatto. L’obiettivo è far capire che il tuo percorso ha un senso, che sei consapevole delle tue motivazioni e che puoi portare valore all’azienda. Puoi anche aggiungere qualcosa che mostri che ti sei preso il tempo di capire davvero cosa ti attrae di questa posizione o azienda, come se fosse una normale conversazione tra persone, non una presentazione formale.
COSA DIRE DI SE STESSI A UN COLLOQUIO?
Quando ti viene chiesto “Mi parli di lei?” durante un colloquio, è importante rispondere in modo chiaro e conciso, mostrando sia la tua esperienza che il tuo potenziale. La risposta dovrebbe essere ben strutturata per mantenere l’attenzione del recruiter, ma senza sembrare un discorso troppo artificiale o preparato.
Dopo aver catturato l’attenzione con una frase più spontanea, fai un accenno alla tua formazione, concentrandoti sugli studi più rilevanti per la posizione: basta menzionare ciò che ti ha fornito una base solida.
Passa poi a raccontare brevemente i tuoi ruoli precedenti, sottolineando quelli più in linea con la posizione per cui ti stai candidando. Qui lavora in modo sottile, cercando di evidenziare come queste esperienze ti abbiano preparato ad affrontare le sfide del ruolo per cui ti stai candidando. Fai un accenno alle tue principali competenze, sia hard skills che soft skills, che potrebbero renderti una risorsa preziosa.
Infine, parla delle tue motivazioni per entrare nell’azienda e dei tuoi obiettivi professionali. Questo aiuterà il recruiter a capire non solo cosa hai fatto, ma anche cosa vuoi fare e come ti immagini nel ruolo che stai cercando.
Esempio:
“Mi sono laureato in Economia, dove ho acquisito una solida base di conoscenze finanziarie. Dopo la laurea, ho lavorato per 5 anni in azienda X, occupandomi di gestione progetti e coordinamento di team. In questo periodo, ho acquisito competenze pratiche in [competenze tecniche], che mi hanno permesso di gestire progetti complessi con successo. Attualmente, sono responsabile di un team di 10 persone in azienda Y, dove mi concentro sulla crescita del team e sull’ottimizzazione dei processi. Ora sono entusiasta di unirmi a un’azienda come la vostra, che apprezza la collaborazione e la crescita professionale, e credo di poter portare valore nella gestione dei progetti e nella leadership del team.”
ELEMENTI CHIAVE PER UNA RISPOSTA EFFICACE
Cosa dire a un colloquio quando chiedono “parlami di te?” Ecco gli aspetti da tenere a mente per rendere la risposta efficace e interessante per il recruiter.
Personalizzazione. Cerca sempre di collegare le tue esperienze e competenze ai requisiti specifici dell’azienda. Se nella job description si parla di gestione team, competenze digitali o abilità comunicative, cerca di inserire esempi concreti che dimostrino come tu abbia già lavorato su queste aree. Mostrare che hai compreso le esigenze dell’azienda e che possiedi le qualità che cercano ti aiuterà a fare una buona impressione.
Sintesi. Il colloquio non è il momento per fare una lista di tutti i tuoi successi professionali o per raccontare ogni dettaglio del tuo percorso. Limita la risposta a 2 o 3 minuti, concentrandoti su informazioni importanti che rispondano direttamente alla domanda. Sii conciso ma esaustivo, non devi essere logorroico e soprattutto non devi raccontare tutta la tua vita!
Tono professionale. Evita di parlare troppo di aspetti personali o di divagare su dettagli che non hanno nulla a che fare con il lavoro. Il recruiter vuole capire chi sei come professionista, quindi è importante che la tua risposta si concentri su esperienze, competenze e obiettivi legati al mondo del lavoro. Va benissimo inserire qualcosa di personale, magari alcuni successi o passioni: l’importante è renderli in qualche modo legati al contesto professionale.
Unicità. Cerca di evidenziare ciò che ti distingue dagli altri candidati. Cos’è che rende il tuo profilo unico? Può trattarsi di una competenza rara, di un’esperienza particolare o di un approccio che ti differenzia nel risolvere determinati problemi. Non aver paura di mostrare ciò che ti rende speciale, senza sembrare arrogante, ma con l’intento di sottolineare come la tua esperienza possa portare un valore aggiunto all’azienda.
COSA EVITARE NEL RISPONDERE A “MI PARLI DI LEI”
Quando ti viene chiesto “mi parli di lei”, ci sono alcune trappole comuni in cui è facile cadere. Non toccare questi argomenti ti aiuterà a mantenere un’immagine professionale e a non compromettere la tua candidatura, riuscendo così ad evitare che questa si trasformi in una domanda trabocchetto.
Dettagli personali irrilevanti. Anche se potrebbe sembrare naturale raccontare un aneddoto personale o condividere qualcosa sulla tua vita privata, questo tipo di informazioni raramente aggiunge valore a un colloquio di lavoro. Il recruiter non è interessato a sapere dove sei andato in vacanza o che hobby hai, a meno che questi non siano direttamente legati al ruolo.
Critiche verso ex datori di lavoro. Anche se hai avuto esperienze negative in passato, non è il momento né il luogo per parlarne. Le critiche possono farti sembrare poco professionale o incapace di affrontare le difficoltà con una mentalità costruttiva. Se proprio necessario, puoi accennare a difficoltà precedenti, ma sempre in modo neutro e spiegando come queste ti abbiano aiutato a crescere, piuttosto che incolpare altri per le difficoltà. Un “non sopporto più il mio lavoro” non è esattamente un ottimo biglietto da visita.
Risposta vaga e generica. Se parli a fatica, con varie pause o dicendo cose a caso, rischi di dare l’impressione di non aver riflettuto a fondo sulla domanda o di non essere preparato per il colloquio. Evita frasi come “Mi piace lavorare in team”, “Sono una persona motivata”, “Ho fatto un po’ di tutto” che non raccontano nulla di concreto. Preparati con esempi specifici e rispondi in modo strutturato.
Divulgazione di informazioni riservate. Non devi rivelare dettagli confidenziali riguardanti la tua attuale o precedente azienda, come strategie, progetti in corso, o informazioni su clienti. La riservatezza è una qualità importante per ogni professionista, e parlarne in modo inappropriato potrebbe sollevare dubbi sul tuo livello di integrità.
CONSIGLI PRATICI PER PREPARARTI ALLA DOMANDA “MI PARLI DI LEI”
Rispondere alla domanda “Parlami di te” sembra semplice, ma richiede una preparazione preliminare. La prima cosa da fare è scrivere la tua risposta. Non basta pensare a come rispondere, è importante mettere nero su bianco ciò che vuoi comunicare. Questo ti aiuterà a selezionare solo le informazioni pertinenti e a eliminare eventuali dettagli superflui o ripetitivi. Una volta scritta, rivedi la risposta più volte: assicurati che sia chiara, coerente e che metta in evidenza le tue competenze in relazione al ruolo. Più sarai preciso, più apparirai sicuro e preparato.
Una volta pronta la bozza della tua risposta, esercitati ad alta voce. Puoi farlo davanti a uno specchio o con un amico, ma l’importante è simulare l’esperienza del colloquio. Parlare ad alta voce ti aiuterà a prendere confidenza con il contenuto, a migliorare il tono e a evitare esitazioni. Se puoi, registra la tua risposta: ascoltandoti potrai individuare eventuali punti da migliorare, come un linguaggio troppo formale o un ritmo troppo veloce.
Un altro passo fondamentale è fare una ricerca sull’azienda. Conoscere la sua mission, i valori e la cultura aziendale ti permetterà di collegare la tua presentazione alla sua realtà. Cerca di capire cosa l’azienda apprezza di più in un candidato e cerca di evidenziare nelle tue risposte le qualità che si allineano con queste aspettative. Ad esempio, se l’azienda punta molto sull’innovazione, potresti raccontare come hai contribuito a progetti innovativi in passato.
Infine, mantieni sempre un linguaggio positivo. Anche se parli di sfide o esperienze difficili, cerca di enfatizzare cosa hai imparato da queste situazioni. Ad esempio, se hai affrontato una difficoltà in un progetto, invece di concentrarti solo sul problema, parla di come hai trovato soluzioni o di come l’esperienza ti ha permesso di crescere. Questo ti farà apparire come una persona resiliente e orientata alla soluzione.
COME TI DESCRIVI IN 3 PAROLE?
Una variante più breve della domanda “mi parli di lei” potrebbe essere proprio “Come ti descrivi in 3 parole?” Si tratta di una domanda secca, che può mettere in difficoltà se non preparata con attenzione. La risposta ideale deve essere genuina, ma anche strategica, riuscendo a farti mostrare qualità che rispecchiano sia il tuo profilo che le esigenze dell’azienda.
Opta per 3 parole che descrivono le tue qualità professionali. Ad esempio, se lavori in un settore dinamico, potresti scegliere termini come “adattabile”, “orientato al risultato” e “problem solver”.
Per rendere la risposta ancora più mirata, cerca di collegare queste parole ai requisiti della posizione. Se l’azienda cerca una persona “collaborativa”, “proattiva” e “flessibile”, assicurati che queste siano qualità che appartengono al tuo modo di lavorare, e cerca di spiegare brevemente perché le hai scelte.
Evita risposte troppo generiche: frasi come “positiva”, “affidabile” o “responsabile” sono sicuramente apprezzate, ma sono molto comuni e potrebbero non aggiungere molto valore. Cerca di essere specifico e scegli termini che rispecchiano davvero chi sei. Pensa anche a qualche esempio pratico per supportare la tua risposta, nel caso il recruiter volesse approfondire.
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